epidermide

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  1. omrik
     
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    epidermide
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    Daniela suona alla nostra porta. Questo significa che è venerdì.
    Ogni venerdì sera lei viene a casa nostra, per farsi fare le sopracciglia da mia madre. Spostano una sedia sotto il lampadario del salotto in modo da avere più luce possibile.
    Daniela inclina la testa all’indietro, la sua faccia illuminata di bianco mi ricorda il ritratto di una santa, una martire, visto sul libro d’arte. Mia madre le ronza attorno con la pinzetta metallica, lavorando sull’attaccatura poi spostandosi verso le tempie. Spesso si ferma per controllare la simmetria, oppure usa un piccolo specchio così che Daniela possa approvare il lavoro.
    -Magari un po’ più alte al centro.
    Spettegolano sui vicini, chi è rimasta incinta, l’auto che qualcuno ha perso al gioco, uomini, un vestito visto alla Standa.
    Come ogni venerdì, guardo un film scemo in tv, dopo che Daniela mi ha salutato e si è messa sotto i ferri. Mi annoio.
    Gli occhi vagano per tutta la casa circumnavigando il salotto fino ad incontrare Daniela e mia madre: uno spettacolo altrettanto noioso.
    Mentre le guardo svagato, la pelle della nuca di Daniela ha un sussulto disgustoso, come un rimescolarsi improvviso. Guardando meglio, vedo un bozzo nascere sotto i miei occhi ed agitarsi. Fremere. Mia madre è dal lato opposto a tenere lo specchietto e non può vederlo. Il bozzo si ritira come assorbito. Sbatto gli occhi come per scacciare un’illusione ottica. Forse la noia, un gioco di ombre.
    Dallo specchietto gli occhi di Daniela mi stanno fissando.

    Quando Daniela se ne andata da pochi minuti, sento mia madre sbuffare.
    -Nico, fammi un favore! La Dani si è dimenticata la borsetta, dovresti portargliela.

    Daniela abita al piano di sopra. Busso due volte, la porta è aperta.
    -Avanti.
    Lei è al centro del soggiorno. Indossa un vestito a fiori sbiadito. Avvicinandosi, mi indica il tavolino accanto al divano.
    -Appoggiala lì, grazie.
    Sento il disagio corrermi lungo la spina dorsale. Voglio andarmene.
    -Ho visto che mi guardavi. Ti piaccio?
    Ripenso alla protuberanza bulbosa che le ho visto addosso: lo stomaco si contrae in un conato.
    -Vieni più vicino.
    Daniela è in piedi, la luce fredda.
    Con un movimento improvviso si sfila il vestito a fiori. Scivola lungo il corpo e si affloscia ai suoi piedi. Non indossa biancheria.
    Deglutisco.
    -Che c’è non hai mai visto una donna, piccolo?
    No. Non ho mai visto una cosa simile. Tutta la superficie della sua pelle è un ribollire, un fremere. La sua carne palpita in modi e in luoghi che non sono pensabili.
    -Guardami!
    Bolle rosee nascono pulsando e muoiono inglobate da quel mare disgustoso. Penso a pongo, a petti di pollo nel reparto macelleria. Crude luci al neon. Il contorcersi di vermi traslucidi. Vomito sul tappeto, piegato in due dagli sforzi.
    Lei ride.
    -Ah ah! Che carino! Ma il meglio deve ancora venire, non hai ancora visto niente.
    Un rumore di carta strappata mi fa alzare la testa. Daniela ha afferrato un lembo di pelle dietro il lobo dell’orecchio. Sta tirando.
    Con un movimento fluido e una grazia totalmente fuori luogo, lei si apre. La sua mano accompagna il gesto, arrivando fino all’inguine.
    La sua epidermide cade in una cascata carnosa, collassando al suolo. Si accartoccia in un mucchio bianco e osceno sul pavimento.
    Guardo Daniela e penso che ha ragione.
    Non avevo ancora visto niente.

