Un'altra casa
  • Poll choices
    Statistics
    Votes
  • 3
    50.00%
    7
  • 4 (max)
    28.57%
    4
  • 2
    21.43%
    3
  • 1 (min)
    0.00%
    0
Guests cannot vote (Voters: 14)

Un'altra casa

diario - 14.6k battute

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Piscu
     
    .

    User deleted


    c'è un posto libero, e quasi quasi ne approfitto dopo un giorno e mezzo di gozzoviglie per buttare nella mischia un mio raccontucolo. per aggiungere gusto alla vostra esperienza, potete considerare che è quello che è rientrato tra i dieci finalisti-finalisti del premio letterario del fantasy horror award, di cui si è ampiamente parlato altrove. siete curiosi, eh?




    Un'altra casa






    *



    Martedì 20 Maggio Duemilaotto

    Io non so cosa scrivere anche se la maestra ci ha detto che dobbiamo scrivere sul diario tutti i giorni quello che facciamo per abituarci a scrivere. Dice che è improtante scrivere sempre così poi siamo più bravi delle altre classi ma io non ho scritto nulla gli altri giorni perchè non so cosa scrivere oggi però succedeva qualcosa e allora lo scrivo ora.
    Mamma ha detto che siamo pronti e domani andiamo nella casa nuova. Ci sono tutte le scatole aggiro e tutti i piatti e i biccheri e le forchette che non si trovano più e usiamo quelli di plastica. Allora domani partiamo e siamo nella casa nuova e li è già tutto pronto e da domani abitiamo lì. Io non lo so perchè andiamo via dalla casa nostra ma mamma e babbo volevano un altra casa e andiamo lì.
    Dove andiamo è lontano da qui ma però non so quanto ci sono stato una volta ma non mi ricordo se c’era vicino il campino. Oggi lo chiesto a mamma e lei diceva che non era vicino quello ma ce nera un altro e posso andare li. Diceva anche che poi lanno prossimo cominco la scuola nuova vicino alla casa dove andiamo e per ora invece finisco dove sono ora. Io non ho capito se nella scuola di là c’è di nuovo la maestra CARLA percè mi sembra strano che viene con noi se noi andiamo lontano. E i miei amici pure Fili e Manu anche loro non so se vengono o se sono da solo.
    Ho chiesto anche questo a mamma ma lei dice che anche li dove andiamo non sono solo perchè comuncque allinizio c’è lei e poi la scuola nuova. Io non lo so bene, però io non lo so se voglio andare lì. Stiamo bene qui e secondo me non serviva unaltra casa.

    *



    In partenza…

    E così ci siamo. Domani si va. È anche possibile che non scriverò per un po’, potrei avere da fare. Di certo stare ad aggiornare il blog non sarà il mio primo pensiero, in Canada. Male che vada, ci risentiamo quando torno.

    In fondo sei mesi non sono così lunghi. Certo mi dispiacerà abbandonare la famiglia, gli amici, tutte le piccole cose che fanno parte della mia vita quotidiana, ma è solo per un po’. Mezzo anno. E poi sarò di nuovo qua.

    Questo è il mio primo vero e proprio trasloco. Cioè, senza contare quello di quando avevo sei o sette anni. Quella volta ci siamo spostati ad appena una decina di chilometri, e comunque ero piccolo e non ricordo niente. Se non fosse che i miei mi hanno detto che ci siamo trasferiti, a quell’epoca, io non lo saprei nemmeno. Chissà che fine hanno fatto gli amici che avevo allora (ne avrò avuti, immagino). Non ricordo nemmeno i nomi, sennò li avrei ricercati su internet. Poco male, credo che in ogni caso avremmo poco da spartire. Se tu che stai leggendo eri un mio compagno delle elementari non te la prendere a male, mi raccomando.

