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In bilico

di Luigi Musolino - 30.000 k circa

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  1. sgerwk
     
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    Dunque, il racconto è ben scritto, con molte scene evocative e un'idea di base molto bella. Non so se hai modificato il racconto, ma la figura sui cavi non mi ha dato nessun problema di comprensione. Casomai, resta un po' slegato il finale: perché mai il vecchio capo del personale dovrebbe addentarlo? Per logica, dovrebbe semplicemente finire che lui si butta di sotto e basta. Mi stride il fatto che tu abbia costruito questa figura di fantasma moderno che si tiene in equilibrio (come fanno sul lavoro il morto e il protagonista) ma che poi agisce come il solito vampiro/licantropo/zombie.

    La storia ha due trame parallele, cioè lui che vede la cosa in bilico e due in azienda, di cui la seconda è quella che dovrebbe reggere l'interesse del lettore per la maggior parte del tempo; il difetto è che il protagonista non appare più di tanto turbato da quello che succede in azienda. In altre parole, sembra quasi che una eventuale promozione non gli faccia tutta questa differenza. Capisco anche la necessità di descrivere un certo stato di cose, ma così il lettore non è più di tanto preso dalla sua storia.

    Qualche nota su punti specifici (qui segnalo tutto, ma su molte cose non ci metterei la mano sul fuoco):

    "S.T.F s.p.a." -> "S.T.F. S.p.A." (manca il puntino dopo la F e poi S e A vanno maiuscole)

    l'inizio, con quel lungo riassunto della situazione precedente, non è l'ideale, ma va anche bene così (se non altro, i primi paragrafi danno almeno un inquadramento di dove si trova il protagonista al momento presente)

    "Dopo la crisi del '29 sarebbe stato perlomeno scontato" mi sembra un po' fuori posto, come ragionamento, per il personaggio

    "ghignare quando lo costringeva a fare" è giusto, ma al posto di "quando" ci vedrei "mentre" oppure "quando gli diceva che doveva fare"

    "dalla presenza asfissiante del responsabile" -> "dalla sua presenza asfissiante"

    "laptop" c'è un motivo specifico per non usare il termine italiano? (portatile)

    "monosillabò"??? (tra l'altro, l'attribuzione è inutile)

    "il suo voltò si illuminò"

    "Là!Sui fili" manca lo spazio prima di "Sui"

    "lei non stare tanto bene, ecc." non ho mai sentito immigrati (migranti?) parlare così; l'uso dell'infinito viene dallo stereotipo dell'indiano d'america o dell'uomo primitivo (io andare, parlare con l'uomo bianco...), ma in realtà non lo conosce nessuno; al contrario, credo che tendano a usare sempre la forma verbale più comune, cioè il presente indicativo singolare (prima, seconda o terza persona a seconda di quale verbo); in questo caso potrebbe anche andare "lei non stai tanto bene"; poi "Amico" credo sia usato più che altro dagli africani sub — sahariani e non dai rumeni (ma su questo non ci giurerei)

    "Glauco sedeva e pensava" non c'è bisogno del nome visto che lui è il soggetto del paragrafo precedente; fra l'altro, mi pare che qualche volta usi "Glauco" e qualche volta "Orioli"

    "ai due all'ora" io direi "a due all'ora"

    "glie ne" è giusto ma, come mi hanno detto all'epoca, è una forma verbale non più molto usata, per cui tende ad attirare l'attenzione del lettore e quindi rende meno scorrevole la lettura

    "allungo le mani"

    "comprare un tozzo di pane raffermo" scusa ma qui ho dei forti dubbi di credibilità; nemmeno si vendono, i tozzi di pane raffermo! non è neanche granché come metafora, sempre che sia una metafora (stantia)

    Dimenticavo il voto: direi un 3 abbondante, ma non arrivo a 4

     
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18 replies since 2/5/2010, 10:32   350 views
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