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Dopo cinquecentotrentasei anni di viaggio, l'astronave da carico GORS42 era arrivata a destinazione. Con una complessa manovra, era stata agganciata mediante un ponte a tenuta stagna alla stazione spaziale HUIS12, impegnata già da tremilatrecentoventitré anni nella guerra contro gli alieni di Orione. L'equipaggio dell'astronave, i discendenti dei duecentotrentaquattro marinai con cui l'astronave era partita dalla Terra, era riunito nel piazzale centrale della cupola che costituiva la parte più grande della nave e al cui interno era stato ricreato un ambiente simile a quello terrestre. Circondati dalle piante che avevano permesso il ricambio dell'aria e la produzione di cibo per le generazioni di marinai vissuti sulla nave, aspettavano il discorso del capitano Trhjpt, comandante della stazione HUIS12, salito a bordo poche ore prima. Il vecchio Ogughirt, il più vecchio marinaio dell'astronave, sedeva in prima fila. Aveva ripetuto centinaia di volte che non sarebbe vissuto abbastanza per vedere il giorno dell'arrivo. Invece ce l'aveva fatta, e aspettava come tutti gli altri di sapere cosa contenesse la stiva. Era il grande mistero dell'astronave. La stiva era sigillata, e nessuno sapeva quale fosse il carico dall'epoca delle faide che avevano decimato la sesta generazione di marinai. Durante quel periodo, l'impianto di trasmissione e ricezione iperspaziale era stato danneggiato in modo irreparabile, cosa che aveva impedito ogni comunicazione con l'esterno. Il recupero tecnologico avvenuto durante la nona generazione avrebbe permesso di aprire la stiva ma, essendo sconosciuta la natura del carico, non si sapeva se l'apertura avrebbe potuto danneggiarlo. La stiva era rimasta sigillata. — Quando ero bambino — iniziò il capitano Trhjpt, guardando l'equipaggio della nave riunito davanti a lui — mio nonno mi parlava sempre dell'astronave GORS42. Già da molti anni le trasmissioni radio dalla Terra ci avevano annunciato il suo arrivo. E ora l'astronave GORS42 è qui, con il suo meraviglioso carico! Ci fu un brusio fra l'equipaggio: il carico doveva essere di vitale importanza, se generazioni di marinai avevano dovuto servire al suo trasporto, ma tutti volevano sapere cosa esattamente fosse. Varie ipotesi erano state fatte: armi di ultima generazione, virus in grado di annientare gli alieni, generatori di nuove fonti di energia. Era arrivato il momento di sapere la verità. — I miei uomini stanno aprendo la stiva. Non avete idea di quanto vi siamo grati per aver servito questo trasporto. Siamo riconoscenti a voi e ai vostri antenati che hanno vissuto su questa nave. Un marinaio della stazione, in tuta da lavoro, si avvicinò al capitano. — Cosa c'è? — gli chiese il capitano. — Rapporto sullo stato del carico — rispose il marinaio. Il capitano si rivolse di nuovo all'equipaggio della nave — Mi informano che la stiva è stata aperta, e che si sta procedendo allo scarico. Si voltò verso il marinaio, che iniziò il suo rapporto senza rendersi conto che il capitano aveva lasciato il microfono acceso — A quanto pare c'è stata una perdita di energia nei circuiti di conservazione a stasi, più o meno duecento anni dopo il lancio. È durata solo dieci anni, ma i formaggi sono tutti andati, e così anche le aragoste. Per i vini stiamo controllando, forse qualche bottiglia si può ancora usare come aceto. L'unica cosa che sembra arrivata in buone condizioni è una cassa di liquori che probabilmente è stata caricata per sbaglio, dato che non c'è nella bolla di carico. Il capitano si voltò verso l'equipaggio. Erano tutti immobili, con gli occhi sbarrati. — Mi informano che il contenuto della stiva è in buono stato — disse il capitano, sforzandosi di parlare come se niente fosse — Procederemo ora allo scarico. Vi ringraziamo ancora per quello che voi e i vostri padri, nonni, bisnonni... eccetera, e naturalmente anche le madri, nonne, ehm... avete fatto per la causa. È anche grazie al vostro contributo che questa guerra, iniziata ormai da settemilaottocentotrentadue anni, verrà vinta dalla Terra. Si voltò verso il marinaio per fulminarlo con uno dei suoi leggendari sguardi d'ira, ma questi era già lontano. Lo vide raggiungere un tecnico che portava una cassa verso il ponte che collegava l'astronave con la stazione. — Ma non è ancora finita! — riprese il capitano — È di vitale importanza che la nave torni sulla Terra per un nuovo trasporto. Non c'è tempo da perdere! Appena la stiva verrà scaricata sganceremo il ponte di collegamento e i circuiti di controllo dell'astronave la riporteranno automaticamente sulla Terra. Grazie ancora a tutti! Senza perdere altro tempo, il capitano si voltò e si incamminò con un passo un po' più veloce del solito verso la stazione spaziale. Mentre camminava, gli tornò in mente di quando il nonno gli spiegava che in quel tipo di astronavi l'equipaggio non può cambiare rotta. Ogni volta che lo diceva, si metteva a ridere.
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