Flamenco - Ferruccio Gianola
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Flamenco - Ferruccio Gianola

Thriller?

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  1. ferru
     
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    Direttamente dal GP di Monaco
    http://latelanera.forumfree.it/?f=9135191

    Flamenco

    Mi innamorai la sera che la conobbi. La incontrai presso l'Atelier di Danza di mia cugina, tre sere dopo Natale. Nevicava a Madrid. L’Atelier era situato in un vecchio palazzo barocco nei dintorni della Gran Via e, siccome c’era troppa neve sulle strade, preferii arrivarci con la metro. Ci volle quasi un’ora. Faticai con la costudia della chitarra sulle spalle, ma almeno evitai il traffico con l’auto.
    Quando entrai nella sala, lei si stava presentando alle ragazze con le quali avrebbe ballato la vigilia di San Silvestro, in una serata dedicata al flamenco, nel ruolo di prima ballerina.
    Era piccola di statura, ma davvero graziosa e vi giuro che, mentre le stringevo la mano, non riuscivo a distogliere lo sguardo.
    Insomma persi subito la testa.
    «Io sono Miguel» le dissi.
    Lei mi guardò arrossendo, puntandomi addosso i suoi occhi verdi. «Claudia! Incantata!» disse.
    Indossava un abito da scena, lungo e dal colore rosso sangue. Pareva una bambola e l’incantato di turno, in realtà, ero io. Dovevo sembrare imbalsamato per come la osservavo, ma suppongo che neppure volendo avrei potuto fare altro.
    Portava i capelli lunghi, sottili e castani e sul suo viso non c'era ombra di trucco.
    «Miguel è il nostro chitarrista» disse mia cugina. «Vedrai quanto è bravo.»
    Claudia sorrise e si spostò i capelli castani dal viso a mo’ di vezzo. Era davvero piacevole guardarla, timida e immobile in piedi.
    «Non perdiamo tempo e facciamo una prova, così lei si rende conto di che pasta siete!» propose Elvira.
    Non potei rifiutare. Levai la chitarra dalla custodia e sedetti sopra uno sgabello contro la parete della sala. Feci alcune scale per scaldare le mani. Nel frattempo Claudia si appoggiò alla sbarra delle ballerine classiche. Mentre suonavo riuscivo a vederla riflessa negli specchi di fronte. Era attenta e concentrata.
    Provammo un’Alegria due volte. Poi provammo una Sevillana. Quando le ragazze furono abbastanza calde rifacemmo tutto un’altra volta. Funzionò a meraviglia e verso le dieci concludemmo le prove. Le ragazze lasciarono la sala e restai con lei e mia cugina.
    Claudia era più che soddisfatta del livello delle ballerine.
    «Be’ sono due mesi che proviamo e non vogliamo fare figure in Teatro» disse Elvira.
    «Brave, davvero!» disse Claudia. Poi mi guardò. «Anche tu non scherzi» aggiunse.
    «Io?»
    «Sei pazzesco.»
    «Dici?»
    «Sei d’origine gitana?»
    No! Non ero gitano. Nel mio modo di suonare la chitarra non c’era nulla d’istintivo. Avevo un’estrazione classica. Ero un chitarrista atipico per il flamenco. Mi ero diplomato in composizione al conservatorio e poi, per caso, avevo iniziato a fare degli spettacoli con mia cugina.
    «Conosci qualcuno dell’ambiente?»
    Le dissi i nomi di alcuni artisti con i quali avevo collaborato. Ci avevo suonato un paio di volte insieme. Gli erano familiari, sebbene non conoscesse nessuno di questi personalmente. Mi parve un po’ meravigliata e questo fatto mi stupì.
    Gesù, era proprio carina. Terribilmente carina. Mi pareva una ragazza molto delicata. Non so, pensavo di poterla rompere nel guardarla troppo.
    «Ti piacerebbe vederla ballare veramente?» mi chiese Elvira.
    «Balleresti per me?» le chiesi.
    Lei arrossì di nuovo. «Ora?»
    Non ci volle molto a convincerla. Ballò una Buleria, ma non suonai io, usò della musica preregistrata.
    Be’ ci sapeva fare. Aveva davvero arte. Eseguiva movimenti armoniosi senza essere mai brusca. Non aveva bisogno di studiarsi nello specchio per ballare. E poi con il vestito rosso che indossava era stupenda. Eccome. Ogni gesto era perfetto. Doveva lavorare parecchio per ottenere simili risultati. Capivi che amava moltissimo quello che faceva. Si scatenò coi piedi sulla tavola di legno. Si fermò, prima che finisse la musica.
    «Basta?» chiese Elvira.
    «Ho bisogno di cambiarmi.»
    L’applaudii.
    Claudia sembrava felice della dimostrazione. Mi accarezzò una spalla passandomi accanto. Si ritirò in uno stanzino a cambiarsi.
    Mia cugina sorrideva. «Le piaci.»
    «Io?»
    «È evidente.»
    «Cosa te lo fa credere?.»
    «Arrossisce tutte le volte che ti guarda.»
    «Sarà timida.»
    «Non fare il modesto… E non fare lo stronzo!»
    L’aspettammo nel corridoio davanti all’entrata della sala. Quando uscì dallo stanzino, lasciammo l’Atelier e scendemmo per Calle De la Montera sino in Puerta del Sol. Continuava a nevicare e fu una discesa divertente. Andammo a sederci ai tavoli in una sala interna del Kenia. Dopo un po’ giunse anche il ragazzo di Elvira. Bevemmo del vino rosso e mangiammo Jamon de Bellota. Alla fine passammo al rum.
    Mia cugina e il suo ragazzo ci lasciarono al terzo bicchiere. Claudia e io ne prendemmo ancora un paio. Ci alzammo un pochino ubriachi e mi piacque ancora di più.
    L’accompagnai a piedi al suo albergo sul Paseo de la Castellana, felice come un Babbo Natale. Piano, con la chitarra sulle spalle e lei al fianco, nella neve. Ci volle un’ora credo e arrivammo all’hotel coperti da fiocchi bianchi e freddi. Feci per salutarla, ma lei mi fece salire in camera sua. Non avrei dovuto farlo.
    Ci feci l’amore quella notte stessa, in modo bestiale e non ricordo quando mi addormentai. Ho però in mente il risveglio, con Claudia in piedi che ballava scalza nella penombra della stanza. Non faceva nessun rumore o forse non voleva svegliarmi. Non lo so. Era mattina fuori e continuava a nevicare. La guardai e mi accorsi che piangeva.
    Uscii dal letto. Mi avvicinai e la strinsi. Lei si girò a baciarmi. Poi si staccò e andò verso il letto, senza pronunciare una parola. Non capii perché piangeva. Sembrava immersa in un sogno suo, o meglio incubo. Ne ero fuori e andai in bagno.
    Non l’attesi in camera. Scesi nella hall dell’albergo con la chitarra. Aspettai una decina di minuti. Poi, appena lei comparve da basso, non mi preoccupai di niente, le andai incontro e la baciai di nuovo. Non so cosa mi spinse a farlo. Neppure fosse stata l’ultima donna che avrei baciato sulla faccia della terra. Si lasciò baciare come una ragazzina, ma non ottenni molta soddisfazione.
    «Perché?» mi chiese.
    «Non lo so, istinto gitano» dissi. Non ero per niente imbarazzato per averla baciata, ma ero nervoso. Ero, tuttavia, sicuro di aver fatto la cosa giusta.
    «Non sono nulla per te» disse scuotendo il capo.
    «Perché?»
    «Sei matto» disse.
    «Sono già innamorato!» confessai.
    «Non farlo… non hai futuro con me!» disse, poi mise l’indice della sua mano sulle mie labbra. Non mi permise di aggiungere una frase. Subito dopo imboccò l’uscita dell’albergo. Una volta fuori in strada, si avviò a piedi sul marciapiede. La neve adesso scendeva a fiocchi radi nella giornata fredda.
    Seguii Claudia come un cagnolino, senza capire cosa le passasse nella mente, dove volesse andare e cosa volesse fare. Ero frastornato e infelice: quel suo strano pianto e i suoi baci freddi mi avevano messo a disagio.
    «Dove è il teatro?» domandò all’improvviso senza fermarsi.
    «In Tirso de Molina!» risposi.
    «Possiamo andare a vederlo?»
    «Ora?»
    «Sì!»
    «Non hai fame?»
    «Mangeremo un panino per strada!»
    «E la mia chitarra?»
    «Riportala nella hall dell’albergo, torneremo più tardi a riprenderla.»
    Restai interdetto. «Si trova lontano, saranno un paio di chilometri a piedi e stasera dovremo andarci per le prove generali.»
    «Be’ anche la notte scorsa abbiamo camminato parecchio. Ti prego, è importante!»
    Non me la sentii di contraddirla, anche se non mi andava di lasciare la chitarra nella hall. Era tutto ciò che avevo, a parte ciò che provavo per Claudia. Però avrei preferito portarla con me in metro o in tassì, ma a lei pareva del tutto superfluo. Non capivo neppure perché volesse vedere il teatro. Il guaio è che mi sentivo sempre più stregato. Lo giuro! Facevo tutto ciò che mi chiedeva, come se mi avesse ipnotizzato. Avrei fatto pure la parte del pupazzo di neve, se me lo avesse chiesto.
    Arrivammo al teatro Nuevo Apolo un’ora dopo. Claudia non era per nulla stanca. Osservò l’austera facciata del teatro qualche istante. Quindi si avvicinò all’atrio e curiosò sulla locandina della serata.
    Era uno spettacolo organizzato per scopi benefici. L’incasso sarebbe finito a una società no profit che si occupava di raccogliere fondi per una rara patologia infantile. Si diceva che in platea sarebbe stato presente il consiglio d’amministrazione dell’organizzazione in toto: un ente composto da medici di gran fama e altri personaggi illustri.
    In realtà, saremmo stati pagati relativamente poco, ma l’importanza della serata e la presenza di qualche televisione privata, oltre a qualche vip tra il pubblico, avrebbe ovviato allo scarso cachet.
    Claudia studiò la locandina. C’era una sua foto al centro del manifesto. Non rendeva merito alla sua bellezza. Poi lesse a voce alta i nomi impressi sulla carta: uno dopo l’altro. Sorrise quando lesse il mio. Mi aspettavo che desiderasse entrare in teatro, invece, stranamente, si girò e con molta calma mi confessò di essere soddisfatta.
    «Torniamo pure a prendere la tua chitarra» disse.
    «Non vuoi entrare?»
    Alzò le spalle.
    Rifacemmo il tragitto inverso e quando arrivammo all’albergo, trovammo Elvira e un paio di ragazze del gruppo ad aspettare. Elvira mi guardò imbarazzata. Probabilmente aveva intuito ciò che era successo quella notte.
    Aspettò che Claudia imboccasse l’entrata, prima di accertarsene.
    «Ha importanza?»
    «Sei uno stronzo.»
    Alzai le spalle e seguii Claudia nella hall. Stava già salendo in camera. Ora avrei fatto l’amore soltanto per fare incavolare mia cugina, ma Claudia adottò un altro dei suoi bizzarri comportamenti. Parve quasi scocciata per la mia presenza e non mi restò altro da fare che prendere la chitarra come uno stoccafisso.

