Fondersi col bianco
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Fondersi col bianco

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  1. princ3ss
     
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    «Prendi questo» gli dice, porgendogli una coppa colma di una crema candida, dove spuntano dei frammenti di cioccolato.
    È agitato e non sa dove muovere gli occhi, così li tiene inchiodati sul tavolo, mentre si trastulla le dita in un atteggiamento d’attesa e d’incertezza. Quando si decide, infila il cucchiaio, facendo affogare il cioccolato. Lentamente s’immerge, dividendo la crema e scomponendola in più parti. Un flash e si ritrova indietro nel tempo. Il sapore del metallo è la prima cosa che avverte, proprio come da bambino, quando la domenica mattina la mamma gli faceva trovare sul tavolo un dolce simile e lui e suo padre inauguravano il giorno festivo con la bocca addolcita dalla crema.
    Lei gli siede accanto: sta aspettando. Ci sono tante cose da dire, adesso.
    Prima di entrare in casa a lui era sembrato che si sarebbero esaurite tutte nello spazio che separa l’ingresso dalla cucina. Invece erano stati zitti.
    Lui infila nuovamente il cucchiaio nella parte bianca della farcitura e assaggia il dolce. Quando toglie il cucchiaio dalla bocca, osserva che la parte convessa del metallo è straordinariamente lucida, uno specchio.
    La notte in albergo era sfumata tra pensieri contrastanti, allungandogli le ore in un modo che non avrebbe creduto possibile. Così la luce dell’alba si era proiettata a strisce tra le fessure delle persiane semichiuse, annunciandogli che la notte era finita.
    Ora rigira il cucchiaio nella panna morbida, indugia, poi lo riempie ancora e se lo porta alla bocca.
    Da settimane ormai occupava una stanza d’albergo, dove si era rifugiato dopo l’ultimo litigio con Emma. A lei aveva lasciato la casa, finché non avessero deciso sul da farsi e stabilire se la loro vita avesse o no un futuro condivisibile.
    «Cos’è?» le chiede, mentre toglie il cucchiaio dalla bocca. Lei non risponde.
    Aveva lasciato ancora quasi tutto a casa e questo fatto era un altro motivo per cui si sarebbero incontrati oggi. Quando aveva infilato la chiave nella toppa, si era ritrovato a ripetere un gesto consueto, compiuto migliaia di volte, ma soltanto in quel momento ne aveva percepita l’importanza: aprire la porta di casa!
    Lei si alza, allontanandosi dal tavolo.
    Poco prima, passando per il corridoio, non aveva saputo trattenersi dallo sbirciare attraverso la porta della stanza da letto che aveva occupato assieme a lei. Il letto era disfatto solamente a metà, quello dalla parte di Emma, mentre la sua appariva intatta nella sua immobilità. Una cristallizzazione del sentimento. Il pensiero delle notti d’amore lo aveva colto all’improvviso, ma senza fargli provare alcuna eccitazione, solamente uno struggimento profondo. Sapeva che quel mattino avrebbero avuto molte cose da dire, per chiarirsi e scegliere, finalmente, la strada attraverso la quale sarebbe passata la felicità o l’infelicità dell’altro e dell’altra.
    Il dolce ha un sapore strano, un gusto un po’ agrodolce che rimane impigliato alla lingua. Rigira il cucchiaio fra le dita e si accorge che si riflette la luce su entrambe le facce e le immagini che vi si proiettano si deformano, stirandosi. E la vede di spalle, accanto al piano di lavoro, dove prepara di solito la colazione. Indossa la sua vestaglia a grandi fiori tenui e i capelli lunghi e spettinati formano una nuvola leggera sulla schiena.
    Nel riflesso del cucchiaio la vede avvicinarsi. La sua immagine è deforme e non si distingue se sia un sorriso ciò che appare sul suo volto. I riflessi di luce sprigionati dai fili dorati dei suoi capelli gli colpiscono il cuore, come tante volte era accaduto in passato. Si sente turbato e indifeso, come se lembi invisibili di pelle si stessero strappando.
    «Lo so perché sei venuto» dice lei nello stesso momento in cui lui si toglie il cucchiaio dalla bocca, e si gira chiedendosi cosa sia quella lunga striscia d’acciaio affilato che lei tiene in mano e che vibra sopra il suo capo.
    Fuori i rumori della città sembrano vagare all’interno di un’immobilità crescente, che arriva fin dentro la casa.

    Edited by princ3ss - 26/2/2011, 00:05
     
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  2. Daniele_QM
     
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    Anche per te, il sondaggio non serve su Minuti Contati. ;)
     
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  3. =swetty=
     
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    La storia ci sta, bell'uso del tema in lui che vede l'immagine di lei riflessa nel cucchiaio. Scritto bene, senza errori formali e dialoghi puliti. L'unica stonatura è quando apre la porta, dove c'è un punto esclamativo fuori luogo.

