Il cadavere dormiente
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Il cadavere dormiente

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  1. Magister Ludus
     
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    Il cadavere dormiente

    Vi sono cose, al mondo d'oggi, che sfuggono alla comprensione dell'intelletto umano. Esse sembrano appartenere alla sfera dell'occulto, a tutto ciò che l'uomo rifugge e teme, mentre sono semplicemente terrene, come la vita. Sono, anzi, parte della vita stessa, anche se la medicina, nonostante i suoi progressi, non sia ancora in grado di fornire una precisa spiegazione a quei particolari stati del corpo umano. Possiamo soltanto attribuirne la causa ad altre condizioni e circostanze, ma sono solo congetture, che non possono trovare, per ora, validi riscontri per una giusta classificazione.
    Il fatto che voglio narrare accadde tanti, tanti anni fa, ma gli eventi e i personaggi coinvolti in quella triste e dolorosa vicenda mi obbligano a mantenere il più assoluto riserbo su nomi e luoghi. E sulle date, anche, così che non sia possibile risalire a nulla. Questa mia decisione non vuole ripararmi da azioni illegali commesse. Sono colpevole, certo, lo ammetto senza vergogna. Ma se si può chiamare colpevolezza, se si può chiamare reato l'aver salvato una vita umana, una vita che ha sofferto e che ha ritrovato ora la serenità e la salute, allora sì, allora chiamatemi pure criminale. Certi segreti sono custoditi per lei, a cui non deve essere fatto più alcun male. È per lei che ho abbandonato la professione medica, che ho cambiato nome e città, che ho intrapreso una nuova vita. Per lei ho commesso quei piccoli reati, soltanto per salvarla da una vita di miseria o, peggio, dalla morte.
    A quel tempo, nei primi mesi del 18.., ero un medico affermato. Esercitavo nel piccolo centro di P., un paese tranquillo dell'Italia centrale. A dire il vero, capitava spesso che mi dovessi spostare da un paese all'altro, ma quei luoghi mi piacevano, l'aria era salutare e gli inverni non particolarmente freddi. La gente del luogo, sebbene dalla mentalità provinciale e ristretta, era di animo buono, di piacevole compagnia, salvo rare eccezioni.
    Una di queste era il signor M., un ricco proprietario terriero che viveva in una grossa casa circondata dal verde e dalle piantagioni, nella periferia del paese. Era un uomo senza scrupoli, furbo, egoista. Aveva sposato una bella donna, la signora L., e io mi meravigliai di come una creatura così gentile e pura sia stata attratta da una persona come M., ma è risaputo che l'amore sia cieco. Se qualche malalingua vedesse in questo matrimonio un opportunismo calcolatore, sappia che la signora L. non era certo povera. Era diventata la moglie di M. perché innamorata di quell'uomo, tanto da mettere nelle sue mani tutti i propri averi, che mai più rivide.
    Due anni dopo il matrimonio, l'idillio di una vita felice e agiata svanì dalla mente – e dal corpo! – della signora. L'uomo aveva preso l'abitudine di viaggiare spesso, adducendo come scusa gli affari. Sebbene i proventi di quegli affari fossero ben visibili dal tenore di vita che conduceva, era fin troppo chiaro che per M. il matrimonio servisse solo come immagine. Una bella moglie, una bella casa, una bella vita: i tre ingredienti che gli avrebbero aperto la strada verso un successo sempre più grande.
    La solitudine della donna, tuttavia, continuava anche con la presenza del marito in casa. M. era sempre troppo occupato a gestire i suoi possedimenti e i contatti coi clienti e i collaboratori. Se ne stava chiuso nel proprio studio a scrivere lettere e a controllare i registri, oppure cavalcava per le sue terre. Vedeva la moglie durante i pasti, ma pranzi e cene avvenivano nel più cupo silenzio. Talvolta la signora aveva provato a iniziare una conversazione, che l'uomo aveva però sempre spento dopo poche battute. Se chiedeva di cavalcare con lui, si sentiva rispondere che non erano giri di piacere e che la moglie, in quei casi, sarebbe stata solo d'impaccio.
    La donna, seppur triste per quella situazione, sopportò con stoicismo, convinta che presto le cose sarebbero tornate nella normalità, che fosse soltanto un periodo di assiduo lavoro ad aver creato l'allontanamento del marito. Perché non si poteva certo chiamare matrimonio quell'unione. Era un'unione, certamente, ma dichiarata soltanto sulla carta, su un documento. La realtà era ben altra.
