Non so da dove provenga questa spinta, ma sento un calore incredibile scorrere nelle vene come se il mio corpo fosse attraversato da un fiume in piena.
No, non è un buon incipit. Non mi chiedere perché ma non è una buona frase di apertura. Troppo "fatta", con quel "incredibile" da cassare e quel fiume in piena che è troppo scontato. Che cosa mi sta succedendo?
togli il "che"ma è come se me li avessero cuciti.
bruttina, come espressione. farraginosa. "come fossero cuciti" molto più rapido e visivo. ciò che vedo non mi piace per niente:
"per niente" da eliminareAnnuso l’aria per capire se mi ricordi qualcosa, ma non faccio altro che provocarmi un conato di vomito,
"ricorda" e poi provocarsi un conato fa un pochin ridere
E’ come
È come, è un po’ il mio alito, un po’ il mio dopobarba, un po’ i miei vestiti, la mia stessa pelle…sono io a fare questo cattivo odore!
io capisco che è una prima persona, e che in teoria sarebbe giustificato tutto, però uno che parla così sembra proprio un tordo, quindi cercherei, (a meno che non si voglia dargli una caratterizzazione particolare) di essere più corretto. Questo "è un po'" è troppo colloquiale e sta per "in parte"Chiudo e riapro gli occhi, sperando che si siano abituati alle tenebre che mi circondano, ma nulla, continuo a vedere solo nero.
ma se sono aperti come pensa che chiudendoli si abituino alle tenebre? suvvia! Confessa... è il figlio di bossi questo qua.
Dove sono? Perché c’è questo silenzio e quest’opprimente sensazione di vuoto?
Allora, senza cattiveria, questa è la frase dove io avrei deciso di smettere di leggere. Te lo dico perché se io fossi un lettore normale, e non fossimo in una situazione particolare come questa, a questo punto del racconto sarei parecchio irritato e annoiato. la soggettiva di tizio che si sveglia al buio nel vuoto e nelle tenebre e ce lo descrive riesca a fare a essere una buona tortura (credo la usino in corea contro i nemici del partito ) Diciamo quindi che bisogna metterci altro nelle prime righe... ma tutto ciò che vedo è me stesso andare a letto dopo la consueta passeggiata serale con mia moglie,
toglierei "tutto" e poi quel "ciò che vedo è me stesso" è bruttino, da leggere.Sembra essere tutto attorno a me, tranne forse sotto di me,
a me-- di meil fiato mi si blocca, il cuore mi si ferma…
argh! togliere "mi".
sono dentro una bara!
azz, ma va?! e quindi tanto ne sei uscito, giusto? visto che sei qui a raccontarcelo. Questo racconto sta prendendo una brutta piega... spero in un colpo di scena coi controfiocchi eh..In un attimo di lucidità poggio nuovamente le mani sul legno sopra di me e
No no, se è in una bara questa cosa non la fa, non riesce a piegare i gomiti per farlo. Cerco di rimanere lucido e calmo, ma davanti ai miei occhi continuano ad affollarsi migliaia di immagini: mia moglie, mio figlio, la mia casa, il mio vecchio lavoro, amici, parenti e centinaia di persone di cui non ricordo neanche il nome.
Non credo che succeda questo se uno si sveglia in una bara. dubito fortemente che gli sovvengano queste centinaia di immagini. Solo il terrore, il panico, o la pazzia, forse.Mi hanno appena sepolto o sono qui da decine e decine di anni?
no, direi che anche questa domanda è innaturale, credo.Magari sono andato in morte apparente e nessuno se n’è accorto…
dov'è che è andato? frase errata.Improvvisamente un barlume di speranza si riaccende dentro di me, forse non tutto è ancora perduto.
«Che faccio? Urlo? Chiedo aiuto?» Sento che la mente va schiarendosi. «Magari qualcuno mi sente, magari la bara è stata appena chiusa e sono ancora tutti qui attorno, forse se batto con violenza mi sentono…»
Anche qui difficile immaginarsi che si metta a parlare da solo dicendosi queste parole. Molto, molto inverosimile. In realtà qui ce la sta raccontando, è come un attore che è in radio e recita per far sapere agli ascoltatori la sua situazione. Ma non va bene, noi siamo lettori, dobbiamo immedesimarci nella prima persona. gridare e basta, probabilmente, fino a rimanere afoni. Come succede dopoNiente da fare, sono ancora qui. A questo punto non mi rimane che aspettare di morire, chissà come sarà, chissà come sarà morire sapendo di star per morire.
morire morire morire Me lo sono sempre chiesto durante la mia lunga vita,
ha la vita lunga, i figli piccoli e pensa che fra vent'anni apriranno la bara... mmm L’unico pensiero adesso è rivolto alla mia famiglia, ad Alessia e Davide,
i nomi vanno tirati fuori prima, qui è tardi, siamo a metà racconto.
Che destino beffardo mi è stato serbato!
è diventato un cavaliere medievale? più probabile che fiocchino parolacce e bestemmie.Che siano già arrivati i famigerati vermi?
famigerati?!? Ripenso ancora ai racconti letti da bambino
è la terza volta... non sa fare altro? e mi immagino un vecchio curvo
togliere "mi"«Liberatemi, liberatemi!» Urlo.
Okay, è biagio antonacci! No dai, scherzo, ma non ho resistito alla battuata Rimasi immobile,
Rimango, sennò c'è un problema di consecuzio