CASTELLI

Ammetto che, a un certo punto, ho guardato anch'io quanto mancava alla fine, ma superato un primo affanno mi sono lasciato trascinare dalle tue frasi puntigliose.
Ho seguito la vicenda sin dall'inizio aspettando un qualche colpo di scena finale, che rimaneva però lontano e indistinto.

Come dicevo, dopo un po', ho apprezzato le descrizioni molto precise e dettagliate. Bisogna ammettere, però, che spesso sono eccessive, e non mi piace l'uso ripetuto di parecchie congiunzioni concatenate in alcuni elenchi (e... e... e...); dall'uso che ne facevi, pensavo che fosse voluto, ma l'uso reiterato lo trovo pesante. Comunque, solo In un paio di punti, soprattutto nella descrizione del castello, la punteggiatura non aiuta.

I dialoghi inesistenti fanno risaltare al meglio le uniche due frasi che si scambiano i protagonisti.

Come dicevo, è molto bella la parte iniziale fino all'epilogo. Nell'attesa della rivelazione finale, nel tenere in sospeso, il racconto dà il meglio di sé.
La rivelazione, come tutte le spiegazioni, non è all'altezza. Ci si aspetta qualcosa di straordinario, ma quando quello straordinario viene rivelato, non è mai abbastanza... straordinario. In questo caso ha il pregio di sorprendere e di non essere scontato.

Forse la spiegazione finale, raccontata dalle pareti, è superflua. Era bastata una frase a chiarire tutto, però mi ero fatto l'idea che lui accettasse il suo destino e lei lo accontentasse. Così il vero finale arriva inaspettato: meglio, perché riscatta la sua (presunta) debolezza rispetto alle (mie) aspettative.

Ero tentato di dare 4, ma per il lavoro di alleggerimento che mi sembra necessario, trovo più giusto un 3.