L'autogrill
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L'autogrill

di Luca Pagnini - 11500 car.

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  1. black cat walking
     
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    L'autogrill



    Finalmente! Metto la freccia ed esco. Sono ore che guido.
    Non so bene quando sono partito, ma l'orologio digitale sul cruscotto segna quasi le tre; serve una pausa. Se il destino mi darà una mano, arriverò a cose fatte.
    La notte ha sopraffatto il giorno estivo molto lentamente. Dopo l'agonia, l'oscurità si è fatta totale; ormai solo le stelle punteggiano il cielo, privo di luna, sospeso sulla campagna desolata che corre a fianco dell’autostrada.
    Da un po' di tempo non ho più sorpassato né camion né auto; nessuno ha sorpassato me. In direzione opposta ho incrociato pochissimi fari, poi sono terminati anche quelli. Devo fermarmi per pisciare e prendere un caffè.

    Nel parcheggio ci sono poche auto; una sembra identica alla sua vecchia decappottabile. Mi ricordo la prima volta che arrivò a casa guidandola con un foulard bianco al collo come un divo del cinema. A quei tempi ero sicuro che non sarebbe mai morto.
    In giro neanche un tir; di notte non ho mai trovato un autogrill senza autotreni ammucchiati. Forse questa è un’area battuta dai rapinatori e gli autisti preferiscono evitarla.
    Il serbatoio è quasi vuoto. Accosto a una pompa, ma nessun addetto si fa vedere; infastidito mi servo da solo cercando di non pensare alla mia meta. Parcheggio, il doppio bip dell'antifurto mi raggiunge ovattato dall’aria appiccicosa e umida della pianura mentre mi affretto verso i cessi.
    L’insegna gialla e rossa con lo stemma della compagnia petrolifera emana un bagliore lattiginoso in cui affoga l'intera stazione. È come se navigassi verso casa in acque avvelenate, e più mi avvicino, più i rimorsi affiorano simili a pesci morti. La colpa non è mia, me lo ripeto da anni, eppure non mi sono mai assolto.
    I gabinetti sono accanto all’ufficio con la cassa, pieno di accessori e gadget. Mi affaccio, ma non vedo nessuno; pagherò dopo.

    Quindi niente rapinatori. Se fossero una minaccia seria, l'incasso non sarebbe incustodito. Forse però una banda è già passata, e gli inservienti con i clienti sono chiusi nel cesso ad aspettare la cavalleria che li liberi. Oppure sono stati tutti scannati e adesso con il sangue stanno fertilizzando il praticello dietro la baracca. Aprendo la porta della toilette, mi vedo generale Custer che soccorro una carovana accerchiata dagli indiani. Non scagliano una freccia che sono già uno dei fenomeni di CSI mentre raccolgo della materia grigia e descrivo la dinamica della strage: “Erano in tre. Il primo ha aperto il fuoco da qui e ha ucciso il cassiere. Il secondo...”
    Un lamento. Esito irrigidito sulla soglia per ascoltare; dall'interno non arriva alcun rumore. Rilassando i muscoli mi accorgo dell'aria che libero dai polmoni. Il mio respiro è l'unico suono. Da quando ho spento il motore, ci sono stati solo il ronzio della pompa di benzina e i miei passi. In un attimo sono travolto dalla stessa solitudine che da ragazzo provai davanti a mio padre mentre mi imponeva la sua volontà. Allora fu solitudine camuffata da rispetto, ma...
    Mi volto di scatto, convinto di aver acciuffato con la coda dell’occhio una sagoma che non c'è. Una goccia di sudore dalla tempia mi solletica costringendomi al movimento. Scrollo la tensione dalle spalle ed entro.

