DANTE COMPULSIVO
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DANTE COMPULSIVO

fantastico

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  1. rehel
     
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    Tolto. :)

    Edited by rehel - 2/2/2011, 09:12
     
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  2. Magister Ludus
     
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    Bella storia, ben scritta.Anche lo stile è buono, è ben strutturata e piacevole.

    Ti segnalo:

    CITAZIONE
    -Col passare degli anni venne il tempo della scuola. Le cose cambiarono in meglio. Vedete, io non sono mai stata bella, anzi ero piuttosto bassetta di statura e tarchiatella, ma riuscivo simpatica a tutti. Avevo molte amiche e i ragazzi grandi mi corteggiavano.
    - Conobbi Giacomo.

    È la stessa persona che parla, dunque se vai a capo e riapri un dialogo, sembra che sia un altro a parlare.

    e da allora, per qualche tempo non la vidi più: o anche una virgola dopo “e” o nessuna

    CITAZIONE
    -Sì… e proprio in quel periodo tutti sembravano avere perso la testa: l’Africa! Anche lui stava muovendo mari e monti allo scopo di riuscire a partire su un bastimento per cercare gloria fra i sassi del deserto.
    - Una notte

    Idem come sopra, per il dialogo

    caffé: caffè :)

    poche decine di lire: quanto valeva una lira nel 1896? perché forse poche decine erano un bel gruzzolo :)

    La pagliarani sorrise: refuso

    Lombroso la guardò accigliato.
    - Si tratta di una battuta?
    In questo caso il dialogo dovrebbe essere aperto nella stessa riga. Ma al riguardo aprirò un topic per chiedere lumi.

    Il tono di Lombroso si era fatto beffardo: refuso, non è un dialogo

    CITAZIONE
    Tachiantropometro
    coralio
    stibiate
    orticazioni

    queste 4 parole non le ho trovate nel dizionario: sono termini da te inventati o antichi e non più in uso?

    dal consumo di mai guasto: refuso, mais

    Mah: in questo caso non è un'espressione di meraviglia, suppongo, ma il “ma” congiunzione

    carcere delle Nuove: alcune volte lo hai scritto in minuscolo. Credo sia giusto sempre in maiuscolo

    Ah…. Lo immaginavo: refuso, 4 puntini :)

    Il mio voto è 4.
     
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  3. rehel
     
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    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/1/2011, 15:03)
    Bella storia, ben scritta.Anche lo stile è buono, è ben strutturata e piacevole.

    Ti segnalo:

    CITAZIONE
    -Col passare degli anni venne il tempo della scuola. Le cose cambiarono in meglio. Vedete, io non sono mai stata bella, anzi ero piuttosto bassetta di statura e tarchiatella, ma riuscivo simpatica a tutti. Avevo molte amiche e i ragazzi grandi mi corteggiavano.
    - Conobbi Giacomo.

    È la stessa persona che parla, dunque se vai a capo e riapri un dialogo, sembra che sia un altro a parlare.

    e da allora, per qualche tempo non la vidi più: o anche una virgola dopo “e” o nessuna

    CITAZIONE
    -Sì… e proprio in quel periodo tutti sembravano avere perso la testa: l’Africa! Anche lui stava muovendo mari e monti allo scopo di riuscire a partire su un bastimento per cercare gloria fra i sassi del deserto.
    - Una notte

    Idem come sopra, per il dialogo

    caffé: caffè :)

    poche decine di lire: quanto valeva una lira nel 1896? perché forse poche decine erano un bel gruzzolo :)

    La pagliarani sorrise: refuso

    Lombroso la guardò accigliato.
    - Si tratta di una battuta?
    In questo caso il dialogo dovrebbe essere aperto nella stessa riga. Ma al riguardo aprirò un topic per chiedere lumi.