    Quella sera smise di nevicare e la notte divenne gelida. Provammo in teatro. Era la prova definitiva, ma c'erano alcuni dettagli da sistemare in previsione dello spettacolo dell’indomani. Elvira desiderava che tutta la scenografia fosse rossa e impiegò parecchio tempo a trovare le giuste luci sul palco. Fu una serata tesa e difficile.
    Finimmo verso le due di notte. Speravo che Claudia mi chiedesse ancora di dormire da lei. Invece non mi accorsi neppure quando sparì con un tassì. Ci rimasi malissimo.
    Così non dormii per niente quella notte. Mi girai a lungo tra le coperte e non potei levarmi il suo viso dalla testa. Mi addormentai soltanto all’alba.
    Mi svegliai verso le due. Mangiai delle uova e bevvi una scodella di caffè. Poi misi in una borsa la camicia rossa fornita da Elvira, presi la chitarra, una muta di corde e scesi nella stazione della metro vicina a casa.
    Una volta arrivato in teatro non controllai neppure se era presente. Provavo rabbia. Salutai Elvira, salii nel mio camerino e andai a sedermi davanti allo specchio. Avevo la faccia sfatta e stravolta. Presi la chitarra e cambiai le corde. Una volta finito iniziai a suonare per scaldarmi.
    Era il momento di entrare nella parte. Suonare davanti allo specchio mi avrebbe aiutato in questo compito. Mi piaceva guardare le mie dita correre sulla tastiera. Più mi guardavo, più suonavo e più andavo bene. Se nessuno fosse venuto a chiamarmi, credo che avrei suonato tutta la notte. Invece sentii bussare.
    «Avanti» dissi.
    Era Claudia. Entrò nel camerino. Aveva raccolto i capelli sulla nuca e aveva il viso truccato. Indossava un body rosso ed era sottile nel body e potevi vedere tutte le sue curve. Era splendida. Si guardò attorno: mi pareva molto strana.
    «Sei solo?»
    «Già… preoccupata?» le domandai.
    «Un pochino» rispose.
    «Manca poco. Un paio d’ore e poi finisce tutto.»
    «Lo so che finisce tutto… Speriamo che tutto vada bene.»
    «Certo, che andrà bene. Cosa dovrebbe succedere?»
    Si guardava nello specchio. «Oh, niente…»
    Posai la chitarra e mi alzai.
    «Ti disturbo?» chiese.
    «Figurati.» La guardai nello specchio.
    Sorrise. «Che c'è?»
    «Sei bellissima. Vorrei baciarti ma ti rovinerei il trucco.»
    Si girò verso la porta. «Potrebbe arrivare qualcuno» disse.
    «Che importa…»
    La sua bocca era lì con il rossetto sulle labbra.
    «Lo sai che da domani mi mancherai molto?» chiesi.
    «Non voglio mancarti.»
    «Però mi mancherai.»
    Finse di baciarmi, poi andò via e rimasi lì a guardarla sparire. Provai una sensazione strana di abbandono. Poi quando fu uscita mi spogliai e indossai i costumi per lo spettacolo.
    La camicia era troppo larga, ma i pantaloni erano a posto. Mi osservai davanti allo specchio in silenzio. Mi sentii ridicolo con quei costumi addosso, ma non sembrava una cosa troppo grave. Mi annodai il foulard al collo e tornai a sedermi con la chitarra tra le mani. La accordai di nuovo e mi misi in attesa di qualcuno che venisse a chiamarmi per scendere da basso.
    Una volta sceso andai nei corridoi dietro il palco a guardare. C’era molta agitazione tra le ragazze. Prima dello spettacolo, sulla ribalta presero la parola alcuni degli organizzatori della serata. Dissero le solite cose di circostanza e pregarono il pubblico di essere generoso. Al termine si sedettero nelle prime poltrone in platea. Poco dopo si alzò il sipario e lo spettacolo ebbe inizio. C’era molta gente in teatro e non vedevi posti liberi.
    Dapprima si esibirono le ballerine classiche. Come base usarono la musica della Carmen di Bizet. Fu un buon balletto. Le luci funzionavano a meraviglia e la musica era gradevole e non molto alta di volume. Seguii lo spettacolo agli angoli del palco, dietro le tende, cercando di non agitarmi. Durò quasi un’ora.
    Poi toccò a noi. La seconda parte era più rustica. Mi sistemai sul palco, seduto sul mio sgabello, in attesa che si alzasse il sipario. Vidi le ballerine allinearsi, poi scorsi Elvira, agitata come una tarantola. Avremmo iniziato con un paio di Sevillanas, ma il vero impatto con il pubblico sarebbe avvenuto con l’ingresso in scena di Claudia.
    Fu davvero così. Quando la vidi apparire sul palco mi sentii il cuore scoppiare. Claudia sembrava fuori di sé. Non voglio dire che fosse drogata o qualcosa del genere. Ma non era normale. Farei prima a dire che era indemoniata. Aveva gli occhi fuori dalle orbite e avremmo dovuto capire che sarebbe successo qualcosa. Ballò i primi minuti con la classe di cui era solita distinguersi. Poi, a un certo punto fece una piroetta, prese la rincorsa, si mise a correre sul palco e si lanciò dalla ribalta sui primi posti in platea. Fu un attimo e nessuno poté impedirlo.
    La bomba che si portava addosso esplose appena urtò le persone sulle poltroncine. Ci fu un boato e una forte luce bianca. Poi uno spostamento d’aria violento. Mi sentii trascinare fuori di me dall’aria e per qualche istante pensai che stessi morendo.
    Poi tutto finì.
    A quel punto iniziarono le grida. Mi rizzai in piedi e cercai di capire in che condizioni mi trovavo. Avevo del sangue addosso, ma capii immediatamente che non era mio. Non credevo di essere ferito, ma la mia chitarra era andata in frantumi. Alcune schegge delle poltrone in platea, volando sul palco, avevano investito e rovinato completamente la cassa. Lo strumento mi aveva salvato, ma ormai era del tutto rovinato e fuori uso.
    Il vero sconquasso comunque era in platea. Ricordo che c’era gente che piangeva e sangue, molto sangue. Mi affacciai sulla ribalta a guardare e vomitai.
    Mi parve di riconoscere i resti di Claudia, dal vestito rosso, ma era tutto un ammasso indistinto di membra, ossa, legno e fumo. C’era un forte odore di bruciato. Vidi un uomo con un occhio che gli penzolava dalla faccia e un altro che si trascinava nel corridoio centrale del teatro senza una gamba. Non urlava nemmeno.
    Non so per quanto andò avanti questo inferno. Le urla erano continue e indistinte. Poté durare un’ora o anche un giorno intero. Avevo perso la sensazione del tempo. Finché spuntarono i gendarmi e i suoni delle ambulanze e a quel punto fui portato via.
    In ospedale non mi trovarono niente. Mi fecero una visita veloce e superficiale. L’unico inconveniente che avevo subito era la perdita della chitarra. Mi chiesero se non avevo da qualche parte dei vestiti puliti. Sogghignai! Poi, un medico mi consigliò di andare in corsia con gli altri.
    Elvira piangeva. Quando mi vide mi corse incontro e mi abbracciò.
    «Che cazzo ha fatto?» mi chiese.
    Scossi la testa.
    «Perché?»
    Niente. Non sapevo cosa risponderle.
    Qualcuno disse che c’erano stati dodici morti e ora non sapevo cosa dirle. Piangeva disperata e si chiedeva continuamente il perché di questa strage. Mi rilassai un poco quando notai che era senza ferite. Insomma, mi calmai nel limite del possibile.

