Sognava il Viale
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Sognava il Viale

Alessandro Bricchi, 4000 car. circa

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  1. Gordon Pym
     
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    Sognava il Viale



    Dalla porta della cucina Sante voleva andare in camera sua a cercare la madre, ma la camera era al piano di sopra, bisognava far le scale. Lui lo sapeva, doveva saperlo, visto che era nato in quella casa ottantaquattro anni prima. E sua madre in camera non c’era, ma questo i figli non lo puntualizzarono mentre accompagnavano l'anziano al piano superiore.
    «Vieni babbo, siediti sulla tua sedia, fai un pisolino.»
    Ansimando, Sante si adagiò come faceva ogni pomeriggio e cominciò a sognare, prima ancora di dormire.
    Iniziò il suo giorno onirico sempre allo stesso modo, come faceva da anni, anche se non lo ricordava da sveglio: usciva di casa e si incamminava nel viale, verso la campagna. Era giovane, sui trent’anni, alto e coi capelli neri riportati di lato, la camicia leggera con le maniche arrotolate sulle braccia irsute, il fisico forte, forgiato dalla fatica. Quel dì sarebbe andato a girare il fieno che aveva mietuto tre giorni prima. Era il secondo taglio, il sole di giugno l’aveva seccato a sufficienza da un lato e Sante, già nel campo, col forcone e in ampi gesti lo stava girando, scoprendone la parte ancora verde.
    Sotto i piedi sentiva crepitare gli sproni d’erba tagliata, il sole era alto ma non lo infastidiva, la brezza portava odore di fieno come fosse già secco: sarebbe stato un buon taglio, ben asciutto.
    Ritornò verso casa sul far della sera quando il cielo all’orizzonte stava diventando arancione, percorse quel viale che aveva sempre apprezzato per la sua bellezza semplice: era verde ai lati e in mezzo, con erba bassa e fresca; a cavallo del centro correvano due sentieri paralleli in terra battuta, formati dal passaggio delle ruote del carretto. Da una parte del viale c’era un fosso, dall’altra un vigneto che aveva piantato suo padre.
    Camminando, un’occhiata alle viti era doverosa, sistemò qualche tralcio e poi fu sotto al portico, all’ombra fredda e umida; da lì in casa.
    -Babbo… babbo, sveglia, è ora di cena. Alzati, ti accompagnamo.

    Sua madre non c’era e la stanza era sempre di sopra.
    La sedia lo avvolse mentre già camminava verso i campi. La camicia aperta sul petto possente, le braccia tronfie. Al circolo del paese tutti sapevano che era un uomo forte e nessuno lo infastidiva; le donne lo ammiravano tutte.
    Ora stava cavando le patate che aveva rincalzato un paio di mesi prima. Con la zappa, a colpi decisi e profondi, per non rovinarle. Sudore e polvere. Sarebbe stato un buon raccolto, però non doveva piovere.
    Occorreva costanza, un campo intero da terminare e nel sogno non ne vedeva il termine, ma lui era forte, nessuno dei vicini faceva tanto quanto lui. Poi il cielo arancione, il viale che sembrava sorridergli, e fu a casa.

    Era ora di raccogliere il fieno, farne un covone grande, il più grande mai fatto.
    Aveva portato il carretto nel campo tirandolo dalla stalla e col forcone l’aveva riempito di un carico traboccante. Bisognava essere capaci a sistemarlo così, si doveva metterlo prima ai quattro angoli e poi una forcata al centro, lui lo sapeva bene. Strinse con forza le stanghe consumate dalla pioggia e dal tempo, sentiva le nervature del legno dentro i suoi pugni e iniziò a tirare. I piedi schiacciavano l’erba e si infossavano lievemente, le ruote mossero piano, qualche incavo nel terreno dava scossoni che terminavano nelle sue braccia. Era ancora nel campo ma andava verso il viale, e vi fu sopra: lungo cento metri, poco più, sempre bello, con l’erba bassa e fresca ai lati e al centro. Non c’era mai stato bisogno di sistemarlo, nessuna buca, sempre lì a posto. Sante pensava l’avesse fatto suo nonno quando si era trasferito in quel fondo, ma non ne era sicuro, forse era lì da prima.
    Giunto a metà, quel giorno si fermò, voleva guardarlo bene, lasciò le stanghe e il carretto poggiò sul piede centrale. Carezzò l’erba e si sedette a terra: era sodo, una sicurezza, un amico. Si sdraiò sul ciglio, voleva riposarsi e mirò il cielo ormai arancione. I suoi occhi si muovevano guardando qua e là. Ora fissavano il vuoto, ora seguivano le nuvole, lentamente. E l’aria era fresca come l’erba.
    «Babbo… sveglia. Babbo… »
    Ma Sante era nel viale.

