Pomeriggio d'estate
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Pomeriggio d'estate

Cristina - 8000k

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  1. kaipirissima
     
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    POMERIGGIO D'ESTATE




    Pieri era arrotino da tre generazioni. Il mestiere l’aveva appreso da suo padre che a sua volta l’aveva imparato dal nonno, il quale non solo sapeva tutto delle lame, ma anche sulle donne. Una perizia questa conquistata in tempo di guerra, quando al grido del nonno, riformato perché unico maschio di una numerosa famiglia, rispondeva l'eco di molti letti vuoti. E così di generazione in generazione, tra guerre ed emigrazione, i giovani Villeri erano stati iniziati non solo ad affilare le lame, ma a dotare di un bel po' di corna tanti mariti lontani.
    Il progresso poi aveva travolto tutti i piccoli mestieri e il benessere, vero o presunto, aveva inaugurato, insieme alla plastica, l'era dell'usa e getta. Sempre meno erano quelli che richiedevano la competenza dell'arrotino; d'altra parte di lame come quelle di una volta ce n’erano poche. Per questo, ma anche per una stanchezza dell'anima, Pieri trascorreva il tempo al bar della Nella, con uno o più bicchieri di vino a fargli compagnia. I discorsi rincorrevano le notizie della cronaca regionale, e uno più degli altri sembrava quel giorno appassionare i pensionati.
    - Ieri hanno portato in questura Carmine - disse Toni.
    - Il giardiniere, quello ritardato? - chiese Luigi.
    - Già, secondo me non sanno più che pesci pigliare, vedrai che tra poco, avendo eliminato dai sospetti familiari e amici, toccherà a un poveraccio risollevare l'onore della polizia.
    - Brutta storia - commentò Marietta mentre puliva con la scopa il marciapiede.
    - E tu Pieri cosa dici?
    Tutti sapevano che il vecchio arrotino si era fatto vent'anni di galera per una storia di gelosia, ma Pieri non rispose, ingurgitò il bicchiere di Merlot e si alzò mostrando loro le spalle.
    - Brutta storia quella - riprese Marietta, per nulla offesa dall’atteggiamento del vecchio - tutti a incolpare il Pieri, mentre era il marito che, zitto zitto, aveva accoltellato la moglie. Quante coltellate? Otto?
    - Era bella Loretta - ricordò Giovanni - una femmina fatta come dio comanda. Ogni volta che veniva al mercato, i putei se la contendevano per portarle le borse.
    La voce un po' veneta dell'ortolano raggiungeva appena Pieri che, al nome di Loretta, era sprofondato nei ricordi della giovinezza.
    Sembrava ieri quando Nucci gli era venuto incontro dicendogli che aveva del lavoro per lui. Il cuore aveva mancato un battito quando lei lo aveva accolto con quel vestito a fiori sulla porta. Era così bella, nessuna tra le le donne che aveva conosciuto aveva la sua grazia, i suoi occhi.
    Giunto sull'uscio lo aveva fatto entrare un po' impacciata, schernendosi con Nucci che le stava appiccicato alle sottane, neanche fosse sua madre. Gli aveva mostrato il coltello e timida gli aveva chiesto se fosse possibile farlo tornare nuovo. Un vecchio coltellaccio pesante dalla strana impugnatura. Non sapeva allora che quell'immagine non lo avrebbe più abbandonato. Di nuovo la rivide lì, riversa a terra, il bel vestito stracciato e macchiato di rosso. Loretta.
    Intanto dall'osteria giungevano le voci che rammentavano per l'ennesima volta i fatti.
    - … il marito testimoniò che la moglie aveva chiuso una morbosa relazione con Pieri, il quale, abbandonato per la prima volta in vita sua, non ne volle sapere di lasciarla in pace. Le aveva scritto una lettera, carica di passione, in cui minacciava di fare una pazzia se lei l'avesse lasciato. L'amava, non si sarebbe rassegnato, era pronto a tutto pur di non perderla. La mostrò ai giudici a prova delle sue affermazioni, offrendo loro un valido movente per l'omicidio.
    Le voci del bar lo inseguivano, rincorrendo i suoi ricordi. La lettera. Ne aveva scritte poche, semianalfabeta com'era. Forse un poeta avrebbe saputo descrivere il suo stato d'animo con dolci e tristi metafore, ma il suo cuore giovane e impetuoso aveva inciso su quella carta tutta la sua disperazione, tutta la rabbia che provava nei confronti dell'amante decisa a chiudere per sempre la loro storia. Una lettera piena d'amore e non piena d'odio, com'era stata poi interpretata al processo. Ricordava ancora che, superata la crisi, Loretta si divertiva a leggerla, sussurrando al suo orecchio quelle parole di fuoco, ridendo poi con civetteria arrendevole quando Pieri, con un orgoglioso disappunto, la rovesciava sul prato e la faceva sua.
