Il libro bianco
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Il libro bianco

di Luca Pagnini - parodia - 15800k

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  1. black cat walking
     
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    Il libro bianco



    "In cento giorni e cento notti, cento sapienti scrissero su un libro bianco le verità di questo e dell’altro mondo. Il centounesimo sapiente, il centounesimo giorno, le cancellò tutte perché restassero segrete. Da quel momento, il libro bianco intraprese un viaggio attraverso i secoli, da una biblioteca modesta all'altra, fino a quando un prescelto, uomo o donna che sia, purché assetato di conoscenza, ma saggio come una capra tibetana, conoscitore di molte lingue, ma intelligente come un fagiano reale, non lo troverà. Allora il libro rivelerà il suo contenuto e, dopo che il prescelto l'avrà letto, scomparirà per sempre lasciando al lettore la sua onniscienza."

    (da Leggende dell'antica Kamchatka)



    Appena entrato nella biblioteca, l’ispettore Vegliardi spense la sigaretta in terra e sbatté le scarpe per liberarle dal fango. A quel punto, per non contaminare la scena del crimine, aprì la valigia di metallo che portava e ne estrasse un paio di guanti da chirurgo e una maschera da verniciatore con tanto di filtro polivalente abek. Dalla volta in cui era stato in quella serra, stava molto più attento, sia a muoversi che alla sua attrezzatura. Era stato abbastanza imbarazzante spiegare al Giudice che non era stata certo colpa della sua allergia alle ericacee, se il cadavere si trovava proprio dove era crollato lo scaffale carico di prodotti chimici. In fondo, lui aveva solo starnutito cercando l'appoggio su qualcosa di instabile, aveva raccontato.
    Indossati guanti e maschera, estrasse dalla tasca interna della giacca un paio d'occhiali da vista, riprese la valigia e muovendosi lento iniziò a farsi un'idea del luogo. Il locale aveva grandi finestre sulla parete sud dalle quali entrava la tenue luce invernale, a quell'ora insufficiente a illuminare l’ambiente. Nessuno aveva acceso i neon; nella penombra Vegliardi vide fluttuare i fasci luminosi di due piccole torce elettriche, "Sembra un duello di Star trek", pensò. La parete nord era tappezzata di libri di ogni genere: in un ripiano di mezzo spiccavano le costole dai colori accesi di atlanti, dizionari e manuali; in alto, il grigio dei classici rammentava il destino di libri e uomini; in basso, tra gli autori contemporanei, l'ispettore scelse un titolo a caso e tra sé e sé considerò: "Patricia Cornwell, il fattore scarpetta... Sì, e il fattore calze a rete? Intanto il mio studio sugli acari è ancora senza editore, bah..." Nel muro di libri si apriva una porta di vetro a due ante che introduceva in una stanza con numerose librerie piene di testi. Nella sala principale, il banco dei prestiti era circondato da diversi tavoli quadrati posizionati alla rinfusa. Mentre Vegliardi si apprestava a navigarvi in mezzo con il suo passo dinoccolato, dalla porta a vetri un altro fascio di luce tagliò l'aria seguito da una giovane agente in maglione rosa a collo alto, jeans attillati, tacco dieci e un foglio bianco in mano. Andando incontro all'ispettore sembrava stesse sfilando su una passerella; da quando era stata eletta Miss Pantera 2007, non aveva più smesso di ancheggiare. A poche decine di centimetri, sorrise, scosse i lunghi capelli molto biondi e con voce leggermente rauca disse: «Salve, boss. Guardi cos'ho trovato là dentro.»
    L'ispettore fece solo un cenno di saluto con la testa e, posata la valigia, prese in mano la pagina vuota; con le dita guantate, la saggiò come se stesse toccando la carta per la prima volta nella vita. Dopo alcuni secondi spostò lo sguardo sull'agente e disse: «Piha, nbibhal subtop er facs!»
    La bionda si indicò lentamente le labbra rosso fragola e suadente disse: «Boss, la maschera.»
    Senza scomporsi, Vegliardi alzò la protezione sulla fronte e ripeté: «Pica, inviala subito per fax!»
    «Cosa?», domandò lei.
    «Come cosa? Ma questa pagina! Inviala per fax al laboratorio di carta e cartoni e falla analizzare. Voglio sapere subito di cos'è composta.»
