Il ritorno
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Il ritorno

Fantascienza - 23k caratteri

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  1. Magister Ludus
     
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    Propongo questo racconto con cui ho partecipato al Neropremio e ovviamente non ho vinto :lol:

    Secondo me ha qualcosa di buono, magari soltanto l'idea. Forse è sbagliato il tipo di narrazione, forse è troppo narrato, forse andrebbe strutturato diversamente, forse potrebbe essere la base da cui partire per scrivere una storia più lunga e articolata. O forse è solo spazzatura :woot:

    Ai lettori e alla giuria di USAM la sentenza.

    Il ritorno



    I



    È di nuovo l'alba in questa città che non riconosco più, fra gente che non è più la mia gente, in un pianeta che non ha più la bellezza d'un tempo. Il cielo è grigio, grigio di nubi malefiche e velenose, l'aria è densa dei fumi di un fuoco estraneo a questa Terra. Non sento più gli antichi suoni e gli assordanti rumori della civiltà, del progresso, della nostra tecnologia, ma ciò che arriva alle mie orecchie è uno stridore di sottofondo, come un metallico lamento che si insinua continuo, invasivo, nella mia mente, per non darmi tregua, per ricordarmi ogni momento che loro sono là, che questo non è più il nostro posto, che presto o tardi ci staneranno e allora sarà la nostra fine.
    Siamo nascosti in uno dei tanti bunker costruiti oltre un decennio fa, quando finalmente le ultime autorità del paese, e della Terra, avevano accettato la realtà della minaccia che ci stava estinguendo. A quel punto cominciò a regnare il caos, le strade si affollarono di veicoli carichi all'inverosimile di gente e bagagli, diretti non si sapeva bene dove, perché non esisteva una via di fuga, non su questa Terra almeno. Loro erano ovunque. E quei fuggiaschi disperati furono i primi a morire. Qui, in questo bunker, siamo in quindici. Ci siamo organizzati sette anni fa quando, fuggendo ognuno dalla propria città, ci siamo ritrovati qui, nei pressi di Roma, dove un tempo abitavo e insegnavo. Abbiamo resistito per tutto questo tempo. Nascosti come topi. In attesa. Loro ancora non sanno che siamo qui, altrimenti per noi sarebbe già finita da un pezzo.
    Seguendo le orme del mio collega, il dottor Rampelli, morto suicida quasi due secoli fa, sto tenendo un diario sul mio computer, registrando tutto ciò che vedo, tutto ciò che accade. Non posso, a differenza di lui, elaborare teorie o trovare soluzioni, perché più nulla può esser fatto per contrastare la distruzione, ormai avviata da tempo. E scrivere qui che egli aveva ragione su tutto non serve ad alleviare le nostre sofferenze e a calmare l'angoscia che ci consuma dentro ogni giorno.
    Non usciamo mai, se non raramente. C'è cibo a sufficienza nel bunker, acqua, elettricità, ma nessun collegamento telefonico, così possiamo solo ipotizzare che ci sia vita in tutti gli altri bunker sorti nel pianeta. Le nostre uscite, due tre individui per volta, sono sporadiche e avvengono alle prime luci dell'alba, quando quelle forme non sono ancora nel pieno della loro attività. Allora, indossando le tute e le maschere per respirare, perlustriamo i dintorni, con la speranza di trovare altra vita, altri di noi. Ma ciò che si muove là fuori, nelle ombre della notte o sotto la luce grigia del giorno, non ha più nulla di umano. Dell'aspetto primigenio non conserva più alcun accenno. Una volta incontrammo un ibrido. Era ancora parzialmente uomo, ma per il resto aveva assunto le caratteristiche dell'altra forma. Ci scoprì e non avemmo altra scelta che ucciderlo. Gli ibridi ci fanno più paura degli altri. In loro sono ancora visibili le fattezze umane, sono come un disgustoso legame fra noi e loro. Non completeranno mai la trasformazione, che avviene soltanto dentro il ventre materno, e saranno uccisi quando gli altri non sapranno più che farsene. E allora la Terra sarà popolata solo da quegli altri, dagli estranei venuti da lontano, a cui nessuno ha ancora saputo dare un nome.
    Ho solo un vago ricordo dei giardini che un tempo sorgevano qui attorno, una sorta di parco creato per dare respiro a una città che moriva sotto lo smog sempre più denso. Ma quei colori sono ormai scomparsi da tempo. Il verde delle foglie e dell'erba, il bianco, il giallo, il rosso e l'azzurro dei fiori hanno lasciato il posto a smorte tonalità di grigio e viola, e dove prima nascevano alberi, cespugli e fiori, ora si snodano in intrichi impossibili quelle cose che spuntano dal terreno morto, strisciando e aggrovigliandosi fra loro in una battaglia senza fine per il predominio del suolo. Non so di cosa si nutrano quegli pseudo-vegetali. Forse si assimilano uno dall'altro, in un infinito morire e rigenerarsi.
    Tutto questo, dunque, non è il frutto di una misteriosa e non ben definita mutazione, come avevano ipotizzato- e sostenuto- duecento anni fa, ma è il risultato di una impensata e impensabile extragenesi, termine che mai fu introdotto nei dizionari scientifici di allora, quando si preferì mettere a tacere le teorie catastrofiche avallate da Rampelli, piuttosto che guardare in faccia la tragica realtà che si stava delineando in tutta la sua orribile dimensione.
    E al mio collega, ormai screditato nel suo ambiente e senza più un futuro davanti, non restò altro da fare che porre fine alla sua vita.

