A, B, C e D
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A, B, C e D

di AP - giallo - 11.300 car.

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    Amante Galattico

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    speravo di finire il racconto nuovo, ma ahimé non ci sono riuscito e vi prendete questo


    A, B, C e D
    di Alberto Priora


    Prova A
    Questa è la trascrizione fedele della registrazione di un interrogatorio.
    Ispettore: Si accomodi, per favore.
    Donna: Sì, grazie.
    C’è il rumore di una sedia.
    Ispettore: Lei è la signorina XXXXXXXX
    Donna: Sì, sono io.
    I: Vuole qualcosa? Un bicchiere d’acqua o un caffè, magari.
    D: Va bene… acqua.
    I: Appuntato Gaetani, porti dell’acqua alla signorina. Lasci pure andare il registratore.
    Una pausa di circa trenta secondi. Vari rumori di fondo.
    I: Ecco. Beva con calma.
    D: Grazie.
    Un’altra breve pausa; circa venti secondi.
    I: Allora, signorina. So che non è una cosa facile per lei, ma dovrebbe dirmi che cosa è successo. Faccia pure con calma, ma mi racconti tutto nei particolari. Si renderà conto che è molto importante.
    D: Certo. Capisco perfettamente.
    I: Allora cominciamo. E lei, Gaetani, tenga d’occhio il registratore e controlli se serve cambiare la cassetta.
    Appuntato: Non ne abbiamo altre; è l’ultima.
    I: Se me lo diceva prima la fermavamo quando nessuno stava parlando, appuntato. Allora domani mattina si ricordi di chiederne di nuove alla centrale e di andare a comprarne un paio. Possibile che se non ci penso io… Non importa, non importa… iniziamo allora, signorina. Mi dica che cosa è successo.
    D: Io ero andata a casa del mio fidanzato, come facevo quasi tutte le sere.
    I: Stiamo parlando di Stefano Gabrielli, vero?
    D: Sì, certo. Certo che è lui. Lo sapete. Questo lo avevo già detto…
    I: È per la registrazione, signorina.
    D: Va bene. Allora sì, Stefano Gabrielli e lui… oh, lui, lui..
    Si sentono dei singhiozzi.
    I: Appuntato fermi il nastro, avanti. Le do un fazzoletto, signorina, così…
    Interruzione e ripresa della registrazione.
    I: Va meglio? Se la sente di riprendere?
    D: Sì, sì… va meglio.
    I: Allora. Ha detto che stava andando a casa di Gabrielli.
    D: Sì.
    I: Da quanto tempo è… era fidanzata con Stefano Gabrielli?
    D: Da tre settimane.
    I: Hmm… lo conosce da molto?
    D: Più o meno da un mese.
    I: Capisco. Torniamo alla serata, a quando stava andando a casa di Gabrielli. Che ore erano?
    D: Le otto… no, le otto e dieci, perché alle otto stavo parcheggiando la macchina e ho guardato l’orologio… quello della macchina…
    I: Poi?
    D: Sono salita con l’ascensore e ho suonato. Ho suonato per farmi aprire.
    I: Quante volte?
    D: Come, scusi?
    I: Le ho chiesto se si ricorda quante volte ha suonato?
    D: Ma cosa c’entra?
    I: Signorina XXXXXXX, mi permetta di fare il mio lavoro… non sto facendo domande a caso. Ci pensi e mi dica quante volte ha suonato al campanello.
    D: Tre… quattro. Poi ho visto che la porta era aperta, era socchiusa.
    I: Bene, prosegua.
    D: Era socchiusa e allora l’ho spinta.
    I: E cosa ha visto quando ha aperto la porta?
    D: L’anticamera aveva la luce spenta e lì la luce non era mai spenta.
    I: Hmm…
    D: E allora sono andata verso… ho capito…
    I: Cosa ha capito, signorina?
    D: La domanda di prima… quante volte… vuole capire se sto riflettendo sui particolari o se sto andando a caso, non è vero?
    I: Rimaniamo sulle mie domande, la prego.
    D: Come vuole… lei sospetta di me?
    I: Sto solo facendo il mio lavoro, e il mio lavoro è raccogliere elementi, non sospettare.
    Un sospiro. Di donna.
    I: Ha attraversato il corridoio, e poi?
    D: Sono arrivata nel salone e Stefano era sulla poltrona, con quel libro in mano. Lo vedevo solo di spalle, la poltrona è messa al contrario rispetto all’ingresso…
    I: Al contrario?
    D: Sì, come si dice… era sempre rivolta dall’altra parte, in modo da avere luce dalle finestre. Lui la teneva… così.
    I: Ho capito. Vada avanti.
    D: Allora… lui era sulla poltrona… e quando mi sono avvicinata… oh mio Dio!
    La donna singhiozza.
    I: Chiuda un attimo, appuntato. Spenga il registratore.
    Interruzione e ripresa della registrazione.
    I: Se la sente di continuare, adesso?
    D: Sì, grazie.
    I: Allora, lei ha trovato Stefano Gabrielli morto,
    D: Sì… sì… c’era tutto quel sangue, sui vestiti e sulla poltrona. Era davvero spaventoso.
    I: Stefano Gabrielli le aveva mai parlato di eventuali nemici, di qualcuno che lo avesse minacciato?
    D: No, niente del genere.
    I: Non le viene in mente niente?
    D: No, mi spiace.
    I: Magari legato al suo lavoro. Trattava libri antichi, non è vero?
    D: Esatto. Antiquariato. Libri d’antiquariato.
    I: Qualche cosa di cui avesse parlato relativo al suo lavoro… ai libri?
    D: No. Sì, aspetti. Adesso che mi ci fa pensare, ricordo che aveva parlato di un cliente che doveva portargli un libro.
    I: Non sa chi fosse?
    D: No. Non me le aveva detto. Però…
    I: Però?
    D: Però sono abbastanza sicura di aver visto un libro che non mi era capitato di vedere in precedenza. Sul tavolino.
    I: Sicura?
    D: Abbastanza.
    I: Ma con tutti i libri che ha… mi scusi, aveva il Gabrielli…
    D: Li teneva tutti sempre in ordine. Era un maniaco dell’ordine. Non lasciava mai niente in giro. Quel libro non era fuori posto, non aveva un posto suo. Penso che non fosse già a casa sua.
    I: Hmm… potrebbe essere un particolare interessante. Se la sente di accompagnarmi là e farmi vedere questo… libro a cui si riferisce?
    D: Là… in casa di…
    I: Sì, ormai è passata quasi una settimana. Abbiamo giudicato che non c’è alcun pericolo, tanto che il posto non è più sorvegliato. E poi lei è con un ispettore di polizia. La proteggerò io, in ogni evenienza; sarà al sicuro.
    D: Va… va bene… allora. Grazie.
    I: Gaetani, io vado a casa di Gabrielli e… mi porto via il registratore… così posso proseguire nel registrare le domande alla signorina…
    A: Va bene, ispettore De Carli.
    I: Si ricordi di quello che deve fare domani. Andiamo allora, signorina.
    Fine della registrazione.