    «Okay, boss», rispose l'agente, poi, voltandosi verso la bibliotecaria seduta al banco centrale, chiese: «Dov'è la fax machine, cara?»
    «Nella stanza accanto al bagno, laggiù a sinistra», spiegò l'impiegata che, stupita da quanto aveva udito, provò a chiedere spiegazioni, «Ma come...»
    «Grazie, tesoro. Davvero cool quel taglio di capelli», la interruppe Pica, e senza indugiare oltre si diresse dove era stata indirizzata.
    La bibliotecaria allora si voltò verso Vegliardi, ma dal lato opposto della sala un altro agente la precedette: «Ispettore, scusi. L’uomo dev’essere entrato da questa porta sul lato ovest che dà su un cortile. Dico uomo, non a caso, vero, perché ho trovato una traccia di sangue con due peli di barba sullo spigolo esterno, come se aprendola l'intruso ci avesse sbattuto il viso.» Quindi, abbassando progressivamente il tono di voce, proseguì: «Potrebbe essere anche una donna, vero, ma con la barba se ne vedono poche. Oppure anche un…», concluse sottovoce, passando dalle parole ai pensieri, mentre con la torcia illuminava un punto a pochi centimetri dal suo naso, "...travestito, vero."
    Vegliardi lo raggiunse continuando la perlustrazione visiva del luogo. "I tavoli sono alti ottanta centimetri, le sedie sono di abete e alluminio, il pavimento è piatto", valutò, quindi accostò il viso al tratto di porta illuminato dal fascio di luce azzurrognola dell'agente. Trascorse diversi secondi fissando un punto ben preciso dello spigolo, poi disse: «Ma dove ho messo gli occhiali?»
    L'agente si avviò per cercarli all'ingresso, ma subito si bloccò: «Forse lì ha in mano, ispettore.»
    Vegliardi squadrò di sbieco il subordinato e sibilò: «Lo so Porri. Sono rincoglionito, ma non vecchio. Ora prendi i campioni e appena rientriamo portali da Grifagno al laboratorio di peli e capelli. Entro venti minuti vorrò sapere vita, morte e DNA di queste due fibre che tu, Porri, chiami peli di barba, ma io so essere filamenti di una sclero-proteina denominata cheratinina, nati da dei follicoli piliferi di un essere umano… caucasico? Afro-europeo? Padano? Alto? Basso? Grasso? Juventino? Porri, lo sai che odio l’approssimazione.»
    «Sì, lo so. Procedo subito», disse quello, «però temo che venti minuti siano troppo pochi, ispettore.»
    «Quanto ci vorrà?»
    «Più o meno… dai quattro ai cinque giorni. Forse sei, sette, oppure anche ot...»
    «Ho capito, Porri, ho capito», sbottò Vegliardi, «calmati. Facciamo così, se non li ricevo entro stasera, te e quel fesso di Grifagno da domani passate all'ufficio fotosegnalamento a schedare cinesi per un anno.»
    «No, le foto ai cinesi no...»
    Porri rammentò con orrore l'ultima volta che aveva passato le settimane a fotografare e prendere impronte a centinaia di persone che gli sembravano identiche. Molti mesi dopo le sognava ancora nei suoi migliori incubi. Ricacciò indietro le lacrime e, sguainate le pinzette, con precisione maniacale, imbustò i due peli come se imbustare filamenti di cheratinina fosse stata la sua massima aspirazione fin dalle scuole medie.
    Mentre il suo uomo operava, Vegliardi tornò indietro al banco dei prestiti. Appena fu di fronte all'addetta si presentò, quindi, indicando uno scaffale vuoto, con voce calma e priva di inflessioni dialettali, le chiese: «Where is the book?»
    «Eh?», rispose sorpresa, la donna.
    «Où est le livre?»
    «Mi scusi, ma...»
    «Wo ist das Buch?»
    «Io non...»
    «In che lingua glielo devo chiedere? Lo ripeto un'altra volta, poi saremo costretti a portarla con noi e denunciarla per favoreggiamento: Där är den bok?», l'accento di Göteborg tradì l'emozione di Vegliardi, stava davvero perdendo la pazienza.
    Da quando era arrivata la polizia scientifica, l'impiegata si era pentita innumerevoli volte di aver chiamato il 113 quella mattina. Non capiva come potesse, la semplice intrusione in una biblioteca comunale, smuovere così tanta attività e farle perdere così tanto tempo. Non era stato rubato niente, ne era certa, ma quelli continuavano a parlare di un antico libro bianco con tutte le pagine intonse, tanto prezioso quanto introvabile.