    II



    Gli scienziati, che per primi avevano studiato il fenomeno, l'avevano chiamata Mutazione X, dove x stava proprio per l'incognita, poiché nessuno capì mai- eccetto Rampelli- a quale causa fosse dovuta. Erano però certi di una mutazione. Perché, altrimenti, avevano cominciato a nascere bambini con quelle particolari malformazioni? Inizialmente diedero la colpa all'inquinamento delle acque dei fiumi e dei mari e a quello dell'aria. Alcune calamità verificatesi a partire dagli anni precedenti, come sismi e inondazioni, uniti alle anormali attività vulcaniche e ad altri incidenti, peraltro piuttosto strani, avevano contribuito, secondo quelle menti, a scatenare le modifiche nel DNA. Quello che però nessuno di loro aveva capito- o si era rifiutato di capire- era che nei soggetti colpiti da quelle mutazioni non si era verificata una reale modifica del materiale genetico. No, era successo ben altro. E soltanto gli studi e le ricerche di Rampelli avevano fatto luce sull'inquietante verità che stava dietro a quel fenomeno.
    Il DNA non era stato per nulla modificato. Era stato semplicemente sostituito. O, meglio, negli individui interessati coesistevano due differenti tipi di DNA, uno umano e l'altro alieno. Fu proprio questa la parola che fece scalpore all'epoca e che determinò l'allontanamento del dottor Rampelli dall'ambiente scientifico. Eppure adesso, rileggendo il suo diario e le prove a favore della sua tesi, mi appare tutto così tremendamente chiaro. Perché nessuno ha mai avuto sospetti sulle prime mutazioni avvenute? Perché nessuno si era mai domandato per quale motivo furono colpiti per primi gli organi genitali? E ancora, perché la gente, per quasi due secoli, aveva cominciato a nascere con mutazioni sempre più evidenti e più estese? Quando apparve il fenomeno era l'inizio del 2031, ma i primi centri per lo studio delle mutazioni furono creati soltanto dodici anni più tardi, a metà del 2043. Ma nessuno di questi centri utilizzò mai gli scritti lasciati da Rampelli, che si suicidò già nel novembre 2031.
    Rampelli aveva definito DNA alieno una struttura che aveva similitudini col DNA umano. Sembrava senz'altro un polimero, ma da quali componenti fosse costituito era un mistero. Di certo era quel polimero sconosciuto il responsabile delle mutazioni, che colpirono simultaneamente bambini nati in ogni parte del mondo. Furono all'epoca accertati circa duecentomila casi. Ma di quei nati soltanto l'1% sopravvisse e fino all'età di quattro anni, mentre tutti gli altri furono partoriti già morti. Nella maggior parte dei casi i medici e gli ostetrici avevano di fretta portato via il piccolo cadavere, per nascondere alla mamma la vista di quella cosa uscita dal suo ventre con estrema fatica e dolore. In quei casi la mutazione non era riuscita ad attecchire e il bambino, sebbene non risultasse malformato dall'ecografia, aveva tuttavia un colore innaturale, un'espressione agghiacciante e non aveva sesso.
    I bambini sopravvissuti avevano un organo genitale <i>malformato
    , come scrissero i medici nei documenti ufficiali. In realtà, invece, si trattava di un organo genitale differente da quelli abitualmente conosciuti nel regno dei mammiferi, tant'è che non fu possibile stabilire se il nato fosse maschio o femmina. Rampelli suppose all'epoca la presenza di una nascente specie ermafrodita, cosa che fece aumentare lo sconcerto e l'imbarazzo di tutta la classe medica. Adesso, nel 2219, 188 anni dopo la morte del mio collega, io so che aveva ragione, perché ho visto, in una delle mie perlustrazioni, uno di quegli esseri riprodursi. A stento, quel giorno, dovetti trattenere la nausea per quell'orribile spettacolo, che mi sconquassò le viscere e la ragione. Vedere come era stata trasformata l'umanità, che non aveva più bisogno dell'antico corteggiamento né dell'unione fisica di due corpi per prolungare la sua presenza sulla Terra, fu troppo per la mia mente già provata dagli eventi che stavo vivendo.
    Rileggendo le parole di Rampelli, scritte nel suo diario, non posso che confermare ogni suo sospetto e maledire gli inetti che lo derisero, causando la distruzione del pianeta e l'estinzione della specie umana.