    La coppia era sposata da circa quattro anni, quando la donna rivelò le prime avvisaglie del male che la portò in breve tempo alla morte. Era caduta in uno stato di profonda malinconia, lo sguardo si era fatto buio, gli occhi, prima lucenti e allegri, apparivano ora socchiusi, sofferenti. Una leggera apatia si era impossessata del suo animo energico e vivo, unita a una sempre più accentuata mancanza di appetito. Mangiava quel poco che le occorreva per sostenersi, ma fu presto chiaro che non fosse sufficiente, poiché la donna cominciò a dimagrire. Il suo colorito roseo si trasformò in un pallore preoccupante, segno che soffriva anche di una certa anemia.
    Tutto questo scoprii e annotai durante la mia prima visita nella sontuosa villa di M. L'uomo, in apprensione per lo stato di salute di sua moglie, forse in un improvviso slancio di umanità, mi aveva mandato a chiamare da uno dei suoi servitori. Avevo provato a fare delle domande alla donna, poiché conoscevo – e chi poteva ignorarlo? – la sua triste condizione di moglie trascurata, e la signora, seppur timidamente, aveva dato conferma alle mie paure. Fui abbastanza discreto, non volendo turbare quell'animo così già provato, ma la donna disse chiaramente che era tormentata per la fine del suo matrimonio. Parlò davvero così: di fine. La poveretta era convinta che il marito avesse un'altra donna, ma in realtà la vera amante di quell'uomo era la ricchezza.
    Tentai di consolarla, usando parole studiate per non rischiare di pronunciare frasi di circostanza, che avrebbero sortito un effetto contrario. Le parlai della complessità del lavoro dell'uomo, che forse si sarebbe tutto sistemato a breve, ma la donna non ne era per nulla convinta. La salutai, congedandomi a malincuore da quella creatura che necessitava di non essere lasciata sola a se stessa, promettendole che sarei tornato spesso a trovarla.
    Prima di abbandonare quella casa parlai con il signor M., spiegandogli che l'affetto e la dedizione sarebbero stati la migliore cura per il male della donna. Era vittima di uno stato depressivo e soltanto il suo amore e la sua compagnia avrebbero potuto farla ritornare felice. La risposta che ricevetti non mi meravigliò. Disse che non aveva tempo per recitare la parte del fidanzatino innamorato, che la sua posizione e i suoi affari richiedevano e reclamavano tutte le sue energie e una presenza costante. Me ne andai, dicendo che avrei fatto presto ritorno per visitare sua moglie.
    Lo stato di salute della donna peggiorò. Si stava lentamente consumando dentro e quella sorta di malattia si rifletteva con forza nel suo aspetto fisico. Diveniva sempre più pallida, si trascinava per la casa come un fantasma, le occhiaie, sempre più profonde, che rivelavano una lotta interiore impressionante. Soffriva, e sembrava non esserci cura per quel suo male. Le mie visite non riuscirono ad alleviare il dolore che la divorava viva. Le somministrai dei farmaci, che però non le diedero alcun beneficio.
    Fu in una sera di inizio primavera che ebbi la sconvolgente notizia della morte della donna. Di nuovo uno dei servitori era giunto nel mio studio a comunicarmi un messaggio di M. L'uomo aveva trovato la moglie, al suo ritorno da un paese vicino, in terra accanto al letto, senza vita. Aveva tentato di rianimarla, scuotendola e gettandole dell'acqua sul viso, pensando fosse svenuta, ma invano. Quando arrivai alla villa, un'atmosfera lugubre mi accolse. La casa era in penombra, come se l'assenza di luce avesse potuto disturbare il sonno eterno della donna. Feci allontanare i servitori e persino il marito e la visitai.
    Il pallore era spettrale. Dal petto non proveniva alcun movimento. Le auscultai il cuore, ma nessun suono giunse alle mie orecchie. Le sollevai poi le palpebre e vidi due occhi senza più luce. Distesa sul letto, in camicia da notte, diafana, smagrita, sembrava deceduta già da giorni. Provai una fitta acuta a quel pensiero. Con le lacrime agli occhi uscii dalla camera e confermai il decesso al marito. I servitori piansero e si diedero da fare per vestire la donna. Ma l'uomo rimase senza espressione. Mi ringraziò e, guardando, pochi minuti dopo, il cadavere della moglie che giaceva sul letto, disse: «Sembra dormire, non trovate?»
    E in effetti era proprio così. La donna pareva assopita, il suo volto, sebbene devastato dalla malattia, sembrava più disteso, in pace. La pace dell'eterno riposo.
    Restammo là tutta la notte, io e il signor M., a vegliare la defunta, seduti uno accanto all'altro di fronte al grande letto. Nella stanza, buia se si fa eccezione per alcune candele, regnava il silenzio più assoluto. Ogni tanto uno dei servitori entrava in punta di piedi e chiedeva sottovoce se avessimo bisogno di qualcosa. Ma nessuno di noi due mangiò né bevve nulla. Le ore passavano con estrema lentezza. Vidi il vedovo M. assopirsi più volte. Era evidente che per lui quella morte fosse solo una seccatura. Io non staccavo gli occhi di dosso dalla donna. Mi sentivo in colpa, in un certo senso, per non aver saputo aiutarla, salvarla da quel destino che l'aveva portata alla tomba.