    Edited by Gordon Pym - 7/4/2010, 17:14
     
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  2. marramee
     
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    Ciao,
    racconto molto semplice, quasi una serie di immagini, ma comunque azzeccato. Hai reso molto bene lo stacco tra la vita reale e quella onirica di un vecchio alla fine dei suoi giorni.
    Voto un tre pieno.
     
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  3. RobertoBommarito
     
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    Ciao,

    SPOILER (click to view)
    questo racconto contine al suo interno tutta una serie di immagini: è un "racconto da atmosfera". quindi certe descrizioni dettagliate sono necessarie, ma secondo me in alcuni tratti il linguaggio risulta troppo pesante, lento. le frasi sono troppo ricche di descrizioni precise. per es:

    QUOTE
    maniche arrotolate sulle braccia irsute

    credo che fermandosi a "arrotolate" la frase suoni meglio. anche la scelta di alcune parole ricercate come "mirò" invece di altre più immediate come "osservò" o "guardò" etc contribuiscono a redere lenta la lettura.

    Credo che alleggerendolo un pochino farebbe un salto di qualità. Così com'è però voto due.
     
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  4. sgerwk
     
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    Il racconto è molto bello, nelle intenzioni. In alcuni punti la scrittura è anche azzeccata, con delle descrizioni molto evocative (il viale con i due sentieri, l'ombra del portico, ecc.) Globalmente, però, i problemi di scrittura rendono la lettura abbastanza faticosa. In particolare, ci sono frasi di diffile comprensione e problemi di ritmo (tipo salti dove non ci andrebbero e congiunzioni dove sarebbe meglio staccare con un punto per questioni di ritmo della storia). Non voto (perché non mi va :D ) ma secondo me sarebbe un 2. Abbondante, forse, ma non un 3.

    Il primo paragrafo è un po' contorto: ho dovuto rileggerlo due volte per capirlo (per esempio, quando si parla del figlio a prima vista può sembrare che si parli del figlio della madre di Sante, cioè Sante stesso).

    Non ho capito dove si trova la sedia su cui poi il figlio fa accomodare Sante. In camera della madre?

    "Sante, già sul posto..." ma Sante l'avevamo lasciato che camminava lungo il viale...

    In vari punti ho trovato virgole quando sarebbero stati meglio dei punti. Per esempio il paragrafo "Sotto i piedi..." lo spezzerei con un punto dopo "tagliata".

    Dopo "doverosa" metterei anche un punto. Aggiungo anche che non mi è molto piaciuta la parola "doverosa", mi è sembrata un po' fuori contesto. Però qui il problema maggiore è un altro, che poi ho sentito in altri punti del racconto:

    QUOTE
    Camminando, un'occhiata alle viti era doverosa, sistemò qualche tralcio e poi fu sotto al portico, all'ombra fredda e umida; da lì in casa.

    ora, io non so gli altri, ma a me è sembrato che la narrazione procedesse un po' a salti. Questo è il modo in cui ho interpretato la frase: "Lui sta camminando e dà un'occhiata alle viti. Vede qualche tralcio fuori posto ed esce dalla stradina per sistemarli. Poi è sotto il portico, all'ombra fredda e umida..." (incidentalmente, l'ultimo pezzetto è perfetto, con l'inclusione del dettaglio dell'ombra, che è molto evocativo). Il problema è che tra camminare e sistemare i tralci fuori posto c'è come un salto: manca la parte che ho scritto in corsivo, per così dire.

    Ti segnalo il problema (secondo me lo è) perché questo genere di salti alla lunga rendono poco scorrevole la narrazione

    In alternativa, potevi sintetizzare con "Durante la camminata sistemò qualche tralcio che vide fuori posto". In ogni caso, il pezzo con "poi fu" lo separarei un po' meglio (per es. con un punto) per motivi di ritmo.

