Saturday Night Queequeg
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Saturday Night Queequeg

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  1. black cat walking
     
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    Ciao Luigi!
    CITAZIONE
    Il racconto mi è piaciuto, e molto. Bella l'ambientazione, è scritto molto bene e scorre che è un piacere... sono indeciso tra il 3 e il 4 per questi motivi:
    - il suicidio finale: non ho capito perchè, dopo trent'anni, proprio ora che la verità è venuta a galla :asd: Cesco decide per l'insano gesto. Non intendo dire che il gesto non è comprensibile (ci sta tutto), ma perchè c'è in questo specifico caso, in quel dato momento che è liberatorio (o sarà prorpio per questo? :huh: ).
    - l'aver mantenuto la narrazione troppo in bilico "tra il serio e il faceto": alcuni passaggi sono veramente divertenti (complimenti davvero per gli spunti), ma il tono drammatico che aleggia sullo sfondo, e che dà un senso forte al racconto, soffoca la trama senza però prenderla definitivamente in mano. Cioè, secondo me, se l'intenzione era quella di sottolineare la "pazzia" di Tony scrivendo un horror, non ci sei riuscito; se di contro, il tuo scopo era quello di narrare la strana storia di questo gruppetto di strani paesani giocando sul semi-surreale (si può dire?), allora hai affondato poco e potresti osare di più (io, data la tua bravura nel saper rappresentare l'ironia, propenderei per approfondire la seconda opzione :D ).
    - infine ci sono alcuni dettagli (che forse dettagli non sono), tipo il cane sputato (perchè?), la raccoglitrice di more morta di paura (esagerato?), Travolta/Ahab (che vendetta è se il protagonista cede il posto del titolare?), che mi stonano. Niente di grave, però forse li dovresti limare.

    Tutto considerato, alla luce della recente discussione su voti e commenti, voto 3 perchè per un 4 non dovrei avere dubbi e qui, purtroppo, come si è visto, qualche dubbio ce l'ho.
    Complimenti comunque e a presto.

     
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  2. VanderBan
     
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    Voto quattro
    SPOILER (click to view)
    Anche per questo Usam ho trovato la scrittura da apprezzare in pieno. C’è mestiere, e che cavolo!
    Sul racconto ti posso esporre i miei dubbi (non molti), ma solo per via della tua premessa.
    Prima questione: perché lasci passare trent’anni? E se il ritrovamento avveniva dopo qualche settimana cosa cambiava nel contesto della storia? Di certo avresti evitato che uno si ponesse questa domanda, e di conseguenza tutte le altre: ma il siluro quanti se ne sarà mangiati d’allora? o se non ne ha mangiati più, perché? E i paesani, che dopo trent’anni vanno a cercarlo con un sentimento d’angoscia, non lo trovi eccessivo? Qui c’è aria di una riscrittura che ha dilatato i tempi. Molto meglio allora che l'incipit in presa diretta, non fosse così posticipato rispetto al fulcro della vicenda.
    Seconda: Vada per il protagonista, ma il Manero rimane un po’macchietta, soprattutto per la caccia finale.
    Terza: Il parallelismo con Moby Dick appare a un certo punto forzato. Manca l’ossessione della caccia nel tuo Ahab/Queequeg, cosa che poteva essere più plausibile se a farla fosse stato il protagonista, con il passare degli anni, (ma non mi sembra di coglierla) che non Tony.
    Per il resto a me è piaciuto, anche se le parti drammatiche e grottesche non si sovrappongono, ma si contrappongono.

    A rileggerci
     
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  3. marramee
     
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    Ciao,
    voto quattro, senza dubbio.
    E ora che ti ho dato il voto massimo, concedimi di distruggere il tuo finale! Ovvero, fino all'ultimo pezzetto ambientato ai giorni nostri questo racconto era perfetto. Ma poi...
    SPOILER (click to view)
    Perché trent'anni? È troppo, non ha senso!
    Perché la reincarnazione? Che c'entra? Ce n'era bisogno?
    Perché il suicidio? Diamine, sono passati trent'anni!

    A mio avviso tutto quel pezzo è sbagliato. Non solo inutile, ma proprio contrario al resto del racconto. Rischia di affondarlo.
    Magari sarà solo una mia idea, infatti non ha influito sul voto, però una storia come questa meriterebbe un finale migliore.
     
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  4. shivan01
     
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    Ecco uno che ha talento da vendere. Che trasforma una storia che ballava sul baratro dell'inutilità in un pezzo godibile come pochi.
    Cioé, capiamoci, non è che le basi di partenza, col Tony , con l'arpione in mano ti dessero poi tanto scampo, ma te la sei cavata egregiamente.
    La sospensione tra il parodiato e il drammone, poi, ci sta bene. Non mi ha infastidito quanto piuttosto divertito.
    Bello. Bravo. Cosa c'era che non ti convinceva?
    4

    Edited by shivan01 - 7/9/2010, 00:55
     
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  5. Snow2
     
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    Hei tu!