    Il tono di Lombroso si era fatto beffardo: refuso, non è un dialogo

    CITAZIONE
    Tachiantropometro
    coralio
    stibiate
    orticazioni

    queste 4 parole non le ho trovate nel dizionario: sono termini da te inventati o antichi e non più in uso?

    dal consumo di mai guasto: refuso, mais

    Mah: in questo caso non è un'espressione di meraviglia, suppongo, ma il “ma” congiunzione

    carcere delle Nuove: alcune volte lo hai scritto in minuscolo. Credo sia giusto sempre in maiuscolo

    Ah…. Lo immaginavo: refuso, 4 puntini :)

    Il mio voto è 4.

    In effetti la frase: qualche decina di Lire sarebbe di un periodo storico di almeno 50 anni dopo. nella trasposizione al passato non ho fatto caso a questo dettaglio, per cui direi (ma sarebbe opportuno controllare) QUALCHE LIRA. Oppure pochi centesimi.

    Tachiantropometro
    coralio
    stibiate
    orticazioni

    Queste parole sono dell'epoca. Ritengo non siano più in uso e il dizionario magari le ignora.
    Grazie per il tuo commento, ma credo tu non abbia votato? :blink:
     
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  4. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 15:57) 
    Tachiantropometro
    coralio
    stibiate
    orticazioni

    Queste parole sono dell'epoca. Ritengo non siano più in uso e il dizionario magari le ignora.
    Grazie per il tuo commento, ma credo tu non abbia votato? :blink:

    Ok. Appena votato :)
     
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  5. Piscu
     
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    interessante. nel senso: mi è piaciuto come ritratto del personaggio di lombroso, ma mi ha preso poco come racconto. credo che dovresti chiarire meglio l'intenzione del racconto: riferire e dare senso alla storia della donna, o mostrare il lavoro e le convinzioni del dottore? per com'è ora, nella prima parte la protagonsita è lei, ma in seguito si passa alle considerazioni di lui e si cambia la centratura sul personaggio.

    il fatto che avvenga nella forma di un interrogatorio lo rende un po' statico. inoltre credo che tu abbia esagerato nel proporre nomi/episodi riferiti all'esperienza e al lavoro di lombroso. capisco che probabilmente volevi proprio mostrare il personaggio, ma così diventa quasi una lezione e dopo un po' si fa pesante (in particolare, la comparsa del piccione e il malore che questo gli provoca mi è sembrata fuori luogo).

    occhio ai dialoghi, hai fatto un po' di confusione con i trattini in apertura/chiusura o quando sei tornato a capo nello stesso dialogo.


    "un labirinto medioevale."
    non mi sembra di averla mai sentita come epressione. anzi, onestamente non mi pare che il medioevo abbia una "tradizione" di labirinti.



    sarebbe 2.5, posso arrivare a 3.
     
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  6. rehel
     
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    Sai... ci sono labirinti nei pavimenti di diverse chiese medioevali. Percorsi che i fedeli compivano in ginocchio come forma devozionale.
    Nel Nome della rosa U. Eco pone un labirinto addirittura nella bibloteca, anzi è la bibiolteca stessa chè è labirinto.
    Wikipedia riporta questo:

    Durante il dodicesimo e il tredicesimo secolo, un tracciato a forma di labirinto (sempre unicursale) iniziò a essere raffigurato nella pavimentazione interna delle cattedrali gotiche, come nel caso del duomo di Siena e delle cattedrali di Chartres, Reims e Amiens in Francia. Questi labirinti rappresentano il cammino simbolico dell'uomo verso Dio, e spesso il centro del labirinto rappresentava la "città di Dio". La funzione del labirinto è quella di essere un simbolo del pellegrinaggio, o del cammino di espiazione: spesso veniva percorso durante la preghiera, e aveva la validità di un pellegrinaggio per chi non poteva intraprendere un vero viaggio.[3]Con il passare del tempo, questa originale funzione andò perduta, e il labirinto sulla pavimentazione iniziò a essere visto sempre più spesso come "un gioco senza senso, una perdita di tempo"[4] , e molti di essi vennero distrutti. Sulla quarta di copertina dell'edizione Bompiani del romanzo "Il nome della rosa", Umberto Eco riporta una nota riferita all'immagine sulla copertina, che recita: "In copertina lo schema del labirinto che appariva sul pavimento della cattedrale di Reims. A pianta ottagonale, recava ai quattro ottagoni laterali l'immagine dei maestri muratori, coi loro simboli, e al centro - si dice - la figura dell'arcivescovo Aubri de Humbert che pose la prima pietra della costruzione. il labirinto fu distrutto nel XVIII secolo dal canonico Jacquemart perché gli dava fastidio l'uso giocoso che ne facevano i bambini i quali, durante le funzioni sacre, cercavano di seguirne gli intrichi, per fini evidentemente perversi."[5]

