LE METAMORFOSI DI UN VELOCIPEDISTA
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LE METAMORFOSI DI UN VELOCIPEDISTA

FANTASTICO

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  1. rehel
     
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    Tolto.

    Edited by rehel - 5/11/2010, 14:52
     
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  2. margaca
     
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    Molto bello, davvero. Scritto egregiamente, già dopo poche righe mi sono immerso totalmente nella lettura, tanto da vedere ciò che hai scritto. Le macchine, i volti del nonno e dello zio, perfino la stanza... poi il finale è stato ancora più emozionante, quasi commovente. Mi è piaciuto davvero tanto, complimenti, il 4 te lo meriti tutto, soprattutto per le emozioni che mi hai trasmesso.
     
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  3. Virgart
     
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    Ciao,
    Di seguito il mio commento.

    SPOILER (click to view)
    Come già ti avevo detto non mi sono piaciuti i salti temporali improvvisi, che un po' disorientano il lettore.
    Altro punto debole è il protagonista che, nelle prima parte dela racoonto è lo zio, nella seconda, diventa invece il marratore.
    questo, secondo me, rende entrambi i personaggi poco approfonditi.
    Ottima invece la documentazione del tempo e l'ambientazione, preponderante rispetto alla trama e ai protagonisti.

    Il mio voto è due, scusami.

    Virgilio
     
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  4. rehel
     
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    Grazie a tutti e due per la lettura e il commento.

    Per Vigart: non c'è alcun bisogno di scusarsi, ci mancherebbe. Ognuno dà le proprie valutazioni, l'importante è motivarle, come del resto anche tu hai fatto. E poi noi ci eravamo già fatte le pulci a vicenda prima di questo USAM.
    Spetta poi a chi riceve i commenti, il compito di farne il miglior uso possibile, cercando di migliorare il testo.

    Per Margaca: che dire, grazie del voto e delle belle parole.
    Sarò sincero, questo è uno dei miei racconti preferiti, ma l'ho mandato ad alcune competizioni toste e così mi sono un po' smontato a causa dei risultati che non sono venuti, così cerco "lumi illuminanti" fra il popolo di USAM...
    :rolleyes: image
     
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  5. Alessanto
     
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    Questo racconto mi pare sia nato da una Macelleria di Morgan a cui avevo partecipato anch'io. Sono passati gli anni eppure il brividiono nella schiena me lo da sempre.

    Voto 4.

    PS
    Ma cosa accidenti hai scritto nel sondaggio? :lol:
    Sistematelo, vi prego!!!!
     
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  6. rehel
     
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    Cavolo! Ho fatto un copia e incolla.... image image
    Comunque sì, mi pare l'ultima macelleria di Morgan. In effetti è un racconto ben stagionato, come un culatello emiliano! image
     
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  7. black cat walking
     
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    Allora, questo è il primo racconto che leggo dell'attuale Usam e partiamo bene, molto bene. :)
    Non so perchè ai concorsi "tosti" non ti abbiano considerato, ma provo a buttare giù un paio di idee a caso, che magari, a caso, t'aiuto. :blink:
    La prima: rendi visibili i passaggi dai ricordi al presente con un rigo vuoto. In dei punti ho durato fatica a capire dove fossimo con il racconto.
    La seconda: chiarisci meglio chi, via via, sta raccontando, perchè quando il protagonista racconta che il nonno gli aveva raccontato..., si perde il filo.
    La terza: i dialoghi. Capisco che la storia si presta al racconto puro, ma se riuscissi a inserire qualche dialogo nei periodi di ricordo (di occasioni ce ne sono a bizzeffe), secondo me renderesti più interessante la storia e più vivo tutto l'insieme. I dialoghi spezzano la monotonia di un flusso di parole che, alla lunga, a prescindere da quale sia il racconto, può stancare.
    La quarta: il finale. E' molto bello, ma... "prolisso", cioè, per esempio, perchè dovrebbe aver paura, visto che si sente felice e leggero? Perchè citare l'eredità? Perchè quell' "eppure" prima di essere sereno (la voce può tremare di felicità)? Insomma, secondo me lo potresti rendere più scorrevole e allusivo senza dire tanto cose, come hai fatto con la frase finale, che da sola rende l'idea di tutto.
    Fine. :D
    Voto: 4.
    Alla prossima.
     
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  8. RobertoBommarito
     
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    Ciao,

    SPOILER (click to view)
    Questo racconto mi arriva un po' come un dipinto nostalgico di un certo modo di vivere e interpretare la vita con un senso di entusiasmo, di avventura, che non c'è più.

    La frase:
    QUOTE
    Parlo dell’inizio del Novecento, quando “l’ottomobile”, come spesso ne veniva storpiato il nome, era più che altro un sogno, una sfida lanciata contro un futuro incerto e nebuloso. Quando la benzina era chiamata “essenza” e il dispositivo sonoro per segnalare il proprio arrivo era il klaxon, dal nome di chi l’aveva inventato.

    comunica questo senso di nostalgia egregiamente. Le auto non erano solo auto, come ogni altra novità di quei tempi. Ma rappresentavano una nuova frontiera.