    La verità si seppe una settimana dopo. Subimmo interrogatori su interrogatori, spesso duri. I funzionari della Guardia Civil erano convinti che si trattasse di un attentato terroristico e non mostrarono compassione per tutti i componenti del balletto.
    Poi emerse la verità. Terribile. Il resoconto me lo fece Elvira un giorno nel suo Atelier. Non c’erano terroristi in mezzo. Un investigatore trovò un biglietto di addio nella casa di Claudia vicino a Saragozza e il contenuto chiarì i motivi della sua tragica fine. La causa di tutto, a prima vista, era la conclusione di una storia d’amore.
    Ciò che aveva sconvolto la vita di Claudia sino a condurla a quel suicidio spettacolare era stata la morte del suo ragazzo, avvenuta un anno e due mesi prima. Era stato investito da un’auto sulla quale viaggiavano delle persone importanti. Guarda caso erano le stesse che presiedevano il consiglio d’amministrazione della società che aveva organizzato lo spettacolo in teatro. Il ragazzo era morto dissanguato in mezzo alla strada come un cane.
    C’era stato un processo successivamente, ma si era trattato di una farsa. Certi nomi non potevano essere coinvolti e tutto era finito nel dimenticatoio.
    Non per Claudia ovviamente.
    Probabilmente non aveva sopportato il dolore e alla fine aveva ceduto. Per un anno aveva continuato a ballare e a fare la vita di sempre, ma dentro di sé aveva covato soltanto un sentimento di vendetta. Lo spettacolo di Elvira doveva esserle sembrato un regalo di Natale: uno splendido regalo di addio visto che in un colpo solo poteva liberarsi di tutti quei bastardi. Certo, ancora non si sapeva dove avesse recuperato le bombe e se il piano consistesse proprio nel gettarsi sulla platea dalla ribalta.
    Ma non aveva più importanza, almeno per me. Claudia si era uccisa e aveva ucciso per un dolore profondo e nessuno lo aveva capito. Non lo aveva capito sua madre e neppure chi le era vicino. Qualcuno aveva scambiato il suo modo di ballare come una forma di sublimazione artistica. In verità l’arte non era più nulla per lei. Nessuno aveva percepito il malessere esistenziale che la minava. Né chi aveva lavorato con lei né chi le era stato vicino. Non lo avevo capito io che ci avevo fatto l’amore, quando magari un semplice pianto improvviso avrebbe dovuto farmelo intuire.
    Ma ormai era troppo tardi. Pensai soltanto che era troppo triste ricordarla a quel modo. Non era giusto. Per niente. Così chiusi gli occhi e immaginai di vederla nel suo splendido vestito rosso sangue, appoggiata alla balaustra di una sala da ballo, mentre sorridente mi ascoltava suonare.