    III



    Il dottor Francesco Rampelli era primo ricercatore all'Istituto Europeo di Sanità a Roma, nel Dipartimento di Biologia. La sua prima, fugace annotazione nel diario risale al 7 febbraio del 2031, quando annotò la nascita di un bambino malformato all'ospedale Policlinico Umberto I, con cui Rampelli collaborava da tempo. Il 10 febbraio annotò la nascita di quattro bambini malformati allo stesso ospedale, ma di quei neonati solo uno sopravvisse. Il 12 febbraio le sue analisi sui campioni di DNA dei bambini lo fecero impallidire.
    Un mese più tardi, quando altre, terribili nascite sconvolsero l'opinione pubblica e fecero impazzire madri e padri ovunque, cominciò a circolare la voce della mutazione. Inizialmente fu un accenno, come se la comunità scientifica non volesse allarmare più di tanto l'umanità che attendeva una risposta ai mostri che stavano nascendo. Trascorsi altri due mesi, il numero di bambini malformati aveva raggiunto la preoccupante percentuale di uno su tre. Allora le strade cominciarono a riempirsi di manifestanti, furono incendiati negozi, distrutte auto, danneggiati beni pubblici. Gli scontri con la polizia, in ogni parte del mondo, che durarono per quasi tre mesi, in una vera e propria guerriglia urbana, causarono morti e feriti da entrambe le parti. La gente voleva sapere cosa stava accadendo e voleva una risposta- e una soluzione- subito.
    I capi di stato di tutti i paesi si riunirono due settimane dopo la fine dei disordini, in una zona segreta negli Stati Uniti, assieme a un gruppo di scienziati provenienti da tutto il mondo, per discutere della situazione e trovare un modo per uscirne. Rampelli, nel frattempo, aveva raccolto una gran quantità di dati e aveva elaborato una sua teoria, con una tesi lunga 300 pagine, intitolata Extragenesi, o il ritorno di forme di vita estranee. Nel suo scritto aveva usato il termine “estranee” nel titolo, e non aliene, nella speranza di ottenere consensi e poter dare un valido contributo alla tragedia che l'umanità stava vivendo. Consegnò la sua tesi direttamente nelle mani del Ministro della Sanità. Quel giorno Rampelli, come scrisse sul suo diario, era euforico. Aveva ottenuto un incontro col Ministro ed era sicuro che la sua tesi fosse stata presentata all'incontro cogli altri capi di stato e cogli scienziati. Ma il Ministro non lesse che le prime pagine di quel lungo testo e, quando capì dove voleva arrivare Rampelli, lo derise pubblicamente in un'intervista al telegiornale, due giorni prima della sua partenza per gli Stati Uniti. Rampelli riporta nel suo diario le parole esatte pronunciate dal Ministro:
    “Il nostro incontro in America si baserà su dati scientifici e su proposte concrete e reali. Non abbiamo bisogno di scienziati catastrofici che si dilettano con UFO e marziani.”
    Sebbene il Ministro non fece il nome del dottore in televisione, tuttavia ne parlò con uno dei suoi colleghi, lasciandogli la tesi che lo aveva così tanto divertito. Da quel momento cominciò una sorta di calvario per Rampelli, che fu osteggiato in ogni modo da tutta la comunità scientifica. Era l'agosto del 2031.
    A ottobre nessuno aveva ancora saputo porre fine a quel fenomeno. I primi di settembre fu lanciato nel mercato un potente vaccino, destinato inizialmente alle donne che avevano intenzione di partorire. Nei mesi precedenti il numero di aborti era salito vertiginosamente, poiché a quel punto già dall'ecografia i segni della trasformazione erano evidenti e nessuno voleva avere un mostro per figlio. Ma il vaccino si rivelò del tutto inutile e nuovi aborti si sommarono ai precedenti.
    Rampelli si attivò per far circolare e accettare la sua teoria, ora che aveva altri dati a disposizione. Lavorò giorno e notte instancabilmente, ridotto quasi a una larva, contattando medici e scienziati di tutto il mondo, ma invano. In Italia fu denunciato per allarmismo e radiato dall'Istituto Europeo di Sanità. Quel giorno, il 4 novembre 2031, riporta nel suo diario: “Oggi è stata decretata la fine dell'umanità, ma non per deficienza di mezzi, bensì di intelletto.” Una settimana dopo Rampelli moriva suicida nel suo laboratorio, lasciando il computer portatile nella cassaforte dell'istituto.

    IV



    Trovai il diario del dottor Rampelli negli archivi informatici dell'Istituto Nazionale di Sanità, nella primavera del 2212, sette anni prima di entrare in questo bunker. Stavo cercando altre informazioni sul fenomeno delle mutazioni. I governi che si erano succeduti in Italia, con una velocità disarmante, a partire dal 2031, avevano sempre sostenuto la tesi della mutazione. La Mutazione X compariva in tutti i comunicati ufficiali e in ogni documento delle strutture sanitarie. Non veniva accettata altra spiegazione se non quella dell'altissimo livello di inquinamento ambientale, che aveva provocato, inevitabilmente, quelle metamorfosi. E la stessi tesi veniva promossa da ogni altro stato. Forse furono le recenti scoperte in campo astronomico che allontanarono l'umanità dal pensiero di altre vite oltre quella terrestre. L'uomo era da tempo sbarcato su Marte e si era diretto in orbita attorno ad altri pianeti del sistema solare. Sul pianeta rosso era stata costruita una base, per studiarne da vicino il suolo ed eventuali tracce di una vita passata. Ma nulla era stato trovato, oltre a polvere e muta roccia. Il fascino degli extraterrestri si era gradualmente dissolto e finì per essere dimenticato e restare sepolto per sempre nelle pagine di vecchi romanzi e film di epoche passate.
    La scatola che conteneva il portatile del dottor Rampelli indicava semplicemente la dicitura “Supporti informatici del dottor Rampelli, F. - Istituto Europeo di Sanità, Dipartimento di Biologia. Anno 2031”. Era il vecchio nome dell'istituto, passato da europeo a nazionale dopo lo scioglimento dell'Unione Europea avvenuto nel 2097. Fu l'indicazione dell'anno a spingermi a prendere quel contenitore, poiché non avevo mai sentito parlare di Rampelli. E adesso so perché. Tutto era cominciato nel 2031. Forse quel dottore, mi dissi, aveva partecipato alle ricerche.
    Non posso descrivere che cosa provai quando riuscii a leggere tutto il materiale che Rampelli aveva digitalizzato. Mi occorse un intero mese per farlo. La batteria del portatile era stata tolta e lo spinotto non si adattava alle moderne prese di corrente, così utilizzai una spina universale e potei mettere in funzione il computer. Nonostante il sistema operativo fosse antiquato, me la cavai egregiamente. La logica di quel programma esulava da ogni comprensione e il computer si bloccava di continuo. Quando riuscii a farlo ripartire, preferii trasferire, tramite bluetooth, tutta la memoria nel mio computer. Quindi riposi quel cimelio nel suo contenitore.
    Per il mese successivo non feci altro che leggere e studiare tutti i documenti che aveva prodotto e raccolto Rampelli. Le mie uscite all'esterno si fecero più rare, mi ero recluso con l'intenzione di conoscere l'intera storia, perché già dalle prime pagine che lessi avevo intuito che c'era stata una profonda negligenza da parte del governo e dei colleghi del dottore.
    Mettendo a confronto quello che avevo vissuto sin dalla mia nascita con ciò che aveva scoperto Rampelli, non potevo che convalidare la sua tesi e cadere ancora di più in uno stato di angosciosa malinconia.
    Qui, davanti a me, c'era la terribile verità sulle mutazioni e sulle orribili forme che hanno cominciato a nascere e a riprodursi nel nostro pianeta quasi due secoli or sono.

