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Selene B.
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Qualche chiarimento sulla storia dei termini sardi (ho visto che sono stata troppo breve per essere compresa):
CITAZIONE Era s'immurrughinada, quell'ora del giorno in cui il sole si abbassava oltre la giogaia dei monti : in questo caso c'è la traduzione, ma allora il termine sardo appesantisce inutilmente il testo, è una ripetizione.
CITAZIONE S'impuddile, la prima livida luce del giorno : qui c'è la traduzione
CITAZIONE ma la luce de s'impuddile filtrava ormai grigia fra le foglie : qui, dopo un bel pò, non c'è più. Può darsi che il lettore si dimentichi della traduzione, o comunque debba fare fatica (lettore affaticato, ORRORE!) a ricordare cosa è esattamente S'impuddile. Questo intendevo, col consiglio di limitare il numero dei termini in sardo: s'accabadora non esiste in italiano, quindi ha perfettamente senso usare il termine; alba e tramonto esistono anche in italiano, e il loro uso (secondo me, naturalmente) non aggiunge niente al testo, se non eventualmente un pò di confusione in testa al lettore frettoloso.
Vampiri: visto che il vampiro non c'entra niente col racconto (l'hai dovuto inserire di malavoglia per un concorso, o qualcosa del genere, a tema, e non esiste nella mitologia sarda) diciamo che la mia delusione è legittima; in realtà intendevo dire che la prima parte del racconto, scritta così bene, con personaggi interessanti ed ambientazione affascinante, crea nel lettore aspettative più "alte" rispetto allo svolgimento della storia, e quando la trama si blocca a girare intorno alla vampiressa, beh, il lettore (io) ci rimane un poco male perchè si aspettava qualcosa di più insolito, o di più profondo. Ciò non toglie che a me il racconto sia piaciuto molto.
Spero di essere stata più chiara così. Resta il problema di come votarti, visto che non volendo ho dato un voto nullo...
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44 replies since 31/7/2010, 23:07 1532 views
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