    Poco prima dell'alba mi sentii travolgere dal sonno. Riuscii a resistere, tornando a guardare il volto della defunta. La scarsa luce che rischiarava appena la stanza infondeva insoliti colori sull'arredamento e sul volto dei coniugi. Il pallore della donna sembrava essersi d'improvviso attenuato. E poi le ombre gettate dalle fiammelle tremolanti, che giocavano strani scherzi su quel corpo senza vita. Come di un corpo che respirasse debolmente.
    Mi riscossi dal torpore e dalle fantasticherie che la spossatezza di quella sera mi aveva infuso. M. si era svegliato, si era diretto alla finestra, scostando appena le tende, poi era tornato a sedersi.
    «Fra meno di un'ora albeggerà» disse. Annuii, come a conferma delle sue parole, poi accadde qualcosa che avrebbe gelato il sangue a chiunque. Per fortuna sono un uomo di scienza e non è così facile impressionarmi. Tuttavia quello che vidi, unito all'urlo dell'uomo che mi sedeva accanto, mi scossero i nervi, accapponandomi la pelle. Un altro, al mio posto, sarebbe morto di spavento o quantomeno impazzito. M. urlò, alzandosi e cadendo assieme alla sedia. Indietreggiò strisciando sul pavimento, un braccio alzato come a tenere lontano la visione che gli era apparsa davanti all'improvviso.
    Perché la donna, la defunta signora L., si era alzata a sedere sul letto, di scatto, gli occhi sbarrati, pronunciando con voce strozzata il nome di suo marito. Poi era ricaduta inerte, immobile, e la stanza era di nuovo sprofondata nel silenzio, eccettuati i mugolii senza senso dell'uomo.
    Io accorsi al capezzale, presi la borsa con gli strumenti che avevo lasciato sul comodino e mi apprestai a visitare la donna. Nel frattempo M. si riprese dallo choc.
    «Portate fuori da questa casa quel corpo maledetto!» disse, con voce tremante.
    «Ma cosa dite?» Mi ero voltato verso di lui con rabbia. Non potevo credere che, quantunque quel matrimonio fosse finito da un pezzo, un marito reagisse a quel modo. «Forse si è trattato soltanto» ma M. non mi fece terminare la frase e, adesso, gliene sono grato. Sosteneva che l'anima dannata di sua moglie avesse rianimato il cadavere, per punirlo delle scarse attenzioni che aveva rivolto alla donna durante la vita matrimoniale.
    Non so se l'uomo credesse davvero a ciò che disse, o se quella stupida superstizione fosse solo una scusa per sbarazzarsi della donna. Sinceramente a me non interessò, in quel momento. Avvolsi quel corpo così delicato in una coperta e lo trasportai alla mia carrozza. Dissi all'uomo che sarebbe stato da me fino al pomeriggio seguente, quando si sarebbero svolti i funerali.
    L'indomani mattina tornai alla villa. Parlai con uno dei servitori e gli dissi di far portare la cassa al mio studio. Avrei provveduto io stesso a deporre il corpo della signora nel feretro e a chiamare il carro funebre. E così feci.
    Nel pomeriggio si svolsero i funerali. M. fingeva di essere addolorato, i servitori piangevano e anche parecchia gente del paese dimostrava un profondo cordoglio. Io ero là assieme agli altri, a veder calare nella tomba una bara vuota. Sì, perché avevo riempito la cassa con dei sacchi pieni di terra, poi l'avevo chiusa e avevo chiamato il carro funebre. Nessuno seppe mai che in quella tomba non era stato sepolto alcun defunto.
    Vissi circa due settimane in compagnia di quel cadavere dormiente, mettendo in atto il mio piano. Avevo già in mente una destinazione e la luna nuova di quei giorni nascose i miei movimenti, che altrimenti sarebbero parsi non poco sospetti. Trasportai la mia roba nella carrozza, poi rientrai nello studio a prendere il corpo della donna. Lo adagiai all'interno, sistemandolo affinché non ricevesse troppi scossoni durante il viaggio. Alle tre di notte partii.
    Da quel giorno sono ormai trascorsi oltre trent'anni. Io, come ho già accennato all'inizio di questa storia, non ho più esercitato come medico. Redigere un falso certificato di morte, far svolgere un finto funerale e rapire una donna non mi avrebbero più permesso di continuare a svolgere la mia professione, suppongo. Così cambiai nome e trovai lavoro come insegnante. Qualche anno dopo mi sposai.
    Dopo mesi di cure e riposo e, soprattutto, di una vita felice e piena di amore, la signora L., che ora si chiama Elena, guarì perfettamente. Adesso siamo sposati e abbiamo due figli già adulti.
    Quello che avevo tentato di dire al suo ex marito, in quella lontana e triste notte, prima di essere interrotto, era che, molto probabilmente – e come avevo avuto modo di appurare in seguito – si era trattato soltanto di quella particolare condizione per cui il corpo umano viene temporaneamente privato di movimento e sensibilità.
    Condizione che va sotto il nome di catalessi.
     
