Cortile
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Cortile

di Stefano Pastor - 39mila car. circa

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  1. marramee
     
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    - RIMOSSO -

    Edited by marramee - 17/5/2011, 11:53
     
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  2. Daniele_QM
     
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    Stefano confermi di tirar fuori storie davvero interessanti. Mi è piaciuta molto. C'è un po' di tutto, dalla metafora della vita al mondo parallelo - perché se accettiamo l'idea che lui era quel bambino non può essere un viaggio nel tempo - a meno che non sia un altro bambino, ma il parallelismo sarebbe inverosimile. Susciti belle emozioni e i personaggi sono pennellati in modo da non dimenticarli. Bravo. Ti do un quattro pieno. :)
     
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  3. RobertoBommarito
     
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    ciao marramee,

    SPOILER (click to view)
    Ho apprezzato molto l'incrocio - dico incrocio perché al momento non mi viene una parola migliore in mente - fra anziano e bambino. E il modo come uno sia lo specchio dell'altro, come le due cose si mischiano fino a fondersi insieme. Ben fatto. Quello che non mi convince però è il personaggio principale. O meglio, è il suo vittimismo troppo accentuato a non convincermi del tutto. Il personaggio è vittima in principio, e continua ad esserlo per gran parte del racconto. Non è stato amato. Ha sofferto molto, e questo viene ripetuto di continuo, forse troppo. Continua a farlo anche fisicamente, non solo emotivamente e moralmente. A mio parere è troppo accentuata, la cosa. Così come lo è il tono del racconto, che dall'inizio alla fine chiede al lettore di provare compassione per il personaggio. Da questo punto di vista, il racconto è lo stesso fino all'ultimo, non cambia.
    Il personaggio, cambia sì, invece. Ad un certo punto dice

    QUOTE
    «Non mi picchierai più. Te lo impedirò.»

    ma il chiedere di continuo al lettore di provare compassione, quello no.

    QUOTE
    Ma capisco anche che l'hanno portato via, che non lo vedrò più, che non dovrò più avere paura di lui.

    E credo che il lettore dovrebbe identificarsi con il personaggio in modo automatico, non perché gli viene fatto costantemente presente, dall'inizio alla fine, senza pause, che il personaggio ha sofferto.
    Per questo non mi sento di arrivare a tre, ma metto un due abbondante perché l'idea di fondo c'è ed è, a mio parere, molto valida.
     
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  4. marramee
     
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    Grazie a entrambi per la lettura e il commento.

    Per RobertoBommarito:
    SPOILER (click to view)
    In genere non ribatto mai ai commenti che vengono fatti perché sono dell'idea che ciascuno ha gusti differenti e ciò che scrivo io non può certo piacere a tutti, ma in questo caso non sono proprio riuscito a capire il problema.
    Il vecchio soffre di vittimismo? Questo è più che evidente dalla prima frase, un uomo alla fine della vita, ignorato dai parenti e non amato da nessuno. Lo ribatte in continuazione? Non mi sembra strano, prova a parlare con un vecchio solo e abbandonato di ottant'anni e vedrai che è un continuo lamentarsi. Non ha saputo liberarsi del padre violento che da bambino lo picchiava? Anche questo è credibile, non credo che sia un caso raro.
    Non capisco perché questo debba essere un difetto, però. Io sono dell'idea che non sia obbligatorio che il protagonista di una storia debba essere il solito eroe buono e perfetto in cui tutti si identificano all'istante. Il mio protagonista soffre di vittimismo, ha sofferto ma ha anche fatto soffrire gli altri, ha avuto una vita vuota e inutile, e capisco che per molti non sia facile identificarsi con un "eroe" così negativo. Lo ripete in continuazione? Vorrebbe la comprensione di chi lo ascolta? Anche questo lo trovo adatto al personaggio e realistico.
    In definitiva, se fosse un tipo coraggioso e non una vittima, se avesse saputo imporsi, se non fosse pieno di rimpianti e pronto a lamentarsi, non ci sarebbe stato neppure bisogno di scrivere questo racconto, no? La storia si basa proprio su questo tipo di carattere.
    Tieni conto che, essendo scritto in prima persona, il tono non può cambiare: se il protagonista ha un certo carattere (lamentoso-vittimista) continua ad averlo fino alla fine.
    Questa è solo una precisazione, naturalmente, non pretendo certo che il racconto ti piaccia per forza, volevo solo spiegarti perché questo tipo di personaggio mi sembrava credibile e necessario al racconto.
     
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  5. RobertoBommarito
     
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    SPOILER (click to view)
    Capisco cosa vuoi dire. E capisco la necessità che il personaggio esprima queste cose. Ma infatti non è questa la critica che ho fatto al racconto. La mia critica sta in quella che, a mio avviso, è l'eccessività della cosa. E' giusto che il personaggio sia coerente, senza dubbio. Ma la coerenza è una cosa, mentre un'altra è il fare un appello persistente che risuona in gran parte delle frasi.