    - Mamma, lo sai che ci sono libri così vecchi-vecchi, che si rompono con l'aria?
    - Sì, lo so. Ve lo ha detto oggi la maestra?
    - Sì, la maestra Anna! E allora... allora io ho detto che la mia mamma lavora con i libri... ma nuovi, vero mamma?
    - Vero. E poi cosa vi ha raccontato la maestra Anna?
    - E poi... e poi... lei ha detto anche che i libri vecchi-vecchi sono pochi e ci hanno scritti i segreti sopra...
    - Davvero? E quali segreti?
    - Segreti-segreti, che non sa nessuno! Uno bianco è così tanto segreto che nessuno-nessuno l'ha letto mai.
    - Incredibile, vero? E poi?
    - E poi la maestra Anna ha detto che i libri vecchi-vecchi non sono fatti di carta, ma di papero!
    - Di papiro, sono scritti sul papiro.
    - Pa... piro, papiro!
    - Brava la mia stella! Ora corri a lavarti le mani, che tra poco si mangia.


    "Non crederanno mica alle storie per bambini. Il libro bianco è..." A interrompere i ricordi dell'impiegata intervenne un'agente alta, quasi rasata, ma mora, in tuta mimetica e anfibi, che era appena uscita dal bagno degli uomini. «Dov’è il libro?» domandò secca.
    La bibliotecaria si girò verso di lei, «Quale libro?» chiese, sbuffando sull'orlo dell'esasperazione, «Qui è pieno di libri.»
    «Quello che stava lì», indicò la poliziotta con la mano destra, alzando il mento e allargando le gambe in una posizione che ricordava il Duce durante la battaglia del grano. La virile mossa evidenziò una macchia d'umidità fresca talmente maschile, stagliata com'era su una chiazza cachi al lato sinistro della cerniera lampo, da indurre nell'impiegata il serio dubbio che l'agente fosse un agente e non un'agente.
    Guardando prima l'indice della pubblico ufficiale e poi lo scaffale che puntava, la bibliotecaria balbettò: «Ma lì non c’è niente da mesi. Come fate a dire che c’era un libro?»
    «Come si chiama?» intervenne gentile, Vegliardi.
    «Michela Passamano.»
    «Venga qua, Passamano.»
    La donna si alzò e con lo sguardo a terra si avvicinò allo scaffale. “Possibile non abbiano altro da fare?”, pensò.
    «Vede? Qui non c’è proprio niente. Se ci fosse stato qualcosa, ci sarebbe rimasto un segno», spiegò l'ispettore.
    «Un segno», ripeté lei ipnotizzata.
    «Chiudi le tende, Di Martino», ordinò Vegliardi all'agente in mimetica.
    Mentre procedevano all'oscuramento, dall'ingresso entrò pacioso l'ispettore Zanobetti.
    «Veglià, ho una notizia bomba. É un'ora che provo a chiamarvi, perché avete tutti i cellulari spenti?», disse veloce.
    «Perché siamo in biblioteca», rispose Vegliardi mentre apriva la sua valigia.
    «Ovvio. Comunque de...»
    «La notizia me la dici tra un minuto, lo sai che odio la fretta.»
    «Ma è importante...»
    «Zano! Lo sai che odio l'insistenza!»
    «Certo.» Il nuovo arrivato si ricordava molto bene di quella volta che aveva tentato di spiegare al collega l'inutilità della camera oscura per stampare foto digitali, per cui desistette dal discutere, ma indicando ai suoi piedi, osservò con malizia, «Perché non avete raccolto questa cicca e il fango vicino?»
    «Quale cicca? Quale fango?» si stupì, Vegliardi.
    «Questi all'entrata.»
    «Accidenti... Porri!»
    «Sì, ispettore?»
    «Perché nessuno ha imbustato la cicca e il fango all'ingresso? Devo fare tutto io?»
    «Ma...»
    «Imbusta!»
    «Va bene...» disse sconsolato l'agente andando a raccogliere le prove nuove di zecca.
    «Che devi fare al buio?» domandò Zanobetti, con un tono da educanda.
    «Vedrai», rispose l'altro risoluto, poi frugò nella sua valigia e tirò fuori un paio d'occhiali con delle spesse lenti verdi che indossò. Un paio identico lo dette all'impiegata, che se lo mise ancora in trance.
    «Guardi, Passamano, lo vede ora?» chiese Vegliardi, dopo aver acceso una lampada arancione che accostò allo scaffale.
    «No», abbozzò quella, stringendo le palpebre e piegando di lato la testa per vedere ciò che non vedeva, «Non vedo nulla.»
    «Infatti!» affermò entusiasta Vegliardi, «É qui che l’essere barbuto ha cercato il libro bianco, stamattina. Non c'era, non l’ha trovato e ora non ce n’è traccia», terminò fiero.