    Stavolta invece farò un bel viaggio. Forse chiamarlo “trasloco” non è corretto, perché non sto andando a STABILIRMI da un’altra parte. Sono sei mesi di studio all’estero, tutto qui. Sì, intendo davvero STUDIO… XD

    Furbescamente ho organizzato il piano di studi in modo che gli esami che mi toccherà dare laggiù siano piuttosto facili. Cioè, almeno qui in italia sarebbero facili, poi non so come la cosa funzioni a Edmonton. Ma bene o male credo che me la caverò. E se non dovessi nemmeno cavarmela, oh, alla fine mi son fatto sei mesi di campus, non è mica da buttar via!

    Dovrei andare a letto perché parto piuttosto presto domattina, anzi, QUESTA mattina. Però sono un po’ nervoso. Credo sia normale. E non sono nemmeno sicuro che scrivere sul blog mi aiuti a scaricarmi. Potrei andare avanti per ore, a descrivere, o almeno tentare di descrivere, tutte le cose che mi passano per la testa. Ma al lettore occasionale fregancazzo, giustamente, quindi forse è bene chiuderla.

    Insomma, tra poco si parte, e io mi sto praticamente cagando addosso. Ma va bene così. Mi lascerò alle spalle un po’ di cose, ma le ritroverò al mio ritorno. E poi potrebbe anche piacermi lì. Potrei anche cercarmi un’altra casa da quelle parti, no?

    Chissà. A presto.

    turing02 ha elucubrato alle 00:48 del 2/1/2024
    tag: vita, viaggi, variedeventuali
    commenti (0) – g-link – detrack

    *

    DIARIO DI BORDO
    Rapporto # 1 – 081131



    Questa è la prima volta che scrivo sul diario di bordo. Veramente non mi aspettavo nemmeno di doverlo fare io. Sulla Blender sarei il tecnico informatico, e solo dopo la partenza è venuto fuori che occuparsi della salute dei computer di navigazione implicava anche scrivere almeno un rapporto al giorno. Non so se tutto questo abbia un’utilità, ma è la prassi. Il viaggio durerà solo un paio di mesi, quindi dovrei riuscire a sopportare questa seccatura.
    Non so nemmeno cosa sarei tenuto ad annotare. Siamo partiti più o meno nove ore fa, non ci sono stati problemi durante il decollo, stiamo seguendo la rotta, gli strumenti funzionano. Tutto normale, insomma.
    A essere onesti, normale è una parola esagerata (mi scuso con l’eventuale lettore, la parola normale dovrebbe essere enfatizzata con virgolette o corsivo ma pare che il software del giornale di bordo non permetta queste formattazioni). Sicuramente è esagerata per me: sono agitatissimo, e non credo di essere l’unico. Solo i membri dell’equipaggio sembrano tranquilli, ma loro saranno abituati. Per me, come per la maggior parte degli altri a bordo, è il primo viaggio nello spazio. O forse dovrei scrivere Spazio, con la maiuscola. Ho già spiegato che non me ne intendo.
    Se ci penso, quasi riesco a convincermi che tutto questo non sta succedendo. Trovarmi su un’astronave in viaggio verso un pianeta appena colonizzato non è affatto come da bambino vedevo la mia vita futura. Per la verità, nemmeno cinque anni fa avrei immaginato uno scenario del genere. Le cose si sono accelerate, ultimamente, e in tempi che una volta non sarebbero bastati nemmeno per dimostrare un teorema tutto è cambiato: siamo quasi diventati obsoleti rispetto alle nostre stesse scoperte. Forse è per questo che alcuni di noi stanno fuggendo. Abbiamo paura di un mondo che ci ha lasciati indietro, che non ci appartiene più. Come se una mattina ci fossimo svegliati e avessimo trovato la nostra casa completamente ridipinta e riarredata.
    Nessuno qui a bordo ne parla in questi termini, ma sono sicuro che nel profondo qualcosa del genere valga per tutti. Non siamo stati forzati a partire, e se pure abbiamo avuto fortuna a essere scelti tra migliaia e migliaia di aspiranti, è certo che tutti noi volevamo andarcene. E dire che prima di oggi il mio viaggio più lungo è stato quello dall’Italia al Canada (buffo, rievocare nomi che ormai non significano più nulla…). Ricordo che allora speravo di poter tornare indietro il più presto possibile, anche se poi non è mai successo. Stavolta, so che non c’è alcuna possibilità di ritorno: è un passo definitivo.
    Non posso dire come sarà la mia nuova vita, orbitando intorno a Tau Ceti invece di Sol. E sono spaventato a morte, al pensiero di quello che mi aspetta. Ma in fondo l’ultima emigrazione è andata bene: non c’è motivo per cui anche stavolta le cose non debbano risolversi per il meglio. Andarmene da casa, la vecchia casa dove sono nato e cresciuto, mi ha permesso di trovarmi nel posto giusto al momento giusto, ed essere adesso qui a scrivere su questo giornale di bordo.
    Il che mi ricorda che probabilmente quanto ho riportato non è esattamente quello che dovrebbe stare in un documento ufficiale come questo. Ma d’altra parte non è il mio lavoro, scrivere rapporti. So perfettamente come interfacciarmi con le IA della Blender, ma per questa mansione collaterale non rispondo della mia professionalità. Voglio proprio vedere cosa mi inventerò i prossimi giorni…
    Se non altro, mi terrò occupato per il tempo del viaggio. Una volta arrivati, avremo poche occasioni di distrazione. Ci sarà da lavorare, parecchio. Forse ci sarà da soffrire, per un po’. Ma alla fine costruiremo laggiù un’altra casa per tutti noi. E sarà nostra, nostra davvero.