    Grazie anche a te, riguarderò i dialoghi. Qualcun altro mi aveva fatto notare questa dicotomia fra prima e seconda parte...

    Ma nessuno indovina chì è Leonarda? :sunglass:
     
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    SPOILER (click to view)
    Molte cose non mi convincono di questo racconto, a partire dal titolo che si riallaccia solo a un passaggio quasi posticcio verso la fine.
    Fino a un certo punto tendevo al 3, ma mi è calato man mano che proseguivo a leggere le lunghe digressioni e spiegazioni inserite nella seconda parte.
    Il finale ci sta bene ma sembra essere lì giusto perché altrimenti non ci sarebbe un finale.

    Una nota, visto che il personaggio di Leonarda, cognome a parte, è evidentemente ispirato alla Saponificatrice di Correggio, tanto che citi anche cose scritte da lei nelle sue memorie, tieni conto che il sapone aveva iniziato a farlo solo dalla seconda vittima, non dalla prima (la prima l'aveva sciolta ma aveva buttato via il risultato in un pozzo nero).


    Voto 2

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    una mente che, subito dal momento del suo arresto, aveva mostrato di essere più intricata di un labirinto medioevale.

    Non mi torna quel "subito dal". Magari meglio "che subito, dal momento...", o sostituirlo con un più normale "fin dal momento"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    Aveva dovuto reprimere il brivido di eccitazione, quasi erotica, che aveva sentito scorrere attraverso la sua colonna vertebrale, quando si era trovato di fronte al pericoloso maniaco rappresentato da quella donna.

    Se metti "quasi erotica" come inciso si ricollega a "brivido", non a "eccitazione", e non si accorda col genere. Io toglierei le virgole

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    - Per quale motivo suo madre la odiava? - incalzò il professore senza smettere un istante di guardarla. - Io non sono quel che si dice un frutto desiderato.

    Andrei a capo dopo "guardarla"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    Il professor Lombroso prese qualche appunto.
    Niente denti di Hutchinson, caratterizzati dal frastagliamento a sega dell’orlo superiore, che testimonierebbero che ci si trova alla presenza di un cretino. E del resto il suo parlare è troppo curato.

    Se i due paragrafi qui sopra sono gli appunti sarebbe meglio distinguerli dal resto del testo, con delle virgolette o un corsivo.

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    Tormentò con la lingua la base della matita poi riprese a fissare la donna che procedeva imperturbabile a parlare.

    Serve una virgola dopo "matita"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    Lei maledisse le mie nozze e da allora, per qualche tempo non la vidi più.

    E qui o dopo "e" o dopo "tempo"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    mi dilettavo a fare la carte;

    Refuso: "le"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    - Fine? È curioso che lei utilizzi tale parola.
    - Il tono di Lombroso si era fatto beffardo.

    C'è un trattino (o un a capo) di troppo

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    - Ho letto che lei non era stata creduta quando diceva di avere fatto tutte quelle cosa da sola,

    Refuso: "cose"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    alla guisa degli orango,

    "oranghi"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    Caino il Martellatore, un pazzo furioso che aveva stuprato e ucciso dodici bambini. La cui testa sotto spirito faceva bella mostra di sé,

    "La cui" dopo un punto non significa nulla, dovresti mettere una virgola dopo "bambini" perché la frase regga.

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    troneggiando maestosa su uno scaffale di noce della propria collezione manicomiale,

    "propria" di chi? Fino a un attimo fa era Caino il soggetto.