    Tutti i poliziotti annuirono. La bibliotecaria invece sospettò di essere finita in un programma televisivo e, guardandosi intorno con gli occhiali verdi, cercò le telecamere nascoste.
    «Boss», cinguettò Pica entrando nella sala, «abbiamo già i risultati del laboratorio sulla carta completamente bianca che neanche io ho trovato su quello scaffale.»
    «Veramente», intervenne Zanobetti, «prima dovrei dire qualcosa io.»
    «Calma Zano. Lo sai che non sopporto la confusione. Andiamo per ordine», decise Vegliardi. Quindi fece riaprire i tendaggi e alla luce chiese: «Avete un libro sull'accoppiamento degli acari?»
    «Acari? No, non mi pare...» rispose Passamano pensando: “E se fossero dei pazzi?”
    «Lo sapevo!» esclamò Vegliardi. «Bene Pica, cosa dicono le analisi?»
    «Niente, boss», rispose la bionda, mentre si aggiustava il trucco, «nessuna traccia di papiro.»
    «Quindi il libro dei 101 sapienti non era nemmeno là dentro. L'intruso sapeva bene dove non cercare...»
    «Ispettore, quaggiù c’è un pied-à-terre perfettamente conservato!» La voce di Porri era così acuta, che la bibliotecaria ebbe un sussulto.
    «Cosa intendi dire?», si scosse Vegliardi, «C'è una stanza segreta?»
    «No, c'è un’impronta di fango.»
    «Ebbene?»
    «Forse riconosco la suola di una scarpa destra da trekking marca Alpen, modello Monte Rosa, misura 43 e 3/4, fabbricata nel 2009, vero.» Porri stava parlando dalla porta d'ingresso. «Secondo me l’intruso è uscito di qua, forse», terminò bisbigliando.
    «E dove avrebbe trovato il fango prima di uscire? Tra i libri di geologia?» chiese sorridendo Zanobetti.
    «Zano, lo sai che non sopporto la geologia. Porri, nel 2009, ma in che mese?»
    «Tra giugno e ottobre, direi.»
    «Troppa tolleranza, Porri. Il database delle scarpe da trekking e hiking non serve, se non gli diamo più dati. Anch'io ho comprato proprio quel modello nell'ottobre 2009. Mi vuoi inserire nella lista dei sospetti? Dai Porri, dai! Piuttosto, Di Martino, se hai finito col bagno, prendi le impronte digitali su quel banco.»
    «Ma questo è il banco dei prestiti, troverà decine d’impronte, qui», intervenne l’impiegata, sebbene imbambolata.
    «Appunto. Se ci saranno tutte escluse quelle dell’intruso, sapremo che non è passato neanche da lì.»
    La bibliotecaria ammutolì. “Saranno mica pericolosi?” si chiese.
    «Posso parlare adesso?» s’intromise di nuovo Zanobetti.
    «Aspetta, posso già dare una ricostruzione dei fatti», iniziò Vegliardi. «L’uomo è entrato dalla porta sul lato ovest; è venuto allo scaffale e ha visto che il libro non c’era; non è andato nell'altra sala e non ha preso il foglio bianco, però è andato in bagno e, incautamente, ha pestato dell’acqua versata dal lavabo; l'acqua pian piano ha sciolto la fanghiglia secca che aveva sotto le suole; è uscito, forse è passato dal banco dei prestiti, forse no, infine se n’è andato dall’entrata. Se analizziamo la fanghiglia scopriremo da dov’è passato prima di arrivare qua. Con un po’ di fortuna lì troveremo altri indizi, magari una fibra dei suoi indumenti oppure un biglietto da visita.»
    «Ma perché in bagno non c’è acqua?» chiese Di Martino.
    «E perché la porta d'ingresso era chiusa dall'interno?» chiese Pica.
    «E perché cercava qualcosa in uno scaffale dove non c’era niente?» chiese mesta la bibliotecaria.
    «Questo è il nostro lavoro, Passamano. Lo scopriremo», sentenziò l’uomo della scientifica con voce gelida.
    «Sentite, hanno già preso il sospettato alla stazione, senza il libro bianco. Voi fate un po’ come vi pare, io torno in ufficio», concluse Zanobetti e togliendosi il casco da minatore uscì dalla sala.
    Ci fu un attimo di gelo palpabile. Porri stava per dire qualcosa, ma l’ispettore con un gesto risoluto lo fermò.
    «Zitto», gli disse sottovoce, «appena possibile lo fotocopieremo.»
    «Cosa?»
    «Il libro bianco!»
    «Ma se non ce l'aveva con lui?»
    «Appunto.»
    Porri non replicò. Rimisero a posto tutto il loro armamentario in silenzio, poi la squadra di specialisti lasciò la scena del crimine in fila indiana. Passando accanto alla bibliotecaria, che li guardava a bocca aperta, Vegliardi disse: «Visto, Passamano? Caso risolto.»