    :D

    Edited by ferru - 11/1/2011, 17:24
     
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  2. Piscu
     
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    uhm, insomma. niente di eccezionale, la trama è abbastanza ordinaria per un thriller. potrebbe venire fuori un buon lavoro se la forma fosse più curata, ma ho avuto l'impressione che sia stato scritto con una certa fretta (effetto grand prix?). ci sono ripetizioni, termini/frasi approssimative o non appropriate, e in generale usi un registro molto colloquiale che non si addice al tono del racconto. sotto ti faccio alcuni esempi ma ce ne sarebbero anche altri.


    "Era tutto ciò che avevo, a parte ciò che provavo per Claudia."
    esagerato! va bene il romantcisimo ma nella situazione in cui si trova mi sembra troppo.

    "Invece non mi accorsi neppure quando sparì con un tassì. Non mi salutò neppure e ci rimasi malissimo."
    "Finse di baciarmi, ma non mi baciò davvero"
    ripetizione

    "Indossava un body rosso ed era sottile nel body "
    ripetizione + formula molto poco elegante

    "L’unico inconveniente che avevo subito, ripeto, era la perdita della chitarra."
    con quel "ripeto" il narratore entra in contatto troppo diretto col lettore. il racconto è in prima persona quindi è ovvio che ci sia un rapporto, ma con quella parola sembra quasi che lui stia facendo un resoconto al lettore.



    metto 2, appena sufficiente.
     
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  3. ferru
     
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    Bien Piscu: i tuoi giudizi critici li trovo sempre molto adeguati, infatti ho già corretto alcune cose che hai rilevato.
    Per quanto riguarda la storia concordo: il punto di domanda nel thriller del titolo spiega molti dei miei dubbi. Ma credo che fondamentalmente volevo lavorare su una certa atmosfera e penso di esserci riuscito. Questo racconto, con qualche correzione ovviamente, mi servirà per una raccolta dove sono le città le vere protagonista. Con questa Madrid della ballerina, ho già da parte la Budapest del Gigolò, la Berlino con gli alieni che atterrano in Alexander Plaz. C'è Edimburgo con i suoi fantasmi. Malta... insomma un'occhio preciso non può che farmi bene:-)
    L'aspetto colloquiale, be' mi sono nutrito per anni con maestri del genere, Celine e Hemingway in primis ed è dura levarmeli di dosso:-)

    C'è però un'aspetto della tua personalità che mi incuriosisce. Un aspetto che tu hai evidenziato già in un altra occasione di commento su un mio lavoro. Se un giorno avrò occasione di incontrarti, stai certo che verificherò se ti appartiene :-))
    grazie:-)
     
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  4. Piscu
     
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    CITAZIONE (ferru @ 2/1/2011, 09:29) 
    C'è però un'aspetto della tua personalità che mi incuriosisce. Un aspetto che tu hai evidenziato già in un altra occasione di commento su un mio lavoro. Se un giorno avrò occasione di incontrarti, stai certo che verificherò se ti appartiene :-))

    aiuto! :blink:

    no, cioè. ok. boh. vedremo.