    SPOILER (click to view)
    movimento inquietantemente sincronizzato - inquietantemente lo cambierei, è una parola proprio brutta.
    – oh, lo adorava – quel "oh" non mi convince tanto.
    nella 500 di Tony. - qui mi sarebbe piaciuto qualche dettaglio sulla macchina. Di che colore è, per esempio.
    Immaginai il nostro satellite guardarci e ghignare - "satellite" mi è parso stonare. Un cambio di registro.

    Il pezzo prende, è scorrevole, ben scritto e con due personaggi e un'ambientazione molto caratterizzata (soprattutto a livello temporale).
    Tuttavia proprio per quanto riguarda l'ambientazione mi sembra tu abbia calcato anche troppo sulla musica. Oltre ai capelli imbrillantinati e ai vestiti, avrei visto bene qualche particolare qui e lì. Non so bene cosa suggerire.
    Qualcosa appeso nel bar (un calendario del Torino, che magari in quegli anni faceva particolarmente schifo o andava particolarmente bene), oppure qualche accenno all'Italia del periodo. Politica, televisione.
    Qualche dettaglio per rendere l'ambientazione più "rotonda".

    Poi c'è la cornice, che non mi ha convinto affatto. Mi sembra mortificare la bontà del racconto :(

    Trent'anni è un lasso di tempo esagerato, lascia spaesati. Inoltre nella prima parte, data la foga dei personaggi, non sembra siano passati trent'anni. Sembra sia passata una settimana (o anche meno).
    Anche il suicidio ultra-tardivo nel finale non mi ha convinto.

    Nonostante sia un buon pezzo, mi pare che per rendere davvero al meglio necessiti di interventi non proprio leggeri.
    Si potrebbe pensare di spazzare via la cornice e raccontare il tutto in modo lineare, oppure di modificare profondamente incipit e chiusura. Magari proprio piazzarli a pochi giorni di distanza: Cesco ancora non sa che fine ha fatto il Baffo, il Baffo viene trovato morto, lui racconta la storia ma nel finale non si suicida (mi pare ci voglia qualcos'altro, per chiudere).

    Quindi: mi è piaciuta la storia e mi son piaciuti i personaggi. La prosa è OK, ma il finale non scende giù e la cornice così staccata a livello temporale neanche. Ed è un peccato!
    Voto: 3


     
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  6. Idrascanian
     
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    Grazie ancora per i vostri consigli. Su due punti siete più o meno tutti d'accordo: il finale, da modificare, e il lasso di tempo che ho lasciato intercorrere tra l'incipit e i fatti raccontati. Dovrò lavorarci su.

    CITAZIONE
    Qualcosa appeso nel bar (un calendario del Torino, che magari in quegli anni faceva particolarmente schifo o andava particolarmente bene), oppure qualche accenno all'Italia del periodo. Politica, televisione.

    Questo è un ottimo suggerimento, Snow. In effetti nella prima stesura del romanzo c'erano dei riferimenti (pochi) alla Fiat e alla situazione politica del periodo, che poi ho tagliato per rientrare nel limite di caratteri della RR.

    Thanks!
     
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  7. Fini Tocchi Alati
     
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    Ciao!
    Il racconto è piaciuto anche a me.
    SPOILER (click to view)
    Solo che, come altri quissù, anch'io sono del parere che tu non abbia fatto una scelta di genere ben precisa.
    Usi, quindi, un tono leggero, irriverente, che tende per alcuni tratti al grottesco, ma narri situazioni drammatiche (almeno così ce le presenti dal punto di vista dei protagonisti), come la morte della cagnetta e la decisione di Cesco di suicidarsi.
    Così, mentre leggevo, ero indeciso se ridere o preoccuparmi per quel che succedeva. Col risultato che non sono riuscito a farmi prendere completamente dalla storia.
    Anche le citazioni e i riferimenti letterari e musicali mi sono sembrati troppo numerosi e, talvolta, forzati.
    In ogni caso, indubbia è la tua bravura narrativa.

    Dico, dunque, 3.
     
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    Ciao

    SPOILER (click to view)
    Mai mettere la pulce nell'orecchio del "non mi soddisfa". che altrimenti si cerca qualcosa per forza :P

    Se dovessi dire le cose che non mi hanno convinto del racconto... e le dico... sono:
    questa atmosfera forse un po' troppo sopra le righe che tende a far passare in secondo piano la parte drammatica... la sminuisce un poco... io opterei per una lieve virata non tanto verso il sobrio, ma verso il serio
    e
    l'anticipare il finale già al principio, ma con un dico non dico che messo così toglie tensione e non ne aggiunge... l'incipit così non introduce il racconto (perché ho avuto difficoltà a inquadarare le informazioni che hai dato) e a malapena introduce l'ambientazione; la vera narrazione inizia nel capitoletto successivo

    per il resto è stilisticamente molto valido, semplice nella struttura, ma efficace nelle descrizioni e nei momenti; i personaggi sono carini, anche se in fondo appena abbozzati e forse un po' troppo macchiette (ma questo si ricolega al mio primo appunto); efficaci e precisi i dialoghi e godibili i riferimenti letterari

    Metto un 3
     
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