racconto impegnativo... non l'ho letto durante la RR perché ai tempi ero già uscita
quindi non posso notare le differenze con la prima versione. Mi è piaciuto specialmente il modo in cui descrivi tutto quello che circonda il protagonista: un ritratto della realtà (a partire dalle piccole cose, come la
"tovaglia della cena precedente" che lo aspetta al suo rientro a casa, e le
"macchie di marmellata e una tazzina dove il caffè aveva formato un anello scuro e incrostato"). Il personaggio è molto borderline, affascinante. Non è chiaro se il suo comportamente sia causato da una vera e propria patologia mentale o no, ma non è sempre un bene dare troppe spiegazioni. Suggestiva e malinconica anche la descrizione di Palermo
Segnalo:
CITAZIONE
mi passato dietro e mi aveva dato un buffetto sul collo.
Ti sei mangiato un "era".
CITAZIONE
Quello che mi aveva ascoltato, quello che mi aveva portato da mangiare costringendomi a ingoiare un boccone dopo l’altro quando riuscivo solamente a piangere, quello aveva cercato di fare qualcosa della mia vita diventata troppo pesante.
Qua ti sei cibato di un "che".
CITAZIONE
Sembrava meravigliato si poter udire le mia voce.
Meravigliato "di".
Bene... sarebbe un 3 e mezzo, ma mi allargo a 4.