    QUOTE
    Io sono dell'idea che non sia obbligatorio che il protagonista di una storia debba essere il solito eroe buono e perfetto in cui tutti si identificano all'istante.

    No, affatto. Anzi ritengo che gli eroi non siano affatto "attraenti" come personaggi. Non sono d'accordo con te. Sono d'accordissimo con te! Il mio punto è appunto l'insistenza della cosa, degli appelli che vengono fatti di continuo (anche indirettamente). Che non sia un eroe buono etc è secondo me una cosa positiva.

    QUOTE
    Non mi sembra strano, prova a parlare con un vecchio solo e abbandonato di ottant'anni e vedrai che è un continuo lamentarsi. .... Anche questo lo trovo adatto al personaggio e realistico.

    Ma infatti non ho detto che non è realistico. Non ho detto questo.
    Io parlo di ciò che mi ha trasmesso il racconto. Cos'è la sensazione, la cosa predominante che mi è balzata all'occhio, diciamo così, leggendolo. E che essendo troppo eccessiva, a mio parere sempre, getta un'ombra su tutto il resto.

    Che io abbia ragione o meno, spero il mio commento sia utile. Non so se mi sono spiegando bene. Se non si capisce cosa intendo fammelo presente così cerco di spiegarmi con parole migliori.
     
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  6. Peter7413
     
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    Letto!
    C'è un po' di tante cose, dal Signore degli Anelli a Gran Torino tanto per citare i primi che mi vengono in mente. Ti do un bel tre che avrebbe anche potuto essere un quattro non fosse stato per una lunghezza a mio avviso eccessiva in tutta la parte centrale, non giustificata da quanto accade. Mi spiego: in soldoni la storia della Principessa non è interessante. C'era da aspettarsi di più: una trama più articolata, un maggior brio nella narrazione... Sarò sincero, non fosse stato per lo splendido finale mi sarei fermato al due, e ciò per una storia che, come ho detto, poteva arrivare al quattro, è tutto dire. Non dico di ideare una trama allo Stardust, ma quantomeno cerca di variegarla di più. Altro appunto sulle linee di dialogo del bambino: inverosimili, troppo adulte.
    Ottima la scrittura.
    A rileggerti!
     
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  7. Piscu
     
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    un bel racconto fantastico, a metà tra favola e quotidiano. nel complesso mi è piaciuto, anche se ci sono un paio di particolari che mi convincono di meno.

    innanzitutto, le due componenti (reale/fantastico) non si mescolano alla perfezione. o meglio, mi pare che la parte fantastica sia data un po' troppo per "scontata". quando il vecchio incontra il bambino, e poi gli propone di andare a cercare la veggente, succede tutto troppo in fretta. va bene che c'è una comunione tra i due, visto che sono la stessa persona, ma forse un attimo di esitazione prima di entrare in quell'avventura assurda sarebbe stata appropriata per entrambi.

    la sequenza con la veggente forse è troppo lunga, per il ruolo che lei ha nella storia. estendendo un po' la cosa, visto che ora ho letto diversi tuoi racconti, ti posso dire che tendi spesso a dilungarti su aspetti della vicenda che poi non risultano così importanti. in effetti credo di non aver mai visto un tuo racconto inferiore alle 30k battute. non che sia necessariamente un male, ma a volte perdendo troppo tempo su un certo aspetto si perde l'attenzione del lettore, e in particolare se questo aspetto non è poi fondamentale alla vicenda c'è il rischio di generare frustrazione.

    infine, la parte vista dal punto di vista del bambino secondo me è troppo simile a quella del vecchio, dal punto di vista di registro/stile. anche qui, va bene che sono lo stesso personaggio, ma forse una differenziazione a livello di scrittura avrebbe facilitato l'identificazione.


    il finale mi è piaciuto molto, anche se si intuisce molto presto l'identità tra vecchio e bambino (non sono nemmeno sicuro che tu lo volessi tenere nascosto).

    alcuni appunti:
    "La case si sono diradano"

    "la strada dei draghi è stata sconfitta"
    non mi sembra abbia molto senso sconfiggere una strada. meglio "superata" magari.

    infine, ho fatto un po' di confusione nella parte in cui il bambino mette in scena la sua storia. in quei dialoghi tutti incolonnati non capivo se erano bambino e vecchio ad alternare le battute, le parti in corsivo non ero sicuro se fossero ricordi del vecchio e del suo libro, o una narrazione di quello che il bambino stava facendo.


    metto tre.
     
