Punti di Vista
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Punti di Vista

Fantastico - di CMT

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    Losco Figuro

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    SPOILER (click to view)
    Questo è un racconto mooooooooooooooooooooolto vecchio


    Punti di vista

    James Seward lasciò il mondo dei vivi all'età di settantaquattro anni, senza traumi né dolore. Aveva vissuto una vita tranquilla, e tranquillo fu anche il momento della sua dipartita; lasciò il suo corpo in piena notte, mentre dormiva, senza neppure rendersene conto.
    Fino alla mattina credette di essersi risvegliato e di non riuscire a riprendere sonno, ma non si sentiva stanco né assonnato, non aveva gli occhi pesanti come accade di solito a chi fatica ad addormentarsi, e non era neppure scomodo nella posizione in cui si trovava. Non avrebbe potuto cambiarla neppure volendo, ma visto che non sentiva il bisogno di farlo non lo avrebbe mai scoperto.
    Fu solo quando sua figlia Angelica si recò da lui, per dargli il buongiorno e avvisarlo che la colazione era pronta, che si rese conto che qualcosa non andava. Per quanto lui le parlasse e le rispondesse, dopo un po’ anche ad alta voce, visto che pareva non riuscire a sentirlo, lei non se ne accorgeva affatto e continuava a chiamarlo e a scuoterlo leggermente per le spalle. A un certo punto notò che le venivano le lacrime agli occhi, e solo allora vide anche un'altra cosa che, fino a quel momento, non aveva scorto, o forse aveva preferito ignorare: la scena a cui stava assistendo la vedeva dall'alto, osservando il tutto come in uno strano filmato tridimensionale, e riusciva persino a vedere sé stesso sdraiato nel suo letto, inerte. Fu allora che comprese di essere morto, ma la cosa non lo intristì più di tanto. Prima o poi, si disse, doveva pur capitare e, del resto, non si sentiva affatto male, anzi… non era mai stato tanto bene in tutta la sua vita.

    Partecipò al suo funerale più che altro per curiosità. Pensava che una cosa del genere non gli sarebbe mai capitata, e di sicuro non si sarebbe ripetuta. Osservò tutti i parenti e gli amici venuti a rendergli omaggio, bofonchiando alla vista di persone che non si erano mai degnate di fargli visita quando avrebbe potuto gradirlo e si presentavano ora che non gliene importava più nulla. Vide gente che chiacchierava allegramente, cosa che gli parve poco rispettosa, altra di cui a malapena ricordava nomi e volti, e tra loro qualcuno che piangeva a dirotto. Si chiese il motivo di tanta tristezza: in fondo, lui era l'unico ad aver perso qualcosa, e se non dispiaceva a lui che motivo avevano gli altri di disperarsi a tal punto? D'altra parte, comprese, questa era una verità che aveva potuto apprendere solo dopo aver oltrepassato la soglia della mortalità, perciò non poteva pretendere che altri condividessero le sue stesse sensazioni; anche lui si sarebbe comportato allo stesso modo, quand'era vivo, se uno dei suoi parenti più cari fosse trapassato. L'aver abbandonato le sue spoglie mortali aveva mutato impercettibilmente, ma a fondo, il suo modo di vedere il mondo, cancellato i lati negativi comuni a tutti gli esseri umani, così ora non avrebbe mai potuto piangere alla morte di qualcuno, poiché comprendeva che per lui era solo l'inizio di una vita diversa, forse migliore.

    Seguì il corteo funebre fino al cimitero, ma non volle assistere al seppellimento della bara, più che altro perché aveva perso interesse. Sentì qualcosa di indefinibile che lo attraeva verso un punto lontano ma vicinissimo, un concetto che in quel momento comprendeva pienamente ma che non sarebbe mai stato in grado di spiegare. Si affrettò a seguire il suo nuovo istinto e giunse così dall'altra parte.
    Si ritrovò ben presto in un mondo totalmente diverso da quanto aveva mai potuto vedere o anche solo immaginare prima di allora. Era un luogo del tutto privo di materialità, dove tutto ciò che esisteva era pura energia, di un tipo che alcuni avrebbero potuto chiamare spirito ma che, comunque, non aveva uguale nel mondo dei viventi. Attorno a lui fluttuavano lievemente migliaia di aloni di luce chiara, dei colori più disparati che, come imparò poi, altro non erano che anime. Con la sua nuova sensibilità poteva guardare in ogni direzione, e ovunque ne scorgeva una moltitudine. Si accorse che, sebbene apparissero tutti uguali, poteva distinguerli l'uno dall'altro non meno di quanto avrebbe potuto fare con i suoi tre figli fino a poco tempo prima. In un secondo tempo si rese conto che anche lui, ormai, era identico a ognuno di quegli aloni, eppure diverso. Non era più James Seward, non del tutto almeno, ma rimaneva un'entità unica e distinta dalle altre, come ognuna delle anime che lo attorniavano.