    - Solo la lettera era contro di lui? - continuò Toni.
    - La lettera e il fatto che fosse lì vicino al cadavere e non tentasse in alcun modo di difendersi.
    Nessuno aveva capito perché non si fosse difeso gridando la sua innocenza, anche ora, osservandolo, sembrava non gli importasse nulla della libertà guadagnata.
    - … poi, quando il marito morì, vennero fuori altre lettere che posero il caso sotto una nuova luce.
    - Fu merito di Nucci vero, se ti hanno liberato eh? - gli gridò dietro Toni il ferroviere, infastidito dall'atteggiamento riservato dell'arrotino.
    - Eh già, il figlio della sorella del marito di Loretta. Fu lui a ereditare, e quando trovò le lettere le portò subito dall'avvocato che aveva seguito il caso.
    Nucci era diventato uomo adesso, ma Pieri lo ricordava come l'orfanello con il moccio al naso che non voleva mai separarsi dalla sua Loretta. L'unica che fosse riuscita, dopo la morte dei genitori, a costruire, con quel ragazzino insicuro e introverso, un legame d'amore. In quegli anni era andato a trovarlo in prigione, parlavano di lei, la ricordavano.
    Così seppe della lettera che Loretta aveva scritto il giorno prima della sua morte, con il chiaro intento di lasciare il marito. La prova decisiva a carico di Pieri era caduta, sollevandolo da ogni accusa.
    - Ma chi ha ucciso la tua Loretta? - Incalzò urlando Toni. Sapeva che il caso era rimasto aperto, senza un colpevole.
    Loretta, dolce e bella Loretta. Stesa sul prato tra le margherite come tante volte nei pomeriggi d'estate, e lì vicino Nucci, che stringeva tra le mani un coltello insanguinato e lo guardava come se non lo vedesse davvero. Singhiozzava e tra le lacrime riviveva il folle gesto.
    Quel ragazzino tremante l’aveva attesa lì, il coltello nascosto nei calzoni; non voleva farle del male, voleva solo pregarla di non andare via, di non lasciarlo solo. Loretta lo accarezzava e diceva che gli voleva bene, ma Nucci sentiva che era un addio. Se ne sarebbe andata, avrebbe lasciato suo zio e l’avrebbe persa per sempre. Poi c’era stato un fischio e Loretta sorridendo si era girata per andare incontro a quel richiamo. Già non si ricordava più di lui. La rabbia lo aveva accecato. L’aveva assalita con calci e pugni e, infine, l’aveva colpita. Non si rendeva neanche conto di ciò che faceva, gli sembrava quasi di colpire se stesso. Voleva morire, scomparire.
    Il coltello cadde a terra quando Pieri afferrò il ragazzo. Un istinto omicida lo aveva assalito. "Cosa hai fatto? Cosa hai fatto?" Continuava a urlargli strattonandolo. Nucci non parlava più, piangeva, e quel pianto lo confondeva. Erano i singhiozzi di un bambino solo e spaventato che voleva Loretta, l’unica che l’avesse capito, amato.
    L'enorme conseguenza di quella folle e infantile gelosia gli aveva invaso il cuore come una marea togliendogli ogni forza, e le braccia gli erano cadute inerti lungo i fianchi.
    Com’era successo? Perché non si erano accorti di nulla? Avevano vissuto il loro amore dimentichi, chiuso il mondo fuori, senza vedere quanto Nucci soffrisse.
    Aveva preso il ragazzino tra le braccia e senza farsi vedere l'aveva portato via, aveva nascosto il coltello e poi era tornato lì ad aspettare.
    Loretta sembrava così quieta, non c’era traccia di paura o dolore nel suo viso, chissà forse anche lei, nell'attimo in cui Nucci le si era avventato contro, aveva capito, perdonato.
    Loretta se n’era andata quel lontano pomeriggio d'estate in un prato di margherite. Nucci non ricordava nulla, aveva rimosso tutto nel fondo della coscienza e viveva il presente incontrando i suoi fantasmi solo la notte.
    Pieri, invece, continuava a vivere mille passati, se quel giorno non avesse fischiato, se si fossero accorti di Nucci, se, se…
    Dentro quei sogni il suo cuore continuava ad amare, sperare e solo nel presente si sentiva prigioniero, poiché la vita lì si era fermata. Ma oggi il passato accompagnava i suoi passi per condurlo nell’unico luogo in cui poteva essere libero: oltre il ponte, dentro il bosco fino al prato fiorito.
    Alla vista delle margherite Pieri accennò un fischio al cielo e tra i petali apparve una mano.