    *



    Non potevo andarmene senza lasciarvi un messaggio. In buona parte, ho già cercato di spiegarvi quello che leggerete qui, ma sento comunque la necessità di parlarvi, di fare in modo che capiate fino in fondo cosa mi ha spinto a prendere questa decisione.
    Non so più quanti anni ho. Non mi sento vecchio, ma non sono giovane, e nemmeno solo adulto. Le misure di tempo con cui sono cresciuto non hanno più senso, qui su Cetia. Contare in anni cetici falserebbe la mia prospettiva, per questo non ci provo nemmeno. Se avessi continuato a vivere sulla Terra, forse ne avrei centosessanta, o forse duecentoventi. Ma probabilmente, se fossi rimasto lì oggi sarei già morto.
    Comunque sia, non ho bisogno di sapere quanto tempo ci ho passato, per dire che questa è la mia casa. Questo pianeta, questo posto. Queste persone: voi. Se provo a ripercorrere la mia vita, o almeno le parti che ancora ricordo, non riesco a trovare niente che valga quanto il vostro amore. Non c’è risultato che abbia ottenuto, obiettivo che abbia raggiunto, paragonabile a un vostro sorriso. Sapervi felici basta a dare un senso alla mia intera esistenza. Dove e quando sono nato l’avrebbero chiamata “famiglia”, ma noi siamo qualcosa di più, come un uomo è un animale ma non solo un animale.
    Vi ho già detto tutto questo. Forse le parole che ho usato non sono state così evocative, ma spero che il senso fosse chiaro: non vi sto lasciando perché non tengo a voi. È anzi il pensiero di abbandonarvi quello che mi preoccupa più di ogni altro. Non il viaggio seminfinito su mezzi sconosciuti o l’ignota destinazione; non l’affidare la mia vita a degli esseri alieni o l’imponderabilità delle loro ragioni. Ciò che mi turba, che mi terrorizza, dannazione, è il dover lasciare tutti voi. E non perché tema che possiate avere bisogno di me (potete cavarvela più che egregiamente senza questo vegliardo di mezzo), ma perché so che non vi rivedrò più. Anche solo scrivere questa frase mi fa tremare più del solito.
    Ma è altrettanto vero che non c’è più posto per me, qui. Rimanendo, non potrei fare altro che spegnermi lentamente. Sì, vi avrei accanto per tutti i giorni che mi rimangono, ma non posso accontentarmi di essere soltanto uno spettatore. Non quando mi è stata offerta la possibilità di viaggiare, di vedere cose che nessun uomo prima di me ha mai immaginato. Un’occasione per sentirmi di nuovo vivo.
    Non so perché i sensei abbiano scelto me, e pochi altri. Nessuno può arrivare a comprendere per quale logica ci abbiano chiesto di seguirli verso la loro civiltà, attraversando quasi l’intera galassia. Come si possono interpretare le intenzioni di creature tanto chiaramente superiori, così poco umane da apparire quasi divine? Eppure, non si può rifiutare un’offerta del genere. Forse sono stato semplicemente estratto a sorte, e in me non c’è niente che mi renda più degno di chiunque altro, ma questo non mi scoraggia. Io voglio andare con loro.
    Cerco di ricordare l’ultima volta che sono stato fuori da Cetia, e non ci riesco. A livello cognitivo, so di essere nato sulla Terra, ma non sono in grado di associare niente a questo fatto. È un’informazione senza alcuno spessore. Di che colore era il cielo? Quanto era forte la gravità? Come si chiamava la città dove sono nato? Come sono arrivato qui? Io non lo so. Ho dedicato così tanto tempo ed energie a questo posto, che ormai ho dimenticato quello che sono stato prima.
    Per questo devo andare con i sensei. Devo cambiare, di nuovo, e questa è la mia unica possibilità. Non sto abbandonando voi: sto ritrovando me stesso. Spero che riusciate a capire.
    Quando leggerete questo messaggio io sarò già partito, ci saremo già salutati. Scusate se ho usato parole che molti di voi non conoscono (famiglia, animali, dannazione, città…), ma mi conoscete bene, e sapete quanto il mio passato terricolo sia radicato in me. Forse qualcuna delle antenonne saprà spiegarvi cosa significano. Vi auguro ogni bene, e sono sicuro che riuscirete a ottenerlo. Vi amo, e questo non cambierà a causa delle migliaia di anni luce che ci separeranno.
    Non ci rivedremo mai più, ma so che non vi dimenticherò, anche quando avrò un’altra casa tra i sensei e la vita tra i miei simili non sarà altro che una vaga impressione lontana.
    Addio.


