LE METAMORFOSI DI UN VELOCIPEDISTA

Mi è piaciuto parecchio, sia come stile che come ambientazione [do per scontato che siano tutte citazioni vere - non che sia un problema se ce ne fossero di inventate, ma in questo caso sarebbe un racconto di storia segreta che andrebbe gestito in maniera lievemente diversa].
A essere un poco puntigliosi tendi, soprattutto nella prima parte, a esagerare con gli incisi; quando sono troppi hanno l'effetto di rallentare un poco la fluidità di lettura. Nella seconda parte hai messo parecchie frasi in modo da evitarli.
Il ritmo è buono, però cala molto nella penultima parte quando i ricordi del passato (la morte del nonno e la vita sucessiva) sono troppo mescolati al presente, per poi però concludersi in un finale un poco lirico, ma senza dubbio molto bello.
Fino a metà ero un poco dubbioso sull'alternarsi di passato e presente, nel senso che se si fosse limitato a una semplice finestra di racconto senza una vera connessione sarebbe stato un po' poco, ma come ho detto, il finale risolleva bene le cose (però ti segnalo che la sensazione l'ho avuta).
Resta però anche il fatto che una distinzione maggiore tra passato e presente gioverebbe al tutto, così come una maggiore chiarezza sui passaggi di narrazione:
poi magari mi rispondi che è fatto apposta perché è il narratore che in pratica è "annebbiato": però i suoi ricordi "tecnici"sono lucidi.

Metto un 3

VARIE
-"A quel tempo solo due automobili percorrevano solitarie la città. Una apparteneva al conte Raffaele Orsi Mangelli, l’altra era quella di Edgardo Masini; subito dopo venne lo zio Vasco col suo bolide, una FIAT da 16 cavalli. E le cose non furono più le stesse."
sai che quel "due automobili" che poi sono 3 nella stessa frase mi disturba? Proporrei un cambio di punteggiatura:
"A quel tempo solo due automobili percorrevano solitarie la città: una apparteneva al conte Raffaele Orsi Mangelli, l’altra era quella di Edgardo Masini. Subito dopo venne lo zio Vasco col suo bolide, una FIAT da 16 cavalli, le cose non furono più le stesse.
-"Sarà sempre così, o quasi, giorno dopo giorno." - non è meglio un "sarebbe stato"