    [off-topic off]
     
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  5. sergio937
     
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    Sono indeciso fra due e tre, e se non ci fossero alcune imprecisioni formali direi senza dubbio tre. Alcune frasi potrebbero essere raggruppate e sintetizzate (es.: "Prima dello spettacolo, sulla ribalta presero la parola alcuni degli organizzatori della serata. Dissero le solite cose di circostanza e pregarono il pubblico di essere generoso. Al termine si sedettero nelle prime poltrone in platea". Personalmente avrei concentrato in "Prima dello spettacolo presero la parola gli organizzatori della serata con le solite frasi di circostanza e l'invito a essere generosi, quindi si accomodarono nelle prime poltrone in platea".)
    All fine vada per un 3 ;-)
     
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  6. marramee
     
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    Ciao. Racconto simpatico che ha però un grande difetto, a mio parere. Troppo lunga la parte preparatoria e troppo veloce l'epilogo.
    Per tre quarti della storia è praticamente impossibile capire di che genere si tratti, e il finale di poche righe non gli rende giustizia.
    Tolta la trama davvero essenziale, resta comunque interessante l'ambientazione, il teatro, il flamenco, quella è la parte sicuramente più riuscita. In definitiva sarebbe più incisivo se fosse un pizzico accorciato.
    Voto un due pieno ma non riesco ad andare oltre.
     
    .
  7. Selene B.
     
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    Ciao!
    SPOILER (click to view)
    Buona la prima parte, un po' frettolosa la parte finale, dal punto di vista dello stile e anche per i personaggi, che cominciano a comportarsi in modo un poco "a scatti", con parecchi "vuoti" tra un passaggio e l'altro. Questo vale non solo per la protagonista, che in qualche modo "deve" essere imprevedibile, ma anche per lui.

    Voto: 2
     
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  8.  
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    Amante Galattico

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    Ciao
    racconto number six

    SPOILER (click to view)
    Allora, mi è piaciuto abbastanza a tre/quarti, ovvero fino all'esplosione. Fino a quel punto mi sembra sia curato nei personaggi (anche se la narrazione in prima persona ha come un tono un po' troppo invadente), che nella sequenza degli avvenimenti, che nello stile.
    C'è da dire che qualche dettaglio è un poco fuori posto, ad esempio la storia della chitarra messa nella hall (credevo che sarebbe sparita creando un problema, invece è qualcosa che appare e scompare nella narrazione), che ci sono alcune parti riassuntive iniziali che sarebbero più efficaci se svolte.
    Però con l'esplosione cambia tutto.
    In effetti è un colpo di scena che non mi aspettavo, ma sia la descrizione che le conseguenze andrebbero rese meglio. C'è la fortuna della chitarra che protegge, anche se il fatto che rimanga distrutta mi suona inverosimile... o meglio si può anche fare, ma ci vuole una spiegazione migliore... oppure c'è la decsrizione dei feriti... ecco non la trovo né incisiva né drammatica.
    E poi il finale è affrettato, oltre che riassuntivo a "spiegone". La ragione non la discuto; non mi piace e non mi suona, ma non la discuto... però messa così indebolisce la costruzione fatta in precedenza a livello di personaggi.

    Metto un 2
     
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  9. Fini Tocchi Alati
     
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    Ciao Ferru!
    Dunque:
    SPOILER (click to view)
    non male in definitiva, anche se credo tu lo possa migliorare.

    La prima parte, pur creando una buona atmosfera, mi è risultata a conti fatti un po' lenta, forse per lo stile quasi cronistico che hai usato, e a causa dell'uso della prima persona che, come dice Otrebla, a tratti è un po' invadente e troppo meticolasa nelle descrizioni.

    Bello il personaggio di Claudia anche se a tratti poco credibile, soprattutto in certi suoi atteggiamenti, mentre il personaggio di Miguel è più piatto (principalmente, peraltro, è a causa sua e delle sue reazioni non adeguate che Claudia talvolta pecca di credibilità).

    Buono il momento dell'esplosione. Tuttavia, anche qui, mi sono posto problemi di credibilità. Claudia in sostanza per vendicarsi nei confronti di un paio di persone mette in preventivo di ucciderne decine, il che secondo me non si addice al personaggio che hai costruito.

    La scena dell'esplosione puoi renderla meglio, mentre decisamente brutto è secondo me il finale che sa di spiegone messo lì un po' troppo frettolosamente.

    In definitiva, un racconto di buone prospettive che merita di essere ripreso e cesellato.

    Dico 2.
     
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    Losco Figuro

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    Trovo che il racconto sia un po' monocorde, non traspare molta emozione dal narratore, nemmeno nei momenti più tragici.
    In effetti dubito si possa definire un thriller, detto per inciso.
    Nel complesso non posso dire che mi sia piaciuto, procede fino alla fine in maniera lineare ma senza nessun picco degno di nota.

    Voto 2

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Era piccola di statura, ma davvero graziosa e vi giuro che, mentre le stringevo la mano, non riuscivo a distoglierle lo sguardo di dosso.

    o "non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei" o "non riuscivo a toglierle lo sguardo di dosso" (si distoglie lo sguardo da qualcosa/qualcuno, non di dosso a qualcosa/qualcuno)

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Portava i capelli lunghi, sottili e castani e sul suo viso non c'era ombra di trucco.