    Edited by kaipirissima - 23/7/2010, 10:15
     
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  2. Alessanto
     
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    Bello! Soprattutto il finale. Poetico e che rimane impresso. E' ben scritto e si legge bene.
    Ci sono due problemi (il primo a dire il vero, forse, non lo è nemmeno):
    1- quando si comincia a parlare di Nucci, si intuisce cosa sia accaduto.
    2- nel complesso, forse, per l'inerzia del protagonista che ascolta ma non risponde, il racconto risulta un po' monocorde. Non so, "statica"? Dopo il primo passaggio frase di dialogo - FB, tutto diventa prevedibile.


    In ogni caso voto 3, per il finale.
     
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  3. margaca
     
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    Racconto nostalgico, scritto molto bene, un intreccio semplice ma ben congegnato con un finale di immensa tristezza (la scoperta dell'identità dell'assassino) ma anche di profonda speranza (l'amore non muore mai). Riesci a descrivere in maniera perfetta lo stato d'animo del protagonista, per cui si prova pena, affetto ma anche ammirazione. Voto 3 e mezzo, non 4 per quell'uso dell'articolo davanti al nome che rischia di allontanare il lettore dai personaggi.
     
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  4. marramee
     
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    Ciao,
    bella atmosfera, senz'altro, e molto bello il finale. Tarda un po' a ingranare, tra prologo e chiacchiere da bar, ma poi la vicenda si delinea perfettamente.
    Un tre pieno.
     
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  5. VdB
     
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    Voto tre.
    SPOILER (click to view)
    Scritto bene, sì, eppure, forse anche per via della lunghezza e del tono distaccato, non mi ha preso tantissimo. Il modo con cui introduci la storia dopo la premessa non è molto efficace: chi è il giardiniere e cosa ha fatto? Neanche lo spieghi (si intuisce un omicidio) che la donna devia sulla vicenda di Pieri, fatto strano essendo lui presente mentre ne parla come se non ci fosse, per poi fargli domande dirette. Prova discreta, senza punte altissime, ma solida.
    Refusi
    CITAZIONE
    Aveva conosciuto molte donne, me nessuna era bella
    Poi c’era stato un fischio e Loretta sorridendo e si era girata

    A rileggerci
     
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  6. Black _ Dahlia
     
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    Ciao!
    SPOILER (click to view)
    Bel racconto. Nostalgico e triste. Non è proprio al massimo perché, come già altri ti hanno fatto notare, va un po' a rilento nella parte centrale, quella in cui viene spiegata la vicenda. Geniale l'ultima frase, visionaria!

    Segnalo:

    CITAZIONE
    ma il suo cuore giovane e impetuoso, aveva inciso su quella carta tutta la sua disperazione

    Hai separato il soggetto dal verbo ;)

    In definitiva, voto 3!
     
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  7. GraziaD
     
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    Voto 4
    Inizio leggero, poi lentamente la trama diventa più complessa, per poi acquietarsi alla fine. Una storia semplice arricchita da un inaspettato noir.
    La parte interessante è lo sviluppo della conversazione al bar, dà l'idea di un paese piccolo dove l'unica cosa interessante da fare per passare il tempo è spulciare nella vita altrui.
    Complimenti.
     
