Pater peccatorum

devo dire che il finale l'avevo immaginato diverso (così come lo sviluppo della storia), ma trovandomi a oltre trentamila caratteri, e non volendo tagliare quel che avevo già scritto, ho cercato di far intendee quel che accadeva, l'uomo muore privato della gioia di vivere. I figli come detto son la personificazione dei vizi (e le iniziali dei loro nomi non son casuali) ma mi occorreva almeno il doppio di cartelle per sviluppare quel che avevo in testa (compresa l'idea del bestiario medievale per ciascuno dei vizi esposti). L'importante è l'indicazione sulla fluidità della scrittura a quella tenevo davvero.
@cat di nulla, se davvero ti ha fatto piacere la macellazione ci possono scappare anche due o tre pugni sullo stomaco

direi di sì, almeno fino a quando è possibile restituirli

Probabilmente sono sfacciato, ma sono nuovo, quindi...
Scherzi a parte, quando hai 10 minuti, se davvero non è un problema, potresti passare a leggere la mia "creatura"? Ho dato fondo a mannaia e scalpello, e anche se non ho ascoltato proprio tutti i tuoi consigli (il titolo, per esempio, è sempre lo stesso, ma non per testardaggine) mi pare di essere arrivato a un buon punto.
Magari mi levi lo scarso e mi dai 2 pieno...
A prescindere, grazie per il tuo tempo.

L'ho trovato davvero interessante e, nonostante la pesantezza di alcuni passaggi, me lo sono gustato fino alla fine. Quasi fino alla fine.
Il finale, in effetti, è un po' troppo cervellotico (ho già letto quissù i problemi anche di "scadenza" che hai avuto).
Aggiungo che, forse, è anche troppo frettoloso, soprattutto rispetto a una storia complessa che hai diluito con abilità.

C'è un appunto che mi vien da fare su Uberto. In effetti, dal racconto pare essere un possidente (una sorta di feudatario addirittura) e tuttavia ce lo presenti sempre come un "semplice" porcaro.
Se porcaro è, inoltre, mi pare che la sua personalità sia fin troppo complessa. Anche quel che dice, come lo dice e i dialoghi che tiene con Goffredo mi paiono troppo per lui.

Ho editato quanto segnalato da te e da Cat, togliendo (almeno spero di averlo fatto dappertutto) i riferimenti ai possedimenti dei terreni.
Rispetto ai dialoghi tra Umberto e Goffredo, ho cercato di differenziarli, capisco che posso fare ancora meglio e così, pian piano, farò! grazie ancora.

al di là di queste sottigliezze, e della frase finale che si interrompe a metà ?!?!
devo dire che il registro è adeguato e molto buono. Inutile discuterne, è così che dev'essere. La struttura a ripetizione tipica delle fiabe è corretta, ma ha un difetto di fondo: è troppo lunga. Senza se e senza ma. C'è proprio un eccesso di parole, che abbinato a questo tipo di struttura a corsi e ricorsi, rende il leggere faticoso e, alla lunga, ci si stufa. nelle fiabe è proprio la rapidità che permette lo stare in piedi di una struttura simile. Qui invece si continua come se fosse un racconto, ed ecco da lì la fatica nella lettura. E' un difetto, perché se si fosse riusciti a equilibrare meglio la lunghezza del racconto con la struttura classica, beh, era un ottimo pezzo.
Resta anche un altro fatto: non si crea suspence, durante, ma solo alla fine. Il lettore è così assuefatto alla fiaba che non valuta nemmeno il mistero insito del rapimento dei suoi figli. Solo a fine racconto viene messo di fronte alla domanda, così come avviene per il padre peccatorum, e la risposta che gli si dà è troppo breve e sfuggente per lasciare soddisfatti.
Sì, okay, va bene... posso pensare io, lettore, a come interpretare le linee generali tracciate dall'ultima ventina di righe, ma di grazia (ho pensato) ho fatto tutta questa fatica ad arrivare fin qui e me ne vuoi far fare ancora? Tutto questo per dire che alcune pennellate in più di chiarezza finale e alcune pennellate più concise in tutta la parte precedente avrebbe bilanciato meglio il racconto. Peccato, perché dopo poche righe, e finalmente non trovandomi a dover correggere nulla, mi son detto: "a questo gli dò 4". Invece no, a questo gli dò 3. meritatissimo, ovvio, perché è stata comunque una piacevole lettura, anche se lunga