un bel racconto.
Io sono sempre più convinto che lo stile sia tutto, e qui lo stile straborda. Ricordo il tuo pezzo sulla ballerina, stile anche lì ma tra l'intreccio complesso e la mancanza di frasi un po' più lunghe per tirare il fiato non me l'ero ben goduto. Questo sì.
Il personaggio che hai creato è molto forte, il fatto di parlare in prima persona fa in modo di farci entrare dentro la storia e dentro di lui, una storia che a dirla tutta è piuttosto banale ma chi se ne frega, in questo caso. Anche gli altri, comprese le comparse dei vigilantes, hanno quel piccolo particolare fisico-caratteriale che te li fa ricordare, bene. Bene anche la descrizione del personaggio principale attraverso le superfici riflettenti. Un racconto che fa un po' ridere e che lascia un po' di amarezza, entrambe le cose, e i contrasti mi garbano.
Poi mi è piaciuto il malinteso del ladruncolo con se stesso, te pensa che avevo subito pensato a Gesù Cristo quando avevi descritto il pazzoide, quindi è perfectly riuscito.
Alcune parti che non mi sono piaciute sono nei discorsi diretti, non tutti, solo alcuni, ma è una sensazione mia; nel senso, sono corretti, però non mi piace il fare complice con cui lui si rivolge alla sorveglianza e nella maniera decisamente troppo caricaturale di riportare quest'ultima (arsenio lupin, zecca schifosa, 'il coglione, qua, è scivolato da sopra una delle casse. Colpa nostra se ha sbattuto il grugno'... saranno cose volute ma son frasi e circostanze troppo da telefilm).
In generale però l'ho gustato.
VOTO 4