Confessioni
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Confessioni

di Stefano Pastor - 35mila caratteri

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  1. marramee
     
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    - RIMOSSO -

    Edited by marramee - 17/5/2011, 11:56
     
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  2. black cat walking
     
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    Gulp. Bravo, dopo MC mi ripeto, ma c'è poco da fare, se uno è bravo è bravo. Ho fatto proprio bene a leggere iniziando da Daniele e te... per inibirmi è una scelta ottima. :blink: Va be'... Basta convenevoli, passiamo alle critiche :)
    In realtà è una sola, il finale che, secondo me, dopo l'eccellente lavoro di preparazione, è sceso di un livello rispetto al resto. Non so come dire, è talmente sorprendente tutto l'insieme, che, come lettore, non posso restare interdetto su un punto così semplice: se per muoversi aveva bisogno dei corpi ("Perché devo muovermi. Perché è l'unico modo di uscire nel mondo."), come ha fatto a entrare nel confessionale le volte precedenti e come ha fatto a scendere dal piedistallo, poco prima della fusione? Non so, è come se quella spiegazione al terzultimo rigo fosse eccezionalmente di troppo. Spero di esserti stato utile.
    Il voto oscilla tra 3 e 4. Non lo darò subito perchè devo capire come muovermi tra i giudizi.
    Comunque sia, complimenti.

    EDIT :ph34r:
    Dopo aver letto tutti i racconti, mi decido per il 3.
    Alla prossima!

    Edited by black cat walking - 6/6/2010, 18:44
     
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  3. marramee
     
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    Grazie per la lettura.
    Forse temo di non essermi spiegato bene io, nel finale. Ora lo rileggo.

    SPOILER (click to view)
    Per "muoversi" io intendevo appropriarsi dei corpi umani e invadere il mondo intero, non strisciare un paio di metri. Forse avrei dovuto usare la parola "espandermi"?
     
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  4. black cat walking
     
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    CITAZIONE (marramee @ 1/6/2010, 18:40)
    Grazie per la lettura.
    Forse temo di non essermi spiegato bene io, nel finale. Ora lo rileggo.

    SPOILER (click to view)
    Per "muoversi" io intendevo appropriarsi dei corpi umani e invadere il mondo intero, non strisciare un paio di metri. Forse avrei dovuto usare la parola "espandermi"?

    Ecco, così mi torna.
    Secondo me "espandermi" va benissimo, però anche alla frase dopo serve un piccolo cambio da "uscire nel mondo" a "conquistare il mondo", o qualcosa di simile.

    Un'altra cosa che mi è venuta in mente dopo: il particolare della foresta vergine l'ho notato subito, alla prima lettura, forse perchè è un po' troppo isolato. Se al rappresentante gli fai elencare solo un paio di altre spacconate (vernici di persia, piuttosto che metalli del sahara), secondo me lo nascondi meglio e il dubbio, tra et, diavoli e natura vendicatrice, dura un po' di più.
     
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  5. Gordon Pym
     
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    Un buon lavoro marramee, ben scritto e ben architettato.
    Se proprio devo esporti un dubbio,
    SPOILER (click to view)
    ti dico che il consiglio di Padre Anselmo di andarsene dalla chiesa mi sembra un pretesto debole per scatenare tutto ciò che ne consegue. Se il dispiacere della pianta era quello di non aver conosciuto altro al di fuori della sua foresta, è ovvio che uscire dai propri confini sarebbe stata la soluzione al problema. Per questo ci vedrei bene un'assoluzione, o un sacramento da parte del prete verso la figura dentro il confessionale, tale che mischiata alle qualità già intrinseche della pianta causi i poteri necessari al verificarsi degli eventi finali. Non so, te la butto lì, poi magari ti può sembrare un'idea ridicola.
    Comunque voto 4.

    Ciao

    qualche appunto

    CITAZIONE
    «E non avresti voluto esserci?»

    mi suona meglio: e avresti voluto non esserci?

    CITAZIONE
    Provò una strana sensazione, di fronte alla porta d'ingresso, il desiderio di chiuderla.

    non mi convince la punteggiatura - o la struttura.