    Non è che la frase sia sbagliata in sé, ma per come è scritta dici che portava i capelli sottili e castani, come se avesse altra scelta (magari sul castani sì ma sul sottili proprio no)

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Claudia sorrise e si spostò i capelli castani dal viso a mo’ di vezzo.

    O era un vezzo o non lo era. "a 'mo" di vezzo è improbabile ^___^;

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    No! Non ero gitano.

    Direi "non sono", continua a non esserlo ancora oggi presumo

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Ci feci l’amore quella notte stessa, in modo bestiale e non ricordo quando mi addormentai.

    Serve una virgola dopo "bestiale", è un inciso

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Non faceva nessun rumore o forse non voleva svegliarmi.

    Le due cose non si escludono a vicenda, non è che se non voleva svegliarlo allora stava facendo rumore ^__^; Quella "o" è fuori luogo.

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Non capii perché piangeva.

    "piangesse"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    «Sono già innamorato!» confessai.
    «Non farlo…

    fare cosa? Semmai "non esserlo"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Rifacemmo il tragitto inverso e quando arrivammo all’albergo, trovammo Elvira

    Serve una virgola dopo "inverso"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Finse di baciarmi, poi andò via e rimasi lì a guardarla sparire. Provai una sensazione strana di abbandono. Poi quando fu uscita mi spogliai e indossai i costumi per lo spettacolo.

    "i costumi"? Tutti assieme? :huh:

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Ballò i primi minuti con la classe di cui era solita distinguersi.

    Ci si distingue "per" qualcosa, non "di"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Poi a un certo punto, fece una piroetta, prese la rincorsa,

    Aggiungi una virgola dopo "poi" o togli quella dopo "punto"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Ci fu un boato e una forte luce bianca.

    "furono"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Non so per quanto andò avanti questo inferno.

    Direi "quell'inferno"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Piangeva disperata e si chiedeva continuamente il perché di questa strage.

    E "quella strage"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Insomma, mi calmai nel limite del possibile.

    Normalmente si dice "nei limiti del possibile"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    I funzionari della Guardia Civil erano convinti che si trattasse di un attentato terroristico e non mostrarono compassione per tutti i componenti del balletto.

    Cioè la mostrarono per alcuni ma non per altri?
    Perché altrimenti dovrebbe essere "per nessuno dei..."

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Qualcuno aveva scambiato il suo modo di ballare come una forma di sublimazione artistica.

    si scambia qualcosa "con" qualcosa o "per" qualcosa, non "come"

    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) 
    Non lo aveva capito io

    Refuso: "avevo"
     
    .
  11. ferru
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    CMT Inviato il: 11/1/2011, 17:13
    --------------------------------------------------------------------------------

    Trovo che il racconto sia un po' monocorde, non traspare molta emozione dal narratore, nemmeno nei momenti più tragici.
    In effetti dubito si possa definire un thriller, detto per inciso.
    Nel complesso non posso dire che mi sia piaciuto, procede fino alla fine in maniera lineare ma senza nessun picco degno di nota.

    Voto 2


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Era piccola di statura, ma davvero graziosa e vi giuro che, mentre le stringevo la mano, non riuscivo a distoglierle lo sguardo di dosso.

    o "non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei" o "non riuscivo a toglierle lo sguardo di dosso" (si distoglie lo sguardo da qualcosa/qualcuno, non di dosso a qualcosa/qualcuno)


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Portava i capelli lunghi, sottili e castani e sul suo viso non c'era ombra di trucco.

    Non è che la frase sia sbagliata in sé, ma per come è scritta dici che portava i capelli sottili e castani, come se avesse altra scelta (magari sul castani sì ma sul sottili proprio no)


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Claudia sorrise e si spostò i capelli castani dal viso a mo’ di vezzo.

    O era un vezzo o non lo era. "a 'mo" di vezzo è improbabile ^___^;


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) No! Non ero gitano.

    Direi "non sono", continua a non esserlo ancora oggi presumo


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Ci feci l’amore quella notte stessa, in modo bestiale e non ricordo quando mi addormentai.

    Serve una virgola dopo "bestiale", è un inciso


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Non faceva nessun rumore o forse non voleva svegliarmi.

    Le due cose non si escludono a vicenda, non è che se non voleva svegliarlo allora stava facendo rumore ^__^; Quella "o" è fuori luogo.


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Non capii perché piangeva.

    "piangesse"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) «Sono già innamorato!» confessai.
    «Non farlo…

    fare cosa? Semmai "non esserlo"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Rifacemmo il tragitto inverso e quando arrivammo all’albergo, trovammo Elvira

    Serve una virgola dopo "inverso"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Finse di baciarmi, poi andò via e rimasi lì a guardarla sparire. Provai una sensazione strana di abbandono. Poi quando fu uscita mi spogliai e indossai i costumi per lo spettacolo.

    "i costumi"? Tutti assieme?


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Ballò i primi minuti con la classe di cui era solita distinguersi.

    Ci si distingue "per" qualcosa, non "di"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Poi a un certo punto, fece una piroetta, prese la rincorsa,

    Aggiungi una virgola dopo "poi" o togli quella dopo "punto"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Ci fu un boato e una forte luce bianca.

    "furono"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Non so per quanto andò avanti questo inferno.

    Direi "quell'inferno"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Piangeva disperata e si chiedeva continuamente il perché di questa strage.

    E "quella strage"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Insomma, mi calmai nel limite del possibile.

    Normalmente si dice "nei limiti del possibile"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) I funzionari della Guardia Civil erano convinti che si trattasse di un attentato terroristico e non mostrarono compassione per tutti i componenti del balletto.

    Cioè la mostrarono per alcuni ma non per altri?
    Perché altrimenti dovrebbe essere "per nessuno dei..."


