Sopravvivenza

di Cristiana Morroni - car.4792 +o-

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  1. nescitgalatea
     
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    La navetta era passata a prenderli alle cinque del mattino. Arrivati all’eliporto, si erano riuniti con gli altri. In tutto, venti. Dieci uomini e dieci donne. Dopo un paio di ore di volo, erano stati lasciati su una piattaforma galleggiante sopra le acque del lago Sert.

    «Non mi piace tutta questa storia, Giulius, tu che pensi?»
    Era silenzioso e studiava le facce degli altri.
    «Fa freddo, − aveva continuato Susi – ci devono aver portati vicini.»
    «Sì, probabilmente Cinque Sotto Zero è qui nei paraggi.»
    «Giulius, io questo figlio lo voglio, costi quel che costi!»
    «Anche io, lo sai, siamo qui per questo. Ora concentriamoci, tra poco si inizia.»
    «Però tutto questo è assurdo.» Aveva continuato Susi.
    «Non c’è altra soluzione. Sai anche questo.»

    Intorno a loro il gommone con i guardiani. Due squilli di tromba. Cinque minuti al via.

    Un tipo alto, bindo, aveva fatto cenno di guardare. Nel mezzo del lago c’erano altre due pedane galleggianti, l’ultima delle quali posizionata in prossimità della riva, dalla parte opposta.

    «Giulius, io…»
    «Susi, ce la faremo, andrà tutto bene, cazzo!»
    «Certo. Sì.»

    Il tipo di prima si era avvicinato, aveva preso il braccio di Giulius e se lo era tirato da una parte. «Mi chiamo Lucas, lei è Michi. La pedana numero due ne tiene solo dieci, per cui cinque coppie restano in acqua. Io vi copro, voi appena salite su controllate i bordi, con noi ci sono anche Nico e la sua compagna. Ok?» Aveva detto indicando altri due candidati. Giulius aveva annuito. Gli altri li stavano guardando. «Allora, hai capito? Stiamo vicini e sistemiamo quelli che ci capitano a tiro.»

    Uno squillo di tromba.Via.

    Si erano gettati tutti e venti in acqua e avevano iniziato a nuotare verso la pedana. Distava circa duecento metri dalla prima. Lucas e Michi nuotavano vicino a Giulius e Susi, gli altri erano tutti indietro. Susi nuotava senza pensare ad altro, come gli aveva detto Giulius, un braccio, poi l’altro senza fermarsi mai, per nessun motivo. Giulius era velocissimo e per primo aveva messo piede sulla piattaforma traballante. Tirò su Susi e poi aiutò i suoi compagni. Gli altri erano ancora molto indietro e appena ne furono saliti quattro, iniziò la mattanza.
    Tutti quelli in acqua all’improvviso gridavano e poi scomparivano sotto, come fossero tirati da qualcosa di enorme. Al loro posto restava un alone di sangue che presto si era confuso con il nero di quelle acque profonde.
    Susi era inorridita e piangeva continuando a chiedere “perché?”. Giulius l’aveva presa e stretta forte: «Queste sono le regole, lo sapevi, no? Vuoi andare a Cinque Sotto Zero? Allora reagisci e pensa alla prossima. Capito?»

    In quel momento la tromba della seconda manche aveva suonato. Cinque minuti.

    Lucas aveva preso e stretto la mano di Giulius.
    «La prossima pedana ne tiene solo due. Che vinca il migliore!.»
    Poi si era messo in un angolo con Michi e stringendola l’aveva baciata a lungo.
    Susi ancora tremava, poi aveva guardato Giulius sfiorandosi il polpaccio.
    «Giulius, i coltelli.»
    « È presto, tu pensa a nuotare. Al resto penso io.»

    Ancora un suono di tromba. Via.

    «Andiamo, nuota, hai capito? Nuota!» La strinse forte e poi si gettarono in acqua.

    L’acqua era più fredda, Giulius sentiva tutti i muscoli del corpo tesi per lo sforzo e, allo stesso tempo, intirizziti dal freddo. Aveva alzato la testa un paio di volte, Susi filava che era un missile, ma Lucas e Michi guadagnavano terreno. Giulius si fermò, si fece raggiungere, estrasse il coltello e lo infilò nello stomaco di Lucas, Michi, come una belva gli saltò addosso ficcandogli i denti nel collo, ma con uno scatto, Giulius riuscì a colpire anche lei, ripetutamente, finché non la vide sparire fra le acque. Poi raggiunse Susi e insieme salirono sulla pedana mentre Nico e la sua compagna erano stati eliminati come tutti gli altri.

    Distrutti dalla tensione, vennero prelevati dal gommone dei Guardiani che dopo un breve tragitto li scaricò sulla banchina di base Cinque Sotto Zero. La neve aveva coperto tutto e il freddo gli si infilava nelle ossa. Un’infermiera gli andò incontro e li accompagnò nel laboratorio. Scavato nel ghiaccio, sembrava una cattedrale di vetro in pieno deserto.

    «Sono il dottor Turchensten, benvenuti! Siete fortunati. La vostra discendenza è salva.»
    Giulius riuscì solo a dire: «Perché?»
    « Potrei dire che siamo tornati al tempo in cui si dava la vita per la sopravvivenza della razza. Strano ossimoro. Vero? Oggi persino fare un figlio è possibile solo a Cinque Sotto Zero. Controllo delle nascite, infezioni, emergenza batteriologia, ormai tutto è diventato difficile.»
    Giulius e Susi non riuscivano a parlare.
    «È tutto pronto, potete entrare, spogliarvi e mettervi a vostro agio. L’inseminazione artificiale avverrà appena avrete raggiunto la giusta temperatura basale. Poi la procedura la conoscete già, vero?»
     
