Zefiro
  • Poll choices
    Statistics
    Votes
  • 3
    50.00%
    7
  • 2
    35.71%
    5
  • 4
    14.29%
    2
  • 1
    0.00%
    0
Guests cannot vote (Voters: 14)

Zefiro

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Magister Ludus
     
    .

    User deleted


    Propongo il racconto con cui ho passato il 2° turno alla RR, revisionato in base ai commenti ricevuti.

    Zefiro

    Non è vostra proprietà, questa.
    Col cazzo che non lo è.
    Figlio di Dio, Cormac McCarthy


    Il vecchio guardò le minuscole forme che si muovevano sulla carcassa del cavallo. L'odore della carne putrefatta appestava l'aria dietro la casa, ma l'uomo parve non farci caso. Era stata la sua bestia, quella. L'aveva cavalcata per la campagna per tanti anni, caricandola di legna nei boschi vicini o arrivandoci fino in paese, per acquistare di che vivere. Era vecchia, come lui. Ma lui era ancora vivo, mentre il cavallo era morto, caduto in terra giorni prima, senza un fiato. Se n'era accorto una mattina, quand'era andato a spazzolarlo. Merda, aveva pensato, senza versare una lacrima, guardando l'animale riverso sul fango. Adesso che la sua vita stava andando al diavolo, non aveva più neanche quel cavallo, l'unico essere vivente con cui parlava ogni giorno.
    I vermi si agitavano frenetici sulla carne viva della bestia. L'uomo sputò in terra. Non aveva voluto seppellire l'animale. Un tempo, anni prima, l'avrebbe fatto. Ma adesso che quella non era più proprietà sua, adesso che la banca gli aveva portato via il terreno e la casa, chi se ne frega di seppellirlo, aveva detto. Ci pensassero quelli della banca. O chi si prenderà questo posto pieno di fango.
    Sentì il rumore di un'auto sulla strada. Portiere che s'aprivano e sbattevano. Alcune voci che riconobbe. Sputò di nuovo e si allontanò dalla carogna.
    L'ufficiale giudiziario arrivò assieme a due carabinieri. Era un uomo alto, in sovrappeso, con i capelli radi. Non l'aveva mai visto. I carabinieri erano invece quelli del paese vicino e li conosceva. L'avevano avvisato di quella visita giorni addietro. «Buongiorno» lo salutò l'ufficiale, «lei è il signor Zefiro Turri, immagino. Possiamo entrare?»
    «Se dico di no, tanto entrate lo stesso» rispose il vecchio.
    «Vorrei che capisse, signor Turri. Io faccio il mio lavoro e purtroppo lei ha ricevuto l'esproprio, per i motivi che ben conosce».
    «Sì, certo».
    L'uomo storse il naso. «Che cos'è questo strano odore?»
    «C'è una bestia morta». Zefiro li precedette fin dentro casa. Lasciò la porta aperta, senza invitarli a entrare. Poi andò in cucina e tirò giù da una credenza una caffettiera mal messa. La smontò, riempì d'acqua la caldaia e ci mise su il serbatoio. Armeggiò con un barattolo di caffè che non voleva aprirsi, prese un cucchiaio da un cassetto, versò la polvere nel serbatoio, rimontò la caffettiera e la mise sulla macchina del gas. Accese il fornello e si voltò.
    «Sedetevi» aggiunse, indicando il tavolo della cucina.
    I tre uomini si accomodarono. «Dunque, signor Turri» disse l'ufficiale, tirando fuori una cartella da una borsa e scansando con la mano alcune briciole rimaste sul tavolo, «questi sono i documenti di esproprio, definitivi. Entro un mese dovrà purtroppo lasciare la casa e il terreno. Avrà dove andare, dopo?»
    «E dove?» disse, sedendosi sull'ultima sedia libera, alle spalle dei fornelli.
    L'ufficiale giudiziario si scambiò uno sguardo con i carabinieri. «Non so, non ha figli?»
    «No».
    «Nipoti?»
    «No».
    «Amici o altri parenti?»
    «Non ho nessuno. Sono solo».
    «Ci sono delle case famiglia, che possono accoglierla e...»
    «Io non vivo con altra gente. Voglio stare solo».
    «E chi si occuperà di lei?»
    «Chi s'è occupato di me fino a oggi, eh? I vostri amici mi hanno mandato in guerra e quando sono tornato non m'hanno dato niente. Ho fatto il contadino per quasi cinquant'anni. Qui, su questa terra e su quella che m'avete già portato via due anni fa».