    CITAZIONE
    «Ti hanno violentata?»
    Un lungo silenzio. «Mi hanno portato via.»
    Fu allora che Padre Anselmo notò l'incongruenza, poiché il suo interlocutore parlava di sé stesso come se fosse stato un maschio.

    a dire il vero non è un errore non accordare il participio al femminile con ausiliare avere; anzi, c'è chi considera preferibile non farlo.
    CITAZIONE
    «Non facevano parte di me. All'inizio non me ne sono reso conto,

    se l'incongruenza Padre Anselmo l'avesse notata qui, ci avrebbe preso ;)

    CITAZIONE
    Quando i rumori esterni e i bisbigli crebbero al punto di raggiungerlo anche nel suo nascondiglio, Padre Anselmo trovò il coraggio di uscire fuori.

    secondo me ci vuole il trapassato remoto: furono cresciuti
     
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  6. margaca
     
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    Bel racconto, senza dubbio, scritto bene e scorrevole, il migliore che ho letto fino a ora. A me, però, il finale sinceramente non è piaciuto, forse perchè mi aspettavo qualcosa di diverso. Comunque un 3 abbondante te lo do.
     
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  7. Fini Tocchi Alati
     
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    Mar! Altro bel racconto.
    SPOILER (click to view)
    Dunque: mi accodo al commento di Gordon. Anche a me le parole del prete sono sembrate un prete-sto debole perché si potesse scatenare l'inferno.
    Poi: ho trovato uno scollamento tra la prima parte - quando cioè l'essere è estremamente misterioso e povero di parole - e la seconda parte - quando cioè diventa un fiume in piena che manco una pettegola! :P
    Ancora: tutta la prima parte, per quanto ben scritta, mi è parsa un po' ridondante. Secondo me, ci sono troppi dialoghi tra il prete e l'essere. Peraltro, questi dialoghi si ripetono un po' dando la sensazione che il racconto ristagni.
    Infine: sì. In effetti il finale mi pare un po' buttato lì. Intendo proprio l'ultimissima frase. Mi pare chiuda in modo troppo frettoloso una vicenda estremamente sottile.

    In definitiva, ti becchi un bel 3. Pieno e abbondante.
     
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  8. marramee
     
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    Grazie a tutti per la lettura.

    Una spiegazione
    SPOILER (click to view)
    che poi è il concetto stesso della storia. Questo "Dio" è un albero. Una pianta. Immobile e immutabile da sempre. Non riesce neppure a concepire il concetto di muoversi e andare via finché non è il prete a dirglielo. È proprio fuori dalla sua mentalità l'idea di spostarsi. Di prendere e girare per il mondo. È sempre vissuto in un microcosmo, dove lui era ogni cosa, e ora è quella chiesa il suo nuovo microcosmo. Solo quando il prete gli fornisce la soluzione, si mette a ragionare su "come" fare per spostarsi e andare nel mondo, e trova il sistema.

    Forse non ho spiegato bene il concetto di
    spostarsi/essere spostato=male
    che poi coincide con
    dividersi/essere diviso=male
    almeno finché non sarà il prete a convincerlo dell'opposto
     
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  9. Pecorella75
     
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    Guarda, il racconto mi è piaciuto parecchio, non è il primo tuo che leggo, e devo dire che hai delle belle intuizioni.
    Io non ho avuto grossi problemi a interpretarlo nella giusta maniera, e ti dirò che comunque, proprio per gusto personale, trovo più intriganti i racconti dove alla fine rimane qualche dubbio, piuttosto che quelli dove è spiegato tutto in ogni dettaglio.

    Detto questo, mi riallaccio all'analisi di Fini tocchi alati: nella prima parte hai esagerato con i dialoghi balbettanti e spesso ripetitivi. Ti dirò che forse, se non fosse stato che lo dovevo leggere tutto per forza, mi sarei stancato prima della fine. E mi sarei perso un bel finale, che mi è piaciuto molto.
    Con una bella tagliuzzata gli avrei dato 4, invece ti darò 3, ma bello abbondante.
    Complimenti anche per lo stile, scorrevole e pulito.
     
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  10. RobertoBommarito
     
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    Ciao,

    scritto bene, pecca però in alcuni passaggi (mi riferisco ai dialoghi) che secondo me si potrebbero benissimo eliminare dal racconto senza impoverirlo, anzi, ne beneficerebbe. è un po' come se alcune parti fossero state allungate troppo, inutilmente. mentre altre sono state tagliate corto, forse troppo. manca un senso di equilibrio generale.

    comunque lo stile mi è piaciuto, così come l'idea di base del racconto. voto 3.
     
