I pazzi stanno fuori
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I pazzi stanno fuori

Sotto i 40k, ma di poco.

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  1. federica68
     
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    SPOILER (click to view)
    [QUOTE=Fini Tocchi Alati,5/2/2011, 01:48 ?t=53653876&st=0#entry439581031]

    CITAZIONE
    Quello che accade a Emma non riguarda tutte le altre pazienti.
    Nel senso che a Emma capita un tragico equivoco: si ritrova rinchiusa in un manicomio per sbaglio. Poi viene trattenuta o perché non credono che sia sana di mente (per esempio Mauro), o perché credono che sia pericoloso farla uscire (per esempio suor Teresa).

    questo era chiarissimo, quello che intendevo dire era che un equivoco del genere non può assolutamente generarsi nel 2011, a meno che le suore non siano effettivamente una banda di criminali. Se sono in buona fede, come sembra emergere dal tuo post, a maggior ragione non è verosimile:

    come si procurano le informazioni su Emma?
    in questo passaggio è chiaro che le hanno:

    «Abbiamo fatto delle ricerche e sembra che non abbia parenti. Solo una vecchia zia che vive in un ospizio e neanche ricorda di avere una nipote. A quanto pare, a Emma è rimasto solo lei, signor Marsella».

    la domanda è: presso chi hanno fatto delle ricerche? lei ha solo la zia, quindi hanno necessariamente richiesto le informazioni all'autorità giudiziaria, e a quel punto si sono dovute qualificare e quindi avrebbero chiarito l'equivoco e l'avrebbero rilasciata con tante scuse (se fossero state in buona fede, ripeto).

    voglio dire, la normativa sui malati mentali in Italia è molto restrittiva, così come la normativa sulle informazioni da raccogliere sulle persone, almeno per vie legali. Immagino che sarebbe andata così: le suore avrebbero chiesto informazioni su Emma ai carabinieri, i quali avrebbero chiesto "per quale motivo?". Loro avrebbero dovuto per forza dire che era ricoverata da loro, ma i carabinieri non avrebbero trovato nessuna disosizione/diagnosi a suo carico e avrebbero detto "sorella, lei ha preso un granchio clamoroso" e tutto si sarebbe risolto.
    Se invece sono criminali, ha senso che la trattengano comunque, ma a questo punto solo per non venire denunciate da lei (maltrattamenti, sequestro di persona, di motivi per farle tremare ce ne sarebbero a iosa) e quindi cade il discorso della buona fede

    il passaggio relativo alle carte che non sono ancora arrivate è un altro passaggio inverosimile in un contesto di "buona fede":

    se il pulmino trasferiva malate da un'altra struttura, avevano tutte la cartella clinica, per forza, non ci possono essere alternative a questa cosa, la cartella segue sempre il malato. Materialmente. Fra l'altro, la cartella clinica non viene mai consegnata al malato, ma la porta un operatore sanitario che dà notizie sul malato ai colleghi. Sempre. Non ci sono alternative legali possibili.
    per cui l'equivoco sarebbe stato chiarito nei primi 5 minuti. Se non se ne fossero accorte prima che i medici/infermieri che avevano portato le cartelle se ne andassero, appena l'altra suora dice che Emma non è nella lista, la prima cosa che avrebbero fatto è telefonare all'altra struttura che avrebbe comunicato le cose come stavano, poi avrebbero scartabellato le cartelle e avrebbero avuto conferma del granchio colossale che avevano preso

    questo passaggio poi:

    La suora gli mise davanti un foglio.
    «Per trattenerla, serve una sua firma, signor Marsella», disse. «È per il bene di Emma», ripeté ancora una volta.