    scriverie è fa+ic oso, ora. no
    n è fascile ragganellare pickoliframmenti i di materia in mododa formar e lele letere ke compohngono lepaor l e . finche potrevo atti ngere dalla memmo ria bastava riportare qielo che trovavoma pensareskrivve ree ìnsieme e difficcille /qvesto è lultimo sforrzzo ke compier o – poi sarò §emrh. e’ costhume ke og nunno lassi die tro disè qualocosae io deciso di lascia
    re
    questoto sscritko. è cos! strano ripehensarei al pasato ri-evocan do questi rikorbi. sembraa tuto il contararrio di com’’e’ or a : la mia memoria adexo è compgleta k$| mi basta cerca re cerca re dentr di me e posso ricorbare onnie piòu pickolo detalgio – solo un * e sùbito ri vedo la facia di Manu e pooi ancora * e sentoh lodo re de lpro f
    umo della hoste55 bionda kemià porratato lacqqua e se – dì nnuovo * eckco la vibbarazi onedei reactori affu s ione e con * il suogno dell’arisata di mio primo firlio; appenna natou. ankè strano comme io prima confondi evo tutte qeste cosse fee$< come onniwolta dementikavo il passato ma ankhe se ricordo tuto io nollo capisco come inevece allora non ricoradvo ma kapi vo questo sinififa forse cke ora sono non plù umano forse che in ttutto qvst o te
    mp o sno di
    ve ntato pù sensei e meno uomo o che for se ahesso sonno solo qualeocsa di pyu di tutii eddu e° - iononpososapelo
    ma stope r farre ilmjo utimo vaggio eò scelo to quello che lasierio aglial ti = hohrriprezo nelamia me
    m
    or i
    a
    quelo khe avevo scristo nei mom enti di sposta mento ch& èé ognimio granne kambdiamnento [] li ho raccolccolti nsieme tutti quesi mo mnenti percwe si p0ss sa capire la miastoria ew$oi. tuttelevoltte mi sono lasscato dietro qol-cosa chepoi nonòpiù ritrovaho edè pro prio co me ad esxo –- lultimmo viaggio dehi sensei neankee loro sano dovve siva e è quando la mente sme7te difunxionare e se provo a * so che prima lo k iamavo morte \ ricrordo che morte perme era qome la fine dituttoto invece dhopo tutto qusto tempo soche non posso sa perglo perkhe anche se xappiamo tante cose cisono taantre altere che nonn konosamo
    e pure ionono paura :: non come lealterevo lte, che nn voglevo abandonare il passattosta volta non so niente di qu
    ello che mia spetta dopo ma non #o paura so
    hora che riccorddo tuto sokke la mia vita statta fel$e elunka in molti poxti e vissto tanthe kose esso no pro nto per ultimio viaiggo = morte\
    come fagno i sensei lascio qalcosa dretio di me cosicke glialri doppo sanno chi sono, io,- ed e’qquesti myey ricordi. e non soccosa ci sar a dopo |ness1 losa/ ma s
    pero di trovarla,
    dovvunque io vada –
    unaltra casa
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Losco Figuro