    All'interno la luce è abbagliante. Paro gli occhi con una mano, appena la sposto ciò che ho davanti è solo il lurido bagno di un autogrill, vuoto. Entro in uno dei cessi; mi sembra di non farla da un secolo. Il muro dietro la tazza è coperto di inviti osceni. Noto il cellulare di una certa Katia che si descrive brava con la bocca. Dopo diversi numeri di telefono scarico l'acqua ed esco.
    Davanti al lavabo stento a riconoscere la persona che mi sta guardando dallo specchio. Sembro appena entrato in galera. Tommi aveva questa faccia quando fu arrestato. In tutti gli anni che era stato fidanzato con mia sorella Clara, non l'avevo mai visto ridotto in quel modo. Io, che l'avevo elevato a mito, la causa della sua fine.
    L’asciugamani ad aria non funziona: ‘Fanculo! Calata nel vuoto pneumatico di questo posto, la mia voce sembra appartenere a un altro mondo.

    Appena fuori, lo sbalzo di temperatura mi colpisce con un pugno allo stomaco. Non mi sono reso conto dell’aria condizionata. Barcollo.
    Nell'acquario arancione non è cambiato nulla. Le auto sono ferme dove le ho trovate e ancora nessuno si sta preoccupando delle pompe e della cassa. Giro lo sguardo cercando un movimento qualsiasi. Dove cazzo sono andati a finire tutti?
    Dopo la chiamata per l'agonia di quel bastardo di mio padre, questo passaggio nel deserto sembra messo apposta per farmi saltare i nervi definitivamente.
    Lo stomaco si contrae. Devo bere subito qualcosa di caldo, al bar avranno anche una spiegazione per questo cimitero.

    È di quelli sobri, con la cassa, un piccolo bancone e un sacco di roba inutile accatastata sul lato della vetrina.
    Anche qui non c’è anima viva. Eppure ci sono due tazzine: una di caffè fumante, l'altra con il fondo di zucchero e caffè ancora umido. Qualcuno era qui fino a pochi attimi fa.
    Da un impianto stereo fuori vista esce una melodia malinconica, cantata da una donna in una lingua sconosciuta. La porta sul retro è aperta, provo a chiamare: Ehi, c’è nessuno? Niente. Batto il cucchiaino sulla tazzina vuota, ma il suono dà noia solo a me.
    Il peso allo stomaco aumenta. Grido ancora più forte; nessuna Katia arriva per chiedermi cosa desideri. Mi sento stupido come un condannato davanti alla sentenza di ergastolo che non comprende: “Fine pena mai? Che significa, mai?”
    Alzo la voce irritato. Tutto inutile.
    Nello schermo con le immagini del circuito chiuso è inquadrato l'angolo dei giornali con un unico quotidiano che penzola stanco nel suo sostegno. Spinto da una curiosità che non ho più, giro su me stesso e mi avvicino.
    La riconosco subito. La foto sul fondo della prima pagina è stampata nella mia mente da vent'anni. Lo afferro e leggo il titolo sapendo già che si tratta di mia sorella. Che razza di scherzo è questo? Guardo la data, ma un conato di vomito mi assale prima che possa leggere il resto, mollo il giornale e appena in tempo riesco a svuotarmi sul marciapiede.

    Mi asciugo la bocca con la manica della camicia. In bocca il sapore rancido, nella testa stupore e... paura?
    Fuori dal bar il silenzio è ancora assoluto. Sulla striscia dell'autostrada non scorre neanche un bagliore. Che cazzo sta succedendo in questo posto di merda? Ripenso al giornale: l'omicidio di Clara, la data del suicidio di Tommaso in carcere. Tremo.
    Dove si sono nascosti tutti? Sputando saliva mista a succhi gastrici, giro intorno al prefabbricato del bar. Non c'è nessuno. Mi fermo un istante. Nessuno e niente. C’è qualcosa che non torna in quello che vedo, in quello che non vedo. Il buio!
    È tutto completamente nero! Chiudo e riapro gli occhi, ma non è un effetto ottico. Una bestemmia mi muore in gola. All’orizzonte, tutto intorno all’area di servizio, non s’intravede neanche una flebile luce, nemmeno in lontananza. Lampioni, fari, finestre, non c'è niente! Il campo incolto al di là della rete è inghiottito da una voragine tetra e sopra anche le stelle sembrano scomparire dietro un muro alto all'infinito, indistinguibile.
    Ne ho abbastanza! A fare in culo tutto! Corro alla macchina guardando in giro e sperando di essere fermato da qualcuno incazzato per il pieno che non ho pagato. Salgo preso dalla frenesia. Scappo come fossi inseguito, ma è proprio la certezza di non esserlo ad aumentare il mio terrore. Sgommando, in tre secondi sono di nuovo in autostrada.