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    Cominciò a pensare seriamente di ricorrere a metodi più efficaci come un sano periodo di isolamento in totale oscurità, accompagnato dalla somministrazione di scariche elettriche e di bromuro di potassio e idrato di coralio, che ne avrebbero di sicuro fiaccato la protervia.

    "ne" non si può riferire a Leonarda che non viene menzionata da una vita. In effetti così com'è si riferisce al bromuro e all'idrato

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    sperimentata da Bonaventura Trompeo, costituita da salassi fatti con le mignatte, l’uso di pozioni stibiate, di subacidi, dei calmanti freddi come la digitale, l’aconito napello, l’acqua di lauro ceraso, nonché tramite orticazioni

    Mi sa che ti sei perso nella lunghezza della frase. Se salti un po' di roba noti che in pratica c'è scritto "costituita (da... nonché) tramite"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    Lesse i sui ultimi appunti:

    Refuso: "suoi"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    E subito gli venne il pensiero che nulla somiglia più ad un matto,

    "a un"

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    Quando sopraggiunse il direttore del carcere delle Nuove non creò particolari problemi.

    Finora "Nuove" era sempre minuscolo, perché ora maiuscolo?

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    -La Pagliarani?

    Manca uno spazio

    CITAZIONE (rehel @ 1/1/2011, 10:53) 
    E del resto era fermamente convinto che la comparsa di un singolo grande genio valeva più della nascita di centinaia di mediocri.

    "valesse"
     
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  8. Piscu
     
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    CITAZIONE (rehel @ 2/1/2011, 19:08) 
    Sai... ci sono labirinti nei pavimenti di diverse chiese medioevali. Percorsi che i fedeli compivano in ginocchio come forma devozionale.
    Nel Nome della rosa U. Eco pone un labirinto addirittura nella bibloteca, anzi è la bibiolteca stessa chè è labirinto.
    Wikipedia riporta questo:

    sissì, non metto in dubbio che costruissero o rappresentassero labirinti nel medioevo. però un'espressione del genere dovrebbe essere antonomastica. "labirinto medievale" non mi sembra che lo sia, come invece lo sarebbe ad esempio "tortura medievale".

    poi è chiaro che si tratta di sottigliezze che non incidono sulla qualità del lavoro.
     
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  9. Selene B.
     
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    Letto.
    SPOILER (click to view)
    Abbiamo qui due personaggi storici, Lombroso e la "saponificatrice di Correggio", la cui biografia è ben conosciuta. Tu li fai interagire, immagini addirittura che Lombroso provochi la morte di lei...La cosa non quadra, secondo me: avresti dovuto o ispirarti in modo più vago ai due personaggi reali, e portare la storia più chiaramente nell'orbita letteraria/fantastica, oppure, se ci tenevi a mantenere i riferimenti alla biografia reale dei due protagonisti, avresti dovuto romanzare aspetti minori della loro vita. Così invece il lettore non riesce a sospendere l'incredulità, resta con la sensazione che tu gli stia raccontando una storia vera, ma che lo stia imbrogliando su alcuni dati.
    A parte questo, anche lo stile lascia un pò a desiderare, almeno all'inizio del racconto: molti refusi, qualche errore nella punteggiatura e nei dialoghi.

    Voto: 1,5 che arrotondo a 2
     
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  10. sergio937
     
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    Ci sono alcuni refusi, ma niente di grave.
    Lo trovo ben scritto, anche se avrei accentuato l'atteggiamento da superuomo di Lombroso (di cui non conosco la biografia, ma mi sembra di aver sentito che si rapportasse effettivamente al prossimo con un atteggiamento del genere). Avrei anche dato una maggiore umanità a Leonarda nel momento della morte in contrapposizione alla spietata freddezza dello studioso.
    Voto 3
     