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  2. rehel
     
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    Titolo pessimo, tropo troppo rivelatore! Ma se si tratta di un titolo così, giusto per USAM, allora te lo passo. Se invece pensi di utilizzare questo, cambialo assolutamente!

    alla comprensione dell'intelletto umano - stati del corpo umano – Ripetizione a poche righe di distanza.

    Taglierei del tutto il primo paragrafo: Ridondante e superfluo. Inizierei direttamente da: Il fatto che voglio narrare accadde tanti, tanti anni fa, un incipit non geniale, ma onesto. La parte precedente sa un po’ di aria fritta.

    “Questa mia decisione non vuole ripararmi da azioni illegali commesse. Sono colpevole, certo, lo ammetto senza vergogna. Ma se si può chiamare colpevolezza, se si può chiamare reato l'aver salvato una vita umana, una vita che ha sofferto e che ha ritrovato ora la serenità e la salute, allora sì, allora chiamatemi pure criminale. Certi segreti sono custoditi per lei, a cui non deve essere fatto più alcun male.” - Non so, leggendo questa parte ho avuto l’impressione di trovarmi sulla scena di un processo, mentre l’imputato declama la sua difesa. Un po’ troppo artificioso e gonfio, credo.

    ., ma è risaputo che l'amore sia cieco. – Frase sbagliata: è risaputo che l’amore è cieco, oppure – come l’amore sia ceco… e perché mai non slovacco? Scusatemi la battutaccia.

    quando la donna rivelò le prime avvisaglie del male che la portò in breve tempo alla morte. – Frase sbagliata: che l’avrebbe portata in breve tempo alla morte.

    ma fu presto chiaro che non fosse sufficiente, - pessimo congiuntivo: che non era sufficiente.

    mi aveva mandato a chiamare da uno dei suoi servitori – questa frase non mi convince: mi aveva fatto chiamare da uno dei sui servitori, oppure: mi aveva mandato a chiamare tramite uno dei suoi servitori.

    che ebbi la sconvolgente notizia della morte della donna – visto l’andazzo, mi sembra esagerato che il dottore trovi sconvolgente una cosa che al lettore (Ma anche a lui dovrebbe) appare scontata.


    Feci allontanare i servitori e persino il marito e la visitai.- Non sono un medico, ma dopo una morte non so se si possa parlate (in maniera appropriata) di una visita.

    , sebbene devastato dalla malattia, - quale malattia? Non si è trattato di un deperimento organico? Così è sembrato di capire.

    Nella stanza, buia se si fa eccezione per alcune candele, regnava il silenzio – brutta frase: ,buia a eccezione di alcune candele.

    Restammo là tutta la notte, io e il signor M., a vegliare la defunta – piuttosto paradossale che il marito vegli addirittura la moglie, che in vita disdegnava in tutti i modi.