    «Capisco». L'uomo parve imbarazzato dalla sfuriata del vecchio. «Io le lascio ugualmente dei contatti». Aprì di nuovo la borsa e tirò fuori un paio di biglietti da visita. «Questa è una casa famiglia» disse indicandone uno, «e questo è un assistente sociale che potrà aiutarla a trovare un alloggio temporaneo».
    La macchinetta sul gas brontolò e un profumo di caffè si diffuse nella stanza. Il vecchio si alzò, senza rispondere, si diresse ai fornelli e spense il gas. Aprì uno sportello della credenza e ne prese un vassoio. Lo appoggiò sul ripiano, poi dallo stesso scomparto prese quattro tazzine spaiate coi piattini e da un cassetto quattro cucchiaini. Mise tutto sul vassoio. Versò il caffè nelle tazzine, poi prese una zuccheriera e portò il caffè a tavola.
    «Ho fatto il caffè» disse. Sedette di nuovo.
    «La ringrazio, ma non si doveva disturbare». L'ufficiale parve ancor più a disagio. Si volse verso i carabinieri, nella speranza che lo togliessero dall'impaccio, ma quelli invece ringraziarono e cominciarono a servirsi.
    Il vecchio prese i biglietti da visita, li guardò, poi si alzò di nuovo e li mise in un cassetto. Tornò al tavolo e sedette, osservò i tre uomini sorseggiare il caffè, prese il suo e iniziò a zuccherarlo con gesti lenti, la mano che tremava.
    L'ufficiale giudiziario poggiò la tazzina sul vassoio. «Vuole leggere i documenti, signor Turri?»
    Il vecchio continuò a girare il cucchiaio nel caffè, immerso nei suoi pensieri. «Tanto lo so che c'è scritto».
    «Comunque sono qui sul tavolo. Li legga, però».
    «Un mese, ha detto?»
    «Sì, entro un mese».
    Il vecchio smise di mescolare il caffè, si alzò, prese i documenti dal tavolo e li mise nel cassetto, dove aveva riposto i biglietti da visita. Si voltò per tornare a sedersi e vide i tre uomini rilassarsi sulla sedia. Apparivano sereni, come se le loro menti non avessero più alcun pensiero. Zefiro raggiunse il tavolo, prese il vassoio e lo portò al lavandino. Tornò dai tre uomini. Uno dei carabinieri aveva il capo che ciondolava, come se non riuscisse a restare sveglio. L'altro cercò di alzarsi. Il vecchio lesse nei suoi occhi un'ombra di sospetto, ma sapeva che era troppo tardi. Guardò l'ufficiale giudiziario che gli restituì lo sguardo, muovendo le labbra senza che alcun suono ne uscisse.
    «Che cos... cosa...» balbettò infine.
    «Vi ho visto prima che arrivavate» disse Zefiro. «Siete come quelli che si stanno mangiando il mio cavallo, là fuori. Vi attaccate alle carogne, a chi è già morto e gli portate via tutto, tanto a voi che vi frega?»
    L'uomo non sentì tutto quel che disse l'altro. Il sonnifero che Zefiro aveva messo nel caffè aveva fatto effetto e adesso i tre uomini dormivano profondamente. Si avvicinò a ognuno di loro, ne scosse il corpo con una mano e uscì.
    Si diresse sul retro, dove decine di mosche nere ronzavano impazzite sulla carcassa del cavallo. I vermi si affannavano sulla carne corrotta, bianchi come anime angeliche. Un leggero vento spirò da ovest, scompigliando i capelli del vecchio e portando lontano l'odore della morte. Zefiro alzò gli occhi al cielo. Era ancora azzurro. Sperò che nessuna nube arrivasse a rovinare i suoi piani.
    Raggiunse una piccola baracca in legno per gli attrezzi, costruita anni addietro poco lontano dalla casa. L'aprì ed entrò. Era buio. Tirò fuori di tasca una scatola di fiammiferi, ne prese uno e lo sfregò contro la superficie ruvida della confezione. L'odore di zolfo coprì per un attimo il tanfo della carogna dell'animale. Al debole chiarore del fiammifero trovò il lume a petrolio e l'accese. Soffiò sulla fiamma e gettò i resti del fiammifero a terra. Le latte di benzina erano tutte accantonate contro la parete di fronte. Ne prese due e uscì. Il vento era aumentato. Sollevava foglie morte e terriccio, ma Zefiro non vi badò. Socchiuse gli occhi, per ripararli dalla polvere che turbinava ovunque e raggiunse la casa strascicando i piedi, i nervi delle braccia tesi a sostenere il peso delle taniche.