    Quello che disturba però è, da una parte, la poca cura nello scorrere delle immagini e delle descrizioni, che non si armonizzano sempre tra loro: la rievocazione dell'albergo non contrasta con l'immagine del dolce, ad esempio, ma sono solo giustapposte. Dall'altra, anche le stesse immagini sono poco curate: ad esempio, il dolce non si capisce come sia fatto, se è una crema o un dolce farcito, se ha la panna o le scaglie di cioccolato; quando guarda il cucchiaio, nota di tutto tranne la cosa più evidente a tutti: che riflettendosi all'interno l'immagine è capovolta.

    Insomma, avrebbe meritato maggiori attenzioni.
     
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  4. Dieguito_85
     
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    Bel racconto, bella idea quella del cucchiaio. Finale nero inaspettato.
    L'idea, per me, non è male: specchio / non specchio, infatti cucchiaio. Scritto, secondo me, abbastanza bene, anche se forse indugi un po' troppo sulel frasi e sulle parole: frasi lunghe, scrittura poco ritmata (ma questo è un parere prettamente personale).
    Ad esempio:
    <<a lei aveva lasciato la casa, finché non avessero deciso sul da farsi e stabilire se la loro vita avesse o no un futuro condivisibile.>> (questa frase è troppo lunga, si legge con difficoltà)

    A parte questo, complimenti. Ti giochi i primi posti, nella mia classifica.
     
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  5. princ3ss
     
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    Grazie swetty, io adoro descrive immagini e situazioni, ma qui sono arrivata a 4000 battute ieri sera col mio contatore e quindo son stata costretta a scorrere via per poter creare questa storia. Ho puntato su due aspetti: 1) usando il tempo presente per i momenti reali 2) ho contapposto il "passato" sia recente che remoto dei due personaggi, usando il tempo passato.
    Il dolce è una crema bianca con una farcitura a frammenti dicioccolato, ma non ho voluto specificare per indurre il lettore a ipotizzare che forse era un dolce strano, magari avvelenato. Ma credo di non esserci riuscita ahhahhhhh Acuta e bellissima la tua osservazione sull'immagine nel cucchiaio: se guardi nel cucchiaio dalla parte concava l'immagine è rovesciata, ma se guardi nella parte convessa l'immagine è dritta. Lui guarda dalla parte convessa!
    Come vedi è sul protagonista maschile che si gioca la storia, volutamente e lei invece sembra sfuggire, proprio per rirservare la sorpresa finale.
    Grazie ancora
     
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  6. sgerwk
     
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    Scusa, ma credo avresti dovuto specificare che alcune frasi non sono tue. Cioe', puoi citare, omaggiare o quello che vuoi, ma cosi' com'e' sembra che sia tutta farina del tuo sacco, incluso "Il cuore gli batte forte e non sa cosa farsene delle sua braccia ecc." e altre frasi prese direttamente dall'incipit della Marchetta.

    Edit: aggiungo che non ci trovo niente di male, visto che quell'incipit e' stato creato apposta perche' venisse sviluppato da altri; bastava dirlo :D Seguira' un commento piu' dettagliato sul racconto in se'.
     
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  7. princ3ss
     
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    sgerwk, infatti l'incipit della Marchetta è stato usato da me l'anno scorso o forse più, per un racconto che ho poi ceduto alla loro associazione, senza chiedere nulla in cambio.
    Ieri ho utilizzato quell'incipit per creare questo nuovo racconto e in sincerità non m'è passato per la testa di segnalarlo, anche perchè non credo di averlo preso integrale.
    In ogni caso ora vedo di toglierlo, spero di poterlo fare.
     
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  8. princ3ss
     
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    Ecco, ho sistemato. Resto a disposizione sgerwk, per altre tue osservazioni.
     
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  9. MichelaZ
     
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    Interessante, molto ben descritto.
    Bello come le azioni che di per sé occuperebbero pochi istanti vengono dilatate per tutto il tempo della lettura, come quei momenti in cui sembra che il tempo rallenti :)

    Forse l'unico momento dove si passa da una sospensione sognante alla vera lentezza è il punto in cui l'uomo osserva la moglie riflessa nel cucchiaino: se c'è un significato (come l'accenno che il cucchiaino riflette dai due lati) rimane nascosto.

    Non capisco perché lei prima gli dà un dolce e poi lo accoltella.

    [Edit] Ho letto i commenti dopo aver postato il mio: sì, io l'avevo sospettato che potesse essere avvelenato il dolce :)
     
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  10. Magister Ludus
     
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    Non riesco a seguire bene le storie scritte con questo stile, non mi catturano molto, forse per colpa del verbo al presente.

    Ci sono delle imprecisioni: lui ha il cucchiaio fra le dita, poiché vede lei riflessa che sta dietro di lui. Poi lei si avvicina e gli parla mentre lui si sfila il cucchiaio dalla bocca, cucchiaio che però non stava più nella sua bocca.