    «Fra meno di un'ora albeggerà» - brutta espressione: fra meno di un’ora sarà l’alba. Oppure: sorgerà il sole. Più semplice ma più efficace, almeno a mio parere.


    «Forse si è trattato soltanto» questa sospensione del dialogo richiede i tre puntini di sospensione dopo: soltanto…

    Non so se l'uomo credesse davvero a ciò che disse – Frase sbagliata - Non so se l'uomo credesse davvero a ciò che diceva.

    Sinceramente a me non interessò, in quel momento – credo sia più valido così: Sinceramente a me non interessava, in quel momento

    Dissi all'uomo che sarebbe stato da me – Brutto quel “sarebbe stato da me” - scriverei: Dissi all'uomo che l’avrei tenuto da me.

    Per finire.
    Scrittura troppo involuta e a tratti ridondante. Spesso sbagliata in maniera grossolana. Dici troppo e mostri troppo poco. Si fa fatica a leggere.
    La narrazione non specifica un epoca precisa. Dal linguaggio e dal tono scelti sembrerebbe di trovarsi nel’ottocento. Io avrei gradito qualche dettaglio significativo a riguardo.
    SPOILER (click to view)
    [/SPOILER]
    Il dottore non sembra essere interessato a lei, prima. Secondo me manca qualcosa che giustifichi il suo innamoramento. Se lo era già da prima, il lettore non lo capisce, visto che quelli espressi appaiono normali sentimenti di pena per una sorte meschina.
    Scrivi che il medico non può più esercitare perché ha fatto cose che non poteva, ma nessuno lo sa. In realtà menti al lettore, perché lui è costretto a rifarsi una vita perché non può certo farsi vedere in quel paese con la moglie defunta di un altro e che doveva essere sepolta.[SPOILER]


    La trama non è speciale, ma lo stile contribuisce a fiaccarla non poco.
    Mi dispiace, ma uno anche a te.



     
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  3. Dieguito_85
     
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    A me non è dispiaciuto. Il linguaggio è volutamente arcaico, la narrazione discreta, la trama quasi accettabile. Certo, non è un capolavoro, ma nemmeno una schifezza.
    Alcune osservazioni di piscu manno bene, tipo: l'innamoramento deve affondare le proprie radici in un terreno maggiormente dettagliato, credibile, costruito.
    In definitiva, dico 2.

    SPOILER (click to view)
    Questa correzione di Rehel è sbagliata: «Forse si è trattato soltanto» questa sospensione del dialogo richiede i tre puntini di sospensione dopo: soltanto…
    Non è vero. I sospensivi possono anche non mettersi: se il discorso è interrotto, e non sospeso, il dialogo può troncarsi anche senza punteggiatura.


    Edited by Dieguito_85 - 2/5/2011, 09:45
     
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  4. rehel
     
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    Sono Rehel, non Piscu! :rolleyes:
    Per i puntini di sospensione mi affido al parere di un assiduo frequentatore del sito dell'Accademia della Crusca. :)
     
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  5. Dieguito_85
     
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    CITAZIONE (rehel @ 2/5/2011, 09:25) 
    Sono Rehel, non Piscu! :rolleyes:
    Per i puntini di sospensione mi affido al parere di un assiduo frequentatore del sito dell'Accademia della Crusca. :)

    Scusami, ho corretto. Non so perché, ti avevo scambiato :P
    Comunque l'Accademia della Crusca va benissimo, ma occorre prendere confidenza anche con le attuali realtà editoriali: quando un discorso viene interrotto, alcuni editori (forse la maggior parte) usa i sospensivi. Altri (come Edizioni XII, se hai letto qualche libro, lo sai) non usa punteggiatura, per evidenziare il troncamento del discorso.
    Quindi si può usare sia il primo metodo che il secondo, ma non mettere nulla (recte: non usare punteggiatura) non è assolutamente errore. :D
     
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  6. Piscu
     
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    secondo racconto che leggo, e pure qui abbiamo stile e lessico antico! in questo caso però è giustificato visto che è chiaro che l'ambientazione è ottocentesca.


    non sono però del tutto convinto dalla storia costruita come uno di quei racconti "del mistero" all'origine della letteratura fantastica. il personaggio classico dello scienziato che affronta con razionalità quello che sembra un evento soprannaturale può essere valido, il problema che si presenta qui è una conclusione piuttosto banale.