    Tre figure stavano immobili sulle sedie, una soltanto accasciata sul tavolo. Il vecchio neanche le vide. Poggiò una latta in cucina, poi entrò nella camera da letto con l'altra e ne versò il contenuto sulle pareti, sull'armadio, sul letto e il resto sul pavimento. Rientrò in cucina, prese la seconda tanica e ne versò questa volta il contenuto nel piccolo bagno.
    Quando tornò fuori, soffiava un vento d'inferno. Si schermò gli occhi con una mano e raggiunse la baracca. Entrò e prese le altre due latte di benzina. Poi fece ritorno in casa, lasciando una delle latte fuori, e versò il contenuto dell'altra sui mobili della cucina, sul tavolo, sulle pareti e sul pavimento. Uscì di nuovo, chiuse la porta, raccolse da terra la tanica e bagnò le pareti di casa. Tornò alla baracca, prese il lume a petrolio e s'allontanò. Guardò un'ultima volta il cavallo. I vermi conquistavano sempre più carne ogni minuto che passava. Sputò a terra e proseguì verso casa.
    L'osservò come se non la riconoscesse, una semplice costruzione a un piano con appena una cucina abitabile, una camera da letto e un piccolo bagno. Ma quei vermi della banca gliel'avevano portata via. La casa e quel pezzo di terra pieno di fango. Il terreno che aveva coltivato per anni gli era stato già espropriato due anni prima dal comune.
    «Pigliatevela, questa maledetta casa!» urlò. «Pigliatevi tutto, vermi!» Sollevò il lume e lo lanciò contro la porta. Il vetro andò in frantumi e le fiamme attaccarono subito il legno. Il vento parve aumentare d'intensità, rovesciò una carriola ammaccata che Zefiro aveva lasciato accanto alla baracca, staccò uno scuro non bloccato da una finestra, che cadde a terra, fu subito sollevato in aria e portato chissà dove. Il vecchio si segnò, borbottando qualcosa. Non riuscì quasi a restare in piedi per tutto quel vento che s'era alzato.
    Le fiamme attaccarono le pareti, salirono fino al tetto e avvolsero l'intero fabbricato. Lingue di fuoco si sprigionarono dall'edificio, alimentate dal vento che infuriava. Arrivarono quasi a lambire il vecchio, che se ne stava a guardare la distruzione di casa sua a pochi metri di distanza. Zefiro non ricordava di aver mai visto un vento come quello. Ma gli andava bene. Avrebbe consumato la costruzione più velocemente. E ai vermi non sarebbe rimasto nulla.
    Un vetro esplose in una delle stanze. Il vecchio vide una parte del tetto che crollava e subito dopo un fracasso di mattoni e macerie coprì quasi l'ululato anomalo del vento e la voce dell'incendio.
    Poi Zefiro fu sbattuto a terra. Il vento soffiava adesso così forte che non riuscì a rialzarsi. Puntò le mani sul terreno fangoso e tentò di tirarsi su. La casa davanti a lui era un vortice di fuoco che sibilava come un drago impazzito. Il vecchio bestemmiò, ma le sue maledizioni si persero nella cacofonia di suoni che riempiva l'aria.
    Era spaventato. Per la prima volta in vita sua, dopo le sofferenze della guerra a cui era sopravvissuto, ebbe paura di quel fuoco demoniaco alimentato da un vento ancora più infernale. Tentò di allontanarsi strisciando sul terreno, ma la forte corrente d'aria lo tenne incollato a terra. Vorticava attorno alla casa per un raggio di parecchi metri. Zefiro non seppe dire se fosse davvero il vento ad alimentare il fuoco che lui aveva appiccato o se invece fosse il fuoco stesso ad aver creato quel vento mostruoso.
    O forse l'uno prendeva vita dall'altro.
    Il vecchio sentì le forze abbandonarlo. Le mani non fecero più presa sul terreno, le gambe si sollevarono. Si sentì trasportato verso la casa, come se il vento volesse prenderlo e lanciarlo in quel maelström di fuoco che non accennava a diminuire. Urlò più volte, affondando le dita rinsecchite nella terra fangosa, cercando una presa che non c'era.
    Poi volò via.
    Le mani si staccarono dal terreno e il corpo fu risucchiato dal gorgo di fiamme. Zefiro non ebbe neanche il tempo di pensare che fu dilaniato dal fuoco e scomparve per sempre.