    Ho avuto però dei problemi a immedesimarmi con il racconto. Credo che una storia come questa prenda molto un appassionato di motori. Ma per chi invece non condivide la stessa passione i tantissimi dettagli possano risultare stancanti, specialmente se vengono subito proposti in apertura. Prendi per es:

    QUOTE
    Era l’aprile del 1901. Un mercoledì mattina alle 11,30, proveniente da Ancona, giunse un’automobile a vapore di proprietà di una società spagnola. In origine il veicolo era sbarcato nelle Puglie e aveva risalito l’adriatico, ma poi, causa l’interruzione di un ponte, aveva ripreso il suo tragitto per mare sino a prendere terra nel porto marchigiano, dove aveva fatto rifornimento di carbone. In seguito, il suo costruttore, l’ingegnere Bernasconi di Milano, assistito da un apprendista, un fuochista e un macchinista, aveva spinto il veicolo alla buona media di 25 chilometri orari verso nord. Il locomotore pesava la bellezza di otto tonnellate e trainava una carrozza dove potevano trovare posto almeno 30 persone.

    Ho messo in corsivo tutti quei piccoli dettagli che rischiano di creare distanza fra il narratore e la storia. O che, per lo meno, hanno avuto questo effetto su di me. La frase è un po' troppo descrittiva. E lo è anche il racconto in generale.

    Fin dalla prima frase:
    QUOTE
    A quel tempo solo due automobili percorrevano solitarie la città

    Si avverte un'impostazione di narrazione quasi, direi, "fiabesca". E allo stesso tempo lontana. E questo è un bene, perché la storia in effetti parla di un tempo lontano (e, ripeto, credo che uno dei pilastri di questo racconto sia una vena di nostalgia), ma allo stesso tempo mi mostra poco. Poco di immediato. Guardavo tutto attraverso un cannocchiale.

    É un genere di racconto, credo, che per chi non condivide la passione per i motori, trasmette sì un senso di "poesia" di un modo di vivere che non c'è più, ma non riesce a prendere del tutto. Metto un due pieno, ma non arrivo al tre per quello che forse è un eccesso di dettagli e un'impostazione troppo descrittiva.
     
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  9. rehel
     
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    Bene, altre risposte che cominciano a definire possinbili ritocchi alla mia storia.

    Per balck cat walking.
    SPOILER (click to view)
    [/SPOILER]La quarta: il finale. E' molto bello, ma... "prolisso", cioè, per esempio, perchè dovrebbe aver paura, visto che si sente felice e leggero? Perchè citare l'eredità? Perchè quell' "eppure" prima di essere sereno (la voce può tremare di felicità)?

    E' il momento della morte, chi non avrebbe paura in quel momento?[SPOILER]


    Per R.Bommarito...
    Lo sai il bello... che io non sono per niente appassionato di motori; per niente! :sunglass:
    Io sono affascinato dal passato e dalla storia. Tutto nasce dalla lettura di un libro: I bolidi. Lo vidi in biblioteca su uno scaffale e mi dissi: questo libro mi ispirerà qualcosa, quantomeno un racconto e così fu. Mentre lo sfogliavo, lì in piedi, davanti allo scaffale, già mi assalivano delle immagini, delle "cose". :shock:
     
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    Questo mese Usam è proprio tosto. Anche questo racconto offre una grande prova narrativa e una scrittura curatissima. Mi è davvero piaciuta la cultura automobilistica che hai mostrato... ho fatto qualche ricerchina di qualche dettagli e non ho trovato sviste... segno questo che tu devi essere un vero appassionato delle 4 ruote. E se non lo sei e ti sei informato per rendere credibile la storia, allora tanto di cappello per la professionalità!

    Devo però dargli 3 e non 4, perché il risvolto fantastico non mi ha convinto molto sulla sua novità: purtroppo l'avrò visto, certo in forme diverse, in decine e decine di altre cose, non solo narrative. Ecco, il finale sa di troppo scontato...

    Qualcosa che non mi torna:

    CITAZIONE
    visto il monocromatismo dell’immagine virata seppia dall’alito del tempo

    Secondo me manca qualcosa...

    CITAZIONE
    Quando mi parlava dello zio Vasco e delle sue avventure, mai, però, quando era presente la nonna.

    Ho fatto fatica a interpretare questa frase, forse perché una virgola dovrebbe farsi sotituire da un punto e virgola...

    CITAZIONE
    Soli, senza meccanico, uomo e macchina uniti come un centauro ardito sulle strade del bel paese.

    Visto che è un'antonomasia, andrebbero usate le maiuscole, non trovi?


    Voto: 3

     
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  11. black cat walking
     
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    CITAZIONE
    E' il momento della morte, chi non avrebbe paura in quel momento?