    V



    Rampelli, sin dai primi mesi, aveva chiamato quel fenomeno extragenesi. Non si trattava, secondo lui, di una mutazione, bensì di una sorta di evoluzione. Confesso che, durante la lettura, avvertii un brivido gelido corrermi lungo tutto il corpo e ghiacciarmi il sangue. Anche se avevo vissuto in prima persona le scene apocalittiche del mio tempo, leggere che tutto questo avrebbe potuto essere evitato, che era già noto quasi duecento anni fa, turbò il mio animo all'inverosimile.
    Ma la cosa che più mi sconvolse fu la parte relativa al paziente tenuto in laboratorio da Rampelli. Si trattava di un uomo che presentava mutazioni più evidenti di altri, che il dottore aveva convinto a restare sotto osservazione per alcuni giorni, nella speranza di trovare una cura. Non era naturalmente vero, come scrisse Rampelli nel suo diario:
    Mi sento un verme per aver dato una falsa aspettativa a quell'uomo, ma ho bisogno di capire e avere prove per convalidare la mia tesi. Non esiste un modo per curare queste persone.
    Quell'uomo parlava due lingue, una delle quali sconosciuta. Rampelli era sicuro che ne esistevano anche altri nel pianeta, che avevano subito metamorfosi non solo fisiche ma anche a livello cognitivo. E questo era sorprendente, come scrisse il dottore. I suoni articolati dall'uomo non erano riconducibili a nessuna delle lingue parlate all'epoca. Ma non si trattava soltanto delle parole in sé, quanto del suono stesso, che risultava una cacofonia irriconoscibile e mai udita prima. L'uomo era spaventato. Quando parlava quel linguaggio estraneo sembrava padrone di sé, ma nel momento in cui tornava a essere umano, il suo sguardo cambiava, segno evidente del profondo terrore che lo assaliva nella consapevolezza di questa sua doppia natura. Dentro di sé esistevano due entità in lotta fra loro, in una battaglia senza fine e senza vincitori né vinti.
    Rampelli scoprì anche che l'uomo capiva il linguaggio estraneo. Non solo le due nature convivevano nel medesimo corpo, ma erano coscienti una dell'altra. E questo portò Rampelli a fare la scoperta del secolo, anzi la scoperta più grande dell'intera umanità, ma destinata a suscitare soltanto la derisione delle autorità governative e scientifiche e a causare la sua morte.
    L'uomo, calmato dal dottore con un sedativo, disse di provenire da un lontanissimo pianeta chiamato Eog-Rakïs. Distava anni luce incalcolabili. Fu distrutto da una stella, assieme a ogni forma di vita, miliardi di anni prima che la vita sulla Terra apparisse. La vita su quel pianeta era molto differente dalla nostra, poiché differenti erano le condizioni climatiche, ambientali e atmosferiche.
    Nei giorni seguenti Rampelli elaborò la sua teoria dell'extragenesi. Era straordinaria e raccapricciante al tempo stesso.

    VI



    Da qualche parte nell'universo, miliardi e miliardi di anni fa, quando la Terra era ancora parzialmente fusa, esisteva un pianeta, chiamato Eog-Rakïs, in cui si erano sviluppate forme di vita diverse dalle nostre. Forme di vita che noi qui chiameremmo animali e vegetali, concetti che però su Eog-Rakïs non avevano senso. L'atmosfera era costituita da gas non presenti sulla Terra e l'ambiente non aveva i colori e i profumi che conosciamo. Non possiamo concepire quella realtà lontanissima, sia nel tempo che nello spazio, poiché siamo ingabbiati in ragionamenti di tipo terrestre. È sufficiente sapere che su quel pianeta esisteva una civiltà avanzatissima, che basava la sua tecnologia non sulla creazione di oggetti e macchinari, bensì sulla metamorfosi stessa dei propri esseri.
    Eog-Rakïs un giorno venne distrutto da una stella e l'esplosione fu tremenda. Ogni forma di vita venne cancellata e del pianeta non rimase che un cumulo di frammenti di rocce e sostanze organiche, destinati a vagare per sempre nello spazio.
    Ma non fu così. Perché frammenti di quel pianeta, assieme a funghi e sostanze organiche, arrivò sulla Terra, prima ancora che una qualsiasi forma di vita apparisse su quel pianeta giovane. Una volta sulla Terra quei composti organici dovettero adattarsi alle nuove condizioni ambientali e climatiche e sviluppare forme di vita differenti da quelle che erano nate su Eog-Rakïs. Tentativi su tentativi portarono alla nascita di creature che solo lontanamente somigliavano alle grandi specie viventi sul pianeta distrutto. Creature che sulla Terra non riuscirono a sopravvivere fino ai giorni nostri. Occorsero milioni di anni a quei composti per evolversi e ritornare così alla loro primigenia struttura.
    Dapprima, nella specie più evoluta della Terra, apparvero piccole metamorfosi, quando le condizioni ambientali furono più ottimali per ospitare quei cambiamenti. Quelle timide apparizioni interessarono inizialmente l'apparato genitale, per permettere la riproduzione di esseri ibridi, in grado di estendere la metamorfosi con una velocità maggiore. A quel punto nulla avrebbe più potuto fermare l'evoluzione. L'extragenesi era ormai avviata e l'antichissima civiltà, nata su Eog-Rakïs miliardi e miliardi di anni fa, aveva finalmente fatto il suo ritorno sulla scena dell'universo.
    Ma in uno stesso ambiente non avrebbero potuto convivere due specie evolute, quella umana e quella aliena. L'umanità, con la sua mente ristretta e la sua tecnologia arcaica, sarebbe stata d'intralcio a quella nuova specie dominante, che avrebbe così distrutto ogni forma di vita inutile sulla Terra, ripristinando, col tempo, le condizioni di Eog-Rakïs.