    Edited by black cat walking - 20/8/2010, 11:08
     
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  2. margaca
     
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    Molto carino, una parodia divertente. I personaggi sono descritti benissimo, le loro manie, la loro incapacità traspare da ogni dialogo. Do un 3 pieno e ti segnalo quello che credo sia un refuso:
    Dalla volta era stato in quella serra: credo manchi un "in cui"
     
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  3. black cat walking
     
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    @ Marcello
    SPOILER (click to view)
    Grazie mille per il commento e per la segnalazione dell'errore ;)
     
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  4. Alessanto
     
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    Letto.

    SPOILER (click to view)
    Mi sono divertito. Certo seguire il filo logico è difficile ma gli scenari che si formavano nella mia testa leggendo erano spassosi: più dei personaggi in sé ho visto i veri di CSI che si arrabbattavano nell'assurdità. Non so se questo è bene, del resto ho la sensazione di "averci messo molto del mio" nell'interpretazione della parodia, e non so che affetto avrebbe su altri magari non appassionati. Ma non me ne importa.


    Voto 3.
     
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  5. black cat walking
     
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    @ Ale
    SPOILER (click to view)
    Non so neanch'io se è un bene, però ciò che intendevo parodiare è proprio CSI con Dan Brown e codici vari. :)
    Grazie per la lettura e il commento.
     
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  6. Gordon Pym
     
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    User deleted


    Ciao Black Cat!
    SPOILER (click to view)
    Nel complesso il tuo racconto mi è piaciuto. Forse c'è un momento di eccessiva macchinosità in corrispondenza di metà/tre quarti, quando vengono introdotti tutti i personaggi e ognuno dei quali porta con sé una o più situazioni, però ci si divincola. Una cosa che non ho gradito al massimo è l'eccesiva coglionaggine dell'ispettore e compagnia, sa un po' di già visto e ogni volta porta a chiedersi come sia possibile che certi elementi investano quegli incarichi. Comunque, ripeto, nel complesso vengono fuori situazioni gradevoli e si sorride.

    Voto tre abbondante.
    ciao

    CITAZIONE
    Era stato abbastanza imbarazzante spiegare ... lui aveva solo starnutito cercando l'appoggio su qualcosa di instabile, raccontò.

    aveva raccontato.

    CITAZIONE
    che da su un cortile.