     
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  2. Piscu
     
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    anche in questo caso, l'idea è la prima che veniva in mente. però si riuscito a renderla in modo adeguato, il ribrezzo è palpabile. peccato che non si scopra cosa c'è davvero "sotto", ma capisco che era difficile inventarsi qualcosa di ancora più schifoso.

    refuso:
    "se ne andata"
     
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  3. omrik
     
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    sì, andavo di fretta. ci sono errori sparsi e mancano circa 200 caratt. che ho dovuto tagliare.
     
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  4. Peter7413
     
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    Bello, mi è piaciuto. La tua interpretazione del tema non è originale, ma ci gioca fino alla sua piena rappresentazione, non saprei come spiegarmi meglio. Durante la lettura ho provato un sincero brivido in almeno un paio di occasioni e questo è un bene. Molto buona anche la scrittura.
     
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  5. s-m-n
     
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    Mi è piaciuto, ben descritto e con un certo coinvolgimento emotivo. Anche secondo me "La sua carne palpita in modi e in luoghi che non sono pensabili" è un po' poco, e per un racconto horror avrei voluto maggiori dettagli.

    Simone

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    www.simonenavarra.net
     
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  6. nescitgalatea
     
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    Piace anche a me, regge la tensione. A dire il vero non ho avuto desiderio di scoprire quello che realmente c'era sotto... le velature hanno un impatto ancora più affascinante del detto. Almeno in questo caso.
     
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  7. giudappeso
     
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    Ben giocata l'idea che la pelle sia il vestito, e il non descrivere oltre è una scelta azzeccata.

    Edited by giudappeso - 30/3/2010, 19:17
     
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  8. Help1712
     
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    Carino, anche se l'idea non è originalissima.
    Bello il finale "troncato".
    Domanda di curiosità mia: hai scelto di proposito di farlo così o l'hai tagliato per "motivi di spazio"?
    nel caso, lascialo così perché funziona.

    Piccole segnalazioni:
    CITAZIONE
    vedo un bozzo nascere sotto i miei occhi ed agitarsi. Fremere. Mia madre è dal lato opposto a tenere lo specchietto e non può vederlo. Il bozzo si ritira come assorbito. Sbatto gli occhi come per scacciare un’illusione ottica

    ed agitarsi: la "d" è euforica (l'ho imparato da quando bazico questi forum)
    Poi ripeti "come" due volte di seguito, sebbene in frasi diverse.

    CITAZIONE
    Penso a pongo

    non starebbe meglio "al pongo" ?
     
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  9. Okamis
     
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    Idea non originalissima, ma buona realizzazione. Ho apprezzato soprattutto la tua decisione di non descrivere ciò che realmente si nascondeva sotto la carne (spero non per via degli spazi ridotti ;) ). Non il racconto migliore di questa edizione, IMO, ma comunque di buona fattura.
     
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  10. omrik
     
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    ciao

    per quanto riguarda gli errori oltre ai noti problemi di tempo, ammetto la mia ignoranza, non so nulla di d eufoniche virgole ecc
    devo ritornare su queste regole che non conosco...

    IL FINALE nasce troncato dal principio, sono andato a ritroso con la storia
    i caratteri che ho tolto erano a metà: descrizioni.
     
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  11. Gordon Pym
     
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    Bello, ben gestito.
     
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  12. AngeloF
     
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    Scritto bene e divertente. L'evolversi della situazione è perfetto: la descrizione della normalità in cui pian piano viene fuori l'inaspettato è molto efficace. Mi è piaciuto anche la scelta del finale aperto
     
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  13. sgerwk
     
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    Come hanno detto gli altri, l'idea non e' molto originale e la chiusura un po' troppo vaga. Mi e' pero' piaciuto molto il modo in cui hai reso l'ambiente domestico, con il ragazzo che guarda la televisione mentre la madre fa le sopracciglia alla cliente. L'irrompere dell'elemento sovrannaturale appare quindi ancora piu' notevole data la normalita' della situazione di partenza. Complessivamente, un racconto non eccezionale ma buono.
     
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12 replies since 29/3/2010, 23:03   121 views
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