    Inoltre non sembra che i due siano così nemici, visto che lui ha le chiavi di casa e lei gli offre il dolce. Dunque perché vuole ammazzarlo?
    CITAZIONE
    Lei gli siede accanto: sta aspettando. Ci sono tante cose da dire, adesso.
    Prima di entrare in casa a lui era sembrato che si sarebbero esaurite tutte nello spazio che separa l’ingresso dalla cucina. Invece erano stati zitti.

    Quell'a capo non va bene, perché stai ancora parlando delle cose da dire e anche leggendolo 2 volte mi sono sentito disorientato.
     
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  11. melantropo
     
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    Ho trovato difficoltà nel ricondurre la memoria del gelato bianco (offerto al protagonista dalla madre) agli eventi correnti. Ci sono diversi cambi di focalizzazione, per il resto, il finale cruento salva a tutti gli effetti la storia.
     
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  12. Ryan79
     
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    ciao,

    Aveva lasciato ancora quasi tutto a casa e questo fatto era un altro motivo per cui si sarebbero incontrati oggi.
    meglio: "e per questo" invece di "e questo fatto era una altro motivo per cui"

    Il letto era disfatto solamente a metà, quello dalla parte di Emma - meglio "il letto era disfatto nella sola metà dove dormiva emma", anche se in generale non mi sembra una frase felicissima

    il racconto soffre un po' di una strana gestione delle virgole ma anche del fatto che per vedere emma riflessa alle sue spalle il protagonista avrebbe dovuto tenere il cucchiaio in una strana posizione per uno che sta mangiando... e anche la frase "lo so perché sei venuto" che non trova risposta, mi lascia un po' perplesso.. senza contare l'apparente gratuità del gesto di lei, visto che non sembrano chissà quali nemici :)

     
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  13. princ3ss
     
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    @Michela
    Grazie per l'apprezzamento. Lui la osserva nel cucchiaio, la può guardare senza essere visto mentre compie questa azione. Qui lui si sofferma a osservarne l'aspetto fisico e la postura, nonchè il luogo stesso, cioè quell'angolo della cucina dove lei stava sempre per preparare la colazione e questo gli richiama alla mente il passato felice.

    @Magister e a Ryan

    L'uso del doppo tempo verbale, cioè presente e passato, è uno stratagemma diciamo per poter fare, nel poco spazio di 4000 caratteri, una panoramica discretamente chiare sia sul tempo reale che su ciò che è accaduto in passato e che svela poi il senso del racconto. Per i momenti in cui lui mangia il dolce è chiaro che non li ho contati, nel senso che, dopo aver detto alcune volete che "mette il cucchiaio e bocca e poi lo toglie", ho ritenuto che il lettore si rendesse conto che l'uomo stava mangiando. Il fatto che non siano nemici: certo! Volutamente è così, si sa che litigano e che lui al momento non vive più a casa, che devono parlarsi per decidere, che qualcosa deve accadere...
    Per me lei ha un raputs, oppure ha premeditato l'assassinio ma ha fatto di tutto per non insospettire il marito. Lascio al lettore la scelta della deduzione che preferisce. Grazie per le tue vostre osservazioni

    @melantropo
    Sì, i cambi di focalizzazione ci sono. Il presente con le sue problematiche, il passato recente (il matrimonio in profonda crisi) e il passato remoto (il ricordo d'infanzia) che non è soltanto una coincidenza per il dolce che sta mangiando, ma che vorrebbe fare il confronto fra un tempo felice e quello triste di ora del protagonista.
    Grazie

    @a Dieguito85
    Un grazie particolare a te, cercherò di far frasi più corte :rolleyes: :rolleyes:
     
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  14. nescitgalatea
     
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    Viste le numerose ripetizioni di cucchiaio ne avrei fatto
    decisamente il protagonista. Così, in soli 4000 caratteri
    mi ha quasi dato fastidio. Insomma una storia di tristezza
    quotidiana che mi ha lasciata un po’ confusa in tutte
    le inferenze del passato, dal dolce alla chiave di casa, e
    che trovo si collochi nel tema dello specchio un po’ a fatica.

    Per il resto una buona scrittura. Ma poche emozioni davvero.
     
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  15. Dylan!
     
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    In seconda lettura sono riuscito a capire meglio. Non tutto però.
    Sì, lo svolgimento non è male, è scritto bene. Mi piace anche l’idea che non si sappia perché lo abbia accoltellato senza “avvertirci”.
    Quello che mi ha creato scompensi è stato il confondersi col passato.
    E ho faticato anche molto a comprendere se c’era qualcosa di importante in tutte le cremose spiegazioni del dolce. Poi ho capito che non era così. E che tutti i tuffi del cucchiaio servivano per parlare del cucchiaio.
     
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35 replies since 24/2/2011, 22:33   352 views
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