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Qualcuno aveva scambiato il suo modo di ballare come una forma di sublimazione artistica.

    si scambia qualcosa "con" qualcosa o "per" qualcosa, non "come"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Non lo aveva capito io

    Refuso: "avevo"

    CITAZIONE
    CMT Inviato il: 11/1/2011, 17:13
    --------------------------------------------------------------------------------

    Trovo che il racconto sia un po' monocorde, non traspare molta emozione dal narratore, nemmeno nei momenti più tragici.
    In effetti dubito si possa definire un thriller, detto per inciso.
    Nel complesso non posso dire che mi sia piaciuto, procede fino alla fine in maniera lineare ma senza nessun picco degno di nota.

    Voto 2


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Era piccola di statura, ma davvero graziosa e vi giuro che, mentre le stringevo la mano, non riuscivo a distoglierle lo sguardo di dosso.

    o "non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei" o "non riuscivo a toglierle lo sguardo di dosso" (si distoglie lo sguardo da qualcosa/qualcuno, non di dosso a qualcosa/qualcuno)


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Portava i capelli lunghi, sottili e castani e sul suo viso non c'era ombra di trucco.

    Non è che la frase sia sbagliata in sé, ma per come è scritta dici che portava i capelli sottili e castani, come se avesse altra scelta (magari sul castani sì ma sul sottili proprio no)


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Claudia sorrise e si spostò i capelli castani dal viso a mo’ di vezzo.

    O era un vezzo o non lo era. "a 'mo" di vezzo è improbabile ^___^;


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) No! Non ero gitano.

    Direi "non sono", continua a non esserlo ancora oggi presumo


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Ci feci l’amore quella notte stessa, in modo bestiale e non ricordo quando mi addormentai.

    Serve una virgola dopo "bestiale", è un inciso


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Non faceva nessun rumore o forse non voleva svegliarmi.

    Le due cose non si escludono a vicenda, non è che se non voleva svegliarlo allora stava facendo rumore ^__^; Quella "o" è fuori luogo.


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Non capii perché piangeva.

    "piangesse"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) «Sono già innamorato!» confessai.
    «Non farlo…

    fare cosa? Semmai "non esserlo"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Rifacemmo il tragitto inverso e quando arrivammo all’albergo, trovammo Elvira

    Serve una virgola dopo "inverso"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Finse di baciarmi, poi andò via e rimasi lì a guardarla sparire. Provai una sensazione strana di abbandono. Poi quando fu uscita mi spogliai e indossai i costumi per lo spettacolo.

    "i costumi"? Tutti assieme?


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Ballò i primi minuti con la classe di cui era solita distinguersi.

    Ci si distingue "per" qualcosa, non "di"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Poi a un certo punto, fece una piroetta, prese la rincorsa,

    Aggiungi una virgola dopo "poi" o togli quella dopo "punto"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Ci fu un boato e una forte luce bianca.

    "furono"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Non so per quanto andò avanti questo inferno.

    Direi "quell'inferno"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Piangeva disperata e si chiedeva continuamente il perché di questa strage.

    E "quella strage"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Insomma, mi calmai nel limite del possibile.

    Normalmente si dice "nei limiti del possibile"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) I funzionari della Guardia Civil erano convinti che si trattasse di un attentato terroristico e non mostrarono compassione per tutti i componenti del balletto.

    Cioè la mostrarono per alcuni ma non per altri?
    Perché altrimenti dovrebbe essere "per nessuno dei..."


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Qualcuno aveva scambiato il suo modo di ballare come una forma di sublimazione artistica.

    si scambia qualcosa "con" qualcosa o "per" qualcosa, non "come"


    CITAZIONE (ferru @ 1/1/2011, 19:20) Non lo aveva capito io

    Refuso: "avevo"

    dire fenomeno e poco...
    arrivo eh, nei prossimi giorni commento...
     
    .
  12. VanderBan
     
    .