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    Losco Figuro

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    Non riesco a votare quattro perché mi lascia troppi sospesi il susseguirsi degli eventi e il come sia possibile che il vecchio sia il bambino ma continui a essere il vecchio allo stesso tempo. Ergo mi limito a 3, ma è molto ben scritto e nel complesso, sorvolando su quanto sopra, mi è piaciuto sia come idea sia come sviluppo.
     
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  9. rehel
     
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    Racconto difficile da commentare, ma vediamo di sintetizzare.
    Emerge la tua notevole capacità di scrittura in altri contesti apprezzata. La tua fantasia e originalità. Il testo è notevole da questi punti di vista, ma pecca nel ritmo narrativo.
    Confesso che a metà ho dovuto saltarellare in avanti perché sentivo un po' l'affanno. Credo che una sana accorciatina sarebbe salutare e il racconto ne guadagnerebbe parecchio.
    Insomma, la vecchia formula del RE: 1^ stesura - 10% = 2^ stesura.
    Ovvio che chissà quante revisioni avrai fatto e questa è più una battuta che altro. Tuttavia occorre snellire, soprattutto nella parte centrale, e mi pare che questa cosa ti sia stata fatta notare anche da altri. In quel punto la storia frena troppo e il lettore rischia di andare un po' in crisi ed essere tentato di abbandonare la lettura che invece merita.
    Voto tre.
    P.S.
    Sì, nel finale si intuisce ben presto che i due sono la stessa persona, ma non credo si possa fare altro.
     
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  10. marramee
     
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    Ringrazio tutti per la lettura.
    Effettivamente in prima stesura il racconto era molto più lungo e già l'ho tagliato parecchio. Mi rendo conto che non è stato abbastanza, ma purtroppo non riesco ancora ad abituarmi allo stile dei racconti, in cui ogni cosa narrata deve essere essenziale e non ci devono essere divagazioni. La parte centrale, ovvero l'incontro con la veggente, potrebbe essere snellita, sì, ma non credo che il racconto si accorcerebbe di molto, in quanto si tratta di un dialogo botta e risposta con frasi brevissime. All'apparenza prende tanto posto, ma in realtà non è così lento, e anche se ne togliessi una parte non guadagnerei granché in battute.
    Per la trama:
    SPOILER (click to view)
    essendo la vita stessa a concedere al vecchio un'altra possibilità, la storia assume un alone di favola, al punto che i due mondi, presente e passato, si sovrappongono. E ne è un esempio il cortile, che cambia aspetto durante il procedere della storia. Questa convergenza di presente e passato in un'unica realtà che le incorpora entrambe (il cortile, e quindi un momento speciale dell'esistenza) è proprio l'idea su cui ho costruito il racconto.
     
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  11. federica68
     
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    non so
    non sono convinta

    tutto è troppo criptico, se non avessi letto il tuo ultimo spoiler non avrei capito dove volessi andare a parare davvero.
    Non capivo se si trattava di universi paralleli e il cortile fosse un passaggio dimensionale, o se il vecchio fosse morto e stesse rivedendo la sua vita, o che altro

    non so

    forse la fusione tra passato e futuro dovrebbe essere più decisa e netta, perchè invece così non si capisce mai se il racconto virerà sul realistico alla prossima riga oppure no...

    inoltre ho trovato piuttosto forzata tutta la parte simbolica, secondo me è troppo ibrida, e resta come una specie di sottofondo poco intonato al resto del racconto... secondo me dovresti scegliere, o picchi giù duro con gli elementi simbolico/fantastici o altrimenti scrivi una storia più realistica, ma questa è una via di mezzo che lascia insoddisfate entrambe le aspettative, almeno a mio parere


    sorry ma non riesco ad andare oltre il 2...




     
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  12. marramee
     
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    Sigh!
    E io che ero convinto che fosse venuto così bene! Ah ah ah. Sì, rileggendolo mi rendo conto che avrei potuto fare molto meglio, ma del resto è proprio a questo serve Usam, a saggiare i racconti, a metterli alla prova e scoprire se funzionano o meno, e in che modo migliorarli.
    In questo caso specifico sarà possibile migliorare la forma, ma per il contenuto è un bel problema. Quella di inserire elementi fantastici-favolistici nella vita quotidiana è proprio il mio modo di scrivere. Una spiegazione tecnica del perché è possibile ciò che accade tradirebbe del tutto l'intento del racconto.