    I vigili del fuoco arrivarono qualche ora dopo, chiamati da un vicino che passava nei pressi del terreno. La casa era stata interamente consumata dalle fiamme. L'incendio aveva preso anche la piccola baracca di legno. Fra i resti della casa e quelli della baracca videro la carcassa annerita di un cavallo. Dove invece era la cucina, rinvennero i corpi carbonizzati di tre uomini, che non fu difficile identificare.
    Di Zefiro Turri non trovarono alcuna traccia.
     
    .
  2. margaca
     
    .

    User deleted


    Sono rimasto indeciso fino alla fine tra il 2 e il 3, perchè il racconto fila bene ed è interessante, anche se il personaggio di Zefiro è un po' troppo monocorde. Alla fine, ho deciso per il 2 perchè quelle quattro righe finali secondo me potevi toglierle e perchè ogni tanto sembra che ti incanti nelle descrizioni delle azioni (vedi quando Zefiro prepara il caffè, 4 righe dedicate soltanto a questa azione!). Tolto questo, lo stile è ottimo, il racconto è scritto molto bene.
     
    .
  3. Magister Ludus
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (margaca @ 1/4/2011, 08:47) 
    perchè ogni tanto sembra che ti incanti nelle descrizioni delle azioni (vedi quando Zefiro prepara il caffè, 4 righe dedicate soltanto a questa azione!). Tolto questo, lo stile è ottimo, il racconto è scritto molto bene.

    Non è un incartamento, quelle azioni sono state fatte apposta così, per una loro funzione precisa. Grazie comunque per il commento.
     
    .
  4. margaca
     
    .

    User deleted


    Infatti ho usato "incantarsi" e non "incartarsi", proprio perchè è una tua scelta precisa che però secondo me toglie ritmo e rallenta la storia
     
    .
  5. Magister Ludus
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (margaca @ 1/4/2011, 09:09) 
    Infatti ho usato "incantarsi" e non "incartarsi", proprio perchè è una tua scelta precisa che però secondo me toglie ritmo e rallenta la storia

    Avevo letto "ti incarti" :P
     
    .
  6. Peter7413
     
    .

    User deleted


    Ola Magister!
    Per me un buon 3.
    Il racconto si legge bene, la situazione è ben delineata. Anche le descrizioni delle azioni mi sembrano funzionali alla pacata determinatezza che si è impadronita del protagonista e comunque le trovo ammalianti.
    Buona caratterizzazione del vecchio, meno quelle del funzionario e dei due carabinieri.
    Secondo me dovresti calcare di più la mano sui ricordi di guerra, introdurne di più e legarli meglio.
    In ogni caso un buon lavoro che dimostra un gran bel mestiere.
    A rileggerci presto!

    Ps: ancora non mi hai accettato l'amicizia su FB! :-)
     
    .
  7. Magister Ludus
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/4/2011, 09:54) 
    Ola Magister!
    Per me un buon 3.
    Il racconto si legge bene, la situazione è ben delineata. Anche le descrizioni delle azioni mi sembrano funzionali alla pacata determinatezza che si è impadronita del protagonista e comunque le trovo ammalianti.
    Buona caratterizzazione del vecchio, meno quelle del funzionario e dei due carabinieri.
    Secondo me dovresti calcare di più la mano sui ricordi di guerra, introdurne di più e legarli meglio.
    In ogni caso un buon lavoro che dimostra un gran bel mestiere.

    Grazie del commento e del voto :)

    Sui ricordi di guerra non saprei, ci penserò.

    CITAZIONE
    Ps: ancora non mi hai accettato l'amicizia su FB! :-)

    Controllo le notifiche, ogni tanto me ne perdo qualcuna...
     
    .
  8. Dieguito_85
     
    .