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  8. kaipy
     
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    grazie per i commenti e per le correzioni. Per quanto stia “attenta” mi scappa sempre qualche refuso, grazie anche per la segnalazione della virgola, voi non mi conoscete ancora, ma le virgole sono la mia croce, anche se un po' sono migliorata.
    So che il racconto ha un andamento lento, so che non ci sono colpi di scena, Nucci (e non il Nucci, grazie Margaca) non ha il ruolo di stupire. Volevo tratteggiare come diceva GraziaD un paese che si fa gli affari degli altri, raccontare una storia attraverso un ping pong di pettegolezzi e sentimenti. Volevo che uscisse una storia triste, ma con un “lieto fine”.
    Il giardiniere è solo l'imput per portare l'attenzione su Pieri, non credevo che rimanesse la curiosità di sapere chi fosse, mi serviva per introdurre gli errori che i poliziotti compiono durante le indagini.
     
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  9. kaipirissima
     
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    scusate mi accorgo adesso di essere entrata con altro nick, comunque adesso sono con quello giusto.
    non ho ancora votato nessuno quindi non dovrei aver fatto danni.
    se così fosse mi prenderò le giuste bacchettate
     
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    Amante Galattico

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    Ciao,
    quinto racconto

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    Mi è piaciuto parecchio ma, secondo me, in 8000 caratteri ci sta stretto.
    Mi è piaciuta la parte poetica, melanconica e anche visiva, mi sta bene la trama perché anche se abbastanza tradizionale e anche se si intuisce chi ha davvero fatto cosa abbastanza presto, ci può stare. Mi è piaciuta l'ambientazione... l'inizio con la tradizione dell'arrotino è ottima.

    Però ho un problema di struttura narrativa, perché non mi ha convinto il fatto che si parla di un altro delitto per introdurre il discorso su questo... meccanica che come anche si dice manifestamente non è necessaria e soprattutto questa impostazione con gli altri che parlano del passato come se fossero il coro di una tragedia greca (ma non lo è per il resto dell'impostazione) non mi è piaciuta... era quasi irritante.
    Quindi io svolgerei di più la narrazione, limitando le rivelazioni dette mentre "lui sta lì" e legandole di più (come fai nella parte terminale) ai luoghi.

    Ci vuole anche un poco più di scioltezza di stile nel senso che hai esagerato con gli incisi che tendono a spezzare il ritmo. Forse è meglio svolgere di più la frase.

    Metto un 3

    VARIE
    -"Una perizia questa conquistata" - meglio "Una perizia, questa, conquistata"
    -"..ma il suo cuore giovane e impetuoso, aveva inciso ..." - qui va tolta la virgola
     
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  11. Daniele_QM
     
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    Molto carino, con un finale in crescendo che rimane impresso.
    SPOILER (click to view)
    Difetti: c'è sicuramente qualche problema di punteggiatura, virgole nei posti sbagliati e mancanza di un paio di punti nei dialoghi, il tutto infastidisce la lettura. D'accordo con Priora: non occorre un delitto per introdurre la storia di Pieri. Anzi, ci si domanda per tutto il racconto se le due cose siano collegate e dove si andrà a parare. Io lo eviterei. Le chiacchiere da bar possono tranquillamente darti il benestare per parlarne, magari c'è uno nuovo in paese che non sa le cose, basterebbe quello. La prima parte è un po lenta in effetti, poi ci sono i vari "la Loretta" "il Nucci" ecc. che non mi piacciono molto.
    Pregi: l'ambientazione paesana, la storia di Pieri e il finale, ben gestito, che risolleva di colpo il racconto.

    Tra il 2 e il 3. Ti do 3 sulla fiducia, nel senso che ho fiducia che aggiusterai il racconto almeno per quanto riguarda la forma. ;)
     
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  12. kaipirissima
     
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    cavolo mi avete ammazzata.

    1. e io che pensavo ci fosse solo una virgola fuori posto!