    "e la sua stanza era sempre di sopra": non ho capito: la sua di Sante o della madre? È perché dirlo se lo era già prima? Forse volevi dire "lui era sempre nella sua stanza, di sopra"?

    "La sedia lo avvolse..." Qui ho faticato un po' a capire. Mi era sembrato che mentre lui camminava si sentiva la sedia attorno al corpo, cosa peraltro possibile dato che si tratta di un sogno. Invece penso che volessi dire una cosa del tipo "La sedia lo avvolse, ma lui a malapena la sentì. Stava camminando verso i campi..." oppure "mentre la sedia lo avvolgeva, lui camminava verso i campi..." (cioè, il problema è il "mentre", che in sostanza inverte i rapporti temporali: quando uno dice "A mentre B" si intende in genere che si inizia B e mentre B continua succede A).

    "Si doveva metterlo prima ai quattro angoli e poi una forcata al centro" una singola forcata al centro? A occhio direi che dopo i quattro angoli il carretto vada riempito (o forse questa cosa dei quattro angoli e poi al centro va iterata fino a riempimento?)

    "le ruote mossero piano" -> "le ruote si muovevano piano"

     
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  5. Gordon Pym
     
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    Grazie a marramee, RobertoBommarito e sgerwk per la lettura, colgo i vostri consigli.

    In particolare, sgerwk - caspita, hai scritto quasi più tu per la disamina che io per il racconto! - valuterò con attenzione i punti che mi segnali, al volo ti dico che:

    CITAZIONE
    Camminando, un'occhiata alle viti era doverosa, sistemò qualche tralcio e poi fu sotto al portico, all'ombra fredda e umida; da lì in casa.

    I salti che giustamente segnali qui e altrove, sono voluti per evocare l' "incedere onirico" (se così si può dire), e cioè quel frammentarsi di azioni che talvolta avviene in sogno e che tralascia alcuni dettagli.

    Poi, la stanza era di Sante, non della madre, ma mi accorgo che i pronomi che mi segnali possono creare confusione.
    La dinamica del riempimento del carretto dipende anche, se vogliamo, dalle dimensione del medesimo, e se non eccessive una forcata al centro può esser sufficiente a "bilanciare" il piano.
    "Le ruote mossero" perchè iniziarono a muovere dopo che lui inziò a tirare...

    Sono un po' di corsa ma grazie ancora, valuterò gli altri dettagli.
    Ciao

    edito, sono tornato:
    ho variato un paio di pronomi per maggior chiarezza.
    "La sedia lo avvolse mentre già camminava verso i campi." qui intendevo riallacciarmi al concetto sopra espresso "... e cominciò a sognare, prima ancora di dormire.".
    Per il termine "doverosa" rimango convito che sia adatto, sottolinea quel senso di "dovere" (appunto) tipico dei contadini, insaziabili lavoratori che, sintetizzando, arrivano a sistemare tutto, il meglio possibile, a dispetto della fatica o delle ore di luce a disposizione.

    Ciao ancora.

    Edited by Gordon Pym - 5/4/2010, 20:29
     
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  6. sgerwk
     
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    QUOTE (Gordon Pym @ 5/4/2010, 18:32)
    I salti che giustamente segnali qui e altrove, sono voluti per evocare l' "incedere onirico" (se così si può dire), e cioè quel frammentarsi di azioni che talvolta avviene in sogno e che tralascia alcuni dettagli.

    L'idea in effetti e' giusta. Il problema che ti segnalo e' il modo in cui hai realizzato questo effetto, che a me ha dato l'impressione di salti non voluti piuttosto che intenzionali.

    QUOTE (Gordon Pym @ 5/4/2010, 18:32)
    "Le ruote mossero" perchè iniziarono a muovere dopo che lui inziò a tirare...

    Forse sbaglio io, ma non mi sembra che si possa dire "Giulio muove" e basta. "Giulio muove la brocca" e "Giulio si muove" invece si'.

    QUOTE (Gordon Pym @ 5/4/2010, 18:32)
    Per il termine "doverosa" rimango convito che sia adatto, sottolinea quel senso di "dovere" (appunto) tipico dei contadini, insaziabili lavoratori che, sintetizzando, arrivano a sistemare tutto, il meglio possibile, a dispetto della fatica o delle ore di luce a disposizione.