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    Un racconto ricorsivo. Non è brutto ma non mi ha esaltato perché mi aspettavo un finale con più mordente, ma soprattutto perché la parte finale è terribilmente difficile da leggere. Tra l'altro non sono neanche sicuro di averne ben compreso la ragione.
    Voto 3.

    CITAZIONE (Piscu @ 2/5/2010, 18:47)
    Mamma ha detto che siamo pronti e domani andiamo nella casa nuova. Ci sono tutte le scatole aggiro

    "aggiro"? :huh:

    CITAZIONE (Piscu @ 2/5/2010, 18:47)
    A essere onesti, normale è una parola esagerata (mi scuso con l’eventuale lettore, la parola normale dovrebbe essere enfatizzata con virgolette o corsivo ma pare che il software del giornale di bordo non permetta queste formattazioni).

    Capisco il corsivo ma possibile che un software di scrittura non abbia le virgolette?
     
    .
  3. marramee
     
    .

    User deleted


    Ciao,
    prima di commentare il racconto, devo dire che il finale è un vero incubo. Cercare di capire il significato di quella scrittura toglie tutto il piacere di leggere il racconto, e questo uccide l'interesse. Trova un altro sistema di farlo, perché così non funziona.
    Il ciclo delle "nuove case" è simpatico, ma un po' fine a sé stesso. In fondo è il ciclo stesso dell'esistenza, e non aggiungi niente di nuovo a ciò che si sapeva già.
    Voto tre, anche se dovrei togliere un punto per l'allucinante pezzo finale (sono diventato strabico!).
     
    .
  4. Piscu
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (marramee @ 3/5/2010, 15:36)
    prima di commentare il racconto, devo dire che il finale è un vero incubo. Cercare di capire il significato di quella scrittura toglie tutto il piacere di leggere il racconto, e questo uccide l'interesse.

    a dire la verità, nella versione originale ognuno dei paragrafi ha una formattazione particolare che evidenzia la differente natura dello scritto (diario, blog, rapporto, lettera), ma non ho potuto mantenere la diversa struttura del testo nel forum. se poi la parte finale è davvero così faticosa posso cercare di semplificarla nella forma pur lasciandola scritta in modo, ehm, "confuso".
     
    .
  5. Daniele_QM
     
    .

    User deleted


    Al contrario di Marramee io ho trovato la parte finale fantastica. Mentre leggevo mi risuonava in testa una voce elettronica, di uno straniero che parla male italiano. Perfetto. Si potrebbe dire che questo racconto è pieno zeppo di refusi... :P :P :P
    Ti dico che mi è piaciuto. Non so, forse non è un 4 pieno ma ci si avvicina molto. Si sente nello spirito del protagonista un vissuto che me lo fa stare simpatico. Paradossalmente alla fine scrive quasi come all'inizio, quand'era piccolo. Ma mentre allora era all'inizio della sua conoscenza, ora è alla fine, anzi ha superato livelli di conoscenza di qualsiasi altro essere umano.
    Ha del poetico dentro. Te lo concedo: quelli del FHAward ti hanno selezionato giustamente. ;)
     
    .
  6. Gordon Pym
     
    .