    Prova B
    Un rapporto interno della polizia investigativa.
    RISERVATO. SOLO USO INTERNO. DA NON DIVULGARE.
    Situazione omicidio De Carli al 15 settembre.
    In relazione alle indagini sull’omicidio dell’ispettore De Carli si comunica che i tentativi di ritrovare la donna con cui si è allontanato per recarsi all’abitazione di Stefano Gabrielli, trovato ucciso in data 3 settembre in suddetta abitazione (vedi allegato), non hanno avuto alcun esito.
    La donna ha fornito false generalità al momento della scoperta del primo omicidio (vedere documentazione allegata) e risulta tuttora irrintracciabile.
    È stato diffuso un identikit in base alla descrizione dell’appuntato Luca Gaetani, che ha assistito all’interrogatorio della donna da parte dell’ispettore De Carli. Il contenuto di tale interrogatorio è stato parzialmente ricostruito a memoria dall’appuntato Gaetani, in quanto l’ispettore De Carli si era allontanato con la cassetta della registrazione dell’interrogatorio.
    L’autopsia dell’ispettore De Carli ha evidenziato solo una ferita all’altezza del cuore, causata probabilmente da un punteruolo. Non è stato ritrovato finora alcun oggetto che possa risultare compatibile con un’arma simile. Si attendono ulteriori analisi da parte della polizia scientifica.
    Si ritiene opportuno, in questo momento, non divulgare ancora la notizia alla stampa. Recenti avvenimenti, anche se non legati a questo caso, hanno provocato degli attriti con alcuni giornalisti e quindi la direzione centrale preferisce non alimentare la campagna stampa che sta puntando attualmente a mettere in difficoltà la polizia sulla mancata risoluzione di alcuni casi.
    RISERVATO. SOLO USO INTERNO. DA NON DIVULGARE.