    Non e' un termine sbagliato, certo. A me sembra un po' formale (quasi burocratico), ma non sbagliato.
     
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  7. Munzic Reload
     
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    Carino debbo dire.

    Mi è piaciuto.
    Interessanti queste immagini che richiamano i suoi momenti di forte vitalità. La percorrenza di questo viale un po' metafora della vita.

    Non ho molto da dire... un due abbondante che supera la metà, ma sì: 3
     
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  8. s-m-n
     
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    Ho avuto difficoltà a capire l'inizio. Cioè: Sante è il protagonista di 84 anni e "cerca" sua madre, poi dici che "il figlio" non lo puntualizzò, ma il figlio è Sante o il figlio di Sante, e la madre è la moglie di lui o la madre del figlio? Bo'!? È un po' ingarbugliato secondo me, o forse sono io.

    Però una volta districatomi da questo intoppo iniziale trovo che il racconto sia molto bello, un testo gradevole e toccante cosa che in poche righe si realizza difficilmente.

    Voto 3.

    Simone

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    www.simonenavarra.net
     
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  9. Gordon Pym
     
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    CITAZIONE (s-m-n @ 7/4/2010, 16:35)
    Ho avuto difficoltà a capire l'inizio...

    Guarda, non hai torto, volevo evitare di eccedere con aggettivi possessivi per evitare ripetizioni, ma visto che introduco tre personaggi e "la camera" in due righe, si rischia di far confusione.
    Ora ho reinserito un caratteristica iniziale, che avevo sviluppato prima di pubblicare qui il racconto, e cioè la presenza dei "figli" anziché del "figlio", questo dovrebbe escludere a priori possibili equivoci.
    Comunque, per rispondere a ciò che mi chiedi, c'è Sante che cerca sua madre e il figlio di Sante che lo accompagna in camera (ora figli che lo accompagnano).

    Ciao e grazie per la lettura.
     
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  10. s-m-n
     
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    Sì, ora che hai cambiato il testo è molto più chiaro!

    Simone

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    www.simonenavarra.net
     
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  11. $haman
     
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    Un raccontino interessante, forse poco incisivo nel finale e che con un po' di sistemazioni qui e lì potrebbe migliorare ancora. Il lessico è buono e alcuni riferimenti ai lavori nei campi azzeccati, ma il ritmo non mi convince e le parti "oniriche", che cercano di mostrare la molteplicità di punti di vista contemporanei (campo, viale) andrebbero lavorate in modo da essere più chiare. Mi rendo conto che i sogni son confusi, ma, secondo me, bisognerebbe rendere la confusione del sogno senza rendere confusione nel testo.

    Ti segnalo cosa cambierei:

    CITAZIONE (Gordon Pym @ 3/4/2010, 20:25)
    Lui lo sapeva, doveva saperlo, visto che era nato in quella casa ottantaquattro anni prima.

    quel 'doveva saperlo' non dice nulla
    o voleva dire qualcosa senza riuscirci
    cambierei in qualcosa come
    Nato in quella casa ottantaquattro anni prima, lui lo sapeva bene.

    CITAZIONE (Gordon Pym @ 3/4/2010, 20:25)
    Ansimando, Sante si adagiò come faceva ogni pomeriggio e cominciò a sognare, prima ancora di dormire.

    toglierei "faceva" perché distoglie dal fatto che fin là lo han portato altri e allunga la frase.

    CITAZIONE (Gordon Pym @ 3/4/2010, 20:25)
    Iniziò il suo giorno onirico sempre allo stesso modo, come faceva da anni, anche se non lo ricordava da sveglio:

    cercherei di spiegarlo altrove, o di non spiegarlo affatto
    il tuo interesse ormai è raccontarci il sogno e possiamo intuire accada ogni giorno
    il fatto che non lo ricordi non ritorna nel racconto, quindi direi che non serve

    CITAZIONE (Gordon Pym @ 3/4/2010, 20:25)
    Era giovane, sui trent’anni, alto e coi capelli neri riportati di lato, la camicia leggera con le maniche arrotolate sulle braccia irsute, il fisico forte, forgiato dalla fatica.

    fisico robusto
    anche perché forte lo usi più avanti, e in un racconto così breve le ripetizioni proprio non vanno

    CITAZIONE (Gordon Pym @ 3/4/2010, 20:25)
    Era il secondo taglio, il sole di giugno l’aveva seccato a sufficienza da un lato e Sante, già nel campo, col forcone e in ampi gesti lo stava girando, scoprendone la parte ancora verde.