    User deleted


    Le descrizioni del caffè sono dettagliate oltre ogni dire. Lunghe e interessanti, certo, ma anche un po' noiose. Ho capito che la scansione così lenta e misurata, di ogni gesto, è voluta non casuale. Però dopo un po' scoccia.
    Per il resto, il racconto è discreto, si lascia leggere. Diciamo che il sonnifero nel caffè non me l'ero aspettato, e nemmeno la brutta fine di Zefiro (che, a dir la verità, non mi piace molto). Avrei preferito una vendetta portata a termine con tutti i crismi, però mi rendo conto che un finale così è meno banale.
    Dico un 2 pieno.
     
    .
  9. Magister Ludus
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Dieguito_85 @ 1/4/2011, 11:55) 
    Diciamo che il sonnifero nel caffè non me l'ero aspettato, e nemmeno la brutta fine di Zefiro (che, a dir la verità, non mi piace molto).

    Perché non ti piace la fine del vecchio?

    CITAZIONE
    Avrei preferito una vendetta portata a termine con tutti i crismi, però mi rendo conto che un finale così è meno banale.

    Beh, da un vecchio contadino già è tanto aspettarsi quello che gli ho fatto fare io :P

    Grazie del commento.
     
    .
  10. marramee
     
    .

    User deleted


    Tre pieno e abbondante.
    Ho apprezzato la cura dei particolari fino all'eccesso, i tempi giusti di ogni sequenza, il lento evolversi della situazione. Anche il personaggio del vecchio è molto indovinato, un po' stereotipati quelli di contorno.
    Una scena condotta alla perfezione.
    Cosa gli manca per essere un quattro? La storia è troppo esile, e per quanto impeccabile non riesce a essere memorabile.
    Nel complesso è un racconto che può dirsi più che riuscito.
     
    .
  11. MichelaZ
     
    .

    User deleted


    La storia è bella e ben scritta.
    Zefiro mi piace, un vecchio contadino testardo e incattivito, che non spreca parole.
    Sicuramente avrà paura e dolore ma se li tiene per sé e offre agli altri solo la rabbia. Ci sta, me lo vedo.
    Le descrizioni dei dettagli della casa altrettanto mi piacciono. Le tazzine spaiate, il vassoio usato raramente, lo zucchero dosato con attenzione sono dettagli importanti nella sua vita, che sta su un piano tutto diverso rispetto alla rapidità e all'omologazione che sono abituali per noi. Questa è una parte assolutamente riuscita.

    L'ufficiale rimane un po' in ombra, il che è un peccato. Parla a Zefiro dal proprio punto di vista, gli parla in una lingua che il vecchio non capisce e non può capire, senza avvicinarsi a lui nemmeno un po'. Sarebbe bello sapere se fa così perché proprio non ci arriva (immagino di sì, dato che si sente a disagio di fronte al caffè), oppure perché è gelido e menefreghista, e si limita a seguire il protocollo... così è un po' troppo piatto, non c'è scambio.

    Come ti hanno già fatto notare altrove, il misterioso sonnifero a effetto rapidissimo da mescolare al caffè proprio non tiene... fra l'altro da uno come Zefiro mi aspetto piuttosto il veleno per topi (è un esempio, lo so che avrebbe seimila contronidicazioni).
    Acccetterei il sonnifero se fosse un'erba che solo i vecchi contadini conoscono, o se fosse la morfina che serve al vecchio per i dolori, per esempio (sempre che si possa assumere nel caffè).

    Bello il finale con lui trascinato via dalla furia del vento, bello davvero; anch'io comunque toglierei le ultime quattro righe.

    La storia è buona, è buono il proagonista e soprattutto è molto valido il modo in cui è scritta. Per piacermi in assoluto manca di emotività, è come se ne sentissi parlare al telegiornale invece di vedere le facce della gente.
    Anche l'entità finale, il vento che si porta via tutto e se lo mangia, sembra più la nuvola di Fantozzi in versione molto cattiva che non un'entità infernale, perché non ho percepito né intenzionalità né consapevolezza: anche se il vento lo "tiene incollato a terra" mi sa ancora tropo di fenomeno atmosferico.

    Se lavori sull'ufficiale, che faccia da contrappunto un po' più forte, e se al vento gli dai una faccia in qualche modo, diventa una storia strepitosa.

    Per la cronaca, io non voto, in questa edizione di USAM.