    2 quel primo pezzo proprio non vi va giù.eh! non so che fare...
    apprezzo il consiglio di spostare l'attenzione su un nuovo paesano a cui raccontare la storia, ma sarebbe veramente cattiva educazione farlo con Pieri presente. e se lui non c'è, come faccio a dare l'approfondimento alle cose sbagliate che quelli dicono. è dalle loro frasi che Pieri sviluppa la storia.
    priora dice di farlo attraverso i luoghi. cioè una passeggiata in cui lui vede la casa e si ricorda la prima volta che è stato da lei e via dicendo... mi sembra forse meglio.

    3 e pensare che ero così fiera di aver raccontato una storia attraverso questo ping pong.

    questo racconto l'ho scritto per il concorso di Lama e trama 2009.
    siccome mi piacva mi chiedevo cosa non andasse, adesso, grazie ai vostri commenti, capisco le perplessità che ha suscitato.
     
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    Losco Figuro

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    Anche questo mese non sono riuscito a partecpare, ma forse riesco almeno a leggere e commentare.
    Comincio da quelli brevi...

    Il racconto è interessante ma non sono del tutto convinto della narrazione, a tratti è un po' pesante e un po' troppo distaccata.
    Capisco il senso del passare a turni tra le chiacchiere dei paesani e le riflessioni di Pieri, ma non è un sistema sempre immediato, a volte dà un po' di forzatura.
    Nel complesso non è male ma è migliorabile, voto un 2 che sarebbe un 2,5.

    Qualche appunto:
    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    i giovani Villeri erano stati iniziati ad affilare non solo le lame, ma a dotare di un bel po' di corna tanti mariti lontani.

    Qui c'è un'inversione. "non solo" va dopo iniziati e non dopo "affilare". Lì dov'è ci si aspetterebbe "ad affilare non solo le lame ma (affilare) anche altro", mentre il punto è che sono "iniziati non solo ad affilare ma anche a fare altro"

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    - Già, secondo me non sanno più che pesci pigliare, vedrai che tra poco, avendo eliminato tra i sospetti familiari e amici,

    Forse meglio "dai sospetti"

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    - Era bella la Loretta - ricordò Giovanni - una femmina fatta come dio comanda.

    "Dio", maiuscolo

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    Sembrava ieri quando il Nucci gli era venuto incontro dicendogli che aveva del lavoro per lui. Il cuore aveva mancato un battito quando lo aveva accolto con quel vestito a fiori sulla porta.

    Quando chi lo aveva accolto? L'ultima persona menzionata è il Nucci e ce lo vedo malino ad accoglierlo col vestito a fiori... ^__^;
    Ci vuole almeno un "lei", se non vuoi nominarla.

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    Aveva conosciuto molte donne, me nessuna era bella come lei, nessuna aveva la sua grazia, i suoi occhi.

    Refuso: "me" al posto di "ma".

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    - … il marito testimoniò che la moglie aveva chiuso quella morbosa relazione e che Pieri abbandonato, per la prima volta in vita sua, non ne voleva sapere di lasciarla in pace, la tormentava in tutti i modi, mostrò ai giudici una lettera carica di passione in cui l'amante non si rassegnava.

    La virgola dopo "abbandonato" forse starebbe meglio prima.
    Quella dopo "pace" la vedrei sostituita da un puno o punto e virgola per spezzare

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    il suo cuore giovane e impetuoso, aveva inciso su quella carta tutta la sua

    La virgola sta in mezzo tra soggetto e predicato. Va eliminata, o al più ne serve un'altra dopo "cuore"

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    Una lettera piena d'amore e non piena d'odio, com'era stata interpretata al processo.

    Frase ambigua, intuisco che sia stata interpretata al processo come "piena di odio", ma potrebbe anche essere stata interpretata come "piena d'amore e non piena di odio" per come è scritto.
    Opportuno spezzare meglio, magari mettendo un punto o un punto e virgola al posto della "e"

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    Nessuno aveva capito perché non si fosse difeso, perché non aveva gridato la sua innocenza

    "non avesse gridato"

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    Quel ragazzino tremante l’aveva attesa lì, il coltello nascosto nei calzoni, non voleva farle del male,

    Anche qui meglio un punto o punto e virgola dopo "calzoni"

    CITAZIONE (kaipirissima @ 1/7/2010, 07:12)
    Poi c’era stato un fischio e Loretta sorridendo e si era girata per andare

