Questa è vita

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  1. MichelaZ
     
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    Il ticchettio della carta di credito che rimestava la polvere sulla superficie lucida gli faceva sempre aumentare la salivazione.
    Gli venne da pensare ai cani addestrati, e gli scappò un cachinno incongruo (attento, gira la testa se no te la ridi via).

    Poi si mise a battere la carta di credito sulla polverina finissima al ritmo dei secondi scanditi dalla sveglia: tic tac, tic tac, tic tac, tic tac...
    Non riusciva più a smettere, ci si era intrippato, tic tac, tic tac, tic tac.

    Spartì e riordinò affettuosamente il mucchietto in due righe, sorrise a entrambe, prese la cannuccia d'argento che gli aveva regalato Sara.
    O era stata Sonia? Fece un'altra sghignazzata.

    Muovendosi con deliberata lentezza per assaporare il momento, si chinò con aria protettiva sopra lo specchio, la cannuccia già nella narice.

    Poi fece un errore: guardò nello specchio.

    Gesù. Ma quello sono io?

    Gli occhi, un reticolo rosso.
    I capelli ritti in un ventaglio di corni sottili.
    Un muscolo che guizzava appena sotto l'occhio.
    Un vecchio. Un vecchio drogato.

    Quello non sono io. Io non sono così.

    Cercò disperatamente altre immagini nella mente.
    L'auto, splendida, sembrava una pantera.

    Ti hanno ritirato la patente, guidavi ubriaco.

    Donne, dozzine di donne ai suoi piedi.

    Tina che scappava, piccola e feroce come un gatto, portandosi via suo figlio.
    “Hai detto solo bugie. Lui non sarà mai come te. Tu non si un uomo. Sei una bugia.”


    Guardò di nuovo nello specchio.

    «Forse posso ancora fare qualcosa della mia vita.»

    Era fatto di brutto: nemmeno si era reso conto di aver parlato, eppure l'immagine nello specchio aveva mosso le labbra, appannando appena la superficie lucida.

    Scrollò il capo con un gesto esagerato, da cane che esce dall'acqua. Che razza di pensieri.
    Quella era vita! Vita vera! Alla grande!

    Fece un'altra risata gelida, si chinò sullo specchio, aspirò.

    E uno. E due!
    Porca puttana che potenza!


    La vertigine lo colse di sorpresa, si ritrovò per terra, sdraiato nel niente. Niente pavimento, niente muri, niente stanza: niente.

    Di fronte a lui una parete di vetro.
    Ci poggiò le palme delle mani, lasciando impronte appannate: dietro il vetro la sua casa, la sua vita, un uomo con i suoi vestiti e la sua faccia e un'aria disgustata. Lo vide buttare via la cannuccia d'argento.

    Orco boia che potenza. Che trip stavolta. Devo solo aspettare che passi.

    Fra un attimo passa.


    Nella sua vita, l'altro uomo si girò, uscì a capo chino dalla stanza, e spense la luce.
     
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  2. Dieguito_85
     
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    Bé, la prosa non è male. Ma devo essere sincero: l'idea è tutt'altro che originale.
    Anche io, di primo acchito, avevo ponderato un'idea del genere. L'individuo che si specchia, che fa cose moralmente negative (come drogarsi o magari uccidere), e poi scruta dentro se stesso. Ma l'ho scartata: troppo banale, e cliché.
    Ma, al di là della prevedibilità delle intenzioni e del risultato, direi che non è scritto affatto male.

    Qualche dubbio sul verbo "aspirò". (sniffò? Tirò?)
     
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  3. =swetty=
     
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    SPOILER (click to view)
    Lui cade dentro lo specchio, giusto? Attratto dalla sua immagine. In questo è quasi la stessa storia di un altro dei racconti, in chiave quasi simmetrica. Forse quella del doppio nello specchio che si sostituisce non è molto originale, però mi pare ben riuscita.


