La guerra dei diecimila anni
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La guerra dei diecimila anni

"Marco Migliori", fantascienza, 5000 caratteri

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  1. sgerwk
     
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    Dopo cinquecentotrentasei anni di viaggio, l'astronave da carico GORS42 era arrivata a destinazione. Con una complessa manovra, era stata agganciata mediante un ponte a tenuta stagna alla stazione spaziale HUIS12, impegnata già da tremilatrecentoventitré anni nella guerra contro gli alieni di Orione.
         L'equipaggio dell'astronave, i discendenti dei duecentotrentaquattro marinai con cui l'astronave era partita dalla Terra, era riunito nel piazzale centrale della cupola che costituiva la parte più grande della nave e al cui interno era stato ricreato un ambiente simile a quello terrestre. Circondati dalle piante che avevano permesso il ricambio dell'aria e la produzione di cibo per le generazioni di marinai vissuti sulla nave, aspettavano il discorso del capitano Trhjpt, comandante della stazione HUIS12, salito a bordo poche ore prima.
         Il vecchio Ogughirt, il più vecchio marinaio dell'astronave, sedeva in prima fila. Aveva ripetuto centinaia di volte che non sarebbe vissuto abbastanza per vedere il giorno dell'arrivo. Invece ce l'aveva fatta, e aspettava come tutti gli altri di sapere cosa contenesse la stiva.
         Era il grande mistero dell'astronave. La stiva era sigillata, e nessuno sapeva quale fosse il carico dall'epoca delle faide che avevano decimato la sesta generazione di marinai. Durante quel periodo, l'impianto di trasmissione e ricezione iperspaziale era stato danneggiato in modo irreparabile, cosa che aveva impedito ogni comunicazione con l'esterno. Il recupero tecnologico avvenuto durante la nona generazione avrebbe permesso di aprire la stiva ma, essendo sconosciuta la natura del carico, non si sapeva se l'apertura avrebbe potuto danneggiarlo. La stiva era rimasta sigillata.
         — Quando ero bambino — iniziò il capitano Trhjpt, guardando l'equipaggio della nave riunito davanti a lui — mio nonno mi parlava sempre dell'astronave GORS42. Già da molti anni le trasmissioni radio dalla Terra ci avevano annunciato il suo arrivo. E ora l'astronave GORS42 è qui, con il suo meraviglioso carico!
         Ci fu un brusio fra l'equipaggio: il carico doveva essere di vitale importanza, se generazioni di marinai avevano dovuto servire al suo trasporto, ma tutti volevano sapere cosa esattamente fosse. Varie ipotesi erano state fatte: armi di ultima generazione, virus in grado di annientare gli alieni, generatori di nuove fonti di energia. Era arrivato il momento di sapere la verità.
         — I miei uomini stanno aprendo la stiva. Non avete idea di quanto vi siamo grati per aver servito questo trasporto. Siamo riconoscenti a voi e ai vostri antenati che hanno vissuto su questa nave.
         Un marinaio della stazione, in tuta da lavoro, si avvicinò al capitano.
         — Cosa c'è? — gli chiese il capitano.
         — Rapporto sullo stato del carico — rispose il marinaio.
         Il capitano si rivolse di nuovo all'equipaggio della nave — Mi informano che la stiva è stata aperta, e che si sta procedendo allo scarico.
         Si voltò verso il marinaio, che iniziò il suo rapporto senza rendersi conto che il capitano aveva lasciato il microfono acceso — A quanto pare c'è stata una perdita di energia nei circuiti di conservazione a stasi, più o meno duecento anni dopo il lancio. È durata solo dieci anni, ma i formaggi sono tutti andati, e così anche le aragoste. Per i vini stiamo controllando, forse qualche bottiglia si può ancora usare come aceto. L'unica cosa che sembra arrivata in buone condizioni è una cassa di liquori che probabilmente è stata caricata per sbaglio, dato che non c'è nella bolla di carico.
         Il capitano si voltò verso l'equipaggio. Erano tutti immobili, con gli occhi sbarrati.
         — Mi informano che il contenuto della stiva è in buono stato — disse il capitano, sforzandosi di parlare come se niente fosse — Procederemo ora allo scarico. Vi ringraziamo ancora per quello che voi e i vostri padri, nonni, bisnonni... eccetera, e naturalmente anche le madri, nonne, ehm... avete fatto per la causa. È anche grazie al vostro contributo che questa guerra, iniziata ormai da settemilaottocentotrentadue anni, verrà vinta dalla Terra.
         Si voltò verso il marinaio per fulminarlo con uno dei suoi leggendari sguardi d'ira, ma questi era già lontano. Lo vide raggiungere un tecnico che portava una cassa verso il ponte che collegava l'astronave con la stazione.
         — Ma non è ancora finita! — riprese il capitano — È di vitale importanza che la nave torni sulla Terra per un nuovo trasporto. Non c'è tempo da perdere! Appena la stiva verrà scaricata sganceremo il ponte di collegamento e i circuiti di controllo dell'astronave la riporteranno automaticamente sulla Terra. Grazie ancora a tutti!
         Senza perdere altro tempo, il capitano si voltò e si incamminò con un passo un po' più veloce del solito verso la stazione spaziale. Mentre camminava, gli tornò in mente di quando il nonno gli spiegava che in quel tipo di astronavi l'equipaggio non può cambiare rotta. Ogni volta che lo diceva, si metteva a ridere.
     