    Una "e" di troppo
     
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  14. Snow2
     
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    "- … il marito testimoniò che la moglie aveva chiuso quella morbosa relazione e che Pieri abbandonato, per la prima volta in vita sua, non ne voleva sapere di lasciarla in pace, la tormentava in tutti i modi, mostrò ai giudici una lettera carica di passione in cui l'amante non si rassegnava." Sembra che stiano parlando di un sordo, in sua presenza.
    Il tono è esagerato, non è un problema grave, ma la cattiva sensazione è rimasta anche durante la seconda lettura.
    Secondo me si potrebbero modificare i dialoghi e le reazioni del protagonista. Aggiungere qualche domanda diretta a lui, cui lui non risponde, quindi riportare le spiegazioni tra gli altri personaggi nel locale, ma con un tono più colloquiale e realistico (tenendo sempre presente, insomma, che lui è lì).


    “Loretta, dolce e bella Loretta. Stesa sul prato tra le margherite come tante volte nei pomeriggi d'estate, e lì vicino Nucci, che stringeva tra le mani un coltello insanguinato e lo guardava come se non lo vedesse davvero. Singhiozzava e tra le lacrime riviveva il folle gesto.” Devo dire che il ritmo che doni alla posa rivitalizza anche frasi in teoria un po’ logore come quest’ultima :)


    Abbiamo un soggetto che non è certo esplosivo, ma ciò non conta molto. Non voleva esserlo. C’è quel perno centrale, Nucci, che è riuscito, vivo.
    La qualità della scrittura è il punto di forza del pezzo: calza questa particolare storia come un guanto.
    Ma oltre al problema nella prima parte ci sono un altro paio di questioni che danno l’impressione che la storia non sia stata gestita in maniera ottimale.
    L’attacco è molto buono ma poi seguono i discorsi sul giardiniere che, siccome alla fine la storia vera e propria dobbiamo ricostruirla tra le chiacchere, confondono e non sono utili alla storia. Si potrebbero eliminare.
    Quello spazio potrebbe essere usato per descrivere più a fondo il bar, per introdurre meglio - anche visivamente - i personaggi.

    C’è il finale, che non mi ha convinto. La storia si conclude in maniera repentina, come si chiude un pugno.
    Bella la musicalità dell’ultima frase, ma resta una chiusura con una mano che spunta dal terreno. -_-
    C’è il fischio, che un bell’elemento di richiamo, ma secondo me non è sufficiente. Se la storia non fosse stata scritta con tanta cura, avrei pensato che il finale è addirittura sbrigativo.
    Io avrei visto meglio un altro elemento oltre al fischio inserito nel corpo del racconto e poi richiamato nel finale.
    Faccio un esempio: mettiamo che Loretta ai bei tempi avesse ancora un’andatura da ragazzina, di quelle che camminano svelte e ogni tanto fanno un saltello; si potrebbe richiamare l’elemento nel finale: il protagonista fischia, lei gli va incontro, le margherite si calpestano da sole, con un ritmo che richiama la sua andatura.
    Questo secondo me gioverebbe perché da un lato si evita la mano e si dà una qualche soluzione originale che magari resta in testa al lettore dopo la lettura, dall’altro perché un altro richiamo di un elemento già dato contribuirebbe a un finale a effetto che in un racconto molto breve non guasta mai.

    Poi in generale mi è restata addosso la sensazione di una storia un filo troppo compressa.

    Un meccanismo da oliare!
    Un due molto abbondante, ma resto sul due.



    "semi analfabeta" semianalfabeta (non ne sono sicurissimo).
    Altro piccolo appunto: in teoria i trattini brevi andrebbero usati solo per unire due parole, per i dialoghi ci vorrebbero i medi o i lunghi.
     
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  15. black cat walking
     
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    Ciao! :)
    SPOILER (click to view)
    Bel racconto. Bella l'idea delle chiacchere da bar che illustrano la vicenda. Questo però, secondo me, è anche il suo limite. Spesso mi sono perso per capire chi diceva a chi, cosa.
    Ho visto che ti hanno già corretto in diversi, quindi soprassiedo. :)
    Il mio voto è tra 2 e 3, metto 3 per la poetica strisciante e l'idea.
    A rileggerci!
     
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22 replies since 1/7/2010, 06:12   399 views
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