    SPOILER (click to view)
    A costo di citare il Re Leone, questo è il cerchio della vita, ciclico e infinito. Anche se può sembrare triste, in realtà è un racconto molto ottimistico, perché la vita ci concede sempre la possibilità di correggere un errore. Volerlo restringere a una spiegazione "logica", siano universi paralleli, viaggio nel tempo, o che altro, è limitativo. Chiamiamolo miracolo, allora, qualcosa di non necessariamente religioso ma che sfida ogni logica. Da notare il punto cruciale della storia, in cui il vecchio muore per mano del padre giovane. Ma muore davvero? O ha semplicemente cambiato la sua vita e non c'è più alcuna ragione di esistere in quella forma ma diventa in tutto e per tutto il bambino? Il passaggio da un personaggio all'altro in quel momento specifico è indicativo. Come è indicativo che la storia sia scritta dal bambino (cresciuto), con tanto di dedica iniziale al vecchio, ma nel contempo racconti in prima persona la storia del vecchio, creando in tal modo una continuità infinita. Lo stesso Cavaliere Ardente, creato dal nulla e composto da due entità, diverse ma unite, e il fatto che il bambino, rimasto solo, sia divenuto IL cavaliere, indica la fusione di queste due entità. Lo stesso personaggio di Fede, a partire dal nome, lascia intendere che certe cose possono essere accettate o negate, ma non spiegate.

    [...e dopo questo mi rinchiusero in manicomio!]
     
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  13. federica68
     
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    infatti, condivido pienamente.
    non ho parlato di spiegazioni tecniche del perchè accade quello che accade, e nemmeno detto che dovresti spiegarlo logicamente o razionalmente, anzi. Un racconto con elementi fantastici è un racconto con elementi fantastici, stop. Intendevo dire che a mio parere (e sottolineo che si tratta di un parere personale) sarebbe necessaria più decisione in una direzione o nell'altra. Il che non vuol dire spiegare, ma solo che il racconto soffre un po' di una certa cripticità e indeterminatezza, il che non è legato al fatto che ci sono degli elementi fantastici, ma all'insieme generale della gestione del racconto.
    Intendo dire, tutte le cose che dici nei vari spoiler non dovrebbe essere necessario dirle a posteriori, ma dovrebbero capirsi dal racconto, secondo me

    invece il fatto che debbano essere spiegate a posteriori significa che qualcosa si è inceppato nella narrazione, il che non è per forza un male, ma solo una constatazione

    :-)
     
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  14. marramee
     
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    Hai perfettamente ragione. Non avevo considerato di dover fare spoiler, credevo che fosse più comprensibile (e probabilmente lo era nella mia mente, ma non sono riuscito a renderlo anche nella carta). Studierò come cambiarlo in modo che sia meno ambiguo.
     
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  15.  
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    Amante Galattico

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    Olè

    SPOILER (click to view)
    Racconto bello e ben congeniato. Il vecchio ha un carattere burbero e scontroso, ma l'animo sognatore di un bambino. Magari è un poco forzato che derivi tutto così da un episodio (anche se è comunque la vita con il padre violento che lo ha davvero minato), ma ci può stare.
    Mi è piaciuto sia come sei riuscito a spostare il punto di vista al bambino, in maniera davvero naturale, sia il modo in cui hai risolto la storia (nell'altro modo sarebbe stato banale, ma con il sacrificio hai avuto davvero un'ottima scelta). Ed è bella anche Fede.
    Ci sarebbe anche da segnalare come il vecchio sia abbastanza irresponsabile prima nel portare la donna fuori di casa e poi nel mandare sé stesso allo sbaraglio; vero che se lo dice, ma... non capisce che c'è il concreto rischio di essere investito? Anche qui è un comportamento un poco forzato... anche perchè è vero che il vecchio capisce che sta influendo sulla sua vita in maniera retroattiva.

    Ho due principali problemi
    Il primo è che certi concetti sono ripetuti troppe volte, tra l'altro sia come concetti che come vocaboli. Ad esempio il ruolo della volpe è chiaro fin dall'inizio, non è che va ripetuto altre dieci o venti... indebolisce i concetti che vuoi esprimere. Questo porta il racconto a essere più lungo di quanto dovrebbe essere e a una certa lentezza di fondo.
    Inoltre stilisticamente ho trovato (in alcune parti) un eccessivo uso di incisi e di virgole, che non aiuta lo scorrimento. Non ovunque, perché in altre parti sei più diretto. Sono perplesso anche da quei dialoghi scritti con la stessa struttura, ma che a volte sono botta e risposta e a volte sono dei monologhi

    Il mio secondo problema forse è un falso problema, ma mi è rimasto in testa.
    Quando siamo? Quando eravamo?
    Se si parte dal presupposto che l'oggi è il 2010, ieri era il 1938 circa. Solo che quello che hai descritto NON sembra proprio il 1938. Camicia a scacchi, poliziotti con microfoni, autostrade, ascensori... non dico che siano elementi impossibili, ma per come sono descritti e usati fanno poco 1938 e molto anni '70

    Comunque vale un 3

    VARIE
    -"nessun altro oltre a me" - non è meglio "nessun altro oltre me"?
    comunque l'intera frase "C'è pace, non c'è nessun altro oltre a me, eccetto un bambino che gioca" è ridondante
    -"e non potere neanche scoprire " - meglio "e non poter neanche scoprire"

     
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