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    Porca miseria che angoscia! Non sono riuscita a staccare gli occhi neanche per un momento. I protagonisti della tua storia fanno paura, così come il mondo che hai descritto. Una sorta di Mondo Nuovo con in più la psicosi: o un figlio, o morte! E fuor di metafora!
    Brr... cosa non si farebbe per riprodursi... :o:
    Mi sono un po' persa Nico e la compagna, non riesco bene a seguirli nel racconto.Comunque sia, agghiacciante. Complimenti.
    :)

    Edited by lady masumi - 27/4/2011, 02:11
     
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  3. Fini Tocchi Alati
     
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    Bello.
    Fino all'ultimo paragrafo!
    Il finale lo svilisce parecchio, porcoddue! C'è spiegato il tutto, ma mica ho capito bene quello che succede.
    Poi non capisco cosa sia Cinque Sotto Zero. Cioè ho capito che è il laboratorio però mi pare che potrebbe il nome sessere sostituito con qualsiasi cosa (sette sotto zero, per esempio) e quindi che il rispetto della traccia sia un po' forzato. O mi sono perso qualche passaggio?
    Un peccato, perché in effetti il racconto filava bene. A parte forse l'inizio dove , secondo me, ci sono troppe frasi brevi che, anziché creare subito tensione e atmosfera, spezzettano troppo la lettura.
     
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  4. B. Bacardi
     
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    mi piaciuto e no, è raccontato bene e questo mi piace, troppo inverosimile e questo non mi piace. potrai dire che il 90% della letteratura è "romanzata" e avresti ragione, ma questo tuo racconto è estremismo di paradosso, e io l'avrei proposto in chiave burlesque, meno credibile per quest'improbabile futuro.
    lo stile è più che buono, mi attendo cose migliori come trama e di certo ci sono già, o le hai nella faretra, scoccale a piacere che leggerò con piacere.
    inoltre mi piace la tua firma, altro paradosso in questo forum, è la seconda firma con citazione di Palahniuk che leggo e anche questa appartiene a una donna, e io che pensavo che il lettore tipo, almeno quello italiano di chucky, fosse maschietto.
     
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  5. Peter7413
     
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    Racconto strano. Partiamo dal tema, secondo me assai forzato: c'è un motivo per cui quella base dovesse chiamarsi proprio cinque sotto zero? A me non sembra e a questo punto potevi dargli qualunque altro nome e non sarebbe cambiato nulla. Riguardo alla storia, troppi personaggi e troppo poco centrati, nel senso che non riesci a fare uscire le loro caratteristiche e ciò li rende tutti troppo uguali. In questa società hanno diritto di procreare solo i più forti e va bene, ma a questo punto avresti dovuto ammantare la prova di un senso e non lo vedo. Perché farli proprio nuotare in un lago a zero gradi pieno di orche assassine (che credo siano gli unici pesciazzi cattivi a quelle temperature)? Cristiana, qui hai materiale per un racconto di almeno 20000 caratteri, i 4999 di questa edizione di MC gli stanno troppo stretti. Riprendilo assolutamente e amplialo che a uno dei prossimo Usam sarebbe bello poterlo rileggere!

    Edited by Peter7413 - 1/5/2011, 01:27
     
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  6. nescitgalatea
     
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    Grazie dei vostri commenti,

    qualche precisazione (ovvio, se preciso equivale a carenza!) la base si chiama Cinque sotto zero perché solo a quella temperatura possono procreare per via dei batteri - lo dico alla fine ma evidentemente non è sufficientemente chiaro.
    Vero Peter, tema forzato, non ha basi logiche. Vero anche che ho dovuto tagliare parecchio per restare nei 4999.
    Ci provo per un Usam prossimo

    Ciao e grazie!


    CristiAna

    Per Bacardi: Chuck (il vecchio) è straordinario, paradossale? Certo! (eheheh)
     
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  7. Peter7413
     
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    Mi era scappata la A! Corretto!!!!!
    :D
     
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  8. nescitgalatea
     
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    Grazieeeeeeeeeeee! :D
     
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  9. Dylan!
     
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    Bello. Mi è piaciuto. Molto concitato ma rende bene l’idea dell’affanno, della paura e dell’ineluttabilità di un qualcosa che si capisce solo alla fine. È impegnativo, per seguire l’azione bisogna rimanere concentrati però credo di esserci riuscito. Non so, quello che ho inteso io è che il cinque sotto zero sta a significare una zona in cui, anche con la temperatura si cerca di limitare infezioni e batteri. Una zona distante in cui la neve protegge e il mare isola.
    Posso dire che forse solo la frase: “Potrei dire che siamo tornati al tempo in cui si dava la vita per la sopravvivenza della razza” potrebbe essere tolta perché tende a dare una spiegazione di qualcosa che poteva essere intuito. Ma qui sono io. Lo ripeto. Mi piacciono le cose che mi lasciano senza certezze.
    Ah, ci sono un paio di caporali con uno spazio di troppo. Le dita andavano più veloci del pc. :D
     
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  10. =swetty=
     
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    C'è un refuso: "Un tipo alto, bindo".
    Non mi sono piaciuti i personaggi, poco caratterizzati, l'unico tentativo è con Lucas e Michi, quando si baciano, il resto è piuttosto piatto.
    Anche la storia è inverosimile, ci sono metodi più efficienti di selezionare che far nuotare la gente in mezzo agli squali (o orche che siano). Il nome della base è poi piuttosto improbabile ed essendo l'unico legame con la traccia non è un problema da poco.
    È gestito comunque bene e l'angoscia arriva, anche se più per il contributo del lettore.
     
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9 replies since 26/4/2011, 22:56   107 views
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