Mani In Pasta Fuori Concorso

di Stefano Pastor - 8611 caratteri

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  1. marramee
     
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    MANI IN PASTA



    Impastavo, e intanto facevo i calcoli: noi eravamo in sei, ma giù in portineria erano in tre, e mi avevano fatto tanti favori, quindi dovevo tenermeli buoni. Poi c'erano i vicini, altri due, e quando la Gianna cucinava ne portava sempre anche a me. Poi la Fernanda, al piano di sopra, dovevo proprio chiederle quel favore, quindi era meglio apparire bene. E pure Rosa e famiglia, loro non potevo dimenticarli. Sedici, meglio venti per andare sul sicuro, qualcuno a cui regalare un piatto di tortellini si trovava sempre, diventavano tutti bendisposti, dopo.
    «Mamma, portami un bicchier d'acqua!»
    Luigino, povera creatura, stava facendo i compiti. Ci si metteva proprio d'impegno, l'angioletto.
    «Non puoi alzarti e servirti da solo? Non vedi che ho le mani in pasta?»
    «Non mi permetterei mai, mamma! Quello è il tuo compito. Il mio è studiare, no? Ti ho solo chiesto un bicchiere d'acqua, che ci vuole?»
    Mamma s'intromise, come sempre. «Ma come gli hai insegnato a parlare, a 'sto bambino? Ti pare giusto?»
    «Mamma, non impicciarti!» sibilai, e subito cercai di approfittarne. «Prendiglielo tu, piuttosto.»
    Mia madre si finse scandalizzata. «Io? Non mi permetterei mai, questo è compito tuo! Che non sia detto che m'immischi nell'educazione dei tuoi figli!»
    «Mamma!» urlai, ma lei sogghignava con le braccia conserte.
    Allora mi rivolsi alla maggiore. «Cettina, prendi un bicchier d'acqua per tuo fratello.»
    Manco avessi chiesto il mondo!
    «Da te non me lo sarei mai aspettata!» esplose. «Fare la serva a lui? Io? Io sono la maggiore! È lui che dovrebbe aiutarmi, altro che!»
    Cercai di non urlare. «Papà, per favore. Le parole incrociate le finisci dopo. Dai da bere a Luigino.»
    Lui parve cadere dalle nuvole. «Non lavoro più, Maria, dovresti ricordartelo. Sono in pensione. Quarant'anni all'ufficio tasse, ho passato.»
    «Be', lavora un minuto di più. Dài da bere a tuo nipote che ha sete. Tuo nipote, ricordi?»
    Si alzò borbottando. «Acqua! Acqua!»
    Luigino si mise a urlare. «La sta prendendo dal rubinetto, io quella roba non la bevo!»
    «Dal frigorifero, papà! Il frigorifero! E guarda che sia gassata, quella naturale non gli piace.»
    «Ah che tempi! Va tutto a rotoli! Nel frigorifero, hai detto? Non ce n'è, è vuoto.»
    Avevo dimenticato di comprarla? «Guarda nella credenza, laggiù.»
    «Pure!»
    «Se vuoi i tortellini ti tocca obbedire!»
    «È vuota.»
    Sì, mi ero dimenticata.
    «Vai giù a comprarla, per favore. Proprio qui sotto.»
    «Ho sete!» urlò Luigino. Papà, invece tornò in poltrona.
    «Papà!»
    «Non rompere! Sono in pensione, ti ho detto!»
    «Luigino, andresti tu?»
    «Vuoi essere pagata? Solo perché ti ho chiesto un bicchiere d'acqua vorresti che lavorassi per te? Questo è sfruttamento!»
    «No, no, lascia perdere. Cettina, tu, invece, che non stai facendo niente...»
    «Io faccio la spesa il martedì e il venerdì! Che giorno è oggi? Mercoledì! Arrangiati!»
    «Mamma!» urlai.
    Era scomparsa. Arrivò una voce dalla camera. «Sono entrata in sciopero!»
    «Be', io non posso!» gridai. «Se vado io, i tortellini chi li fa?»
    Mi rispose papà. «Telefona a quel buono a nulla che hai sposato. Dovrebbe uscire dal lavoro a momenti. Digli di passare lui a prenderla.»
    «Cettina, me lo prendi almeno il telefono? Questo lo puoi fare? Ricordati che sabato sera poi lagni che vuoi uscire, quindi cerca di essere gentile.»