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  11. VdB
     
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    Voto tre.
    SPOILER (click to view)
    Ti dico subito che è difficile dare delle motivazioni dettagliate al giudizio senza correre il rischio di risultare poco chiaro. Racconto che racchiude una traccia morale che a mio avviso non sei riuscito a gestire al massimo, sia nello sviluppo confessore/confessato, sia per il finale. Troppo complesso dire quel che non mi quadra, però il punto centrale è questo: si tratta di un Dio albero o di un essere albero? C’è una differenza di fondo non da poco. Io ho intravisto più la creatura che non il creatore.
    Per il resto la storia va presa per quel che è. A mio avviso, la fisicità della statua che riesce a colloquiare con l’umanità del prete non regge proprio perché agisce qualcosa di più vicino a “noi” e non a “lui”. Hai voluto umanizzare una forma che doveva restare legata al legno, un legno che per di più può inglobare altre forme. E proprio per questo ti chiedo: perché a mostrarsi è la statua di Santa Chiara e non una delle panche o delle altre statue? Perché l’ingenuità dell’essere fa sì che si lasci smembrare senza opporsi e poi bastano delle mezze frasi per fargli scattare una co(no)scenza devastante?
    Piccole pecche nello stile sono i dialoghi che alla lunga anziché dare dei contorni accattivanti e misteriosi alla “confessione” finiscono con lo stancare.
    Qualche appunto nelle parti descrittive della storia, che sono appunto fin troppo... descrittive. Alcuni esempi:
    CITAZIONE
    Si fermò dinanzi all'altare, proprio di fronte all'alta statua in legno di Gesù sulla croce...
    Tornò indietro, raddrizzò le candele davanti all'immagine di Santa Chiara, poi attraversò la chiesa e s'inginocchiò davanti alla statua di San Francesco.

    CITAZIONE
    Padre Anselmo tirò sul prezzo, ma il rappresentante, che lo conosceva bene, si era già premunito ritoccandoli leggermente in modo da potergli concedere uno sconto. Quando andò via erano entrambi soddisfatti, ciascuno dei due convinto di essere stato il più furbo.

    Qui qualcosa non mi torna:
    CITAZIONE
    Padre Anselmo si guardò intorno, soddisfatto. La sua chiesa stava diventando ogni giorno più bella, il Signore ne sarebbe stato felice. Si trovava in quel quartiere già da dieci anni, e i primi tempi erano stati molto difficili. Allora aveva a disposizione solo un grande stanzone che in passato era stato una palestra, ma grazie alla generosità dei suoi parrocchiani la chiesa era cresciuta, giorno dopo giorno.

    Davvero una chiesa può essere consacrata in questo modo, partendo da un locale adibito a palestra?

    A rileggerci
     
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  12. marramee
     
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    Sempre grazie a tutti per la lettura.

    Due spiegazioni:
    SPOILER (click to view)
    Innanzi tutto non è detto che sia un dio. Lui crede di essere Dio, perché nel microcosmo da cui proviene lui era ogni cosa. Ma era appunto un microcosmo, non aveva cognizione che fosse tale, che esistesse "altro".
    Poi, come ho già detto prima, anche se a noi il concetto di muoversi può sembrare logico, a una pianta, che mai ha avuto necessità di farlo, potrebbe essere un concetto così fuori dalla sua immaginazione che non lo ha mai preso in considerazione. Per questo è necessario che sia il prete a spiegarglielo.
    Per la stessa ragione non ha mai preso possesso di corpi, perché era convinto di essere già ogni cosa.
    Sulla fisicità della statua sono d'accordo, fino alla fine sono stato incerto se lasciare il confessionale vuoto (dopo tutto il collegamento col prete è solo telepatico). Se ho optato per una statua è stato solo per dare... "fisicità" al racconto, e non lasciarlo solo in campo filosofico. Un po' teatrale, lo ammetto.

    Quanto alla palestra consacrata... ehm... quello è proprio un fatto reale! La mia parrocchia era così! All'inizio solo una stanzone, mi pare adibito precedentemente a palestra, poi con gli anni il prete ha raccolto i soldi per costruire una chiesa vera.
    In quanto ai troppi dialoghi... mi sa proprio che farò una potatura.
     