    Di tanto in tanto riattraversava il confine per andare a osservare i suoi parenti rimasti ancora in vita, ma non molto spesso. Sapeva di alcuni che avevano voluto rimanere da quella parte anche dopo il trapasso, ma lui si trovava benissimo nel mondo delle anime, e se si allontanava era solo per controllare che i suoi cari stessero bene e non avessero bisogno di nulla. Per il resto, rimaneva il più possibile in quel nuovo mondo senza tempo, che imparava a conoscere sempre meglio.
    Aveva appreso quasi subito che il modo di comunicare tra anime era molto diverso rispetto a quello utilizzato dai mortali, per quanto i risultati fossero più o meno gli stessi. Il passaggio delle informazioni avveniva sotto forma di trasmissione emotiva, mentre lo stato delle emozioni di ogni anima era segnalato da un cambiamento del suo colore, che mutava a ogni anche minima variazione dell'umore. Ben presto fu in grado di distinguere e comprendere ogni tonalità cromatica di quegli aloni luminosi, e capì che nessuno di loro avrebbe mai potuto mentire, poiché il suo colore lo avrebbe irrimediabilmente rivelato.

    Tali e tante erano le cose da apprendere nella sua nuova esistenza che ormai nessuna, credeva, sarebbe stata più in grado di stupirlo, poiché si aspettava sempre qualche novità, o qualche dettaglio che non aveva immaginato in precedenza. Eppure, gli capitò dopo un tempo imprecisato di assistere a qualcosa che risvegliò in lui il sentimento di stupore che credeva ormai di aver perduto per sempre.
    Era intento a godersi ogni istante della sua nuova condizione, quando si accorse di una moltitudine di anime che si radunavano in corrispondenza di uno degli innumerevoli passaggi nel confine col mondo mortale. Non aveva mai visto tante anime insieme, neppure nel giorno in cui lo avevano accolto tra loro, e molte tra esse avevano i toni cupi del dispiacere e della tristezza. Era davvero qualcosa su cui indagare, così si avvicinò fluttuando al gruppo e si avvide che dinnanzi a tutti vi era un alone leggermente discosto dagli altri, che sembrava in attesa di poter valicare il confine. Le anime più vicine a questo rifulgevano dei colori più tristi che gli fosse mai capitato di vedere, e la cosa gli parve stranissima, abituato com'era a un mondo in cui nessuno era meno che tranquillo e felice.
    Raggiunse uno dei presenti e, nel loro linguaggio senza parole, gli domandò cosa stesse mai accadendo. Questi rimase inerte per un attimo, mentre l'anima più lontana scompariva oltre le nebbie che davano accesso all'altro mondo. Poi, mentre il suo colore si caricava di un tono più spento, a indicare il dolore che l'evento gli aveva arrecato, rispose senza un suono: "Ahimè, poverino. È appena nato."
     
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  2. Peter7413
     
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    Grande CMT! Mi chiedevo giusto stamane perché non avessi ancora postato un pezzo. Appena riesco leggo e commento!
     
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    Losco Figuro

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    Stamattina mi sono casualmente reso conto che siamo a Marzo, ho dato un'occhiata convinto che non ci fosse più posto e invece c'era. ^_^
     
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  4. Peter7413
     
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    Secondo me un ottimo esercizio di stile con una battuta finale particolarmente riuscita.
    Il problema è che si dilunga troppo, tanto che durante la lettura, ad un certo punto, neanche più sapevo dove volessi andare a parare e probabilmente se non ti avessi conosciuto e non stessi partecipando a sessioni di, diciamolo, brainstorming narrativo, l'avrei anche potuto abbandonare.
    Mancano dei ganci interni insomma, qualcosa che, al di là dell'ottima scrittura, invoglino a spingersi al prossimo paragrafo.
    Per quanto detto il mio voto si assesta sul 2.
    Il mio consiglio è di tagliare qualche paragrafo e di essere più incisivo nel tratteggiare la paradisiacità della situazione, quasi a caricaturizzarla.
    Alla prossima!
     
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  5. marramee
     
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    Ciao,
    letto. Non avrei mai immaginato di dover fare un appunto del genere a te, ma... è troppo lungo!
    In pratica il racconto sono gli ultimi tre paragrafi, e devo pure dire che funziona benissimo. Tutto quello che lo precede è solo il prologo, ed è lunghissimo, tecnico e raccontato, per niente originale. Anzi, la differenza di proporzioni tra il prologo e il racconto vero e proprio è abissale.
    Come voto non riesco a darti più di due, mi dispiace.
     
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  6. s-m-n
     
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    Si legge abbastanza facilmente, ma è un po' moscio. Forse manca un po' qualcosa che mantenga l'attenzione, o ancora essendo tutto raccontato forse non c'è un grande coinvolgimento emotivo.

    L'idea del finale l'ho trovata buona, voto 2.

    Simone

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    www.simonenavarra.net
     
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  7. G.B.Shock
     
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    Concordo con gli altri. Il finale, per quanto buono, non riesce a tenere su il resto del racconto.
    Inserire qualche dialogo potrebbe contribuire a ravvivare un po' i primi due paragrafi. Ma così com'è, non me la sento di dare più di 2.
     