    «I ricatti! Siamo arrivati ai ricatti!»
    «Posalo qui, sulla spalla, e fai il numero tu, che non lo posso toccare.»
    «Magari vuoi pure che ti gratti il naso, adesso!»
    «Sì, che c'è?» rispose al telefono. Aveva riconosciuto il numero.
    «Caro, quando torni passeresti a prendere una bottiglia d'acqua? Il bambino ha sete.»
    «Non mi compete, Maria, dovresti saperlo! Io già porto i soldi a casa, di queste cose sei tu che devi occupartene.»
    Contai fino a cinque prima di continuare. «Non avevi voglia di fare quella certa cosa?»
    «Eh? Che dici? Oggi non è sabato.»
    «Be', potremmo fingere che lo sia. E stasera, a luce spenta, tu e io...»
    «Ma non è sabato!»
    «Se non lo vuoi fare, per me è lo stesso.»
    «Questa è corruzione, lo sai? Corruzione bella e buona!»
    «Non ti preoccupare, lo chiedo al lattaio appena arriva! Lui magari un lavoretto me lo fa pure, in cambio.»
    «Non essere volgare! Che vuoi che ti prenda?»
    «Acqua, a-c-q-u-a, sai cosa sia o ti devo mandare un fax?»
    «Ma va' al diavolo!»
    «La prende?» urlò Luigino.
    «Sì che la prende. Dieci minuti e arriva.»
    «È così che dirigi la famiglia?» urlò mia madre, apparsa dal nulla. «Con la corruzione, il ricatto, con...» Indicò i miei tortellini. «Con le bustarelle!»
    «Tu sei in sciopero, l'hai dimenticato? Quindi non stancarti e tornatene a letto!»
    «Ah, poveri bambini! Che esempio devono avere davanti!»
    «Gliel'hai detto che la voglio gassata?» chiese Luigino.
    «Abita in questa casa da prima che tu nascessi, qualcosa avrà pur imparato, spero!»
    Luigino grugnì.
    «Eh sì, adesso dovevo pure fare la richiesta in duplice copia, e magari in carta bollata!»
    Mio marito arrivò dieci minuti dopo, con una confezione da dieci bottiglie di acqua naturale.
    Ingoiai la rabbia. «Per una volta accontentati, Luigino!»
    «No! No! No! Io il mio compito l'ho fatto! Interrogami se non ci credi! Ed esigo che tu faccia il tuo! Sei una madre, accidenti! Neanche un bicchiere d'acqua per tuo figlio! Vuoi che lo dica in giro che razza di madre sei?»
    Piantai lì i tortellini e andai a lavarmi le mani.
    Mia madre inorridì. «Che fai, sei matta? Ne avevo promesso una porzione alla mia amica Anna, lo sai che ne va matta!»
    «Mamma, sta' zitta, se non vuoi finire all'ospizio!»
    Mio marito mi guardò languido. «Esci? Ma non dovevamo...?»
    «Per stasera dovrai accontentarti di un solitario!» lo raggelai. Presi cappotto e borsa e andai via.
    Quanto ci voleva, diamine! Il negozio era proprio di fronte a noi!
    Attraversai la strada ed entrai spedita. Nel reparto dell'acqua minerale trovai solo casse e casse di acqua naturale.
    Beccai il padrone. «E l'acqua gassata?»
    E lui: «Hanno appena scaricato il camion, torni domattina.»
    Eh no! Non poteva trattarmi così!
    «Il che vuol dire che ce l'avete! Me ne dia una bottiglia, allora!»
    «Io certe cose non le faccio, c'è il ragazzo per i lavori manuali!»
    Contai fino a cinque. «Sto facendo i tortellini. Appena saranno pronti gliene faccio portare una porzione, per lei e sua moglie.»
    «Oh! La ringrazio, signora Maria.»
    «Per quell'acqua?»
    «Ah... vado a vedere se trovo il ragazzo e glielo mando.»
    Sembrava un idiota, a vederlo, masticava in continuazione qualcosa di innominabile e gli colava il naso.
    «Lei è la madre di Cettina?»
    Inorridii. «La conosci?»
    «È una buona. Però con me non esce.»
    Ringraziai il cielo per ciò. «Devi andarmi a prendere una bottiglia di acqua gassata. Gassata, capito?»
    «Sono fuori servizio.»