    Qual era il nome dell'area? Non lo ricordo, non lo so, non riesco a ordinare due pensieri di fila...
    Spingo l’acceleratore al massimo, in un attimo arrivo ai 220. Sui lati il nero opprimente, davanti solo il fascio dei fari. Nello specchietto retrovisore, la linea bianca della corsia di sorpasso che scompare tra l’alone rosso delle luci di posizione.
    Immagini confuse si sovrappongono senza logica. L'autogrill; mio padre che mi obbliga alla menzogna; il giornale fuori luogo e fuori tempo; gli occhi di Tommaso durante la mia testimonianza al suo processo; il buio, il vuoto; lo sguardo folle di mio padre accanto a Clara insanguinata; il mio viso nello specchio; io, io che ho visto, io che sapevo chi...
    Il sudore mi costringe di nuovo al presente. Accendo l'aria condizionata e decelero. Inspiro a pieni polmoni e riporto l'attenzione alla strada completamente sgombra. Cercando di ricordare l'ultima auto che ho visto in movimento, mi schianto contro l'evidenza. Perché non c'è nessuno in viaggio? Il buio intorno, possibile che la notte sia così nera da ingoiarsi qualsiasi luce? Dove sono i cartelli indicatori, i cavalcavia... E dove cazzo sono finiti tutti i clienti e i dipendenti dell’autogrill?
    Accendo la radio; l'unica stazione ricevibile trasmette la stessa canzone deprimente dell’autogrill. Vaffanculo!
    Ancora qualche chilometro e sarà tutto finito. Mi stanno aspettando, la prima cosa che faccio appena arrivo a…
    Il panico mi chiude la gola. Sento la mia voce sussurrare: Dove? Dove cazzo sto andando? Sì, al capezzale di quell'assassino, ma in che posto? Quale città, paese o nazione?
    Non lo so. Non so dove sono diretto!
    Inchiodo la macchina che per la velocità s’intraversa tra la corsia di marcia e quella d’emergenza.
    Scendo con le mani sul viso. Sto impazzendo, o forse sono già pazzo. No, no, il cellulare! Certo! Come ho fatto a non pensarci prima, adesso chiamo casa e mi tranquillizzo.
    Torno di corsa alla macchina, mi catapulto dentro con le lacrime agli occhi. Dove cazzo è? Frugo nella giacca, trovato!
    Nel preciso istante in cui il display si illumina, so di essere perduto. Scendo e mi metto a girare, come a prendere farfalle, con l'affare in mano alla ricerca di un segnale che non c'è. Urlo a squarciagola: Merda! Merda! Merda!
    Nella caccia finisco dietro l'auto, nella zona d'ombra dove la luce dei fanali è coperta. In un attimo le pupille si allargano per abituarsi all’oscurità totale mentre il terrore mi gela il sangue alla stessa velocità. L'oscurità si è ingoiata anche le stelle che avevo sulla testa. Non vedo assolutamente più niente tranne me, la macchina e ciò che è alla portata della luce dei fari: qualche metro d’asfalto, il guard rail, la rete di recinzione, la sterpaglia... Sono su un'isola nel niente assoluto.