    VII



    Questo era il sunto dell'intera teoria dell'extragenesi elaborata da Rampelli. Nel suo tomo di 300 pagine il dottore parla di mutazioni avvenute anche nelle altre specie animali e in quelle vegetali.
    Dal canto nostro, sappiamo fin troppo bene- e a nostre spese- che cosa accadde dopo. Sappiamo che gli aborti non servirono a evitare la nascita di quei mostri. Sappiamo che negli anni a venire moltissimi ibridi erano sopravvissuti fino a un'età giusta per riprodursi. Sappiamo della nascita di esseri rivoltanti che cominciarono a popolare il pianeta, distruggendo ogni forma di vita che trovavano. Sappiamo che i centri di isolamento in cui all'inizio furono rinchiusi non arrestarono la loro espansione, anzi in breve tempo fummo noi a restare isolati e a occupare sempre meno spazio.
    Finché le ultime autorità costruirono i bunker, strutture sotterranee in grado di ospitare piccoli gruppi di sopravvissuti, con cibo e acqua sufficienti per anni. Poi ogni forma di autorità nel pianeta cessò di esistere, ogni forma di comunicazione fu interrotta, ogni speranza recisa.
    Un giorno le nostre scorte alimentari finiranno e allora potremo scegliere se morire lentamente di fame, se ucciderci a vicenda in modo più veloce e umano o se consegnarci a loro, e morire risucchiati in quelle forme indescrivibili.
    Non ho paura di morire. L'unica cosa che dilania la mia anima non è il mio pianeta ridotto a un cumulo di rovine irriconoscibili, né la possibilità negata di un futuro migliore, né la triste e drammatica consapevolezza che siamo rimasti in pochi, ultimi umani che non si arrendono a un destino segnato miliardi di anni prima.
    Ma sapere che noi siamo sempre stati loro, sin dall'inizio dei tempi.
     
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  2. Selene B.
     
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    Letto.
    SPOILER (click to view)
    Il tuo racconto ha in comune col mio il tema dell'ibrido, ed è stato molto interessante vedere come l'hai trattato tu. Sicuramente con molte più spiegazioni: quello che io ho passato sotto silenzio tu l'hai espresso con precisione e dovizia di particolari. Questo è il pregio e il difetto del tuo racconto: forse troppe informazioni e poco spazio alla psicologia del protagonista-narratore.

    Voto: due
     
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  3. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (Selene B. @ 1/1/2011, 17:10) 
    Letto.
    SPOILER (click to view)
    Il tuo racconto ha in comune col mio il tema dell'ibrido, ed è stato molto interessante vedere come l'hai trattato tu. Sicuramente con molte più spiegazioni: quello che io ho passato sotto silenzio tu l'hai espresso con precisione e dovizia di particolari. Questo è il pregio e il difetto del tuo racconto: forse troppe informazioni e poco spazio alla psicologia del protagonista-narratore.

    Voto: due

    Può essere sia quello il difetto, o magari anche quello :)
     
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  4. Piscu
     
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    parti da un'idea fantascientifica molto forte, con un grande potenziale, ma lo sviluppo le toglie gran parte del fascino. ci si trova a leggere sostanzialmente una cronaca, invece di un racconto. non si partecipa all'azione, non si conoscono personaggi, non si assiste a vicende personali sullo sfondo di questo cataclisma. per questo, nonostante le potenzialità, rimane tutto molto distante e non si riesce ad appassionarsi alla storia.

    io proverei ad alternare la cronaca delle mutazioni e la storia di questo rampelli con scene di "vita quotidiana" dei rifugiati. in questo modo potresto dosare gli indizi, e arrivare lentamente alla rivelazione finale.


    lo stile è pulito e leggibile, ma come diceva troppo "cronachistico", non cattura.


    segnalo:

    "Vedere come era stata trasformata l'umanità, che non aveva più bisogno dell'antico corteggiamento né dell'unione fisica di due corpi per prolungare la sua presenza sulla Terra, fu troppo per la mia mente già provata dagli eventi che stavo vivendo."
    capisco il ribrezzo che si possa provare, ma lamentarsi perché si è perso il corteggiamento fa pensare ai brontolii di un vecchio che dice che si stava meglio quando si stava peggio.

    "Eog-Rakïs un giorno venne distrutto da una stella"
    quando si parla di eventi cosmici come questo, non si può dire "un giorno": sono cose che per quanto improvvise avvengono su una scala temporale differente. inoltre "distrutto da una stella" non ha molto senso. in che modo la stella avrebbe distrutto il pianeta?

    "Perché frammenti di quel pianeta, assieme a funghi e sostanze organiche, arrivò sulla Terra"
    concordanza

    "nella specie più evoluta della Terra"
    occhio ad affermazioni del genere. ti riferisci chiaramente all'uomo, ma dire che siamo la "specie più evoluta" è un pericoloso antropocentrismo. puoi dire "specie dominante", ma l'evoluzione è tutta un'altra faccenda, per cui ha anche poco significato fare paragoni del genere. si capisce che sto leggendo un libro di Dawkins?



    in definitiva è un due, ma ripeto che sviluppato in altro modo potrebbe essere un ottimo racconto.
     