    questo assolutamente non può accadere, nemmeno se sono criminali, perchè a maggior ragione in quel caso cercherebbero di non disseminare tracce!!
    lui non ha nessun titolo per firmare, e le suore lo sanno perfettamente

    prima la suora dice che emma è dentro di sua volontà, ma poi dice che serve la firma per trattenerla, il che vuol dire che stanno invece cercando di trattenerla contro la sua volontà

    se la suora non è una delinquente, saprebbe perfettamente che la procedura è:
    Diagnosi di uno psichiatra, firma del sindaco, TSO (e fra l'altro a quel punto lo psichiatra NON potrebbe fare una diagnosi di malattia mentale essendo sana di mente, e Emma sarebbe liberata e magari la suora sarebbe sospesa dal servizio)

    la superiora non chiederebbe per nessuna ragione la firma a uno che non è nemmeno parente!!












    CITAZIONE
    Tutte le altre sono già dentro (e c'è Gabriella che le conosce tutte e non potrebbe farlo se non vivessero da tempo insieme).

    sì anche questo è chiaro dal racconto, ma intendevo solo dire che le nuove arrivate spariscono, cioè lei non vede nessuna donna che accenni al viaggio in pulmino ecc ecc, anche se questa parte non è così rilevante ai fini del racconto, ma allora magari una parola o due ci starebbero giusto per chiarire eventuali dubbi del lettore in merito

    CITAZIONE
    Per quanto riguarda Mauro, tu dici che non si insospettisce. Ma di che?

    per es del fatto che la suora si contraddice con i fatti sulla volontà di emma di essere trattenuta, o del fatto che gli viene chiesto di firmare un documento restrittivo della libertà di una quasi sconociuta, a lui che appunto non è nemmeno un lontano parente...

    se tu andassi a trovare una che conosci dalla chat e ti venisse chiesto di firmare un documento come quello che viene fatto firmare a mauro, non ti si drizzerebbero le antenne?
    firmeresti senza fare una piega?
    è logico che lui si accorga che c'è sotto qualcosa, non può stare in piedi uno scenario del genere oggi


    per tutti questi motivi davo per scontato che le suore fossero delle criminali, legalmente non sarebbe assolutamente possibile uno scenario del genere, ma poi mi dici che invece erano in buona fede, e allora...

    secondo me potresti ambientarlo nel passato, basterebbe essere prima della legge 180 (1978)

    il problema chat potresti risolverlo con una conoscenza epistolare. A me è capitato di avere conoscenze epistolari, da ragazzina, negli anni '80: avevo pubblicato un annuncio su Topolino (!!) in cui cercavo amici che fossero appassionati dei POOH, e mi avevano risposto in moltissimi, con alcuni sono rimasta in contatto diversi mesi, quindi è verosimile che lei o lui pubblichino un annuncio del genere, magari in qualche rubrica per cuori solitari e abbiano deciso di conoscersi di persona


    il racconto è buono per come è strutturato, voglio dire stile e ritmo, ma ci sono delle incongruenze fondamentali a mio parere che minano fortemente la sospensione dell'incredulità, e questo secondo me è un problema non da poco, soprattutto in un racconto del genere, dove la protagonista si trova in una sorta di situazione kafkiana...


    Edited by federica68 - 5/2/2011, 20:27
     
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  2. Fini Tocchi Alati
     
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    Fede, Sele,
    SPOILER (click to view)
    alla fine ho deciso di seguire il vostro consiglio e ho ambientato il racconto nel passato. In questo modo, i problemi dovrebbero essere risolti.
    Siamo proprio nel 1978, quando fu varata la legge, ma non trovò immediata applicazione.
    Se avete tempo, fatemi sapere se fila tutto.

    Grazie a entrambe!

    @Sele: in particolare, grazie per la dritta dell'agenzia per cuori solitari! M'ha risolto un bel po' di problemi. :wub:
     
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  3. Alessanto
     
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    Letto.