    Non amo molto lo stile con troppi a capo, esiste la poesia per quello, ne avrei tolti una buona metà.

    La scena finale non è chiarissima, bisogna rileggere per capire davvero cosa sta succedendo.

    Nel complesso però è una storia che non lascia molto, c'è troppa dicotomia tra lui fuori cattivo e l'immagine nello specchio buona, non c'è dilemma o turbamento.

    Edited by =swetty= - 25/2/2011, 19:13
     
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  4. MichelaZ
     
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    CITAZIONE (=swetty= @ 25/2/2011, 18:57) 
    Lui cade dentro lo specchio, giusto? Attratto dalla sua immagine. In questo è quasi la stessa storia di un altro dei racconti, in chiave quasi simmetrica. Forse quella del doppio nello specchio che si sostituisce non è molto originale, però mi pare ben riuscita.

    Beh, il doppio non l'ha fatto con consapevolezza.
    C'era una scelta da fare: prendendo una strada si sarebbe ritrovato fuori dal mondo e con un pugno di mosche in mano, prendendo l'altra poteva riappropriarsi della propria vita. L'idea era che nei due lati dallo specchio succedessero le due cose opposte.

    Comunque alla fine è solo un'ennesima variante della solita storia :)

    CITAZIONE (=swetty= @ 25/2/2011, 18:57) 
    Nel complesso però è una storia che non lascia molto, c'è troppa dicotomia tra lui fuori cattivo e l'immagine nello specchio buona, non c'è dilemma o turbamento.

    Beh in realtà è sempre lui, sull'orlo del nulla, che fa un passo indietro oppure in avanti. In questo senso non c'è dilemma perché si tratta sempre della stessa persona, in fondo per cambiare ci vogliono anni.

    Mi sa che non sono riuscita a esprimerlo :)
     
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  5. Magister Ludus
     
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    Lo specchio che riflette la coscienza dell'uomo, idea non troppo originale, ma il racconto è ben scritto, lineare, il finale non perde, non sembra scontato, nel senso che la storia non finisce bene con la redenzione del drogato.

    Tuttavia hai messo troppi a capo e troppi spazi vuoti che, in questo racconto, non servivano. Così spezzano il ritmo della storia.

    Non ho trovato refusi o errori, buona la forma, forse ci sarebbe da ridire sul verbo intrippare :)
     
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  6. Artyus
     
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    Brava, il racconto mi è piaciuto. Lo sviluppo non è originalissimo (l'uomo che attraversa lo specchio) ma, soprattutto nelle ultime frasi, mi hai lasciato il senso del "ehi! dove va quello? e adesso cosa succederà?", che potresti anche sviluppare in una prosa più lunga. Non mi piacciono, invece, tutte quelle righe bianche, che spezzano troppo la lettura, secondo me. Penso ti sia scappata una E in un "tu non sEi un uomo". Perdona l'ignoranza, ma cos'è un "incongruo cachinno"? :)
     
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  7. MichelaZ
     
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    CITAZIONE (Magister Ludus @ 26/2/2011, 10:16) 
    forse ci sarebbe da ridire sul verbo intrippare :)

    come darti torto... :rolleyes:


    CITAZIONE (Artyus @ 26/2/2011, 14:08) 
    Non mi piacciono, invece, tutte quelle righe bianche, che spezzano troppo la lettura, secondo me. Penso ti sia scappata una E in un "tu non sEi un uomo". Perdona l'ignoranza, ma cos'è un "incongruo cachinno"? :)

    Grazie Artyus. Il discorso delle righe bianche me lo stanno facendo notare in molti, in effetti hai ragione, sono fastidiose.
    Un "cachinno" è una risata sguaiata, "incongruo" è una parola che ho usato tre volte questa settimana e forse è ora che basta :P
     
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  8. melantropo
     
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    Tra i refusi c'è anche un "le palme delle mani". :)

    In sé la vicenda non cattura per originalità, a me "cachinno incongruo" piace da matti, in generale credo sia scritto bene.
    Anche la scelta grafica di spezzare le frasi a volte serve, se utilizzata per accrescere l'impatto narrativo. Qualche volta funziona, magari non in maniera estesa (come sempre, un giusto compromesso di norma è la scelta corretta).
     
