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PREMESSA DELL'AUTORE Prendendo atto delle “critiche costruttive” ho rivisto drasticamente il racconto. C'è ancora molto da lavorarci, ma credo che ora sia su una strada più retta rispetto a prima.
VITA DA VACCA editato pesantemente l' 8/04/2010
Se in questi quindici giorni ho capito una cosa, è che quella delle vacche è una vita straordinaria! Nascono, crescono, vivono con la fortuna di poter pascolare libere all'aria aperta, nei campi di collina che fioriscono in primavera, godendo della brezza di montagna. La loro comunità è pacifica, vive con la mente sgombra da inutili pensieri, sogni irrealizzabili, ideali utopici o chissà quante altre fesserie. Il loro unico chiodo fisso è il mangiare, ma non si crucciano con l'allevamento, la pastorizia o l'agricoltura perché hanno tutto ciò che gli serve a portata di mano... perdon, zoccolo. Si ingozzano dell'erba verde, fresca di rugiada, spesso accompagnandola con bacche o frutti che colgono qua e là. Una vera goduria! Trascorrono le loro giornate all'insegna dell'ozio, spesso sulle rive di qualche ruscello o lago di montagna, rinfrescandosi quando ne hanno voglia o dormendo distese al sole. Sono pochissimi gli esemplari che manifestano la voglia di esplorare il mondo che li circonda. Certo, quando ho incontrato il branco la prima volta, questo si è dimostrato perplesso nei miei confronti, ma è bastato che mostrassi loro un buon riparo per la notte e ne ho conquistato subito la fiducia. Indubbiamente il cascinale abbandonato che utilizziamo ora è meglio delle grotte umide dove stavano prima, piene di insetti e pozze d’acqua stagnante. La loro propensione a fidarsi del primo sconosciuto che passa, però, non fa altro che rafforzare la mia tesi che sono una specie scarsamente evoluta. Quando il sole inizia a sedersi dietro i dolci declivi che circondano la vallata, noi vacche ci trasciniamo qui, sazie e vogliose di dormire nonostante la giornata trascorsa all'insegna dell'ozio. Ci stendiamo sui nostri pagliericci e ci raccontiamo storie antiche, che narrano le gesta dei nostri antenati, quando ancora erano soggiogati dagli esseri umani. Posseggono un linguaggio primitivo composto da una gamma di suoni gutturali che non sono ancora riuscito a comprendere appieno. Poi alcune di noi si accoppiano prima di sprofondare in un sonno profondo. Quando tutta la mandria dorme, nel cuore della notte, sgattaiolo furtivo fuori dal rifugio e mi infilo in un cunicolo dove passo appena. Sprofondo nelle viscere del rudere, fino alla sua vera struttura, nascosta agli occhi del mondo. Qui getto la maschera e torno alla realtà. Mi sfilo il travestimento da vacca, una sorta di costume biomeccanico, e mi ritrovo in quello che ho soprannominato “le quinte”: un centro di osservazione e raccolta dati, nonché l'astronave con cui sono giunto sin qui. Faccio rapporto per la prima volta da quando la mia missione è iniziata. Confermo la tesi che ho esposto al Consiglio prima di lasciare Valoiisi: quello delle vacche è un popolo primordiale, poco elevato rispetto allo stato animale; di sicuro non avremmo problemi a sopraffarli per prendere possesso della Terra. Sono prive di armi e non possiedono una gerarchia sociale vera e propria. Mi chiedo solo come abbiano fatto a diventare la specie dominante di questo pianeta. Possibile che gli umani fossero così stupidi? Come diavolo hanno fatto a estinguersi lasciando che le vacche evolvessero e proliferassero? Ora non è tempo per rispondere a queste stupide domande; è tempo che io torni a dormire. Farò rapporto tra cinque giorni, in attesa di istruzioni. Potere e potenza a Valoiisi. Passo e chiudo.
Videolog utente_001712. Ora terrestre_04.14. Data astrale_37/14/2558
Edited by Help1712 - 9/4/2010, 11:47
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