    SPOILER (click to view)
    Non mi ha convinto.
    Non perchè è scritto male, tutt'altro ma mi sono trovato a non credere nella storia proprio dal secondo paragrafo.
    Ci sono delle incompatibilità che, forse, vengono chiarite dopo ma che mi hanno infiaciato la lettura:
    1- Non si accorge che le suore la stanno scambiando per una di quelle sul pullman?
    2- Lei arriva e non si accorge che le persone con cui viene scambiata sono un po' strane?
    3- Le suore ne trovano una in più e fanno solo un'alzata di spalle.
    4- Lei si fa togliere il gatto? E aspetta tutta la notte per cominciare a impensierisi?

    In sostanza la reazione di Emma mi è sembrata troppo passiva. Quante persone si comperterebbero così?


    Voto 2.
     
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  4. marramee
     
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    Ciao,
    un racconto senza dubbio scritto bene, con ottimi dialoghi e uno stile invogliante, che mai annoia.
    Il problema più grosso, quasi un macigno, sta nella credibilità della storia. E lì purtroppo il racconto crolla.
    SPOILER (click to view)
    Fin dall'inizio, il pulmino e lo scambio, utilizzi espedienti più da film comico che da incubo kafkiano. Il fatto poi che le suore accettino di buon grado che ce ne sia una in più e senza documenti, potrebbe reggere solo se la storia si svolgesse nel giro di una settimana, e non di un anno. Chi paga la sua retta? Da dove è arrivata?
    Il manicomio in sé è assurdo. Non ci sono medici, le suore impartiscono l'elettroshock quasi fosse un sacramento, non si capisce se siano un gruppo di folli assassine oppure quella sia la normalità.
    Il finale, poi, non funziona per niente.
    Quando una persona scompare nel nulla, fosse pure la persona più solitaria del mondo, qualcuno prima o poi se ne accorge. Il datore di lavoro, i vicini. Chiamano la polizia, vanno a guardare nell'appartamento, viene fatta una denuncia di scomparsa. Ancora di più se viene trovata la macchina abbandonata in aperta campagna. Magari la polizia non farà niente, ma la denuncia esiste.
    Quando lei chiede aiuto è impossibile che non venga subito associata alla persona scomparsa. Come è assurdo che lui, dopo una telefonata del genere, non vada neppure alla polizia.
    Oltretutto, se lei era internata in manicomio, come aveva fatto a rivolgersi a un'agenzia di cuori solitari e a intrattenere con lui una relazione epistolare?
    Il personaggio dell'uomo e le scelte che fa sono del tutto illogiche.
    A questo punto sarebbe stato più credibile che lei fosse stata del tutto pazza e il suo incidente solo un incubo.
    Una storia del genere, con i dovuti cambiamenti, funzionerebbe solo se la trasformassi in un racconto gotico, ambientato a un secolo fa, senza macchine, senza telefoni, al massimo un calesse.

    In definitiva non so proprio che voto dare. Benché scritta benissimo, la storia così non funziona (e mi pare che tu l'abbia già cambiata una volta). Metto due, ma un racconto del genere potrebbe essere anche da quattro se riuscissi a trovare il modo di renderlo più credibile.
     
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  5. Fini Tocchi Alati
     
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    CITAZIONE (Alessanto @ 7/2/2011, 22:10) 
    Letto.

    SPOILER (click to view)
    Non mi ha convinto.
    Non perchè è scritto male, tutt'altro ma mi sono trovato a non credere nella storia proprio dal secondo paragrafo.
    Ci sono delle incompatibilità che, forse, vengono chiarite dopo ma che mi hanno infiaciato la lettura:
    1- Non si accorge che le suore la stanno scambiando per una di quelle sul pullman?
    2- Lei arriva e non si accorge che le persone con cui viene scambiata sono un po' strane?
    3- Le suore ne trovano una in più e fanno solo un'alzata di spalle.
    4- Lei si fa togliere il gatto? E aspetta tutta la notte per cominciare a impensierisi?

    In sostanza la reazione di Emma mi è sembrata troppo passiva. Quante persone si comperterebbero così?


    Voto 2.