    Rientro in auto inebetito; riparto raschiando il new jersey di metà carreggiata. Un’uscita, ci dev’essere un’uscita prima o poi!
    Alla radio la stronza continua con la sua insopportabile lagna. La spengo. Piango come non mi riusciva dal funerale di Clara. Pian piano la temperatura ridiscende e la frescura mi calma quanto basta per tenere l’auto in strada.
    A una velocità folle foro l’oscurità compatta. Poi lo vedo, un bagliore, come un incendio che all’orizzonte si allarga man mano che mi avvicino. Una stazione di servizio! Sento di nuovo la mia voce andare da sola: Lo sapevo che non stavo impazzendo! Lo sapevo...
    Che coglione, impaurirsi per così poco. Adesso mi fermo, riposo dieci minuti e dopo un litro di caffè riparto. Una risatina nervosa mi sale dalla pancia. La vescica mi sembra scoppiare. L’orologio digitale segna le 2 e 55, la stazione è sempre più vicina.
    Ecco il cartello a 1500 metri, “Geenna Est”, mai sentita. Sarà un rigagnolo che in questo posto dimenticato da Dio avranno pure il coraggio di chiamare fiume. Mille. Eppure... la bibbia e l'odiato latino al liceo, che abbinamento assurdo mi salta in mente? Cinquecento. Geenna Est: è la Geenna... Duecento. Geenna Est.

    Finalmente! Metto la freccia ed esco. Sono ore che guido…

    Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna.
    (Marco, 9:47)



    Edited by black cat walking - 10/7/2010, 00:56
     
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  2. margaca
     
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    Per capire il finale sono dovuto andare su Google a cercare cosa fosse la GEENNA, non nascondo che ero rimasto abbastanza di cacca, senza capire niente! Comunque il racconto è ben scritto, c'è ritmo, c'è alienazione, angoscia per questo mondo improvvisamente deserto e di tenebre. Ti do un bel 3.
     
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  3. Alessanto
     
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    Letto!
    SPOILER (click to view)
    Il finale mi ha ricordato DYD: il maggiolone fermo davanti un cartello con scritto Golconda. ;)
    Lo spunto è buono; un po' cade nel tranello delle prime persone che si parlano addosso ma con un sfoltita e leggendo ad alta voce (io faccio così...) si sistemerà.
    Non mi ha convinto il fatto che il protagonista non sappia fisicamente, dove stia andando. L'azione consapevole di muoversi l'ha fatta, quindi prima lo sapeva. Forse è più una dimenticanza figlia del disturbo, dovrebbe essere messo in evidenza. Anche la storia della sorella alla fine, se ci fai caso, non ha un peso fondamentale per il finale. La butto lì: e se li avesse uccisi lui? L'avesse dimenticato e il suo incoscio lo costringesse a prende la macchina per andare a Geenna? Andando di fatto all'inferno?
    Ho notato alcune imperfezioni nella punteggiatura.
    es:
    CITAZIONE
    ormai solo le stelle punteggiano il cielo privo di luna sospeso sulla campagna desolata che corre a fianco dell’autostrada.

    senza virgole.


    Sono molto indeciso tra il 2 e il 3. Deciderò dopo... ^_^

    EDIT
    Ho votato 2, in considerazione degli altri racconti a cui ho dato 3.

    Edited by Alessanto - 2/7/2010, 11:08
     
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  4. marramee
     
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    Ciao,
    devo ammettere che la storia non mi convince del tutto. Una situazione classica di inferno/aldilà che si è già vista spesso al cinema, ma che qui non è abbastanza spiegata. Ciò che è successo e che ha determinato questa "punizione" è appena accennato e va intuito. Certe immagini non sono male, ma il personaggio è appena abbozzato e non riesce a trasmettere empatia al lettore. In generale un racconto migliorabile, con qualche spiegazione in più.
    Un due abbondante.
     
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  5. GraziaD
     
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    Il ritmo della storia è frenetico, l'ossessione del personaggio attira l'attenzione. Una trama molto interessante. La lettura scorre bene, sembra di essere su di una macchina a folle velocità, poi verso la fine, la velocità rallenta bruscamente, speravo in un finale d'impatto. :-)
    Complimenti!
    Voto 2
     
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  6. Daniele_QM
     
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    Ricordo che lo avevi postato in Scrittori Scrivete qualche tempo fa. Credo sia migliorato da allora - se ricordo bene, era meno chiaro - ma ci sono ancora margini di miglioramento.
    Buoni il senso di claustrofobia che emana dal racconto, risultano però meno chiare la storia e il senso delle sue azioni, anche se il finale chiarisce qualcosa. Il suggerimento di Alessanto è interessante - il fatto che sia lui l'assassino - anche se è a rischio cliché. Andrebbe gestita bene come cosa.
    Voto 2 anche se abbondante.
     