    «Come?» urlai.
    «Ho finito il mio turno proprio un minuto fa.»
    Chiusi gli occhi per un istante. «Ti piacciono i tortellini?»
    «Naaa! Mi fanno schifo!»
    Tirai un lungo sospiro. «Che fai sabato sera? Ti va di uscire con mia figlia?»
    «Cettina? Ma a lei non piaccio!»
    Mi sarebbe costato caro, ma si poteva fare. «Allora? Ti va?»
    «Ceeerto!»
    «Vammi a prendere quella maledetta acqua, allora!»
    «Ok! Ok!»
    Tornai a casa sempre più alterata. Nessuno stava facendo niente. E neppure avrei potuto lamentarmi, mi avrebbero risposto che loro il proprio compito l'avevano portato a termine. Ero solo io a essere in ritardo, i tortellini non erano ancora pronti.
    Versai un bicchiere d'acqua a Luigino e glielo portai persino su un vassoio.
    «Soddisfatto?»
    «È calda!»
    «Posso metterci del ghiaccio, se preferisci.»
    Cettina inorridì. «Ma il ghiaccio lo fai con l'acqua del rubinetto! Sai bene cosa c'è là dentro!»
    Luigino scosse la testa con rassegnazione. «Come madre fai proprio schifo, sai. Proprio non funzioni.»
    Tornai ai miei tortellini, prima di strozzarlo.
    «Per stasera...» iniziò mio marito.
    Lo ignorai. «Cettina! Vuoi sempre uscire, sabato sera?»
    Un grugnito. «Che c'è sotto?»
    «A che ora è il coprifuoco? Alle undici? E se te lo portassi all'una?»
    «Tu mi vuoi corrompere, lo so! Cosa vuoi che faccia, chi devo uccidere?»
    «Poi te lo dirò, vedrai che ci metteremo d'accordo.»
    «Quest'acqua fa proprio schifo!» urlò Luigino. «Non ce l'hai dell'aranciata?»
    «Aranciata,» ripetei, incredula.
    Mio marito intanto si stava servendo dal frigorifero. Stava prendendo i peperoncini piccanti, in preparazione della nostra nottata folle. Gli rispose lui. «No, niente aranciata. Mamma si è dimenticata di comprala.»
    Poi mi prevenì. «Scordatelo, neppure per una settimana di sesso sfrenato!»
    Mi guardai intorno, e mi trovai un muro di sguardi gelidi.
    «I tortellini...» iniziai, ma senza molto vigore.
    Dio, com'erano cambiati i tempi! Una volta bastava un piatto di tortellini a testa per farli rigare diritti! Mai un lamento, tutti felici! Ma adesso...! Questa maledetta burocrazia mi stava uccidendo!

    FINE



    Edited by marramee - 28/9/2010, 00:59
     
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  2. Fini Tocchi Alati
     
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    Ti pare che mi sarei perso questo racconto? Col cavolo.
    E' spassoso.
    Grezzo, certo, ma spassoso.
    Giusto la battuta finale non va. Non eri costretto a citarla la burocrazia: il tema lo avevi comunque centrato in pieno. E nel solito modo stra-originale.
    Non vedo l'ora di rileggerlo quando lo avrai sgrezzato.
     
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  3. -KOWALSKY-
     
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    Se esite l'economia domestica, allora esite pure la burocrazia domestica. Un racconto interessante. Porta la figura della madre casalinga che siamo abituati un po' a vedre come amministratrice delle finanze, a quello di amministratrice delle risorse umane, anche se qui con pochissimo successo. comunque divertente.
    un po' di empatia per la mamma l'ho provata.
     
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  4. luckyfer
     
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    hi hi hi... bravo come sempre.. povera mamma.... perchè non le presenti lupastro? :corpa:
     
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3 replies since 27/9/2010, 23:37   88 views
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