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  5. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (Piscu @ 3/1/2011, 16:19) 
    capisco il ribrezzo che si possa provare, ma lamentarsi perché si è perso il corteggiamento fa pensare ai brontolii di un vecchio che dice che si stava meglio quando si stava peggio.

    quando si parla di eventi cosmici come questo, non si può dire "un giorno": sono cose che per quanto improvvise avvengono su una scala temporale differente. inoltre "distrutto da una stella" non ha molto senso. in che modo la stella avrebbe distrutto il pianeta?

    occhio ad affermazioni del genere. ti riferisci chiaramente all'uomo, ma dire che siamo la "specie più evoluta" è un pericoloso antropocentrismo. puoi dire "specie dominante", ma l'evoluzione è tutta un'altra faccenda, per cui ha anche poco significato fare paragoni del genere.

    Ciao e grazie dei commenti. In generale condivido quello che hai scritto, in revisione considererò l'idea di mescolare cronaca e racconto, mi sembra buona.

    Non condivido molto queste 3 critiche, invece.

    Nel primo caso il protagonista si lamenta di come si sia perso ciò che era umano.

    Nel 2° caso, come scriveresti tu? Il termine giorno è inteso in generale.

    Nel 3° caso cadiamo in questioni filosofiche. Io non sono antropocentrico, tanto che sono misantropo :)
    Però da un certo punto di vista ci siamo evoluti, o meglio questo è il pensiero comune. Io SO che non è vero, poiché secondo me ci siamo involuti. Ma il personaggio che parla potrebbe essere antropocentrico o semplicemente usare il significato comune di evoluzione.
     
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  6. Piscu
     
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    niente da dire sul primo punto, può far parte della caratterizzazione del personaggio, anche se a me sembrava fuori luogo.

    sugli altri due:


    CITAZIONE (Magister Ludus @ 3/1/2011, 18:35) 
    Nel 2° caso, come scriveresti tu? Il termine giorno è inteso in generale.

    a dirla tutta, "un giorno" è vago anche in qualsiasi altro contesto (e a maggior ragione su scala cosmica). sa un po' di fiaba, dire "un giorno avvenne che" in realtà non dà una precisa collocazione temporale quindi è come non dirlo. quindi io metteri al massimo un "poi/in seguito" o roba simile.


    CITAZIONE (Magister Ludus @ 3/1/2011, 18:35) 
    Nel 3° caso cadiamo in questioni filosofiche. Io non sono antropocentrico, tanto che sono misantropo :)
    Però da un certo punto di vista ci siamo evoluti, o meglio questo è il pensiero comune. Io SO che non è vero, poiché secondo me ci siamo involuti. Ma il personaggio che parla potrebbe essere antropocentrico o semplicemente usare il significato comune di evoluzione.

    sì, ammetto che si entra nella filosofia evolutiva, se una disciplina con questo nome esiste. quello che voglio dire è che è ovvio che ci siamo evoluti, ma questo vale anche per le asciide e i funghi champignon. il punto è che dire che gli umani si sono evoluti più delle altre forme di vita, basandosi sul fatto che sono apparentemente i dominatori del pianeta, è errato. non esiste una misura quantitativa dell'evoluzione.

    poi, naturalmente, puoi mettere questo pensiero in testa al personaggio, anche la sequenza in corsivo in cui si trova sembra più un pezzo di un narratore onniscente esterno.
     
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  7. Magister Ludus
     
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    Ho capito che intendi, in effetti il corsivo è scritto dal professore, che non dovrebbe commettere simili imprecisioni :P

    Quindi va corretto quel punto e anche la storia del giorno.
     
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  8. marramee
     
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    Ciao. Ammetto di essere in difficoltà nel valutare il tuo racconto. Non ho mai amato le storie esclusivamente raccontate, senza veri personaggi né dialoghi né azione in tempo reale. Leggendolo ho avuto la sensazione che fosse un prologo e che a un certo punto sarebbe iniziata la storia vera e propria. L'idea c'è e non è male, è la realizzazione che mi ha lasciato molto perplesso. Sono convinto che affrontando il tema in modo meno impersonale, con personaggi ben delineati che magari trovano quel diario e pian piano scoprono il passato, discutendone tra loro, potrebbe venire fuori un racconto molto più incisivo. Lo stile che hai scelto, il diario, lo trovo molto fuori tempo, adatto magari per un horror alla Weird Tales, molto meno per un racconto di fantascienza.
    Voto due, però sono dell'idea che cambiando impostazione verrebbe fuori una storia molto più bella.
     
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  9. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (marramee @ 4/1/2011, 13:59) 
    Ciao. Ammetto di essere in difficoltà nel valutare il tuo racconto. Non ho mai amato le storie esclusivamente raccontate, senza veri personaggi né dialoghi né azione in tempo reale. Leggendolo ho avuto la sensazione che fosse un prologo e che a un certo punto sarebbe iniziata la storia vera e propria. L'idea c'è e non è male, è la realizzazione che mi ha lasciato molto perplesso. Sono convinto che affrontando il tema in modo meno impersonale, con personaggi ben delineati che magari trovano quel diario e pian piano scoprono il passato, discutendone tra loro, potrebbe venire fuori un racconto molto più incisivo. Lo stile che hai scelto, il diario, lo trovo molto fuori tempo, adatto magari per un horror alla Weird Tales, molto meno per un racconto di fantascienza.
    Voto due, però sono dell'idea che cambiando impostazione verrebbe fuori una storia molto più bella.