    Ciao Ale, grazie per il commento.
    I dubbi che poni, in realtà, non pensavo esistessero :lol: .
    Nel senso che pensavo fossero altri i problemi da risolvere.
    Ti spiego perché.
    SPOILER (click to view)
    Emma arriva in un edificio che scambia per un convento. E' molto tardi, è buio e piove a dirotto. Lei è stanchissima per aver guidato tutta la notte.
    Il posto non le mette allegria. Tuttavia, dove potrebbe andare? In fondo si tratta solo di una notte. Decide di non fare troppo la schizzinosa e di accontentarsi di quello... che passa il convento.
    Si accorge che la stanno scambiando per le altre e infatti prova a dire alla suora che lei cerca solo un riparo per la notte. Poi l'accompagnano alla stanza e decide di rimandare a domani eventuali spiegazioni (crede sempre che si tratti di un convento).
    Non crede inizialmente che le altre siano strane. E' buio, è stanca, magari le altre sono tranquille perché sedate, e non ci fa troppo caso.
    Le suore ne trovano una in più e vorrebbero controllare, ma siccome si è alla vigilia delle feste c'è stato un ritardo nell'invio dell'incartamento.
    Per quanto riguarda il gatto, Emma inizialmente fa resistenza. Ma poi capisce che se non vogliono gatti in "casa" è giusto consegnarlo. Tanto più che lo riavrà il giorno dopo e gli daranno anche da mangiare.
    Peraltro, tutte queste cose ho cercato di evidenziarle nel racconto.
    Credi che dovrei addirittura rimarcarle?


    CITAZIONE (marramee @ 8/2/2011, 13:00) 
    Ciao,
    un racconto senza dubbio scritto bene, con ottimi dialoghi e uno stile invogliante, che mai annoia.
    Il problema più grosso, quasi un macigno, sta nella credibilità della storia. E lì purtroppo il racconto crolla.
    SPOILER (click to view)
    Fin dall'inizio, il pulmino e lo scambio, utilizzi espedienti più da film comico che da incubo kafkiano. Il fatto poi che le suore accettino di buon grado che ce ne sia una in più e senza documenti, potrebbe reggere solo se la storia si svolgesse nel giro di una settimana, e non di un anno. Chi paga la sua retta? Da dove è arrivata?
    Il manicomio in sé è assurdo. Non ci sono medici, le suore impartiscono l'elettroshock quasi fosse un sacramento, non si capisce se siano un gruppo di folli assassine oppure quella sia la normalità.
    Il finale, poi, non funziona per niente.
    Quando una persona scompare nel nulla, fosse pure la persona più solitaria del mondo, qualcuno prima o poi se ne accorge. Il datore di lavoro, i vicini. Chiamano la polizia, vanno a guardare nell'appartamento, viene fatta una denuncia di scomparsa. Ancora di più se viene trovata la macchina abbandonata in aperta campagna. Magari la polizia non farà niente, ma la denuncia esiste.
    Quando lei chiede aiuto è impossibile che non venga subito associata alla persona scomparsa. Come è assurdo che lui, dopo una telefonata del genere, non vada neppure alla polizia.
    Oltretutto, se lei era internata in manicomio, come aveva fatto a rivolgersi a un'agenzia di cuori solitari e a intrattenere con lui una relazione epistolare?
    Il personaggio dell'uomo e le scelte che fa sono del tutto illogiche.
    A questo punto sarebbe stato più credibile che lei fosse stata del tutto pazza e il suo incidente solo un incubo.
    Una storia del genere, con i dovuti cambiamenti, funzionerebbe solo se la trasformassi in un racconto gotico, ambientato a un secolo fa, senza macchine, senza telefoni, al massimo un calesse.

    In definitiva non so proprio che voto dare. Benché scritta benissimo, la storia così non funziona (e mi pare che tu l'abbia già cambiata una volta). Metto due, ma un racconto del genere potrebbe essere anche da quattro se riuscissi a trovare il modo di renderlo più credibile.