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  7. black cat walking
     
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    Ringrazio gli autori dei primi commenti. :)
    Appena mi fermo (giorni pesanti per gli impazienti come me) farò tesoro dei consigli e ritoccherò il testo.
    Giusto una precisazione ad Alessanto: il periodo senza virgole (come in altri tratti) è voluto per togliere respiro al lettore e dare l'idea di un'immagine che sorprende in un solo attimo, nella sua totalità, il protagonista. Mi rendo conto che è una licenza poetica, in merito vi chiedo: è grammaticalmente scorretto eliminare completamente le virgole degli incisi?

    Grazie di nuovo e a presto!
     
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  8. VanderBan
     
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    Voto due (e mezzo).
    Anche io avevo letto (e dato il mio parere) a questo racconto. Il voto è certamente influenzato dal rapporto con gli altri in gara. Lo trovo migliorato anche se alcune cose che non filano rimangono. Apprezzato la ricerca sulla frase biblica, devi però contestualizzarla (è/potrebbe essere forse un fanatico religioso...), perché a me che non ne so niente in merito la rivelazione finale non evoca nulla...
    A rileggerci
     
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  9. Alessanto
     
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    CITAZIONE (black cat walking @ 4/7/2010, 11:34)
    Ringrazio gli autori dei primi commenti. :)
    Appena mi fermo (giorni pesanti per gli impazienti come me) farò tesoro dei consigli e ritoccherò il testo.
    Giusto una precisazione ad Alessanto: il periodo senza virgole (come in altri tratti) è voluto per togliere respiro al lettore e dare l'idea di un'immagine che sorprende in un solo attimo, nella sua totalità, il protagonista. Mi rendo conto che è una licenza poetica, in merito vi chiedo: è grammaticalmente scorretto eliminare completamente le virgole degli incisi?

    Grazie di nuovo e a presto!

    A mio avviso dipende dai casi.
    Se scegli la via "poetica", puoi avviamente farlo, ma devi uniformare tutto il testo. In questo modo sembra solo un errore. Non credo ci siano altri periodi così...
    Per il resto, a mio avviso, in un racconto in prima come il tuo, occorre chiedersi: questo tizio pensa davvero senza incisi? Secondo me, in generale, è difficile che accada. La struttura sintattica con cui pensiamo (e raccontiamo anche verbalmente) è direttamente connessa a quella con cui scriviamo e al nostro grado di istruzione. E siccome il tuo protagonista non mi sembra né senza raziocinio né ignorante, credo la cosa non stia in piedi.

    Ripeto, la scelta è tua: se vuoi togliere fiato al lettore uniforma tutto il testo, ma preparati a una bella dose di randellate: non molti apprezzano la sperimentazione...
    ;)
     
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  10. black cat walking
     
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    Per Ale e VdB.

    SPOILER (click to view)
    Grazie per i suggerimenti. :)

    @ Alessanto: grazie, messaggio ricevuto. <_<

    @ VdB: la citazione finale dovrebbe spiegare la caduta all'inferno. A parte la questione fanatismo, secondo te devo dare più dettagli sulla falsa testimonianza o cosa?
     
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  11. VanderBan
     
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    cat,
    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    @ VdB: la citazione finale dovrebbe spiegare la caduta all'inferno. A parte la questione fanatismo, secondo te devo dare più dettagli sulla falsa testimonianza o cosa?

    Mi sembra che il tuo sia un tentativo di dosare le informazioni sulla situazione, per dare un’angoscia al tutto. Non posso dirti molto, perché non è un genere di cui mi sento di dare consigli, posso solo dirti che messo così, più che celare corri il rischio di non dire...
     