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  9. MichelaZ
     
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    CITAZIONE (melantropo @ 26/2/2011, 16:54) 
    Tra i refusi c'è anche un "le palme delle mani". :)

    In sé la vicenda non cattura per originalità, a me "cachinno incongruo" piace da matti, in generale credo sia scritto bene.
    Anche la scelta grafica di spezzare le frasi a volte serve, se utilizzata per accrescere l'impatto narrativo. Qualche volta funziona, magari non in maniera estesa (come sempre, un giusto compromesso di norma è la scelta corretta).

    Ti ringrazio :)

    Per la verità è "i palmi" che sarebbe un toscanismo, anche se è la locuzione più diffusa, mentre "le palme" sarebbe quella originale...
     
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  10. melantropo
     
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    CITAZIONE (MichelaZ @ 26/2/2011, 17:22) 
    Ti ringrazio :)

    Per la verità è "i palmi" che sarebbe un toscanismo, anche se è la locuzione più diffusa, mentre "le palme" sarebbe quella originale...

    Non che il link risova la questione, mi riservo di rientrare in sede per verificare.
    Che io sappia, il plurale in "e" è riservato alla pianta (da frutto, non del piede, sciocchini), ti dirò. :)
     
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  11. MichelaZ
     
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    Grazie David, sarei contenta di saperlo se trovi questa cosa!
     
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  12. Ryan79
     
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    ciao,

    questo racconto mi è piaciuto tantissimo e finora è il migliore che ho letto. Mi piace l'idea (chi se ne importa se è scontata, d'altronde il tema quello era) ma soprattutto la realizzazione, psicopatica e strana quanto basta per assaporare questa sorta di dorian gray tarantiniano...
    l'unica cosa che non mi ha esaltato è stata la frase «Forse posso ancora fare qualcosa della mia vita.»
    Io avrei spinto sulla strada della cattiveria pura senza pentimenti da entrambe le parti, ma questo è più un mio gusto personale... :)
     
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  13. nescitgalatea
     
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    Buono nel complesso.
    Una bella idea e anche la realizzazione e il
    risultato li trovo assolutamente gradevoli.
    Sono riuscita a vedere lui e tutta la sua boria
    sgretolata via.

    Bene!
     
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  14. MichelaZ
     
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    @Ryan79: uhm hai ragione, quella frase in effetto è un po' una caduta. Grazie... vedrò di inventarmi qualcos'altro.

    @nescitgalatea: grazie :D
     
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  15. Olorin
     
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    Mi è parsa una vicenda interiore molto rapida e improvvisata. Se il racconto fosse partito da una situazione già di incantamento davanti alla superficie riflettente, senza quindi dare un riferimento relativo alla collocazione temporale dell'inizio del tutto, forse l'avrei metabolizzato meglio.
    I saliscendi della sua coscienza del protagonista sono invece ben rappresentati e anche divertenti.
    Ho un dubbio su questo passaggio

    CITAZIONE
    Ti hanno ritirato la patente, guidavi ubriaco.

    Donne, dozzine di donne ai suoi piedi.

    Tina che scappava, piccola e feroce come un gatto, portandosi via suo figlio.
    “Hai detto solo bugie. Lui non sarà mai come te. Tu non si un uomo. Sei una bugia.”

    Prima la vove interiore dice "Ti hanno...", mentre nell'intervento successivo dice "suo figlio". Magari era proprio solo 'suo', però perché non mantenere chiara l'evidenza della collocazione della voce, usando 'tuo', 'nostro/vostro'?

    Da qualche parte c'è un 'si' invece di 'sei'.
     
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17 replies since 24/2/2011, 23:00   122 views
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