    Grazie, in effetti hai ragione. Il racconto l'ho scritto mesi fa, decidendo questa impostazione. Val la pena ogni tanto fare esperimenti e vedere che succede :P
     
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    Losco Figuro

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    Uhm...
    Non mi convince per niente questo racconto.
    Innanzitutto sembra una lunga, prolissa esposizione. Andrebbe bene se fosse lungo un quarto, ma così dopo un po' inizia a diventare davvero pesante. Inoltre vengono spesso ribaditi più e più volte gli stessi concetti, mentre altre informazioni vengoo buttate lì e non sviluppate.
    In aggiunta, alcune cose (come l'uso continuo di "forme" nella parte iniziale) appaiono artificiose trattandosi di qualcosa che dovrebbe venir fuori dalla "voce" di un personaggio narrante, e non si capisce perché lui senta il bisogno di riportare le vicende relative a Rampelli nel suo diario, almeno non in tale dettaglio.
    Secondo me andrebbe molto sfrondato, tagliando un buon 3/4 della narrazione che sono ridondanti.

    Voto 2 perché comunque è scritto bene tecnicamente, ma se dovessi votare la storia in sé e basta darei 1.

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Non usciamo mai, se non raramente.

    Un po' strana come frase. Si traduce in "non usciamo mai ma quando lo facciamo lo facciamo raramente"... :huh:

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Le nostre uscite, due tre individui per volta, sono sporadiche

    L'hai appena detto che escono raramente, inutile ribadirlo.

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Forse si assimilano uno dall'altro, in un infinito morire e rigenerarsi.

    Si assimila "qualcosa", o "qualcosa da qualcosa", non "da qualcosa"

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Tutto questo, dunque, non è il frutto di una misteriosa e non ben definita mutazione, come avevano ipotizzato- e sostenuto-

    Manca lo spazio prima dei trattini (in effetti tutte le volte da qui in poi)

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Alcune calamità verificatesi a partire dagli anni precedenti, come sismi e inondazioni, uniti alle anormali attività vulcaniche

    "unite", è "calamità" il soggetto

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    In quei casi la mutazione non era riuscita ad attecchire e il bambino, sebbene non risultasse malformato dall'ecografia, aveva tuttavia un colore innaturale, un'espressione agghiacciante e non aveva sesso.

    Non aveva sesso e la cosa non si vedeva nelle ecografie? :huh:

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Sebbene il Ministro non fece il nome del dottore in televisione, tuttavia

    Inutile dire sia "sebbene" che "tuttavia", basta uno dei due

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    La batteria del portatile era stata tolta e lo spinotto non si adattava alle moderne prese di corrente, così utilizzai una spina universale e potei mettere in funzione il computer.

    Dato che la soluzione è alquanto banale, sembra inutile presentare il problema, o almeno presentarlo come se fosse tale ("Usai una spina universale per adattare il portatile alle moderne prese di corrente" sembrerebbe meno artificioso)

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Quando riuscii a farlo ripartire, preferii trasferire, tramite bluetooth, tutta la memoria nel mio computer.

    Non so se mi preoccupa più che si usi ancora il bluetooth nel futuro o che sia compatibile con quello di un portatile che non è neanche più adatto alle prese di corrente standard... :rolleyes:

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Quell'uomo parlava due lingue, una delle quali sconosciuta. Rampelli era sicuro che ne esistevano anche altri nel pianeta,

    "sul" pianeta, non si sta dentro un pianeta di norma

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    I suoni articolati dall'uomo non erano riconducibili a nessuna delle lingue parlate all'epoca. Ma non si trattava soltanto delle parole in sé, quanto del suono stesso,

    Inizialmente hai detto "suoni", specificare che è il suono sembra tornare indietro più che dare una nuova informazione

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Dentro di sé esistevano

    "Dentro di lui"
     
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  11. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (CMT @ 7/1/2011, 20:49) 
    Uhm...
    Non mi convince per niente questo racconto.

    Beh, avevo avvertito all'inizio che non convinceva neanche me :P

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Tutto questo, dunque, non è il frutto di una misteriosa e non ben definita mutazione, come avevano ipotizzato- e sostenuto-

    Manca lo spazio prima dei trattini (in effetti tutte le volte da qui in poi)

    Lo so, ma io ricordo di aver letto che i trattini si comportano come la normale punteggiatura. Infatti volevo aprire un topic su questo.

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    In quei casi la mutazione non era riuscita ad attecchire e il bambino, sebbene non risultasse malformato dall'ecografia, aveva tuttavia un colore innaturale, un'espressione agghiacciante e non aveva sesso.

    Non aveva sesso e la cosa non si vedeva nelle ecografie? :huh:

    Ecco, è emerso qualcosa che non avevo considerato :P

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 10:32) 
    Quando riuscii a farlo ripartire, preferii trasferire, tramite bluetooth, tutta la memoria nel mio computer.

    Non so se mi preoccupa più che si usi ancora il bluetooth nel futuro o che sia compatibile con quello di un portatile che non è neanche più adatto alle prese di corrente standard... :rolleyes:

    E un'altra cosa ancora :D

    Grazie per segnalazioni, metto tutto da parte per una revisione totale.
     
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  12. black cat walking
     
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    Ciao Magister!
    SPOILER (click to view)
    Devo ammettere di aver durato una gran fatica ad arrivare in fondo. La scrittura è ottima, ma il modo che hai scelto per raccontare la storia è pesante.
    CITAZIONE
    ...sto tenendo un diario sul mio computer

    In realtà questo non è affatto un diario (dove uno racconta cosa gli accade nel presente), ma un trattato su ciò che è avvenuto, ovvero, un lunghissimo spiegone che, privo com'è di azioni e dialoghi, porta alla pesantezza di cui ti ho detto.
    Il mio voto oscillerebbe tra 2 e 1, metto due perchè comunque è scritto bene e l'idea, esposta in ben altro modo, benchè non nuova, merita l'attenzione.
    Ti segnalo alcuni appunti che magari ti possono servire:

    CITAZIONE
    Quando apparve il fenomeno era l'inizio del 2031, ma i primi centri per lo studio delle mutazioni furono creati soltanto dodici anni più tardi, a metà del 2043.