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  11. michele schirinzi
     
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    Non so, io trovo che il racconto storico (d'accordo, in questo caso immaginario o "apocrifo") debba non solo essere connotato da fatti credibili e da una ricostruzione adeguata ma soprattutto debba utilizzare un linguaggio, specie nei dialoghi, che renda esattamente certe atmosfere. Qui sembra che l'autore abbia fatto delle interessanti ricerche su Internet per documentarsi sui fatti, e li abbia poi riportati nel suo racconto, anche in misura eccessiva, ma poi abbia completamente dimenticato di rendere credibili nei dialoghi i suoi personaggi, così da rendere il tutto davvero poco avvicente. Si sente che è tutto finto, ecco, dalla prima riga all'ultima. Credo che toccare registri di linguaggio così differenti da quelli dell'epoca dell'autore sia un'opera a cui avvicinarsi con estrema prudenza e rispetto; perché il risultato, altrimenti, può essere disastroso. Come è avvenuto, per me, in questo racconto.
    Voto 1.
     
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  12. black cat walking
     
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    Ciao rehel!
    SPOILER (click to view)
    Racconto coraggioso, certamente, ma non ben riuscito.
    Forse sono troppo influenzato da Eco che ho appena finito di leggere, ma non è facile far incontrare due personaggi realmente esistiti e trarne una trama avvincente.
    Nel tuo caso, il tutto si riduce a un'elencazione di dati reali che stanno insieme solo per l'incontro dei due, senza spunti o inventive che attirino l'attenzione.
    Addirittura in alcuni punti, come in questo caso,
    CITAZIONE
    Lombroso era furibondo. Cominciò a pensare seriamente di ricorrere a metodi più efficaci come un sano periodo di isolamento in totale oscurità, accompagnato dalla somministrazione di scariche elettriche e di bromuro di potassio e idrato di coralio, che ne avrebbero di sicuro fiaccato la protervia. E se non fosse bastato, c’erano tanti altri metodi efficaci che venivano di norma utilizzati nei manicomi. Subito gli venne alla mente La doccia, che molti direttori d’istituto chiamavano La bastonata liquida, una serie di docce gelate che cadevano sul capo del paziente dall’altezza di tre metri, mentre lo stesso era legato a uno scranno, oppure immerso fino alla gola in un bagno rovente. L’operazione, protratta per diversi minuti, riduceva ai più miti consigli la gran massa degli ostinati.
    Quella donna lo stava sfidando. Recitava una parte, ma doveva stare attenta, molto attenta. Poteva anche venirgli in mente di sottoporla alla famigerata poltrona di Rusch, progettata dal padre della psichiatria americana e che evidentemente derivava la sua natura dalla sedia delle streghe utilizzata per estorcere confessioni. Una sedia tranquillante atta a immobilizzare il paziente e tenerlo in uno stato di disagio e di dolore per tutto il tempo necessario. E per lei sarebbero stati guai. Così come se l’avesse sottoposta alla terribile cura organica sperimentata da Bonaventura Trompeo, costituita da salassi fatti con le mignatte, l’uso di pozioni stibiate, di subacidi, dei calmanti freddi come la digitale, l’aconito napello, l’acqua di lauro ceraso, nonché tramite orticazioni sui genitali eseguite con lunghi steli rivestiti di foglie di urtica urens; un efficacissimo revulsivo per ipocondriaci, onanisti, isteriche e ninfomani.

    il racconto diventa solo un riassunto.
    Anche il finale non è mi è parso particolarmente riuscito e il richiamo a Dante nel titolo è forse eccessivo, dato che il racconto tratta quasi completamente di altro.
    Anche la tecnica che hai usato non è stata felicissima. Spesso non si capisce subito chi parli o di chi sia il pensiero che stai esponendo, il fatto di avere un narratore con pdv di entrambi i protagonisti e visualizzazione interna crea una gran confusione. Secondo me se avessi scelto il pdv del solo Lombroso lasciando alle sue interpretazioni i gesti e le smorfie della Saponificatrice, ne avresti guadagnato di chiarezza e di phatos.
    Restano infine i due personaggi che hai reso bene, anche se il dialogo spesso esce dai termini dell'epoca in cui si sarebbe dovuto tenere e hai usato frasi reali che si trovano senza fatica su internet.
    Insomma, l'idea non è male, ma la realizzazione non è delle migliori.
    Voto 2 per la ricerca e il tentativo.
    Ti segnalo:
    CITAZIONE
    - Per quale motivo suo madre la odiava? - incalzò il professore senza smettere un istante di guardarla. - Io non sono quel che si dice un frutto desiderato.