    CITAZIONE
    E allora.... allora

    un punto in più

    CITAZIONE
    un agente e non un'agente.

    personalmente avrei scritto "una agente" perché se lo leggi a qualcuno scritto così non si capisce la differenza

    CITAZIONE
    La donna si alzò e con lo sguardo a terra si avvicinò allo scaffale. “Possibile non abbiano altro da fare?”, pensò.
    «Vede? Qui non c’è proprio niente. Se ci fosse stato qualcosa, ci sarebbe rimasto un segno.»
    «Un segno», ripeté lei ipnotizzata.

    in questi due dialoghi non capisco chi stia parlando
     
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    Losco Figuro

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    Ma l'ispettore Vegliardi è parente del Signor Veneranda? Perché si assomigliano parecchio. ^_^
    Il racconto non mi prende del tutto perché ci sono un po' di frasi abbastanza macchinose che potrebbero essere rese più scorrevoli. L'idea generale però è carina.
    Mi sfugge perché l'etichetta di "parodia", a me sembra più surreale che altro.

    Voto 2

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    <i>"Patricia Cornwell, Il fattore scarpetta...

    Non dovrebbe essere maiuscolo "Scarpetta"? È il cognome della protagonista, giusto?

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    Nel muro di libri si apriva una porta a due ante di vetro

    Credo sarebbe meglio "una porta di vetro a due ante"

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    che introduceva a una stanza con numerose

    "in" una stanza, "introdurre a" è per le forme figurate

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    jeans attillati, tacco 10

    Meglio "dieci"

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    Andando incontro all'ispettore sembrava stesse sfilando su una passerella, da quando era stata eletta Miss Pantera 2007, non aveva più smesso di ancheggiare.

    Rivedrei la punteggiatura. Al posto della prima virgola ci starebbe meglio un punto o un punto e virgola, altrimenti "da quando... 2007" sembra un inciso e la frase non suona.

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    «Okey, boss»,

    È voluta la e al posto della a?

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    questa porta sul lato ovest che da su un cortile.

    "dà"

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    <i>"I tavoli sono alti 80 centimetri,

    Meglio "ottanta"

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    morte e dna

    "DNA"

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    filamenti di una sclero proteina

    Non ho idea di cosa sia una scleroproteina ma sono cérto che si scriva scleroproteina senza spazi nel mezzo ^_^

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    Ricacciò indietro le lacrime e sguainate le pinzette, con precisione maniacale, imbustò i due peli come se imbustare filamenti di cheratinina fosse stata la sua massima aspirazione fin dalle scuole medie.

    Serve una virgola prima di "sguainate". Quella dopo "maniacale" non è indispensabile invece.

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    Guardando prima l'indice della pubblico ufficiale

    "pubblico ufficiale" è maschile a prescindere, se usi ufficiale in accezione femminile, allora "pubblica"

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    É

    È (anche dopo... il codice è ALT+212 o ALT+0200, mi sa che hai usato ALT+0201)

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    Un paio identici li dette all'impiegata, che se li mise ancora in trance.

    "identico", "lo dette", "lo mise", il soggetto è "paio"

    CITAZIONE (black cat walking @ 1/8/2010, 00:25)
    Tutti i poliziotti annuirono. La bibliotecaria invece sospettò di essere finita su un programma televisivo

    Direi "in" un programma
     
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  8. black cat walking
     
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    User deleted


    @Gordon
    SPOILER (click to view)
    Anzitutto grazie per la lettura e il commento. :)
    CITAZIONE
    Una cosa che non ho gradito al massimo è l'eccesiva coglionaggine dell'ispettore e compagnia, sa un po' di già visto e ogni volta porta a chiedersi come sia possibile che certi elementi investano quegli incarichi.

    Essendo una parodia di CSI, non è che i personaggio debbano per forza essere realistici ed esistere. Certo, se pensiamo a chi ci comanda in Italia, non è che ci sia da stupirsi molto... ;)
    CITAZIONE
    un agente e non un'agente.
    personalmente avrei scritto "una agente" perché se lo leggi a qualcuno scritto così non si capisce la differenza

    Vero, però se al maschile lo leggi mettendo una leggera pausa tra un e agente, mentre un'agente lo leggi come fosse una parola sola, senti che la differenza si nota. O almeno così sembra a me.