    Prova C
    Questo è il ritaglio di un articolo di giornale.
    NOTO GIORNALISTA TROVATO MORTO.
    Milano, 20 settembre.
    Il cadavere del noto giornalista Franco Stollima è stato ritrovato ieri in una via nella periferia di Milano. Il corpo è stato trovato casualmente nelle prime ore della giornata da un passante, che ha dichiarato di non essersi reso conto, all’inizio, di trovarsi al cospetto di un cadavere e che pensava si trattasse solo di un extracomunitario che aveva passato la notte a dormire in strada. Quando si è accorto che l’uomo a terra non respirava, allora ha chiamato subito la polizia.
    Gli inquirenti stanno svolgendo le loro indagini nel massimo riserbo, anche se le prime notizie trapelate sembrano indicare che Stollima non sia morto per cause naturali.
    Franco Stollima lavorava come giornalista da più di dieci anni ed è ricordato con stima dai colleghi per il suo grande impegno e la sua indubbia professionalità.
    Da alcune indiscrezioni raccolte presso il giornale per il quale lavorava, sembra che Stollima stesse preparando un articolo sulla morte dell’ispettore De Carli, morte avvenuta recentemente e di cui dalla procura non sono mai stati divulgati i particolari. La stessa fonte interna al giornale, che vuole rimanere anonima, ipotizza che Franco Stollima stesse per entrare in possesso di documenti riservati relativi al caso.


    Prova D
    Adesso ti rivelerò un segreto; un segreto che non sono in molti a conoscere.
    Esiste una società segreta di assassini, la migliore in tutto il mondo. Non è la più conosciuta, e questo è un bene, perché sono cose che devono conoscere solo le persone giuste.
    Questa società esiste da più di mille anni, si può dire che ha attraversato la storia, e di essa hanno fatto parte anche persone famose per altre imprese e altri meriti. Insospettabili è la parola giusta. Saresti davvero sorpreso nel leggere i loro nomi.
    È una società che presta i suoi servizi a caro prezzo, ma che garantisce i migliori risultati. Tutte le associazioni criminali di questo paese, e quasi tutte quelle dei paesi esteri hanno avuto bisogno, in più occasioni, di commissionare qualche assassinio.
    I risultati? Sempre perfetti.
    Non si entra in questa società di assassini per caso.
    I suoi membri sanno colpire ovunque, sanno arrivare ovunque e sanno farlo senza lasciare tracce, senza mai farsi prendere.
    E ogni membro, quando è il momento, sceglie un discepolo, e lo educa. Poi gli da il suo libro, proprio uno come questo.
    Un libro degli assassini è tramandato di generazione in generazione, fino a quando le sue pagine bianche non si esauriscono e non ha bisogno di essere sostituito. Su di un libro sono descritte, in qualche modo, tutte le opere dell’assassino che lo possiede fino a quando questi è in vita e, quindi, dei suoi predecessori; su di un libro verranno descritte le opere del discepolo prescelto. Sono le prove.
    Mai sentito parlare di libri del genere? È perché nessun libro è mai caduto nelle mani sbagliate; è perché i membri di questa società degli assassini sono i più bravi, anzi sono i migliori. È la loro garanzia di qualità di fronte a chi ha bisogno delle loro opere.
    L’esistenza di questi libri li spinge a essere perfetti.
    Cosa deve fare un discepolo per meritarsi l’ingresso nella società? Per diventare un vero assassino?
    Semplice. Deve assassinare quattro persone.
    Facile?
    Non proprio.
    Deve assassinare quattro persone che però siano collegate tra loro dagli stessi omicidi. In pratica la seconda vittima deve essere collegata all’assassinio precedente, la terza essere collegata alla seconda e la quarta deve essere collegata alla terza.
    E deve assassinare quattro persone facendo loro capire cosa sta succedendo, ossia facendogli leggere il libro. Questo libro.
    Ho assassinato Stefano Gabrielli. Io ero la sua fidanzata.
    Ho assassinato l’ispettore De Carli. Io ero la sua sospettata.
    Ho assassinato il giornalista Stollima. Io ero la sua informatrice.
    1, 2, e 3. Prova A, prova B e prova C. Adesso le hai lette anche tu.
    E la prova D? Questa che stai leggendo è proprio la prova D.
    La prova D è la tua.
    Grazie per il tuo contributo al mio ingresso nella società degli assassini.
    Addio.
     
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