    Per esempio... che ne pensi di chi è già morto? ;)
     
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  12. rehel
     
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    CITAZIONE (Gargaros @ 2/10/2010, 17:42)
    Questo mese Usam è proprio tosto. Anche questo racconto offre una grande prova narrativa e una scrittura curatissima. Mi è davvero piaciuta la cultura automobilistica che hai mostrato... ho fatto qualche ricerchina di qualche dettagli e non ho trovato sviste... segno questo che tu devi essere un vero appassionato delle 4 ruote. E se non lo sei e ti sei informato per rendere credibile la storia, allora tanto di cappello per la professionalità!

    Come dicevo sono appassionato di storia. Ed è proprio la lettura di alcune cose che spesso mi fa scattare la molla... :shifty:
    Devo anche sottolineare come il mio Giove in vergine mi inclini oltremisura alla ricerca del dettaglio e a una certa cavillosità e precisione. :wacko:


    Devo però dargli 3 e non 4, perché il risvolto fantastico non mi ha convinto molto sulla sua novità: purtroppo l'avrò visto, certo in forme diverse, in decine e decine di altre cose, non solo narrative. Ecco, il finale sa di troppo scontato...

    Qualcosa che non mi torna:

    CITAZIONE
    visto il monocromatismo dell’immagine virata seppia dall’alito del tempo

    Secondo me manca qualcosa...
    Non riesco a capire cosa, secondo me la frase dovrebbe andare bene in questo modo. A suo tempo, a Morgan, era piaciuta in modo particolare. E, detto per inciso, anche a me piace tutt'ora parecchio.

    CITAZIONE
    Quando mi parlava dello zio Vasco e delle sue avventure, mai, però, quando era presente la nonna.

    Ho fatto fatica a interpretare questa frase, forse perché una virgola dovrebbe farsi sotituire da un punto e virgola...
    A conti fatti credo che il racconto sia, per certi versi, un po' maschilista. La frase incriminata va in quel senso.

    CITAZIONE
    Soli, senza meccanico, uomo e macchina uniti come un centauro ardito sulle strade del bel paese.

    Visto che è un'antonomasia, andrebbero usate le maiuscole, non trovi?
    Ho fatto una breve ricerca e credo tu abbia ragione. :sunglass:

    Voto: 3

    Grazie anche a te. :)
     
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    Secondo me manca qualcosa...
    Non riesco a capire cosa, secondo me la frase dovrebbe andare bene in questo modo. A suo tempo, a Morgan, era piaciuta in modo particolare. E, detto per inciso, anche a me piace tutt'ora parecchio.

    Boh, non saprei... mi sfugge il senso: che significa "virata seppia"? O meglio, il senso lo capirco (la foto ha tonalità seppiate), ma quel "virata" non ci azzecca niente, visto che significa tutt'altro...

    Forse sarebbe corretto scrivere che la foto "vira verso il seppia" "vira verso toni seppiati" (e "vira" sarebbe figurato). Ma scrivete solo "virata seppia"... secondo me è un errore vero e proprio.

    Ma se è piaciuto a Morgan, lascialo pure così :sospysi:
     
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  14. VanderBan
     
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    Ciao rehel, sempre un piacere leggerti!
    SPOILER (click to view)
    Tutto bello, da voto massimo, però, mannaggia a te, i personaggi li soffochi nella Storia (con la esse maiuscola). Lo zio l’ho visto come un possibile Novecento (T.D. Lemon, quello di Baricco) che attraversa il mondo "reale" senza farne realmente parte.
    Il racconto soffre proprio di questo (visione soggettiva, ahah), i personaggi sono a due dimensioni, manca la terza, quella che li rende “vivi”. E il difetto si nota proprio partendo dall’inizio.
    L’incipit andrebbe modificato, passi subito a parlare dello zio senza che fai intendere chi sia a parlare (il nipote, vabbè, ma è troppo poco), soprattutto in virtù della fine che farà: come ci si può "affezionare" a lui se non si capisce o intuisce il viaggio che sta percorrendo? Pensa se magari descrivi lui che è sul letto, magari arriva il nipotino, magari, il vecchio gli chiede di farsi portare quel “libbrone” che tiene nel primo cassetto della scrivania, quello con i ritagli di giornale e foto d’epoca, e da lì inizia la cavalcata dei suoi ricordi. Allora tutti gli inserimenti didascalici diventano ricordi meno estranianti. Certo è un lavoro non da poco, ci sarebbe un alternarsi di dialoghi e pensieri, ma potresti andare ben oltre i limiti che ti sei imposto. La storia, il personaggio, la tua scrittura, lo meriterebbero davvero.
    A rileggerti con piacere.
     
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  15. Piscu
     
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    non credo tu abbia modificato sostanzialmente il racconto da quando l'ho letto io, quindi conosci già il mio parere. in due righe, credo che il problema maggiore siano i salti da un argomento all'altro, come se tu non sapessi bene quale sia il vero nucleo del racconto. è molto evocativo, ma... manca una base solida.

    per me è due.
     
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38 replies since 1/10/2010, 06:53   541 views
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