    Per il resto, provvederò subito a fare le correzioni assieme a quelle suggerite da CMT.
    Ancora grazie e a presto!


    @CMT
    SPOILER (click to view)
    Anche a te grazie per la lettura e il commento. Sul signor Veneranda effettivamente hai ragione, si assomigliano, però t'assicuro che non ci avevo pensato per niente. Prima che lo nominassi te, erano anni che lo sentivo citare. :D
    CITAZIONE
    Mi sfugge perché l'etichetta di "parodia", a me sembra più surreale che altro.

    Certo, è un racconto surreale, ma siccome l'ho scritto pensando a CSI e a Dan Brown con tutti i codici vari in giro per le librerie, e mi sembra chiara la presa di giro che ne faccio, non mi pare sbagliato definirlo, appunto, parodia.
    CITAZIONE
    "Patricia Cornwell, Il fattore scarpetta...
    Non dovrebbe essere maiuscolo "Scarpetta"? È il cognome della protagonista, giusto?

    Giustissimo, ma ho controllato il libro, e il titolo in copertina è scritto con gli stessi caratteri e senza maiuscola quindi Vegliardi, non sapendo chi è Scarpetta, non può che leggere scarpetta. :) Detto questo, per uniformare tolgo la maiuscola anche a Il, tutto maiuscolo sarebbe più giusto ma sarebbe anche un cazzotto nell'occhio.

    CITAZIONE
    filamenti di una sclero proteina
    Non ho idea di cosa sia una scleroproteina ma sono cérto che si scriva scleroproteina senza spazi nel mezzo

    Guarda, non ho idea neanche io di cosa sia, ma ho controllato su più pagine in rete e la maggior parte delle volte è scritta staccata, in un caso l'ho trovata col trattino. Ubi maior... :)

    CITAZIONE
    Guardando prima l'indice della pubblico ufficiale
    "pubblico ufficiale" è maschile a prescindere, se usi ufficiale in accezione femminile, allora "pubblica"

    Qui ho sfruttato il neutro facendo un gioco di parole per mantenere il dubbio sul sesso dell'agente, quindi non uso "ufficiale" nè al femminile nè al maschile, ma "pubblico ufficiale" nella sua interezza che resta maschile anche se si parla di un pubblico ufficiale donna (che so, una dottoressa piuttosto che una giudice). Correttamente si dovrebbe scrivere "Guardando prima l'indice del pubblico ufficiale...", mattendo "della" mescolo le carte un pochino. :) Il suggerimento "pubblica ufficiale" invece, secondo me, non ci può stare perchè trattandosi di qualifica giuridica non esiste la forma femminile, come non c'è per "la pubblico ministero Tizia" o "la ufficiale giudiziario Caia".

    CITAZIONE
    É

    Questo É un problema, perchè uso OpenOffice e non so come fare per usare le scorciatoie. Ogni volta che vado a cercarlo rischio di sbagliare.

    Tutto il resto lo vado a correggere immediatamente. :)

    Grazie!
     
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    Losco Figuro

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    CITAZIONE (black cat walking @ 3/8/2010, 15:14)
    CITAZIONE
    filamenti di una sclero proteina
    Non ho idea di cosa sia una scleroproteina ma sono cérto che si scriva scleroproteina senza spazi nel mezzo

    Guarda, non ho idea neanche io di cosa sia, ma ho controllato su più pagine in rete e la maggior parte delle volte è scritta staccata, in un caso l'ho trovata col trattino. Ubi maior... :)

    Adesso so anche cosa è ^_^
    www.glossariomedico.it/html/it/s/scleroproteina_41105.asp

    Comunque col trattino posso capirlo, ma con lo spazio non è possibile perché "sclero" ha valenza di prefisso.