    Refuso, non sei andato a capo dopo guardarla.

    CITAZIONE
    anzi ero piuttosto bassetta di statura e tarchiatella

    Perchè "era"? Poi è diventata alta e magra? ;)

    CITAZIONE
    consumo di mai guasto

    Refuso, mais

    A rileggerci!
     
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  13. VanderBan
     
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    Ciao rehel
    SPOILER (click to view)
    Un racconto con pregi e difetti soliti, mi spiace, però dovresti tirare fuori (inventandotela) un certa umanità dei personaggi, altrimenti rischi il solito concentrato di informazioni che volendo si possono rintracciare in internet. Che ne so, mettili a pranzo insieme, o magari che vadano a fare una visita a un luogo particolare (la casa di una delle vittime, o quant'altro credi), falla diventare una conversazione informale e sorprendente, allora credo che l'effetto sarebbe di vero incontro tra due personalità rilevanti (a loro modo) di quella particolare epoca. Di più non saprei dirti, a parte che la scrittura è rigorosa e precisa.
    Segnalazioni
    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    e prese a lisciarsi con metodo la barbetta caprina che come un bargiglio gli cresceva sul mento

    se dici caprina potresti eliminare tutto ciò che segue, che sa di ripetitivo.
    CITAZIONE
    carcere delle nuove
    Nel cubicolo delle nuove scese il silenzio
    col regio decreto

    Credo che sarebbe preferibile l’uso delle maiuscole
    CITAZIONE
    Quello della detenuta era uno dei seicento cubicoli che si trovavano lì dentro.

    non sarebbe meglio: Il cubicolo della detenuta era uno dei seicento...?
    CITAZIONE
    Si deterse col dorso della mano

    Detergersi lo si dovrebbe fare con qualche detergente, appunto, forse si asciuga il sudore e basta.
    CITAZIONE
    io ero il risultato di una violenza carnale, risultato che poi l’aveva
    lo stesso uomo che l’aveva stuprata. Quell’uomo morì presto

    ripetions
    CITAZIONE
    La Pagliarani si torceva le mani evitando con lo sguardo quello del professore

    La Pagliarani si torceva le mani evitando lo sguardo del professore
    CITAZIONE
    come se avesse voluto sparare un colpo a bruciapelo tramite un’invisibile rivoltella.

    Troppo figurata questa similitudine, viene da pensare che il professore faccia il gesto della pistola con le mani
    CITAZIONE
    rivolta a qualche altra invisibile persona lì presente

    a parte il rivoltella/rivolta nel giro di due righe che è casuale, toglierei altra, sennò le persone invisibili iniziano a essere troppe ^__^
    CITAZIONE
    in qualche modo misterioso somigliante allo stesso pollo Icaro

    somigliante in modo misterioso allo stesso pollo Icaro
    CITAZIONE
    dal consumo di mai guasto
    somiglia più ad un matto
    i suoi occhi su viso del professore

    cosucce varie

    Alla prox ^__-
     
    .
  14. Fini Tocchi Alati
     
    .

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    Ciao!
    SPOILER (click to view)
    Sono d'accordo con quanto dice Piscu. Il tuo scritto non ha una connotazione ben precisa: tra biografia, racconto, saggio storico-scientifico (?). Eppure ho apprezzato ciascuna di queste componenti.
    Manca in effetti qualcosa che me lo renda memorabile come racconto tout-court. Forse, come dice VdB, è la poca empatia che si crea con i personaggi, oppure forse è la mancanza di equilibrio tra la prima e la seconda parte (che in effetti paiono quasi due diversi racconti).
    Interessante tutta la parte in cui riporti le torture e le pene corporali, però sembra quasi e solo un pretesto per parlarne.
    Buona, secondo me, la scrittura. Sì, forse non è sempre equilibrata e coerente, però efficace.

