REPETITIA JUVANT

di Alberto Priora, 4300 circa

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    REPETITIA JUVANT
    di Alberto Priora


    Il ministro della Difesa entra accompagnato dal capo di Stato Maggiore e dal segretario generale. Il laboratorio brilla di luci e di schermi di computer accesi, il frullo dell’aria condizionata fa da sottofondo a un incessante lavorio di tecnici che spostano provette e si passano foglietti di analisi processate dalle stampanti.
    — Cerco il Dottor Chisari — domanda il ministro a uno degli uomini in camice più vicini all’ingresso, fermandolo d’impeto mentre procede con una scatola piena di vetrini traballanti.
    Questi rimane un attimo interdetto, poi riconosce chi gli sta davanti e borbotta un glielochiamosubito prima di tornare sui propri passi verso una porta che si apre su di una stanza da cui provengono lampi innaturali.
    Il ministro si pianta a gambe larghe, fa un cenno di intesa ai suoi due accompagnatori e poi tira fuori un sigaro dal taschino.
    — Non lo può fare, signor ministro — esplode però una voce. — Se non vuole mandare a mollo tutto il laboratorio.
    Il ministro si blocca seccato.
    — E magari tutti gli esperimenti — prosegue con un tono più basso il Dottor Chisari avvicinandosi, uomo alto e magro, gli occhi grigi e freddi.
    — Umpf — risponde il ministro, riprendendosi però subito dalla scivolata nella parlantina. — Ha ragione, ha ragione. Ma si sa che i vizi non si perdono facilmente. Allora, mi ha fatto riferire che ci siamo.
    — Esatto — risponde Chisari.
    Lo sguardo dei tre visitatori si fa attento sul responsabile del laboratorio medico e militare più segreto di tutta l’Italia.
    — Se volete seguirmi.
    — Volentieri — dice il ministro muovendosi prima dei suoi due accompagnatori.
    I tecnici si spostano all’incedere del quartetto come le onde del Mar Rosso, indicando al contempo la via da seguire: la grande stanza laterale piena di teche di vetro disposte come sarcofaghi lungo le pareti. Una decina di computer affolla un grande tavolo centrale, con gli schermi che turbinano di cifre e di immagini.
    — Allora, ci dica — esclama il ministro.
    — Come ha giustamente affermato, ci siamo. Il progetto Repetitia è pronto per essere avviato nella sua parte pratica.
    — Ne siamo sicuri? —dice il ministro visitando le teche con lo sguardo, quel pronome plurale messo in avanti per marcare già per il futuro il territorio della rivoluzionaria scoperta.
    — Certo. Grazie ai fondi che ha messo cortesemente a disposizione il Ministero della Difesa…
    — Che ha messo a disposizione solo il Ministero della Difesa… — interviene il segretario che ha firmato tutte le autorizzazioni agli spostamenti di denaro
    — Sì, esatto… grazie ai fondi che ha messo cortesemente a disposizione il solo Ministero della Difesa già stanotte possiamo passare alla parte pratica del progetto.
    — Senza problemi? — chiede il generale, capo di Stato Maggiore.
    —Nessun problema. Carli faccia vedere la sezione A — dice Chisari rivolgendosi a uno dei tecnici.
    L’assistente inizia a battere sui tasti e la prima teca di vetro alla loro destra si apre con uno sbuffo di vapore. Dall’interno ne esce un soldato in uniforme, il viso da cadavere trapassato da occhi attenti e vividi, le labbra tirate che fremono dalla voglia di parlare.
    — Agli ordini, signore — dice lo zombie facendo schioccare tacchi e ossa.
    — Un eroe per la nazione. Doppiamente eroe perché morto nel compiere il suo dovere e tornato per compierlo di nuovo.
    — Perfetto — risponde il ministro, il cui sguardo corre alle teche successive.
    Chisari sorride. —Grazie ai fondi non ci siamo limitati a questo, naturalmente. È stato possibile recuperare tutti i parlamentari, i ministri, i giornalisti, i presentatori, i segretari, gli economisti del vostro partito. Sono lì che vi aspettano.
    — Giusto — gode il ministro — perché è dimostrato che gli elettori non cambiano i gusti, voteranno ancora per chi hanno votato il precedenza. Non sarà la morte a privarci di un nuovo successo. Ma… lui dove è?
    Il Dottor Chisari fa un cenno verso una teca che pare più lucida delle altre.
    — È lì? — domanda il ministro sgranando gli occhi.
    — Sì, è proprio lì.
    —Bene, resterà con noi per moltissimo tempo ancora. A divertirsi ancora e a guidare il nostro paese. Apra la teca, la apra… così dimostreremo a quella ridicola opposizione che non saranno né i giudici, né la morte a privarci del nostro amato leader.
    Un brillio e la teca fece sgorgare il suo contenuto sorridente.
     