    CITAZIONE (black cat walking @ 3/8/2010, 15:14)
    CITAZIONE
    Guardando prima l'indice della pubblico ufficiale
    "pubblico ufficiale" è maschile a prescindere, se usi ufficiale in accezione femminile, allora "pubblica"

    Qui ho sfruttato il neutro facendo un gioco di parole per mantenere il dubbio sul sesso dell'agente, quindi non uso "ufficiale" nè al femminile nè al maschile, ma "pubblico ufficiale" nella sua interezza che resta maschile anche se si parla di un pubblico ufficiale donna (che so, una dottoressa piuttosto che una giudice). Correttamente si dovrebbe scrivere "Guardando prima l'indice del pubblico ufficiale...", mattendo "della" mescolo le carte un pochino. :) Il suggerimento "pubblica ufficiale" invece, secondo me, non ci può stare perchè trattandosi di qualifica giuridica non esiste la forma femminile, come non c'è per "la pubblico ministero Tizia" o "la ufficiale giudiziario Caia".

    Ma infatti "pubblica ufficiale" non è corretto, solo che "della pubblica ufficiale" suona meglio di "della pubblico ufficiale" (che ugualmente non è corretto). ^_^
     
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  10. black cat walking
     
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    Vada perr il trattino... tanto ne ho comprati una bella scorta... ;)

    CITAZIONE
    Ma infatti "pubblica ufficiale" non è corretto, solo che "della pubblica ufficiale" suona meglio di "della pubblico ufficiale" (che ugualmente non è corretto).

    Sì, forse suona meglio, però in quel modo mi perdo il gioco sul genere sessuale e mi resta solo l'errore grammaticale... Non ti garba proprio, eh? :)
     
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    Losco Figuro

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    Ah be', penso di potergli sopravvivere :-D
    In realtà stavo solo precisando che il mio suggerimento non era una correzione grammaticale ma stilistica, però io davvero non lo vedo il gioco. Lo capisco ora che l'hai spiegato, ma senza spiegazione per me era solo un uso improprio, forse proprio a causa della "neutralità" del termine. Avessi detto, non so, "della poliziotto", probabilmente il dubbio mi sarebbe sorto. ^_^
     
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  12. marramee
     
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    Ciao,
    una storia molto surreale ma anche tanto simpatica.
    Certe situazioni spinte fino all'assurdo e alcune battute troppo elaborate me l'hanno fatto sentire un po' pesante da digerire. Ma questo è solo un problema mio perché non sono tanto amante del surreale.
    L'ho trovato comunque scritto bene e il 3 è senz'altro meritato.
     
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  13. black cat walking
     
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    Diavolo di un CMT! :diablo:
    Ci penserò... <_<

    Grazie Stefano, se non sei amante del genere, apprezzo ancora di più l'apprezzamento. :)

     
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  14. CountlessCrows
     
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    Racconto gustoso, spinto ai limiti del surreale al punto da ricordarmi alcune pagine di Frederic Brown (no, non Dan Brown, quello si parodizza da solo).
    Come riportato da altri andrebbe snellito, reso un filo meno macchinoso nella parte centrale della narrazione.

    Voto: 3
     
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  15.  
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    Amante Galattico

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    Ciao
    terzo racconto

    SPOILER (click to view)
    Io, in tutta onestà, non lo ho capito. Nel senso che non ho capito dove vuole andare a parare... che scopo ha...
    Vuole fare il verso ai telefilm procedurali, va bene... ma perchè? Questo perché se capisco il filo logico assurdo che lega le indagini (anche se le conclusioni che traggono non le capisco, ma questo credo che sia dovuto al fatto che è una parodia/ironia e quindi non per forza legato alla logica ferrea), allora non capisco perché la bibliotecaria, che le vede dall'esterno, sia appunto critica di come procedano... appunto perché assurde.
    Questo mi pare che indebolisca il fatto che è una parodia.

    Poi l'idea è carina e, all'inizio, mi aveva anche tratto in inganno e mi ero domandato. ma questo libro esiste?
    Lo stilescorre, ma a trattti mi pare un po' troppo convoluto... anche qui, però, difficile distinguere dobe è voluto e dove no...

    Metto un 2, abbondante, ma 2


    VARIE
    -"Era stato abbastanza imbarazzante spiegare al Giudice che non era stata certo colpa della sua allergia alle ericacee, se il cadavere si trovava proprio dove era crollato lo scaffale carico di prodotti chimici."
    l'ho riletta più volte, ma la frase non è chiara.. credo di aver capito cosa voglia dire, ma non è chiara
    -"É un'ora" - accento sbagliato
     
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38 replies since 31/7/2010, 23:25   619 views
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