    In definitiva, dico 3.
     
    .
  15.  
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    Ciao
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    Non è che non mi sia piaciuto: è che il ribaltamento della situazione, vista l'impostazione e i personaggi, è davvero interessante, ma è gestita male.
    Oserei dire gestita in fretta.
    Mi spiego: all'inizio credevo che il focus del racconto fosse la Pagliarani e la sua storia, invece con l'avanzare della narrazione abbiamo la conquista della scena da parte di Lombroso. E mi va bene, perché poco alla volta quello che dovrebbe essere un interrogatorio di una presunta criminale diventa la confessione di una serie di crimini orrendi, per poi essere ironicamente superata da quello che racconta e fa Lombroso.
    Solo che il problema è lì: per come sono messe le cose nel racconto sono innazitutto troppo raccontate e raccontate nei dettagli solo a beneficio del lettore, perché anche se si riesce a giustificare una certa tendenza didascalica del personaggio Lombroso, alla fine esageri; e poi ribalti la cosa in maniera così evidente e anche appesantita (aggiungendo anche aggettivi negativi che corrispondono alla nostra sensibilità, ma evidentemente non a quella di Lombroso) che perde tutta la sua carica "satirica". Io non sono un fanatico della scuola del "mostrare e non raccontare", ma in questo caso l'ossessione di Lombroso andrebbe gestita in maniera leggermente diversa perché rischi l'effetto macchietta.

    Ho anche un dubbio a proposito della situazione storica. La vicenda ricalca troppo la ricostruzione della saponificatrice di Correggio, con molte somiglianze, per poi distaccarsi nell'esito/rapporto con Lombroso.
    Perché?
    O decidi che usi tutti i dettagli veri e poi fai una scelta da Storia Alternativa.
    Oppure crei una storia (in questo caso sarebbe tecnicamente una Storia Segreta) che sia più o meno plausibile, ma elimini le coincidenze di nomi e luoghi proprio per plausibilità. Ovvero qual'è la probablità che due donne di nome Leonarda e con le stesse vicissitudini si mettano a fare le stesse cose a distanza di pochi anni?

    A livello di stile ho notato che ci sono parecchi stacchi, intesi come andare a capo, che confondono la lettura. Il primo è nel discorso diretto della Pagliarani ("Sono sempre stata testarda"), che messo così sembrava impostare il racconto in prima persona quando non lo è; il secondo è quel "Il professor Cesare Lombroso, docente di psichiatria e medicina..." che si lega troppo alla fine della frase precedente per andare a capo. Un terzo, al contrario, non va a capo ed è quel "- Io non sono quel che si dice un frutto desiderato.".
    Mi chiedo anche se non era meglio mettere in corsivo (o tra virgolette) i pensieri di Lombroso, perché così sembri mettere due punti di vista sullo stesso piano. Questo vale anche per le frasi che dice di scrivere nel finale.
    Mi sa che avevi poco tempo per una rilettura perché ho notato parecchie imprecisioni.


    VARIE
    -ho il minidubbio (ma lo metto qui tra le varie), che nel 1896 non ci riferisse all'epilessia con il termine epilessia
    -"del carcere delle nuove" - qui manca un maiuscolo
    -"La pagliarani" - pure qui
    -In "- Il tono di Lombroso" c'è un trattino che non c'entra
    -"di mai guasto" - manca la esse
    -"Gli era capitato la sera innanzi di assistere a uno spettacolo curioso" - le prime proiezioni a Parigi sarebbero del 1895 e il primo cinematografo in Italia nel '901. Non è un po' presto qui nel 1896? "
    -"ad un matto" - eufonica

    Tutto sommato metto un 2

    P.S. In termini generali, considerando le facce della gente che gira,Lombroso aveva ragione ^_^
     
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19 replies since 1/1/2011, 10:53   400 views
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