    User deleted


    Ciao Piscu, curiosa la tua scelta di non datare i salti temporali più grandi, così che il lettore inizia a orientarsi a lettura inoltrata. Comunque funziona, non ci si perde troppo. Nel complesso lo giudico un pezzo discreto, anche se non ho apprezzato a pieno il primo e ultimo paragrafo per gli errori intrinseci, ma capisco che servivano per caratterizzare il pezzo. Un aspetto positivo è la descrizione delle emozioni umane in un contesto fantascientifico, tali da farci identificare nel personaggio e nella sua nostalgia verso casa (le case) e i cari. Sentimenti insomma, lontano dalla terra, sperduti nel vuoto cosmico. Lasciano uno smarrimento interiore che riflette la nostra piccolezza.
    Secondo me è un'idea, un racconto, che potresti ampliare, e di molto anche. Penso che su un concetto così ci possa scappare un libro. E sarebbe interessante, conoscere di più il protagonista, le ragioni della sua longevità, le fasi della sua esistenza nei vari ambienti. Farlo vivere, cioè (mi immagino l'eventuale difficoltà a gestire la storia, il linguaggio, sull'ultimo pianeta!).
    Per me comunque è un tre abbondante, forse è proprio lo "squilibrio" fra la potenziale grandezza della storia e il poco che in realtà ci fai vivere, che non mi fa arrivare a quattro.
    Ciao, a rileggerti.


    CITAZIONE
    Come si chiamava la città dove sono nato? Come sono arrivato qui? Io non lo so. Ho dedicato così tanto tempo ed energie a questo posto, che ormai ho dimenticato quello che sono stato prima. ---- cut ---- ... Scusate se ho usato parole che molti di voi non conoscono (famiglia, animali, dannazione, città…), ma mi conoscete bene, e sapete quanto il mio passato terricolo sia radicato in me.

    Mhmm... ci vedo un po' di incongruenza.

    Edited by Gordon Pym - 5/5/2010, 12:58
     
    .
  7. -KOWALSKY-
     
    .

    User deleted


    Molto suggestivo, direi che nel leggerlo ho provato un po' di solitudine e angoscia, non so se era nel tuo intento lasciarle trasparire.
    Peccato l'ultimo paragrafo, in alcuni punti è davvero incomprensibile, (ti dico che dopo un pò mi sono stufato di decifrare e sono andato avanti anche se non capivo benissimo)
    voto 2
     
    .
  8. nescitgalatea
     
    .

    User deleted


    Eccomi. A me è piaciuto davvero molto. trovo l'ultima parte "geniale", quasi poetica, un ritorno al fonema, alla musicalità che rilascia il significante, a dire il vero non mi è importato troppo comprendere parola per parola, è stato il senso, l'immensa solitudine ma allo stesso tempo il messaggio di eternità che arriva come un pugno nello stomaco. Credo invece che la prima parte, quella del bambino per intenderci, sia troppo forzata, forse lì snellirei appena. Nel complesso comunque un racconto che mi ha emozionata, sono anche d'accordo con Gordon che il tutto potrebbe trovare uno spazio più ampio e mi piacerebbe leggerlo. Per me sarebbe un 3 abbondante che porto a 4 perché ho trovato l'idea e la sua realizzazione particolari e ben resi. A rileggerti presto!

    CITAZIONE
    Non so perché i sensei abbiano scelto me

    forse Sensei maiuscolo? Anche Antennone? Altrimenti, nel casino degli strafalcioni sembra un sensi sbagliato! Eheheh...

    CITAZIONE
    Andarmene da casa, la vecchia casa dove sono nato e cresciuto, mi ha permesso di trovarmi nel posto giusto al momento giusto, ed essere adesso qui a scrivere su questo giornale di bordo.
    Il che mi ricorda che probabilmente quanto ho riportato

    Qui, per quanto riguarda la spiegazione credo sia davvero ininfluente e ridondante e mi ha tolto un po' di ritmo. Il che mi ricorda che... intendo la ripetizione del che, sempre per l'economia di un racconto non facilissimo da sostenere lo modificherei... Questo fatto mi ricorda (o come meglio credi tu...)

