Allora, come al solito (ormai mi pare di conoscerti da anni
), bella scrittura e buonissima documentazione di ambienti e personaggi. La storia invece è un po' troppo semplice per i miei gusti, però questa è una valutazione soggettiva che lascia il tempo che trova. Più importante, penso, è segnalarti:
- l'eccessiva presenza del raccontato rispetto al rappresentato. Fino a quando non riprendi l'interrogatorio, tranne qualche indicazione sul volo, il racconto è solo una serie di fatti accaduti lontano e raccontati al lettore; perchè non mostrarla quella spedizione? Potresti alternare i luoghi e i tempi per arrivare alla stessa conclusione in contemporanea, ma con ben altra attenzione del lettore. In questo modo a volte perdi la presa sull'attenzione e l'interesse del lettore;
- il finale. Il finale è troppo evanescente, cioè, molto bello il tipo della Gestapo che se ne va algido (se ti dico Tarantino, cosa ti viene in mente?
), ma la
cosa? Cos'è che si sono portati dal Tibet? Una qualche idea la devi dare, fosse anche solo sotto l'aspetto degli indizi (che ne so: "un'antica maledizione dice che... ecc. ecc."), ma qualcosa ci dev'essere, altrimenti potrebbe trattarsi pure di un alieno o di una febbre malarica che riporta in vita giusto il tempo per ammazzare i presenti tranne uno che rimane portatore "sano"...
Detto questo, secondo me il racconto ha grandi possibilità, soprattutto se mostrerai di più.
Tra 2 e 3 arrotondo volentieri a 3.
A rileggerci!
P.S: Ho dato un'occhiata agli altri commenti: non vorrei essere frainteso, il mio suggerimento a spiegare la
cosa non è inteso nel senso di "dimmi com'è fatta", ma solo facci capire, dacci le tracce per costruircela da soli. Se riesci a indurre pensieri orrendi nel lettore, meglio (come ha detto Tano) che dirgli "è alta così, larga cosà, sbrana ma non digerisce" ecc. ecc.), l'importante, secondo me, è che possiamo inventarcela nella nostra mente.
E ora basta.