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  12. black cat walking
     
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    @ Alessanto
    SPOILER (click to view)
    Ho riletto la parte sulla mancata conoscenza della destinazione. Il punto è fondamentale perchè serve a rafforzare il loop in cui si trova il protagonista. Quello che ho descritto non è il suo primo passaggio all'autogrill, ma l'ennesimo di un'infinita serie in quel suo personal hell. Non so, a me pareva chiaro, ma se non lo è mi sarebbe utile saperlo.
    Il suggerimento sulla trama invece non lo posso accogliere perchè il suo peccato, (come suggerisce la citazione in coda dal Vangelo) è l'aver assistito ai fatti (vedendo l'assassinio) e poi aver detto il falso.
    Letti altri commenti, devo comunque chiarire i collegamenti. Ma non più di tanto perchè vorrei fosse il lettore a tirare i fili.... :unsure:
    Grazie di tutto. :)
     
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  13. Alessanto
     
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    CITAZIONE (black cat walking @ 5/7/2010, 12:30)
    @ Alessanto
    SPOILER (click to view)
    Ho riletto la parte sulla mancata conoscenza della destinazione. Il punto è fondamentale perchè serve a rafforzare il loop in cui si trova il protagonista. Quello che ho descritto non è il suo primo passaggio all'autogrill, ma l'ennesimo di un'infinita serie in quel suo personal hell. Non so, a me pareva chiaro, ma se non lo è mi sarebbe utile saperlo.
    Il suggerimento sulla trama invece non lo posso accogliere perchè il suo peccato, (come suggerisce la citazione in coda dal Vangelo) è l'aver assistito ai fatti (vedendo l'assassinio) e poi aver detto il falso.
    Letti altri commenti, devo comunque chiarire i collegamenti. Ma non più di tanto perchè vorrei fosse il lettore a tirare i fili.... :unsure:
    Grazie di tutto. :)

    SPOILER (click to view)
    Il fatto che sia l'ennesimo a me non è arrivato (ero più orientato all'evento unico che porta il protagonista a deragliare...). Forse bastare inserire qualcosa all'inizio? Qualcosa che, appunto, inserisca il loop?
    Altro spunto di riflessione che mi sovviene solo adesso: lui è coscente di cosa gli sta succedendo? E cosa sia l'uscita a cui esce? Ha memoria dell'autogrill precedente?
     
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  14. black cat walking
     
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    @ Ale
    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Il fatto che sia l'ennesimo a me non è arrivato (ero più orientato all'evento unico che porta il protagonista a deragliare...). Forse bastare inserire qualcosa all'inizio? Qualcosa che, appunto, inserisca il loop?
    Altro spunto di riflessione che mi sovviene solo adesso: lui è coscente di cosa gli sta succedendo? E cosa sia l'uscita a cui esce? Ha memoria dell'autogrill precedente?

    Non sono sufficienti la prima e l'ultima riga identiche e l'orario?
    Lui non è più coscente dal momento che rivede l'autogrill, da lì in poi è condannato a rivivere tutto da capo e chiaramente non ricorda nulla dell'autogrill precedente. Come sia finito nel loop non si sa.


    Edited by black cat walking - 5/7/2010, 13:39
     
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  15. Alessanto
     
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    CITAZIONE (black cat walking @ 5/7/2010, 13:12)
    @ Ale
    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Il fatto che sia l'ennesimo a me non è arrivato (ero più orientato all'evento unico che porta il protagonista a deragliare...). Forse bastare inserire qualcosa all'inizio? Qualcosa che, appunto, inserisca il loop?
    Altro spunto di riflessione che mi sovviene solo adesso: lui è coscente di cosa gli sta succedendo? E cosa sia l'uscita a cui esce? Ha memoria dell'autogrill precedente?

    Non sono sufficienti la prima e l'ultima riga identiche e l'orario?
    Lui non è più coscente dal momento che rivede l'autogrill, da lì in poi è condannato a rivivere tutto da capo e chiaramente non ricorda nulla dell'autogrill precedente. Come sia finito nel loop non si sa.

    SPOILER (click to view)
    Premetto che il racconto l'ho letto tre giorni fa. Adesso rileggendo, su tua indicazione, mi accorgo del termine "stazione"; mi era sfuggito il nome l'avevo associato a una località. :muro:
    Per quanto riguarda il look, penso che possa bastare. A questo punto, però ci vuole il parere di uno "vergine" che non l'abbia letto.

     
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28 replies since 30/6/2010, 23:23   420 views
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