    User deleted


    Ciao Ferru!
    SPOILER (click to view)
    Mi limito agli appunti, il positivo lo conosci e non serve che te lo faccia presente. Questa voce che narra che non si sa da dove viene, dove va o dove andrà, fa da subito perdere empatia con gli avvenimenti, piccolo esempio di incipit: lui è diventato un famoso concertista di chitarra classica (o di flamenco, ovvio), è chiamato a fare uno spettacolo proprio in quel teatro... già darebbe un contorno diverso alla storia. Se il problema iniziale era il limite di caratteri, ora non credo che ci sia più. Pensaci a dare una “vita” al personaggio narrante, al di là della storia in sé.
    Segnalations
    SPOILER (click to view)
    Mi innamorai la sera che la conobbi. Ci metterei di chi: M’innamorai di lei
    Faticai con la costudia della chitarra. Refuso
    ma almeno evitai il traffico con l’auto. Metterei o auto o traffico, altrimenti sembra che usi l’auto per evitare il traffico
    ballato la vigilia di San Silvestro. E che vigilia sarebbe?, messo così sembra una festività.
    in una serata dedicata al flamenco. Affermazione falsa ^-^
    Era piccola di statura, ma davvero graziosa e vi giuro che, mentre le stringevo la mano, non riuscivo a distoglierle lo sguardo di dosso.
    Insomma persi subito la testa. Dopo insomma serve una pausa, una virgola o magari i due punti.
    «Io sono Miguel» le dissi. Per evitare il dissi (comune e usato appena dopo) potresti usare mi presentai
    «Claudia! Incantata!» non ho compreso l’uso di incantata, se vuoi spagnolizzare, allora usa encantada
    Indossava un abito da scena, lungo e dal colore rosso sangue. Per una piccola di statura, mettere lungo sa di ignobile presa in giro ^__^
    Dovevo sembrare imbalsamato per come la osservavo, ma suppongo che neppure volendo avrei potuto fare altro. Frase oscura, da chiarire (la osservavo imbalsamato e neppure volendo avrei potuto fare altro)
    Portava i capelli lunghi, sottili e castani e sul suo viso non c'era ombra di trucco. Qualcosa non gira (Portava i capelli lunghi, sottili e castani, sul viso...)
    e si spostò i capelli castani. Appena detto il colore, non serve ripeterlo
    timida e immobile in piedi. Brutta forma
    così lei si rende conto di che pasta siete. Perché il plurale, se elogia il solo chitarrista?
    propose Elvira. In qualche punto (all’inizio) bisogna che fai intendere che Elvira è il nome della cugina, tu lo dai per scontato, il lettore no.
    Feci alcune scale per scaldare le mani. Ma con le scale non si scaldano i piedi? specifica ^__^
    Provammo un’Alegria due volte. Poi provammo una Sevillana. Brutto il doppio provammo, le danze le metterei in corsivo
    Quando le ragazze furono abbastanza calde. Bruttina
    non vogliamo fare (brutte) figure in Teatro
    No! Non ero gitano. «Non lo so, istinto gitano» dissi. Gitano c’è diventato in seguito?
    Una volta fuori in strada, si avviò a piedi sul marciapiede. Una volta in strada si avvio per il marciapiede...
    Si trova lontano, saranno un paio di chilometri a piedi. Quest’espressione si usa più riferita al tempo che non alla distanza. (saranno tre quarti d’ora a piedi)
    Era tutto ciò che avevo, a parte ciò che provavo per Claudia. Però avrei. Troppe ò
    il consiglio d’amministrazione dell’organizzazione. Per evitare l’assonanza metterei della Società
    Aspettò che Claudia imboccasse l’entrata, prima di accertarsene. «Ha importanza?» «Sei uno stronzo.»
    Battute che potevi rendere migliori.
    che prendere la chitarra come uno stoccafisso. Uno stoccafisso è uno stoccafisso: è immobile.
    Era la prova definitiva, meglio generale
    non mi accorsi neppure quando sparì con un tassì. Migliorala!
    Mangiai delle uova e bevvi una scodella di caffè. Scodella?
    Indossava un body rosso ed era sottile nel body. Doppio body
    «Un pochino» rispose. «Manca poco. Un paio d’ore e poi finisce tutto.» «Lo so che finisce tutto… Speriamo che tutto vada bene.» poco/pochino/tutto/finisce
    Finse di baciarmi. In che senso? Lo bacia o no?
    e la musica era gradevole. La Carmen è la Carmen! Semmai l’esecuzione era gradevole, altrimenti sembra che metti in dubbio il compositore e non l’orchestra (presumo che ce ne sia una)
    Seguii lo spettacolo agli angoli del palco. Dono di ubiquità? ^-^
    La bomba che si portava addosso. Molto irrealistico...
    ma la mia chitarra era andata in frantumi. Alcune schegge delle poltrone in platea, volando sul palco, avevano investito e rovinato completamente la cassa. Se si scheggia per le schegge non va in frantumi
    Mi affacciai sulla ribalta a guardare e vomitai. Guardare è un più
    un altro che si trascinava nel corridoio centrale del teatro senza una gamba. Metti la gamba dopo un altro
    «Che cazzo ha fatto?» mi chiese. Scossi la testa. «Perché?» altro scambio di battute criptico
    e non mostrarono compassione per tutti i componenti del balletto. Per nessuno dei componenti...
    La causa di tutto, a prima vista, era la conclusione di una storia d’amore. Toglierei l’inciso, disturbante, e definirei tragica la conclusione.
    avvenuta un anno e due mesi prima... C’era stato un processo successivamente, ma si era trattato di una farsa. La giustizia in Spagna non è come in Italia! Forse è meglio dire che nessuno fu indagato e non subirono un processo.
    Non per Claudia ovviamente. Probabilmente. Troppa mente
    Ma ormai era troppo tardi. Pensai soltanto che era troppo triste. Troppi troppo.
     
    .
  13. ferru
     
    .

    User deleted


    @VanderBan e Cmt: questo non è un editing, è una TAC

    ahaha grazie
    :D
     
    .
  14. black cat walking
     
    .

    User deleted


    Ciao Ferru!
    SPOILER (click to view)
    Ho visto che anche tu arrivi dal GP, non ci siamo neanche fermati ai box... ;)
    Sono stato a Madrid giusto la settimana scorsa, leggerne ora in un racconto mi ha fatto uno strano effetto... dejà vu? :huh:

    Storia lineare - in sintonia con il genere - ma forse un po' troppo.
    Dividerei il racconto in due blocchi: fino all'attentato e dopo.
    La prima parte rende bene l'idea dell'innamoramento, ma secondo me hai esagerato, sia in lunghezza che in stile: in certi momenti sembra di leggere il testo di una canzone smelensa, soprattutto all'inizio (quando il protagonista descrive il suo stordimento) ci sono dei periodi ridondanti che dovresti sfoltire.
    La parte finale, dove riveli ciò che è accaduto, secondo me è troppo raccontata e finisce per essere uno spiegone veramente deleterio. Se tutto quello che la cugina riassume lo facessi vedere al lettore (non so, con dei paragrafi in parallelo, o un flashback) mostrandogli l'incidente, il processo e ciò che ritieni utile, ne guadagneresti di attenzione e tensione narrativa.
    Sulla trama devo solo dire che mi è suonato molto strano che, alla luce di quanto emerso alla fine, Claudia sia andata a letto con Miguel dopo averlo appena conosciuto. Cioè, non è che è strano di per sè, ma il perchè non è motivato (non si tratta di una normale ragazza rimorchiata in discoteca). Se la ragazza fa la cosa come una specie di addio alla vita, lo si dovrebbe capire, così com'è è troppo slegata alla psicologia descritta negli ultimi paragrafi. A proposito della fine, una frase come
    CITAZIONE
    Non lo avevo capito io che ci avevo fatto l’amore, quando magari un semplice pianto improvviso avrebbe dovuto farmelo intuire.

    mi pare esagerata: sfido chiunque a capire o a pensare di poter capire che dietro il pianto di una donna, di una donna appena conosciuta, si nasconda una suicida assassina... :)
    Voto 2.

    A rileggerci!
     
    .
  15. VanderBan
     
    .

    User deleted


    meglio una TAC che una colonscopia!! ^-^
     
    .
17 replies since 1/1/2011, 19:20   269 views
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