Il primo
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Il primo

Racconto light - 13.3K

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  1. kaipirissima
     
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    voto 3

    SPOILER (click to view)
    La prima lettura è stata molto faticosa, tanto da farmi pensare che fosse scritto male. allora ho aspettato un po' e l’ho riletto.
    È scritto bene. Però un po’ "mi da fastidio" il fatto che bisogna già sapere di cosa parli il racconto prima di poterne apprezzare la scrittura. È veramente una cosa strana.
    All’inizio del racconto una frase mi lascia un po’ confusa:
    Scesi in cantina, rintanato tra bottiglie e damigiane, un prosciutto pendente dal soffitto e la scala a pioli messa per lungo, poggiata a due chiodi arrugginiti ficcati nella parete grezza, tra una pietra e l’altra. (Ogni tanto spiavo il riquadro di luce l’unico volto che scorgevo era quello di Sandro Mazzola che sorrideva a braccia conserte attaccato alla mezza anta rimasta accostata; la sua figurina era un perfetto bersaglio per le freccette.)
    Me ne stavo frenetico a impastare cemento, calce e un po’ di terra – sabbia non ce n’era – come spesso avevo visto fare da papà. Ero inviperito per il solito pistolotto di mia madre: Guarda come ti sei ridotto…

    Il senso ultimo credo sia quello da me sottolineato. Tra parentesi ho selezionato l’inciso più interessante.
    Capisci quanto bisogna scorrere? Così tanto che la frase che inizia con Scesi in cantina, rintanato tra bottiglie e damigiane bla bla bla, manca di verbo. Cioè scesi in cantina, ero rintantato tra bottiglie e damigiane e…? cosa? Devo aspettare due frasi e andare a capo! Troppo.

    So che il tuo stile è questo ma io una proposta la faccio lo stesso:

    Scesi in cantina, rintanato tra bottiglie e damigiane, me ne stavo frenetico a impastare cemento, sopra la mia testa pendeva un prosciutto e alle mie spalle una scala a pioli messa per lungo, poggiava su due chiodi arrugginiti ficcati nella parete grezza, tra una pietra e l’altra.
    Mentre miscelavo la calce con un po’ di terra – sabbia non ce n’era – come spesso avevo visto fare da papà, ogni tanto spiavo il riquadro di luce dove l’unico volto che scorgevo era quello di Sandro Mazzola: sorrideva a braccia conserte attaccato alla mezza anta rimasta accostata. La sua figurina era un perfetto bersaglio per le freccette.
    Ero inviperito per il solito pistolotto di mia madre: Guarda come ti sei ridotto…

    Ad un certo punto dici riferendoti a sua madre:
    Lei aveva altri pensieri che non badare a me.
    Credo sia più corretto dire: Lei aveva altri pensieri che badare a me.

    Mi è piaciuto come con pochi tratti hai dato le coordinate temporali del racconto: M. Bosè, Candy Candy.

    Il racconto è carino, anche se non mi ha conquistata. Sinceramente trovo un po’ strano che sua madre faccia dei paragoni con il bambin Gesù. Con il cugino, sorella, fratelli ecc. OK, ma io non credo di aver mai sentito dire, guarda Gesù bambino come è buono, devi essere come lui… a casa tua accadeva questo? in fondo Gesù non era proprio un bambino tranquillo.

    Voto 3
     
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21 replies since 30/6/2010, 23:36   476 views
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