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  2. overhill
     
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    Urka, un brivido mi sta viaggiando lungo la schiena... :)
    Bello, ben scritto e peccato per il limite di battute, perché uin qualche punto si sente che avevi ancora qualcosa da scrivere nella penna (pardon, tastiera) e hai dovuto lasciarlo lì.
    Alcune espressioni sono da antologia:
    CITAZIONE
    borbotta un glielochiamosubito

    che però avrei messo in italico,
    CITAZIONE
    fermandolo d’impeto mentre procede

    Bello, sembra quasi di vedere il tecnico che si pianta sui piedi, e le provette che tintinnano...

    Da tecnico ti "contesto" questa frase:
    CITAZIONE
    foglietti di analisi processate dalle stampanti

    Le analisi vengono processate dai computer, le stampanti al massimo possono stampare le analisi. Al massimo poteva essere "quasi giusto" se avessi scritto "processatI dalle stampanti" riferendoti ai foglietti... ;)

    CITAZIONE
    incessante lavorio di tecnici

    Sinceramente non so se è obbligatorio, ma io avrei scritto "lavorìo" con la "i" accentata, e lo stesso vale per
    CITAZIONE
    Un brillio e la teca fece sgorgare

    brillìo.
     
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  3. Selene B.
     
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    Simpatico racconto (se così si può dire ;) ). Non posso votare, ma mi faccio un giro da lettrice...
    SPOILER (click to view)
    ma il detto latino non è "repetita juvant"?


    Edited by Selene B. - 30/1/2011, 10:07
     
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    Lo so lo so, ci sono alcuni particolari che non ho fatto in tempo a mettere e su cui avrei dovuto calcare la mano.

    CITAZIONE (overhill @ 30/1/2011, 09:50) 
    CITAZIONE
    borbotta un glielochiamosubito

    che però avrei messo in italico,

    c'era in originale, ma i corsivi si perdono facendo copia e incolla sul forum e non ho fatto a tempo a metterlo per limiti di tempo

    CITAZIONE
    Le analisi vengono processate dai computer, le stampanti al massimo possono stampare le analisi. Al massimo poteva essere "quasi giusto" se avessi scritto "processatI dalle stampanti" riferendoti ai foglietti... ;)

    in effetti doveva essere riferito ai fogli (o almeno è logico che l'ho pensato al momento), ma la concordanza l'ho sbagliata.. ed era anche una scorciatoia letteraria per non addentrarmi in particolari


    CITAZIONE (Selene B. @ 30/1/2011, 10:03) 
    Simpatico racconto (se così si può dire ;) ). Io non posso votare, ma ti volevo segnalare che
    SPOILER (click to view)
    il detto latino è "Repetita juvant", "repetitia" credo sia rumeno...

    :cry: :cry: :cry: :cry:
    che vergogna... e ho pure fatto il classico (anche se alcuni di voi non erano ancora nati)
    da dove cavolo l'ho tirata fuori quella i???

    posso salvarmi dicendo che è il ministro della difesa che lo pronuncia così e ha imposto il nome ufficiale del progetto?

    Nel frattempo mi sono trovato altri tre refusi :cry: , di cui uno grave
     
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  5. Piscu
     
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    non è un'idea nuova nella fantascienza. non mi ricordo l'autore, ma ricordo distintamente un racconto di un soldato che si risveglia dopo la morte, pronto ad essere rimandato sul campo di battaglia (lì avevano un numero di morti massimo che era appena stato alzato e lui pensava di essere finalmente morto per sempre, invece non era così). tu però hai esteso il concetto parlando anche di politici, star e "leader" (sì, si capisce di chi parli...), e la morale è più chiara. quindi buon risultato anche se non proprio originale.


    "il frullo dell’aria condizionata"
    è una piccolezza, ma non mi pare che l'aria condizionata possa "frullare"
     
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4 replies since 27/1/2011, 23:35   89 views
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