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  2. bravecharlie
     
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    carino, un racconto di "fantascienza classica" di quelli che mi piacciono sempre, però... mi sfugge una cosa. okay, questi poveracci hanno fatto un viaggio lunghissimo per portare vivande che, per sfortuna, sono risultate inutili. ora devono tornare indietro, va bene, e non possono cambiare rotta. forse la chiave del racconto sta tutta in quest'ultimo pensiero del capitano, ma a me sfugge. attendo tue delucidazioni prima di votare, non vorrei essere avventato...
     
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  3. sgerwk
     
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    QUOTE (bravecharlie @ 1/7/2009, 18:15)
    carino, un racconto di "fantascienza classica" di quelli che mi piacciono sempre, però... mi sfugge una cosa. okay, questi poveracci hanno fatto un viaggio lunghissimo per portare vivande che, per sfortuna, sono risultate inutili. ora devono tornare indietro, va bene, e non possono cambiare rotta. forse la chiave del racconto sta tutta in quest'ultimo pensiero del capitano, ma a me sfugge. attendo tue delucidazioni prima di votare, non vorrei essere avventato...

    L'equipaggio pensava di stare portando qualcosa di fondamentale ai fini della guerra, invece erano solo generi alimentari di scarsa importanza (come la nave aveva le piante per produrre cibo, cosi' si puo' presumere che le avesse anche la stazione spaziale, anche se non potevano produrre vino, aragoste, e in generale i generi di lusso). La mia idea era che, nonostante avessero scoperto che lo scopo della missione era essenzialmente stupido, erano comunque costretti a ripetere il viaggio, loro e le generazioni successive.

    Pensavo che si capisse dal fatto che l'equipaggio aveva ipotizzato generatori di nuove forme di energia o simili, e che invece fosse rimasto allibito quando aveva sentito il marinaio dire cosa c'era nella stiva. O forse sono io che non apprezzo abbastanza le aragoste :blink:
     
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  4. bravecharlie
     
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    infatti avevo capito. questo però lancia il racconto in un "nonsense" da cui è difficile uscire. cioè, ne spenderanno di soldi per 'sti viaggi, e tutto per portare del cibo? perché poi tanta segretezza? resta un po' debole come motivazione di fondo.

    do' voto 2, anche se mi spiace un po' perché l'inizio mi aveva preso, si presentava molto bene.
     
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  5. Gordon Pym
     
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    Non male, trasuda desolazione per la percorrenza, inutile, di distanze siderali, il tutto condito infine dall'ipocrisia (che sa tanto dell'attuale politica) del capitano.
    Però, anche se spesso l'attuale Esercito Italiano ha usanze dure a morire nella loro assurdità, c'è un fondo che mi lascia perplesso, il sistema di rifornimenti è esageratamente poco credibile e il finale non l'avevo capito prima di leggere la tua spiegazione.
    Mi sembra (ho dato una sbirciatina) che la nebulosa di Orione sia distante circa 1300 anni luce dalla terra, sicuramente non percorribili in 536 anni di viaggio. Ma questo non fa testo col voto.
    2
     
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  6. sgerwk
     
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    Grazie a Bravecharlie e Gordon Pym per i commenti.

    Bravecharlie: in effetti non c'era nessuna segretezza; e' che a un certo punto hanno pensato solo a scannarsi fra loro, e della stiva non gli importava piu' niente.

    Gordon Pym: la stazione era impegnata nella guerra contro Orione, ma non necessariamente nella zona di Orione. Pero' in effetti forse avrei fatto meglio a scegliere una stella piu' vicina...
     
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  7. Gordon Pym
     
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    CITAZIONE (sgerwk @ 1/7/2009, 22:31)
    la stazione era impegnata nella guerra contro Orione, ma non necessariamente nella zona di Orione

    Vero, ci sta anche questa interpretazione.
     
