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Sognava il Viale
Dalla porta della cucina Sante voleva andare in camera sua a cercare la madre, ma la camera era al piano di sopra, bisognava far le scale. Lui lo sapeva, doveva saperlo, visto che era nato in quella casa ottantaquattro anni prima. E sua madre in camera non c’era, ma questo i figli non lo puntualizzarono mentre accompagnavano l'anziano al piano superiore. «Vieni babbo, siediti sulla tua sedia, fai un pisolino.» Ansimando, Sante si adagiò come faceva ogni pomeriggio e cominciò a sognare, prima ancora di dormire. Iniziò il suo giorno onirico sempre allo stesso modo, come faceva da anni, anche se non lo ricordava da sveglio: usciva di casa e si incamminava nel viale, verso la campagna. Era giovane, sui trent’anni, alto e coi capelli neri riportati di lato, la camicia leggera con le maniche arrotolate sulle braccia irsute, il fisico forte, forgiato dalla fatica. Quel dì sarebbe andato a girare il fieno che aveva mietuto tre giorni prima. Era il secondo taglio, il sole di giugno l’aveva seccato a sufficienza da un lato e Sante, già nel campo, col forcone e in ampi gesti lo stava girando, scoprendone la parte ancora verde. Sotto i piedi sentiva crepitare gli sproni d’erba tagliata, il sole era alto ma non lo infastidiva, la brezza portava odore di fieno come fosse già secco: sarebbe stato un buon taglio, ben asciutto. Ritornò verso casa sul far della sera quando il cielo all’orizzonte stava diventando arancione, percorse quel viale che aveva sempre apprezzato per la sua bellezza semplice: era verde ai lati e in mezzo, con erba bassa e fresca; a cavallo del centro correvano due sentieri paralleli in terra battuta, formati dal passaggio delle ruote del carretto. Da una parte del viale c’era un fosso, dall’altra un vigneto che aveva piantato suo padre. Camminando, un’occhiata alle viti era doverosa, sistemò qualche tralcio e poi fu sotto al portico, all’ombra fredda e umida; da lì in casa. -Babbo… babbo, sveglia, è ora di cena. Alzati, ti accompagnamo.
Sua madre non c’era e la stanza era sempre di sopra. La sedia lo avvolse mentre già camminava verso i campi. La camicia aperta sul petto possente, le braccia tronfie. Al circolo del paese tutti sapevano che era un uomo forte e nessuno lo infastidiva; le donne lo ammiravano tutte. Ora stava cavando le patate che aveva rincalzato un paio di mesi prima. Con la zappa, a colpi decisi e profondi, per non rovinarle. Sudore e polvere. Sarebbe stato un buon raccolto, però non doveva piovere. Occorreva costanza, un campo intero da terminare e nel sogno non ne vedeva il termine, ma lui era forte, nessuno dei vicini faceva tanto quanto lui. Poi il cielo arancione, il viale che sembrava sorridergli, e fu a casa.
Era ora di raccogliere il fieno, farne un covone grande, il più grande mai fatto. Aveva portato il carretto nel campo tirandolo dalla stalla e col forcone l’aveva riempito di un carico traboccante. Bisognava essere capaci a sistemarlo così, si doveva metterlo prima ai quattro angoli e poi una forcata al centro, lui lo sapeva bene. Strinse con forza le stanghe consumate dalla pioggia e dal tempo, sentiva le nervature del legno dentro i suoi pugni e iniziò a tirare. I piedi schiacciavano l’erba e si infossavano lievemente, le ruote mossero piano, qualche incavo nel terreno dava scossoni che terminavano nelle sue braccia. Era ancora nel campo ma andava verso il viale, e vi fu sopra: lungo cento metri, poco più, sempre bello, con l’erba bassa e fresca ai lati e al centro. Non c’era mai stato bisogno di sistemarlo, nessuna buca, sempre lì a posto. Sante pensava l’avesse fatto suo nonno quando si era trasferito in quel fondo, ma non ne era sicuro, forse era lì da prima. Giunto a metà, quel giorno si fermò, voleva guardarlo bene, lasciò le stanghe e il carretto poggiò sul piede centrale. Carezzò l’erba e si sedette a terra: era sodo, una sicurezza, un amico. Si sdraiò sul ciglio, voleva riposarsi e mirò il cielo ormai arancione. I suoi occhi si muovevano guardando qua e là. Ora fissavano il vuoto, ora seguivano le nuvole, lentamente. E l’aria era fresca come l’erba. «Babbo… sveglia. Babbo… » Ma Sante era nel viale.
Edited by Gordon Pym - 7/4/2010, 17:14
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