    Saluti
     
    .
  9. rehel
     
    .

    User deleted


    L'ultimo capitoletto è davvero una fatica di Sisifo... :wacko: Però, come puoi notare, i pareri sono discordanti. C'è a chi piace molto, altri a cui piace molto meno.
    Io sono di quest'ultima categoria.
    E' carino il tema, ma trovo che il narratore in prima persona si parli troppo addosso, soprattutto nella parte: diario di bordo.
    Snellirei un po' e renderei più leggibile il finale che ho dovuto leggere quasi senza capire.
    Voto due. :)
    P.S.
    Davvero interessante il post relativo al concorso. Sì, qualcuno dovrebbe scriverci sopra un racconto.Comunque tu finalista lo sei stato per davvero, anche se la tua psiche ha fatto la triste equazione: finalista=complice... :D
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Amante Galattico

    Group
    Utente
    Posts
    10,065
    Location
    Don't stop believin'

    Status
    Online
    Ciao,

    SPOILER (click to view)
    il racconto è molto interessante, ma non mi ha soddisfatto quasi per nulla e, per quanto abbia cercato di leggere più volte l'ultimo paragrafo, mi sono sempre perso.

    Riassumento è un'idea ottima (già usata, ma non è questo un problema, anzi è una luce differente rispetto a cose similari), un concetto sentimentale ben messo, una bella impostazione quella ciclica, ma una realizzazione e una struttura in cui si potrebbe fare molto di più. Si dovrebbe fare molto di più.

    Questo perché alla fine costringi il lettore a fare una serie di sforzi. Non ultimo quello di decifrare alcune parti, ma di non poco conto anche quello di dover più volte reinquadrare lo scenario di cui parla il personaggio, che poi è sempre quello da cui si allontana. Sia a livello temporale, che fisico/geografico. Solo che lo scenario di cui si allontana è sempre usato per introdurre quello futuro ed è quello a cui leghi i sentimenti dl personaggio... e secondo me questa nebulosità di fondo non mi convince...

    E poi sono perplesso, forse infastidito dal carattere del personaggio, che potrei riassumere in "inizia la sua vita non sapendo scrivere e termina la sua vita non sapendo scrivere", che è una battuta forse crudele, ma, a meno che non ci sia una spiegazione logica, mi serve a dire che alla fine sta grande evoluzione mica la vedo...

    Capisco gli escamotage, ma secondo me hai calcato troppo la mano. Sia all'inizio in cui più che un bambino di 6/7 anni mi pare uno che usa le parole a caso (e poi lo usano in una missione spaziale?); sia dopo in cui scrive uno dei blog più noiosi dell'universo, sia dopo in cui ricorda o scorda cose con una impostazione troppo a comando, alla fine in cui non riesce a dominare la materia.
    Nell'ultimo paragrafo l'idea è bella, ma sarebbe bastato usarla per le prime tre righe e poi risolvere facendo vedere come poi lui, con un poco di esercizio, la materia impara a dominarla.

    Metto un 2
     
    .
  11. sgerwk
     
    .

    User deleted


    Il racconto è scritto molto bene, a parte il pezzo finale che (come hanno detto altri) si fa una fatica allucinante a leggere. Per dire, il primo segmento, quello che emula un tema scritto da un bambino, è più semplice ma soprattutto molto più corto, quindi risulta molto meno arduo da leggere.

    Per quello che riguarda la parte centrale: tutto scritto molto bene, ma non dalla terza parte in poi si fa un po' fatica a capire cosa esattamente sia successo: ok, lui da bambino ha cambiato casa, niente di strano; poi quando era intorno ai 20 (presumo) è andato in Canada a studiare; già quando prende l'astronave non è chiarissimo il perché; i pezzi successivi sono ancora più oscuri. Capisco che l'idea era quella di concentrarsi sui trasferimenti piuttosto che sui pezzi intermedi, ma forse avresti dovuto dare qualche indicazione in più per far capire meglio il contesto in cui le cose succedono.