    [Edit] Siccome c'è anche un mio racconto, non c'è più motivo di non votare.
    Per me è da 3.

    Edited by MichelaZ - 3/4/2011, 20:16
     
    .
  12. Magister Ludus
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (marramee @ 1/4/2011, 13:16) 
    Tre pieno e abbondante.
    Ho apprezzato la cura dei particolari fino all'eccesso, i tempi giusti di ogni sequenza, il lento evolversi della situazione. Anche il personaggio del vecchio è molto indovinato, un po' stereotipati quelli di contorno.
    Una scena condotta alla perfezione.
    Cosa gli manca per essere un quattro? La storia è troppo esile, e per quanto impeccabile non riesce a essere memorabile.
    Nel complesso è un racconto che può dirsi più che riuscito.

    Grazie anche del voto bello e del commento :)
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Losco Figuro

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    Il finale è un po' troppo vago per i miei gusti ma nel complesso è un buon racconto, voto 3.

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/4/2011, 00:07) 
    Era stata la sua bestia, quella. L'aveva cavalcata per la campagna per tanti anni, caricandola di legna nei boschi vicini o arrivandoci fino in paese, per acquistare di che vivere.

    Rivedrei le virgole, magari spostando quella che è dietro "paese" dietro "vicini"

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/4/2011, 00:07) 
    Ma lui era ancora vivo, mentre il cavallo era morto, caduto in terra giorni prima, senza un fiato. Se n'era accorto una mattina, quand'era andato a spazzolarlo.

    Quindi lo ha trovato morto? E allora come sa quando, e soprattutto come sa che sia morto senza un fiato? :huh:

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/4/2011, 00:07) 
    «Vorrei che capisse, signor Turri. Io faccio il mio lavoro e purtroppo lei ha ricevuto l'esproprio, per i motivi che ben conosce».

    Non sono del tutto sicuro che un esproprio si possa ricevere.
    Tra l'altro mi sfugge il legame tra un esproprio e la banca di cui parlava prima.

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/4/2011, 00:07) 
    Il vecchio continuò a girare il cucchiaio nel caffè,

    Non era un cucchiaino?

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/4/2011, 00:07) 
    Le latte di benzina erano tutte accantonate contro la parete di fronte.

    Non è che intendevi "accatastate"?
     
    .
  14. Ryan79
     
    .

    User deleted


    ciao Daniele,

    SPOILER (click to view)
    ti segnalo:

    «Chi s'è occupato di me fino a oggi, eh? I vostri amici mi hanno mandato in guerra e quando sono tornato non m'hanno dato niente. Ho fatto il contadino per quasi cinquant'anni. Qui, su questa terra e su quella che m'avete già portato via due anni fa».
    sai che io questi accenni alla guerra e al fatto che è stato contadino per quasi 50 anni li toglierei o li cambieri molto? danno troppo contesto in un racconto che di contesti temporali non ne ha, mui viene di pensare che abbia fatto il militare nella WWII + 50 anni di contadino = 1998. Informazione superflua a mio avviso...


    li mise nel cassetto, dove aveva riposto
    virgola superflua

    Vi attaccate alle carogne, a chi è già morto e gli portate via tutto,
    forse virgola dopo morto

    Le latte di benzina erano tutte accantonate contro la parete di fronte. Ne prese due e uscì.
    meglio due punti dopo fronte. più in generale in questo spezzone le frasi sono un po' troppo corte a mio avviso, penalizzano la lettura

    Il terreno che aveva coltivato per anni gli era stato già espropriato due anni prima dal comune.
    ripeti anni

    Zefiro non ebbe neanche il tempo di pensare che fu dilaniato dal fuoco
    al posto del che meglio i due punti


    sulle quattro righe finali: toglierle sarebbe la soluzione più facile, ma più banale. dovresti invece a mio avviso dare un minimo di giustificazione al fatto che non si trova più il corpo del protagonista. non uno spiegone, solo un dettaglio qualsiasi

    come voto ti metto 3: la storia non mi ha preso moltissimo, ma è scritta davvero bene e con cura...
     
    .
  15. Magister Ludus
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (MichelaZ @ 1/4/2011, 14:13) 
    Come ti hanno già fatto notare altrove, il misterioso sonnifero a effetto rapidissimo da mescolare al caffè proprio non tiene... fra l'altro da uno come Zefiro mi aspetto piuttosto il veleno per topi (è un esempio, lo so che avrebbe seimila contronidicazioni).
    Acccetterei il sonnifero se fosse un'erba che solo i vecchi contadini conoscono, o se fosse la morfina che serve al vecchio per i dolori, per esempio (sempre che si possa assumere nel caffè).