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  13. VdB
     
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    CITAZIONE
    In quanto ai troppi dialoghi... mi sa proprio che farò una potatura

    Non che il difetto sia la quantità, ma la ripetitività dei concetti a essere un problema. per assurdo potresti ampliarli, entrando più sullo specifico per mostrare la crescita di coscienza della creatura, aiutando il lettore a seguire questa trasformazione, anziché puntare solo a tirare per le lunghe la rivelazione sull'effettiva "natura" dell'essere...
     
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  14. Daniele_QM
     
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    Eccomi a te.
    :)
    Allora, parto subito dicendoti che il racconto è "tipicamente" tuo. Nel senso: quando leggo qualcosa di strano, originale, poi c'è il tuo nome sopra. Su questo non si discute, non sei uno a cui si può dire che ha scritto qualcosa di non originale. E se per una volta capiterà, amen. Sarai stato originale per mancanza di originalità.
    Okay, scioglilingua a parte, veniamo al sodo:

    SPOILER (click to view)
    Trovo pregi e difetti in questo pezzo.
    Parto coi difetti: il dialogo iniziale. Secondo me padre Anselmo abbocca troppo presto all'amo. Cioè, è chiaro che quella figura lui la sente aliena e che ciò influisce su tutto ciò che si dicono, ma parte troppo presto con le domande esistenziali e pseudo-filosofiche. Secondo me sei partito in quarta con l'idea di una confessione "speciale", ma inizialmente lui dovrebbe pensare di fare una confessione normale. Troverei molto più credibile se al primo incontro non raggiungano alcun tipo di intesa e magari lui si spazientisca in maniera anche pesante, ritenendolo uno scherzo di cattivo gusto.
    A metà ho intuito che la "cosa" era il legno. Appena hai detto che si trovava nella foresta ho capito. Ma forse non è un male, dopotutto.
    Sempre sui dialoghi: padre Anselmo fa troppe domande uguali o simili e altrettante ne rivolge a se stesso. Taglia. Rileggilo con calma e alleggeriscilo delle ridondanze.
    Il finale: l'idea che sia il prete a suggerire all'albero di muoversi per accorpare altri esseri viventi mi piace. Funziona anche, credo. Il finale è lugubre, ma potresti renderlo ancora più cupo. Ti soffermi poco sui dettagli qui (anzi in generale, in questo racconto ne hai dati pochi credo). Qualche descrizione o pensiero o emozione più densa nel finale ci sta.
    Infine: forse padre Anselmo indugia un po' troppo in trattive con gli operai. Mi sento di dire che forse quelle parti potrebbero essere più veloci.

    Nel complesso un lavoro molto buono che però tengo sul 3 per gli appunti che ti ho fatto poc'anzi.
    ;)
     
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  15.  
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    Amante Galattico

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    SPOILER (click to view)
    Devo dire che a un certo punto avevo intuito qualcosa del genere, visto che a un certo punto l'essere misterioso si capisce che non è un umano o simili e neppure un angelo, anche se pensavo che la cosa si sarebbe rivelata qualcosa di più etereo, di più naturalistico in senso lato... mentre qui si tende un poco a scivolare nella vendetta dell'albero più che della Natura...
    e in effetti il finale sa un poco del mostro di turno, cambia solo la natura (!)del mostro.
    Detto questo mi è piaciuto comunque il soggetto, ma non sono convintissimo delle modalità di esecuzione.
    Intanto giurerei di aver letto cose tue più scorrevoli a livello di descrizioni, mentre a tratti questo non lo è... tipo, per esempio, "Allora aveva a disposizione solo un grande stanzone che in passato era stato una palestra, ma grazie alla generosità dei suoi parrocchiani la chiesa era cresciuta, giorno dopo giorno."
    E' anche vero che è molto, forse troppo spostato sul versante dialoghi, tanto che, avendo impostato tutto sui ragionamenti serratissimi tra prete e albero, intanto è difficile tenere a mente tutti gli elementi su cui poi scattono le azioni (io, ti confesso che mi sono perso tra quello che sembrava ripetuto e quello che non lo era), e poi pare strano che proprio chi (l'Albero) si lamentava a lungo di non capire, poi si basi su quello che deve fare dall'epilogo di questi lunghi ragionamenti... che chi si lamenta dei comportamenti umani, poi si adegui a essi.

    Comunque metto un 3, di poco, ma 3

    VARIE
    -"...debole lumicino la sovrastava illuminando..." - AARGHHH!
    -"Presto, molto preso," - refuso
    -"...una simile bravata" - bravata?
     
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