    Era il secondo taglio. Il sole di giugno l’aveva seccato a sufficienza da un lato e Sante, già nel campo, lo stava girando con ampi gesti del forcone, scoprendone la parte ancora verde.

    CITAZIONE (Gordon Pym @ 3/4/2010, 20:25)
    Sotto i piedi sentiva crepitare gli sproni d’erba tagliata, il sole era alto ma non lo infastidiva, la brezza portava odore di fieno come fosse già secco: sarebbe stato un buon taglio, ben asciutto.

    Cambierei un po' il ritmo, separando nettamente le descrizioni sensoriali.
    Sotto i piedi sentiva crepitare gli sproni d’erba tagliata. Il sole era alto ma non lo infastidiva e la brezza portava odore di fieno, come fosse già secco. Sarebbe stato un buon taglio.

    CITAZIONE (Gordon Pym @ 3/4/2010, 20:25)
    Ritornò verso casa sul far della sera quando il cielo all’orizzonte stava diventando arancione, percorse quel viale che aveva sempre apprezzato per la sua bellezza semplice: era verde ai lati e in mezzo, con erba bassa e fresca; a cavallo del centro correvano due sentieri paralleli in terra battuta, formati dal passaggio delle ruote del carretto.

    Anche qua, per me, è troppo lungo e si può semplificare.
    Ritornò verso casa al calar della sera, quando il cielo stava diventando arancione sull'orizzonte. Percorse quel viale che aveva sempre apprezzato per la sua bellezza semplice: verde d'erba bassa e fresca, ai lati e nel mezzo, a cavallo del quale correvano due sentieri in terra battuta, formati dal passaggio del carretto.

    CITAZIONE (Gordon Pym @ 3/4/2010, 20:25)
    Sudore e polvere.

    Questo invece lo allungherei o toglierei, fa troppo western.

    Occorreva costanza. Un campo intero da terminare, e nel sogno non ne vedeva il termine. Ma lui era forte, nessuno dei vicini faceva tanto quanto lui. Poi ancora il cielo arancione, il viale, che sembrava sorridergli, e fu a casa.

     
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  12. Peter7413
     
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    Un racconto d'atmosfera e di immagini. Concordo con gli altri riguardo alla prima frase un po' ingarbugliata, ma ora mi sembra che vada meglio.
    Sbaglio o è un racconto privato? C'è un che di affettuoso nel come descrivi la figura di Sante.
    Mi piace molto il tuo far vivere l'anziano nella fase terminale della sua vita in un altro tempo in cui nessuno dei presenti può entrare: è un modo davvero ottimo per delineare quella fase della vita.
    Per me 3.
    Però dagli ancora delle riletture e apporta piccole modifiche per rendere la lettura più agevole in tutte le sue parti.
    Alla prossima!
     
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  13. Gordon Pym
     
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    @ $haman: grazie per la lettura e per il tempo dedicatomi nei molteplici consigli. Spunti interessanti sui quali rifletterò, al momento comunque non apporto le modifiche che mi suggerisci perché... significherebbe riscrivere il racconto! ;)

    @ Peter7413: grazie anche a te per lettura e consigli. Non sbagli del tutto a ipotizzare che ci sia del privato: anni fa mi dissero che un mio anziano zio prima di morire cercava sua madre, cosa particolare che mi colpì. Il resto è invenzione.

    Grazie ancora a entrambi, ciao.
     
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  14. nescitgalatea
     
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    E' già stato detto tutto, con dovizia di particolari per cui trascrivo quello che avevo appuntato sulla... carta!

    Bello, scritto bene, piacevole. Senza troppe sorprese ma evocativo. Sì!
    Belli anche tutti i paesaggi.

    Ssarebbe stato un 3,5, invece lascio un 3 solo per il fatto che è davvero corto. Forse un pelo troppo.
    Anche io ho avuto difficoltà nelle prime quattro righe.

    Grazie
     
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  15. Gordon Pym
     
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    Grazie a te, nescitgalatea.
     
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21 replies since 3/4/2010, 19:25   258 views
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