    Ciao Mar!
    Grazie anche a te per lettura e commento.
    SPOILER (click to view)
    C'è una cosa che nel racconto effettivamente non riesco a "svelare".
    Le suore, a un certo punto, si accorgono di aver fatto un errore con Emma, ma non possono più lasciarla uscire perché la donna sa e ha visto troppo.
    Credevo si intuisse dal discorso che la madre superiora ha con Mauro.
    Non ho potuto rivelarla in modo netto perché ho adottato due punti di vista che non potevano venirne a sapere.
    Ci ho pensato a lungo e credo che potrei inserire una breve scena.
    Uhm... provo a scriverla. Se hai tempo, dimmi che te ne pare e se funziona.

    -->EDIT<--
    L'ho inserita al principio del capitolo 8, a cavallo del balzo temporale.
    -->EDIT<--


    Edited by Fini Tocchi Alati - 8/2/2011, 22:57
     
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  6. federica68
     
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    scusa Attilio
    sono riuscita a leggere solo oggi la nuova versione, sì direi che così è più credibile, gira meglio
    anche se, non volermene, ma nel suo complesso questo racconto non mi convince come invece altri che hai scritto e che invece mi avevano coinvolta molto di più

    (ok è vero che ogni racconto fa storia a sè, ma quando si apprezza un autore, viene spontaneo aspettarsi da lui sempre il suo massimo...)

    :-)
     
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  7. kaipirissima
     
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    ciao
    SPOILER (click to view)
    Il racconto non mi ha entusiasmata.
    Il racconto è troppo lungo se si considera che la storia si basa soprattutto sul colpo di scena finale, poiché il ricovero coatto è già anticipato nel titolo.
    La durata della narrazione non mi sembra peraltro giustificata da un’indagine approfondita sui manicomi, l’impianto di denuncia, tipico del racconto sociale non viene fuori per niente, anzi sembra più che altro un tipico racconto horror.
    La trama pur nella sua semplicità non mi convince per niente, piuttosto banale. Il gesto di Mauro non può essere liquidato solo con l’etichetta di pazzo, cioè per me non può una volta uscito dal manicomio andarsene come se nulla fosse accaduto, pronto a dimenticare l’episodio. Altra cosa che non mi convince è la macchina, perché scompare? Le suore vogliono nascondere le tracce di Emma. Qual è il loro scopo? Avere un paziente in più? Nella logica di una trama non horror le suore l’avrebbero liberata una volta scoperto il loro errore, camuffando in mille scuse il loro comportamento. I manicomi trattavano criminalmente i pazienti affidati loro dalla legge, o dai parenti, non avevano bisogno di rapirli. E la poesia con cui Gabriella dice che solo in quel posto una può essere una ballerina una può partorire ecc. sembra piuttosto a rimandare a una lettura surreale del manicomio. Per non parlare di Gabriella che si mutila di un seno per non essere violentata. No a me questa storia sembra troppo spinta verso l’horror che verso risvolti kafkiani o di denuncia delle condizioni dei manicomi.


    Per me è un due.
     
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  8. Magister Ludus
     
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    La storia è coinvolgente per come è scritta, ma ho gli stessi dubbi espressi dagli altri per la sua credibilità. Non ti fai togliere il gatto, per esempio, io me ne sarei andato e le avrei mandate a quel paese. E poi avrebbe potuto dormire in macchina.

    Il racconto ha diversi punti che non quadrano, specialmente su Mauro. La scena del neo tagliato per esempio: lo sanno pure i bambini che i nei sono tumori della pelle e non vanno toccati, figurarsi poi tagliarseli di netto con un rasoio. Avrebbe dovuto farsi vedere da un medico, ma non sembra l'abbia fatto. (http://www.medicitalia.it/consulti/Dermato...07/Neo-tagliato)

    Le mie segnalazioni:

    «Mettiti insieme alle altre», rispose la suora: le dà del tu? Già da qui avrebbe dovuto insospettirsi.

