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Idrascanian
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Ciao Stefano,
eccomi anche da te. Come ho già avuto occasione di dirti in precedenti edizioni di Usam, il tuo stile e le tue idee mi piacciono molto. Il tuo gusto nel miscelare realtà e fiaba è particolare e riesci a costruire atmosfere uniche. Anche questa volta il racconto non fa eccezione, però… però stavolta c’è un però.
Ho trovato la prima parte pesantuccia; non che sia scritta male, ma mi sembra tu abbia insistito molto su alcuni concetti, ripetendoti, forse temendo non apparissero chiari al lettore, andando a penalizzare la scorrevolezza. Non lo so, manca quel qualcosa in più che incolla il lettore alla pagina dal primo paragrafo, come accadeva, tanto per farti un esempio, in Ranocchio (che mi sono addirittura sognato di notte!)
Poi, dopo l’incontro col Guardiano e Fede le cose si aggiustano e il testo rientra nei binari, procedendo spedito fino al finale. Qualche ostacolo durante il percorso dovuto a quell’uso particolare dei dialoghi, come ti ha già fatto notare Alberto.
Inoltre ci sono dei passaggi piuttosto criptici e la sensazione che non sia stato detto tutto, o perlomeno che non siano state date al lettore tutte le informazioni necessarie per comprendere appieno il testo. Ecco, forse senza gli spoiler non l’avrei capito fino in fondo.
E’ comunque un bel racconto, necessita di qualche sistematina, ma l’idea di fondo, come sempre, è encomiabile. Una bella riflessione sull’infanzia, la vecchiaia e i sogni infranti. Tristissimo, ma anche pieno di speranza, il finale.
Metto 3, perché mi hai abituato troppo bene in passato! A presto.
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