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POMERIGGIO D'ESTATE
Pieri era arrotino da tre generazioni. Il mestiere l’aveva appreso da suo padre che a sua volta l’aveva imparato dal nonno, il quale non solo sapeva tutto delle lame, ma anche sulle donne. Una perizia questa conquistata in tempo di guerra, quando al grido del nonno, riformato perché unico maschio di una numerosa famiglia, rispondeva l'eco di molti letti vuoti. E così di generazione in generazione, tra guerre ed emigrazione, i giovani Villeri erano stati iniziati non solo ad affilare le lame, ma a dotare di un bel po' di corna tanti mariti lontani. Il progresso poi aveva travolto tutti i piccoli mestieri e il benessere, vero o presunto, aveva inaugurato, insieme alla plastica, l'era dell'usa e getta. Sempre meno erano quelli che richiedevano la competenza dell'arrotino; d'altra parte di lame come quelle di una volta ce n’erano poche. Per questo, ma anche per una stanchezza dell'anima, Pieri trascorreva il tempo al bar della Nella, con uno o più bicchieri di vino a fargli compagnia. I discorsi rincorrevano le notizie della cronaca regionale, e uno più degli altri sembrava quel giorno appassionare i pensionati. - Ieri hanno portato in questura Carmine - disse Toni. - Il giardiniere, quello ritardato? - chiese Luigi. - Già, secondo me non sanno più che pesci pigliare, vedrai che tra poco, avendo eliminato dai sospetti familiari e amici, toccherà a un poveraccio risollevare l'onore della polizia. - Brutta storia - commentò Marietta mentre puliva con la scopa il marciapiede. - E tu Pieri cosa dici? Tutti sapevano che il vecchio arrotino si era fatto vent'anni di galera per una storia di gelosia, ma Pieri non rispose, ingurgitò il bicchiere di Merlot e si alzò mostrando loro le spalle. - Brutta storia quella - riprese Marietta, per nulla offesa dall’atteggiamento del vecchio - tutti a incolpare il Pieri, mentre era il marito che, zitto zitto, aveva accoltellato la moglie. Quante coltellate? Otto? - Era bella Loretta - ricordò Giovanni - una femmina fatta come dio comanda. Ogni volta che veniva al mercato, i putei se la contendevano per portarle le borse. La voce un po' veneta dell'ortolano raggiungeva appena Pieri che, al nome di Loretta, era sprofondato nei ricordi della giovinezza. Sembrava ieri quando Nucci gli era venuto incontro dicendogli che aveva del lavoro per lui. Il cuore aveva mancato un battito quando lei lo aveva accolto con quel vestito a fiori sulla porta. Era così bella, nessuna tra le le donne che aveva conosciuto aveva la sua grazia, i suoi occhi. Giunto sull'uscio lo aveva fatto entrare un po' impacciata, schernendosi con Nucci che le stava appiccicato alle sottane, neanche fosse sua madre. Gli aveva mostrato il coltello e timida gli aveva chiesto se fosse possibile farlo tornare nuovo. Un vecchio coltellaccio pesante dalla strana impugnatura. Non sapeva allora che quell'immagine non lo avrebbe più abbandonato. Di nuovo la rivide lì, riversa a terra, il bel vestito stracciato e macchiato di rosso. Loretta. Intanto dall'osteria giungevano le voci che rammentavano per l'ennesima volta i fatti. - … il marito testimoniò che la moglie aveva chiuso una morbosa relazione con Pieri, il quale, abbandonato per la prima volta in vita sua, non ne volle sapere di lasciarla in pace. Le aveva scritto una lettera, carica di passione, in cui minacciava di fare una pazzia se lei l'avesse lasciato. L'amava, non si sarebbe rassegnato, era pronto a tutto pur di non perderla. La mostrò ai giudici a prova delle sue affermazioni, offrendo loro un valido movente per l'omicidio. Le voci del bar lo inseguivano, rincorrendo i suoi ricordi. La lettera. Ne aveva scritte poche, semianalfabeta com'era. Forse un poeta avrebbe saputo descrivere il suo stato d'animo con dolci e tristi metafore, ma il suo cuore giovane e impetuoso aveva inciso su quella carta tutta la sua disperazione, tutta la rabbia che provava nei confronti dell'amante decisa a chiudere per sempre la loro storia. Una lettera piena d'amore e non piena d'odio, com'era stata poi interpretata al processo. Ricordava ancora che, superata la crisi, Loretta si divertiva a leggerla, sussurrando al suo orecchio quelle parole di fuoco, ridendo poi con civetteria arrendevole quando