    Questo passo è in contraddizione con tutto il capitolo 3.

    CITAZIONE
    Rampelli scoprì anche che l'uomo capiva il linguaggio estraneo. Non solo le due nature convivevano nel medesimo corpo, ma erano coscienti una dell'altra. E questo portò Rampelli a fare la scoperta del secolo, anzi la scoperta più grande dell'intera umanità, ma destinata a suscitare soltanto la derisione delle autorità governative e scientifiche e a causare la sua morte.

    Ho preso questo passo ad esempio, ma ce ne sarebbero altri che rendono la storia poco plausibile (al di là dell'invenzione, ovviamente). Cioè, non è possibile che neanche uno, dico un altro scienziato soltanto sulla Terra, non avesse notato quanto scoperto da Rampelli. Non si tratta di elementi nascosti, ma di evidenti prove di qualcosa che poteva benissimo essere giustificato anche con l'arrivo degli ufo. Tutti quegli anni sono davvero troppi perchè nessuno si ponga seriamente anche una possibile "opzione" alieni, anzi, altro che alieni, se qualcuno avesse parlato del diavolo in persona sono certo che lo avrebbero ascoltato. :) Secondo me questo è il punto debole della trama: avvengono tutte queste nascite strane e solo uno scienziato al mondo nota certi particolari? E poi, un secolo e mezzo circa (più o meno, in base al resoconto) per capire che la razza umana stava rischiando l'estinzione, quando, già da subito, un bambino su tre (1 su 3 è un numero impressionante) nasceva male? Troppo, davvero troppo, anche per i governanti che ci troviamo adesso... ;)

    CITAZIONE
    Non usciamo mai, se non raramente.

    Direi che o è mai o è raramente. :huh:

    CITAZIONE
    a cui nessuno ha ancora saputo dare un nome

    Anche questa non è credibile: in un mondo dove viene dato un nome anche agli scandali (tangentopoli, ecc.) e agli assassini, vuoi che manco un giornalista si sia preso la briga di darne uno a qualcosa che sta decimando l'umanità? :shifty:

    CITAZIONE
    La batteria del portatile era stata tolta e lo spinotto non si adattava alle moderne prese di corrente, così utilizzai una spina universale e potei mettere in funzione il computer. Nonostante il sistema operativo fosse antiquato, me la cavai egregiamente. La logica di quel programma esulava da ogni comprensione e il computer si bloccava di continuo. Quando riuscii a farlo ripartire, preferii trasferire, tramite bluetooth, tutta la memoria nel mio computer.

    Spina? Sistema operativo? Bluetooth?
    Sei sicuro che siamo nel 2219? :huh:

    CITAZIONE
    Eog-Rakïs un giorno venne distrutto da una stella e l'esplosione fu tremenda.

    Direi che definire l'esplosione di una stella "tremenda" è un po' riduttivo, meglio evitare aggettivi. ;)

    A rileggerci!
     
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  13. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (black cat walking @ 8/1/2011, 18:27) 
    Ciao Magister!
    SPOILER (click to view)
    Devo ammettere di aver durato una gran fatica ad arrivare in fondo. La scrittura è ottima, ma il modo che hai scelto per raccontare la storia è pesante.

    CITAZIONE
    CITAZIONE
    Quando apparve il fenomeno era l'inizio del 2031, ma i primi centri per lo studio delle mutazioni furono creati soltanto dodici anni più tardi, a metà del 2043.

    Questo passo è in contraddizione con tutto il capitolo 3.

    Ah... vado a rileggermi il capitolo 3, allora :D

    In linea di massima concordo con le critiche. Riguardo al bluetooth ho preferito lasciarlo anziché inventare una parola nuova che poteva risultare poco realistica. In fondo, se ci pensi bene, noi ci spostiamo ancora con mezzi inventati nel XIX secolo eppure siamo nel XXI, per comunicare usiamo il telefono, invenzione dello stesso periodo.

    Riguardo agli scienziati e al governo, ho voluto dare l'impressione di un'umanità sempre più menefreghista, quale sta dimostrando di essere. Hai presente La macchina del tempo di Wells e gli uomini che aveva trovato nel futuro?

    Sulla narrazione, io vi avevo avvertito all'inizio :lol: Volevo appunto sapere da chi era "esterno" quali fossero i punti deboli.

    Grazie della lettura.

     
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  14. black cat walking
     
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    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Riguardo agli scienziati e al governo, ho voluto dare l'impressione di un'umanità sempre più menefreghista, quale sta dimostrando di essere. Hai presente La macchina del tempo di Wells e gli uomini che aveva trovato nel futuro?

    Ma infatti ci sta tutto, solo che forse hai un po' esagerato con i le scansioni temporali: all'inizio tanti guai tutti assieme che allarmano fino a determinare delle sommosse, poi un silenzio di decenni che non torna, tutto qui.
    CITAZIONE
    Sulla narrazione, io vi avevo avvertito all'inizio :lol: Volevo appunto sapere da chi era "esterno" quali fossero i punti deboli.

    Allora spero di essere stato utile... ;)
     
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  15. sergio937
     
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    L’uomo di origine aliena e la trama apocalittica sono due generi sfruttati, ma qui sono stati ben utilizzati. La scrittura e la narrazione hanno pochissime sbavature. Voto tre.
     
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22 replies since 1/1/2011, 10:32   200 views
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