    Voto: 3

    "ero piccolo e non ricordo niente" a 6 — 7 anni dovrebbe ricordare qualcosa, secondo me

    "ricercati su internet" cercati

    "qui in italia sarebbero facili" Italia (maiuscola)

    p 3rmel'u9tim;p rte 4' ver mwt
    edif fi; — led a l3wwwere


    QUOTE (CMT @ 2/5/2010, 22:57)
    QUOTE (Piscu @ 2/5/2010, 18:47)
    Mamma ha detto che siamo pronti e domani andiamo nella casa nuova. Ci sono tutte le scatole aggiro

    "aggiro"? :huh:

    Autore toscano? :woot:
     
    .
  12. Fini Tocchi Alati
     
    .

    User deleted


    Un'idea molto bella!
    SPOILER (click to view)
    Come Daniele, e pur con qualche difficoltà, ho trovato la parte finale "giusta". Anzi, ora che me ne redndo conto, credo che il racconto non poteva finire altrimenti.
    L'unico appunto che posso farti riguarda la monotonia delle situazioni e della narrazione che, purtroppo, è un difetto quasi insito allo stile direi "epistolare" (o meglio, da diario) che hai deciso di usare.

    Comunque, ti becchi un 3 pieno.
     
    .
  13. Piscu
     
    .

    User deleted


    rispondo a qualche osservazione sparsa.


    in generale, le opinioni contrastanti rispecchiano più o meno le mie stesse impressioni sul racconto. da una parte mi piace l'idea, e il senso di crescita (anche circolare) che più o meno volevo trasmettere, dall'altra non sono sicuro di averla sviluppata nel modo migliore, e comunque del fatto che possa risultare davvero interessante. quindi in un certo senso il fatto che non ci sia un'opinione dominante mi conforta.


    sull'espansione del racconto: certo, potrei, perchè narro l'arco della vita di un uomo che segue un bel percorso. ma, mi chiedo, a parte i momenti in cui avvengono i "traslochi", cos'altro di interessante (e di non già letto/visto) potrei trarne? raccontare la sua vita da universitario, o l'imbarco sull'astronave non penso ne aumenterebbe di molto il valore.
     
    .
  14. Idrascanian
     
    .

    User deleted


    Mi è piaciuto. Un'idea molto potente, forse non sviluppata al meglio, ma di sicura efficacia. Mi unisco al coro per la parte finale, davvero pesante. Bruttina anche la scrittura "da bambino".
    Nonostante questi difetti ho apprezzato molto la tematica affrontata e quell'atmosfera di nostalgia che aleggia in tutto il racconto. E' un racconto dall'ottimo potenziale, quindi dico 3, non pieno ma 3. A rileggerti!
     
    .
  15. Dylan!
     
    .

    User deleted


    A me è piaciuta più l'idea del resto. L'idea di questa deframmentazione nel corso del tempo. Quasi, almeno per quello che ho visto io, un ritorno alle origini. La parte finale è forse quella che ho apprezzato di più. Sì, ho faticato. Ho letto a voce alta e mi sembravo uno scemo (che poi, in effetti, è quasi come parlo io ehehehe). Però m'è sembrato un qualcosa di diverso, messo giù con coraggio. Leggevo e credevo di essere Hal9000 mentre venivano tolte le schede una a una.
    Complessivamente non mi ha dato la completezza che mi aspettavo. Forse un po' dispersivo soprattutto nella parte centrale, la casa adulta insomma, e il Diario di bordo. Io credo abbia faticato di più tu a scrivere in quel modo che io a leggere. E apprezzo anche questo.
    Un tentativo da migliorare ma valido. Sì, l'idea di questa specie di immortalità cerebrale mi è piaciuta.
    Arrivo al 3 senza nessuna fatica.
     
    .
15 replies since 2/5/2010, 17:47   245 views
  Share  
.