Pieri, con un orgoglioso disappunto, la rovesciava sul prato e la faceva sua. - Solo la lettera era contro di lui? - continuò Toni. - La lettera e il fatto che fosse lì vicino al cadavere e non tentasse in alcun modo di difendersi. Nessuno aveva capito perché non si fosse difeso gridando la sua innocenza, anche ora, osservandolo, sembrava non gli importasse nulla della libertà guadagnata. - … poi, quando il marito morì, vennero fuori altre lettere che posero il caso sotto una nuova luce. - Fu merito di Nucci vero, se ti hanno liberato eh? - gli gridò dietro Toni il ferroviere, infastidito dall'atteggiamento riservato dell'arrotino. - Eh già, il figlio della sorella del marito di Loretta. Fu lui a ereditare, e quando trovò le lettere le portò subito dall'avvocato che aveva seguito il caso. Nucci era diventato uomo adesso, ma Pieri lo ricordava come l'orfanello con il moccio al naso che non voleva mai separarsi dalla sua Loretta. L'unica che fosse riuscita, dopo la morte dei genitori, a costruire, con quel ragazzino insicuro e introverso, un legame d'amore. In quegli anni era andato a trovarlo in prigione, parlavano di lei, la ricordavano. Così seppe della lettera che Loretta aveva scritto il giorno prima della sua morte, con il chiaro intento di lasciare il marito. La prova decisiva a carico di Pieri era caduta, sollevandolo da ogni accusa. - Ma chi ha ucciso la tua Loretta? - Incalzò urlando Toni. Sapeva che il caso era rimasto aperto, senza un colpevole. Loretta, dolce e bella Loretta. Stesa sul prato tra le margherite come tante volte nei pomeriggi d'estate, e lì vicino Nucci, che stringeva tra le mani un coltello insanguinato e lo guardava come se non lo vedesse davvero. Singhiozzava e tra le lacrime riviveva il folle gesto. Quel ragazzino tremante l’aveva attesa lì, il coltello nascosto nei calzoni; non voleva farle del male, voleva solo pregarla di non andare via, di non lasciarlo solo. Loretta lo accarezzava e diceva che gli voleva bene, ma Nucci sentiva che era un addio. Se ne sarebbe andata, avrebbe lasciato suo zio e l’avrebbe persa per sempre. Poi c’era stato un fischio e Loretta sorridendo si era girata per andare incontro a quel richiamo. Già non si ricordava più di lui. La rabbia lo aveva accecato. L’aveva assalita con calci e pugni e, infine, l’aveva colpita. Non si rendeva neanche conto di ciò che faceva, gli sembrava quasi di colpire se stesso. Voleva morire, scomparire. Il coltello cadde a terra quando Pieri afferrò il ragazzo. Un istinto omicida lo aveva assalito. "Cosa hai fatto? Cosa hai fatto?" Continuava a urlargli strattonandolo. Nucci non parlava più, piangeva, e quel pianto lo confondeva. Erano i singhiozzi di un bambino solo e spaventato che voleva Loretta, l’unica che l’avesse capito, amato. L'enorme conseguenza di quella folle e infantile gelosia gli aveva invaso il cuore come una marea togliendogli ogni forza, e le braccia gli erano cadute inerti lungo i fianchi. Com’era successo? Perché non si erano accorti di nulla? Avevano vissuto il loro amore dimentichi, chiuso il mondo fuori, senza vedere quanto Nucci soffrisse. Aveva preso il ragazzino tra le braccia e senza farsi vedere l'aveva portato via, aveva nascosto il coltello e poi era tornato lì ad aspettare. Loretta sembrava così quieta, non c’era traccia di paura o dolore nel suo viso, chissà forse anche lei, nell'attimo in cui Nucci le si era avventato contro, aveva capito, perdonato. Loretta se n’era andata quel lontano pomeriggio d'estate in un prato di margherite. Nucci non ricordava nulla, aveva rimosso tutto nel fondo della coscienza e viveva il presente incontrando i suoi fantasmi solo la notte. Pieri, invece, continuava a vivere mille passati, se quel giorno non avesse fischiato, se si fossero accorti di Nucci, se, se… Dentro quei sogni il suo cuore continuava ad amare, sperare e solo nel presente si sentiva prigioniero, poiché la vita lì si era fermata. Ma oggi il passato accompagnava i suoi passi per condurlo nell’unico luogo in cui poteva essere libero: oltre il ponte, dentro il bosco fino al prato fiorito. Alla vista delle margherite Pieri accennò un fischio al cielo e tra i petali apparve una mano.
Edited by kaipirissima - 23/7/2010, 10:15
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