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    Losco Figuro

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    È scritto bene ma il racconto in sé... non so, non mi convince. È vero che anche al giorno d'oggi di operazioni di colossale inutilità come questa se ne fanno, e anche tante, però mandare approvvigionamenti che comunque arriveranno dopo 536 anni (e teoricamente potrebbero anche non trovare nessuno all'arrivo) sembra un po' esagerato, così come la nave che non può cambiare rotta (e se c'è un ostacolo imprevisto che fa, ci va a sbattere?) e la necessità, a questo punto, di un equipaggio che oltretutto o è fondamentalmente incapace (ha impiegato dieci anni per sistemare una perdita di energia) o fondamentalmente inutile (se non l'hanno riparata loro, allora la nave è in grado di sistemarsi da sola). Come pure è improbabile che a bordo a un certo punto non sia rimasto nessuno che sappia cosa stanno trasportando, e al tempo stesso l'equipaggio iniziale lo sapeva e quindi era ben consapevole dell'inutilità della missione quando l'ha intrapresa.
    Al tempo stesso, non è abbastanza esagerato da diventare surreale, cosa che giustificherebbe la storia in quanto tale.
    Metto 2, abbondante ma due :)
     
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  9. Alessanto
     
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    Racconto carino ma purtroppo nulla di più. Un sorriso nel finale e basta. Non entro nel merito di eventuali incongruenze spazio-tempo-motivazioni-azioni essendo una vicenda che, per l'appunto, vuole strappare un sorriso.

    Voto 2.
     
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  10. Daniele_QM
     
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    Ti dico la verità, il finale non lo riesco a capire molto. Mi sembra che il soggetto avrebbe potuto esser sviluppato meglio, sia dal punto di vista dell'ambientazione che dei personaggi, che di fatto sono solo nomi su inchiostro.
    Inoltre non vi è coinvolgimento nella storia, sono tutti molto incolori, personaggi e ambienti, per uci è difficile lasciarsi trasposrtare.
    Mi spiace ma rimango sul 2.
     
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  11. esimon
     
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    Ciao
    condivido i commenti sopra; la storia prende ma alla fine lascia un po' l'amaro in bocca. ho letto quali erano le tue intenzioni e francamente ti suggerirei di sistemarlo di modo che si comprenda meglio dove vai a parare. Il senso di ciò che volevi dire a mio parere è molto buono, anche la storia è scritta bene, è un peccato rischiare di non raggiungere il lettore.
    Voto 2
     
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  12. ferru
     
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    Ciao

    SPOILER (click to view)
    Classico racconto di fantascienza. Senza lode e senza infamia.
    Voto 2


    Ferruccio gianola
     
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  13. Snow2
     
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    Sgerwk, mi sembra che il problema principale del racconto sia che il finale, che dovrebbe essere un po' a effetto, non fa molto effetto. L'idea di fondo non è malvagia né banale, ma ti confesso che ho dovuto rileggere tre volte l'ultima parte per essere (quasi) sicuro di aver capito (poi ho fugato i dubbi leggendo i commenti).
    Dato che il racconto è fortemente incentrato su questa idea, il fatto che non riesca a venire bene fuori mi sembra un difetto consistente.

    Per questo voto 2.

    Alla prossima!
     
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  14. Piscu
     
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    una storiella simpatica, si sorvola tranquillamente l'improbabilità della situazione considerando il tipo di racconto. però il finale "a sorpresa" non è riuscito tanto bene.
    CITAZIONE
    cioè, si capiscono l'inganno (trasportano solo cibo!) e la beffa (e dovranno traspotarlo ancora!), ma entrambi non risaltano più di tanto, non c'è enfasi quando vengono rivelati.

    andrebbe sistemata un po' la parte finale per renderlo più "a effetto".

    due.
     
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  15. Fini Tocchi Alati
     
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    Uhm...

    SPOILER (click to view)
    secondo me, il racconto non tende all'effetto finale.
    La parte migliore - che è anche, a mio avviso, rivelatrice dell'intenzione dell'autore - si ha nel momento in cui, dopo che il marinaio ha terminato il suo rapporto, il capitano si volta all'equipaggio e sono tutti "immobili, con gli occhi sbarrati".
    Il prosieguo è, da parte del capitano, un arrampicarsi sugli specchi per cercare di giustificare una simile attesa che, in effetti, l'evento non meritava.

    Per il resto, il racconto mi è piaciuto abbastanza, anche se l'ho trovato un po' lento e privo di picchi.

    Il mio voto è 2.


    Alla prossima.
     
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25 replies since 1/7/2009, 12:31   392 views
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