    Emma fece per uscire e si sorprese nel constatare che la porta era stata chiusa a chiave: e non fa nulla? Già da lì la parola rapimento avrebbe dovuto ronzarle nel cervello. Avrebbe dovuto fare un casino tremendo, mentre invece si fa portare via il gatto e chiudere a chiave senza dire nulla.

    Come aveva potuto credere che si fosse rifiutata di incontrarlo: è una domanda.

    Si trovava in uno stanza: refuso.

    «O sì, certo che lo sono: Oh

    Non sapeva se aveva altri parenti, o amici. Non sapeva neanche dove lavorasse o dove vivesse: prima non usi il congiuntivo e poi sì. Il congiuntivo ci va :)

    «Alfredo? Che succede»: altra domanda.

    Voto 3, perché la storia m'è piaciuta, anche se non è originale, ma le storie sui manicomi a me piacciono da impazzire. Mi piace come è narrata, non fa calare l'attenzione, anche se ha diversi punti su cui devi lavorare.
     
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  9. Piscu
     
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    l'idea di un "normale" capitato per caso in manicomio che poi viene forzatamente portato ad impazzire mi paice, però in questo racconto ci sono alcuni punti che non mi convincono.

    intanto la storia di mauro vista dalla sua prospettiva mi pare che non abbia una vera rilevanza, visto che si perde dopo metà e si ripresenta solo alla fine. visto che il suo intervento è solo alla fine, tanto valeva citarlo all'inizio e farlo ricomparire, senza narrare la sua parte che non giustifica/anticipa il suo comportamento in seguito.

    poi, in alcuni casi mi sembra che tu abbia semplificato troppo le cose. innanzitutto il fatto che lei finisca "per caso" nel manicomio (e ci rimanga) mi sembra troppo facile: trova un convento, entra, chiude la porta e non esce più? se c'è tutta questa cura perché la gente non esca, ci sarà qualcuno che eviti anche che degli sconosciuti entrino! anche il telefono abbandonato, e soprattutto la fuga con le chiavi prese da una guardia (che poi è esterna, perché dovrebbe avere le chiavi del manicomio?) è uno dei cliché meno credibili! e in generale anche la gestione interna del manicomio mi sembra un po' approssimativa, ma lì si può concedere che sia appunto un posto strano.


    lo stile è buono anche se ricordo altri tuoi lavori molto più evocativi.

    alcune segnalazioni:

    "queste moderne autovetture"
    anche negli anni 70 credo che fosse una parola usata solo nel codice della strada

    "quarant'anni portati male, grassa e sola."
    "sola" secondo me non sta bene lì, pare che sia un attributo fisico

    "in generale c'era un'atmosfera strana che non riusciva a spiegarsi."
    piuttosto vago! "una generica atmosfera strana inspiegabile"?? o definisci meglio cosa la rende strana (come le donne che mangiano lentamente) o non lo dici proprio

    "Questa sicurezza aveva fatto dell'agenzia frequentata da Mauro ed Emma una delle migliori in assoluto e una delle più richieste a partire dagli inizi degli anni Settanta."
    credo abbia poca importanza sapere la storia dell'agenzia matrimoniale

    "«Puttana», diceva mentre si masturbava. «Puttana»."
    l'ultimo soggetto qui è quello nel giornalino

    "si pisciarono addosso"
    non è volgare, ma nel resto del racconto hai usato un registro abbastanza "pulito" (ad esempio hai scritto "eiaculato") quindi sembra fuori luogo

    "Si era sempre chiesto"
    chiesta




    quindi in genrale la storia è buona anche se da chiarire, e qualche imprecisione andrebbe rivista. sarebbe tra due e tre, arrotondo per eccesso.
     
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23 replies since 1/2/2011, 00:04   466 views
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