    Mi sono informato :)
    Un anziano, e ne ho conosciuti, può prendere sonniferi prescritti da un medico.

    Grazie dei commenti :)



    CITAZIONE (CMT @ 1/4/2011, 15:12) 
    Il finale è un po' troppo vago per i miei gusti ma nel complesso è un buon racconto, voto 3.

    Alle volte mi piace restare sul vago :lol:
    Grazie del 3 :D

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/4/2011, 00:07) 
    Era stata la sua bestia, quella. L'aveva cavalcata per la campagna per tanti anni, caricandola di legna nei boschi vicini o arrivandoci fino in paese, per acquistare di che vivere.

    Rivedrei le virgole, magari spostando quella che è dietro "paese" dietro "vicini"

    Sì, concordo.

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/4/2011, 00:07) 
    Ma lui era ancora vivo, mentre il cavallo era morto, caduto in terra giorni prima, senza un fiato. Se n'era accorto una mattina, quand'era andato a spazzolarlo.

    Quindi lo ha trovato morto? E allora come sa quando, e soprattutto come sa che sia morto senza un fiato? :huh:

    Beh, se fosse morto fiatando avrebbe nitrito :P

    CITAZIONE
    Non sono del tutto sicuro che un esproprio si possa ricevere.
    Tra l'altro mi sfugge il legame tra un esproprio e la banca di cui parlava prima.

    Ho cercato informazioni, ma non ho trovato nulla al riguardo. Però ho letto che la banca può espropriarti qualcosa...

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/4/2011, 00:07) 
    Il vecchio continuò a girare il cucchiaio nel caffè,

    Non era un cucchiaino?

    Sì, CMT, ammazza che pignolo che sei :lol: Era per non per ripetere cucchiaino. Un cucchiaino è pur sempre un cucchiaio :P

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/4/2011, 00:07) 
    Le latte di benzina erano tutte accantonate contro la parete di fronte.

    Non è che intendevi "accatastate"?

    No, intendevo accantonate, messe in un angolo.


    CITAZIONE (Ryan79 @ 1/4/2011, 18:38) 
    ciao Daniele,

    SPOILER (click to view)
    ti segnalo:

    «Chi s'è occupato di me fino a oggi, eh? I vostri amici mi hanno mandato in guerra e quando sono tornato non m'hanno dato niente. Ho fatto il contadino per quasi cinquant'anni. Qui, su questa terra e su quella che m'avete già portato via due anni fa».
    sai che io questi accenni alla guerra e al fatto che è stato contadino per quasi 50 anni li toglierei o li cambieri molto? danno troppo contesto in un racconto che di contesti temporali non ne ha, mui viene di pensare che abbia fatto il militare nella WWII + 50 anni di contadino = 1998. Informazione superflua a mio avviso...

    CITAZIONE
    li mise nel cassetto, dove aveva riposto
    virgola superflua

    Vi attaccate alle carogne, a chi è già morto e gli portate via tutto,
    forse virgola dopo morto

    Ok

    CITAZIONE
    Le latte di benzina erano tutte accantonate contro la parete di fronte. Ne prese due e uscì.
    meglio due punti dopo fronte. più in generale in questo spezzone le frasi sono un po' troppo corte a mio avviso, penalizzano la lettura

    Zefiro non ebbe neanche il tempo di pensare che fu dilaniato dal fuoco
    al posto del che meglio i due punti

    Non sono tanto d'accordo sull'uso dei due punti in un racconto. Magari sbaglio.
    CITAZIONE
    sulle quattro righe finali: toglierle sarebbe la soluzione più facile, ma più banale. dovresti invece a mio avviso dare un minimo di giustificazione al fatto che non si trova più il corpo del protagonista. non uno spiegone, solo un dettaglio qualsiasi

    Quelle 4 righe proprio non le digerisce nessuno :D

    CITAZIONE
    come voto ti metto 3: la storia non mi ha preso moltissimo, ma è scritta davvero bene e con cura...

    Grazie :)
     
    .
30 replies since 31/3/2011, 23:07   304 views
  Share  
.