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  8. Alessanto
     
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    Io invece credo che non sia un problema dei primi tre paragrafi in sé ma dell'utilizzo di quei tre paragrafi.
    Li usi per narrare la storia di una persona che poi non mi fai conoscere, non mi fai vivere. I suoi occhi sul mondo dell'aldilà sono troppo asettici.
    La battuta finale è carina ma non si capisce perché loro siano felici e se lo sono non me la fai vedere.

    Voto 2.
     
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    Losco Figuro

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    CITAZIONE (Alessanto @ 2/3/2010, 17:12)
    Io invece credo che non sia un problema dei primi tre paragrafi in sé ma dell'utilizzo di quei tre paragrafi.
    Li usi per narrare la storia di una persona che poi non mi fai conoscere, non mi fai vivere. I suoi occhi sul mondo dell'aldilà sono troppo asettici.
    La battuta finale è carina ma non si capisce perché loro siano felici e se lo sono non me la fai vedere.

    Uhm... aspetta, non sono sicuro di seguirti. Non si capisce perché sono felici le anime? Non c'è un motivo, lo sono perché non hanno motivo di non esserlo.
    In quanto alla storia, non è la storia di qualcuno, è il qualcuno che assiste alla storia. ^_^
     
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  10. Alessanto
     
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    CITAZIONE (CMT @ 2/3/2010, 17:29)
    CITAZIONE (Alessanto @ 2/3/2010, 17:12)
    Io invece credo che non sia un problema dei primi tre paragrafi in sé ma dell'utilizzo di quei tre paragrafi.
    Li usi per narrare la storia di una persona che poi non mi fai conoscere, non mi fai vivere. I suoi occhi sul mondo dell'aldilà sono troppo asettici.
    La battuta finale è carina ma non si capisce perché loro siano felici e se lo sono non me la fai vedere.

    Uhm... aspetta, non sono sicuro di seguirti. Non si capisce perché sono felici le anime? Non c'è un motivo, lo sono perché non hanno motivo di non esserlo.
    In quanto alla storia, non è la storia di qualcuno, è il qualcuno che assiste alla storia. ^_^

    CITAZIONE
    Non c'è un motivo, lo sono perché non hanno motivo di non esserlo.

    E allora per loro non dovrebbe far differenza, no?
    Se non hanno motivo di non essere felici, tanto vale ritornare in vita e, magari esserlo lì. ^_^

    Per il resto, potresti arricchire di particolari il narrato. Questo qualcuno è troppo freddo.
    ^_^
     
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  11. Fini Tocchi Alati
     
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    Simpatico ma poco coinvolgente sino al finale che, invece, ho trovato delizioso.
    Dico 2 che il finale quasi avvicina al 3.
     
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    Losco Figuro

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    CITAZIONE (Alessanto @ 2/3/2010, 17:53)
    E allora per loro non dovrebbe far differenza, no?
    Se non hanno motivo di non essere felici, tanto vale ritornare in vita e, magari esserlo lì. ^_^

    Ecco... no. Lì non hanno motivo di non esserlo, qui evidentemente sì. ^_^
     
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  13. Daniele_QM
     
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    Idea molto carina, battuta finale indovinata. Però, mi chiedo, perché non impostarlo come una storia in corso di svolgimento anziché come un resoconto di cose successe? Evevo fatto lo stesso appunto a Priora lo scorso mese ed è vero che poi il suo racconto è andato bene. Forse sono io a non essere in sintonia con questo tipo di narrazione.
    Volendo lasciare questa impostazione, ti direi però di infilarci comunque dentro qualche picco narrativo - qualche emozione in più per esempio - poiché resta un po' piatto. Di fatto non ci si immedesima molto col defunto, che resta un nome e poco altro.
    Sorry, vado col 2.
     
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    CITAZIONE (Daniele_QM @ 3/3/2010, 11:04)
    Idea molto carina, battuta finale indovinata. Però, mi chiedo, perché non impostarlo come una storia in corso di svolgimento anziché come un resoconto di cose successe?

    Non lo so nemmeno io. :rolleyes:
    Questo racconto è nato credo 10-12 anni fa, non sarei nemmeno in grado di ricostruire la sua genesi, meno che mai il motivo per cui è una narrazione indiretta e non in corso di svolgimento. ^_^
     
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  15. Brawne Lamia
     
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    Il mio primo commento!
    A me è piaciuto tanto! Voto 4.
    Una bella storia sull'aldilà e il finale è da brividi!
    Rivolti la vita e cambi prospettiva. Mi sono piaciute tantissimo anche le essenze, sembrano tante piccolle fiammelle. Mi hanno ricordato un po' quelle di un film di animazione di cui non ricordo il nome, forse giapponese. Domani controllo!!!!!
    Bravo!
     
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21 replies since 2/3/2010, 09:23   281 views
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