    ora, non ho conoscenze mediche tali da sapere quando e come è stata "scoperta" la catalessi, ma ad oggi mi sembra una patologia piuttosto nota. per cui la conlusione non è così sorprendente come dovrebbe essere. magari lo sarebbe stata nel 1860, se la malattia non era conosciuta come lo è oggi, ma leggendolo è stata la prima cosa che ho pensato (e scartato, perché appunto troppo scontato). quindi, alla fine, tutta una storia costruita su un mistero che si risovle con la risposta più semplice non ha un grande impatto.


    lo stile volutamente antico funziona abbastanza bene, anche se ci sono alcune imprecisioni nei tempi verbali che ti hanno già fatto notare. in generale però non riesce a creare troppa tensione durante la lettura, che risulta piuttosto piatta.


    metto 2.
     
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  7. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (rehel @ 1/5/2011, 18:31) 
    Titolo pessimo, tropo troppo rivelatore! Ma se si tratta di un titolo così, giusto per USAM, allora te lo passo. Se invece pensi di utilizzare questo, cambialo assolutamente!

    Boh, a me piace :)

    Non lo utilizzo, anche perché ormai è pubblicato qui.

    Concordo sui tempi verbali, anche a me suonavano sbagliati.

    CITAZIONE
    Feci allontanare i servitori e persino il marito e la visitai.- Non sono un medico, ma dopo una morte non so se si possa parlate (in maniera appropriata) di una visita.

    Beh, sempre di visita si tratta. Il medico deve constatare la morte e lo fa visitando.

    CITAZIONE
    Restammo là tutta la notte, io e il signor M., a vegliare la defunta – piuttosto paradossale che il marito vegli addirittura la moglie, che in vita disdegnava in tutti i modi.

    Mah, non ci trovo nulla di strano. Un conto è trascurare il matrimonio, un altro è fregarsene della morte della moglie.

    CITAZIONE
    «Fra meno di un'ora albeggerà» - brutta espressione: fra meno di un’ora sarà l’alba. Oppure: sorgerà il sole. Più semplice ma più efficace, almeno a mio parere.

    Visto lo stile arcaico che ho usato, quel verbo secondo me sta bene.

    CITAZIONE
    «Forse si è trattato soltanto» questa sospensione del dialogo richiede i tre puntini di sospensione dopo: soltanto…

    No, come ti ha fatto notare Diego.

    CITAZIONE
    La narrazione non specifica un epoca precisa.

    Veramente l'ho scritto all'inizio.

    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Il dottore non sembra essere interessato a lei, prima. Secondo me manca qualcosa che giustifichi il suo innamoramento. Se lo era già da prima, il lettore non lo capisce, visto che quelli espressi appaiono normali sentimenti di pena per una sorte meschina.

    Non lo era infatti. E ho scritto che si sono spostai dopo qualche anno dalla "fuga". Ci sta che due possano innamorarsi, considerando anche il periodo storico.

    CITAZIONE
    Scrivi che il medico non può più esercitare perché ha fatto cose che non poteva, ma nessuno lo sa. In realtà menti al lettore, perché lui è costretto a rifarsi una vita perché non può certo farsi vedere in quel paese con la moglie defunta di un altro e che doveva essere sepolta.

    Questa non l'ho capita. Perché starei mentendo al lettore?





    CITAZIONE (Dieguito_85 @ 1/5/2011, 23:21) 
    Alcune osservazioni di piscu manno bene, tipo: l'innamoramento deve affondare le proprie radici in un terreno maggiormente dettagliato, credibile, costruito.

    Non concordo assolutamente, la storia non è una storia d'amore e l'innamoramento è avvenuto dopo anni dal loro allontanamento dal paese.


    CITAZIONE (Piscu @ 2/5/2011, 12:05) 
    non sono però del tutto convinto dalla storia costruita come uno di quei racconti "del mistero" all'origine della letteratura fantastica. il personaggio classico dello scienziato che affronta con razionalità quello che sembra un evento soprannaturale può essere valido, il problema che si presenta qui è una conclusione piuttosto banale.

    lo stile volutamente antico funziona abbastanza bene, anche se ci sono alcune imprecisioni nei tempi verbali che ti hanno già fatto notare. in generale però non riesce a creare troppa tensione durante la lettura, che risulta piuttosto piatta.

    Condivido che non sia un capolavoro.

    Grazie a tutti per i commenti.
     
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    Losco Figuro

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    Un racconto che per certi versi mi ha richiamato alla mente Ligeia di Poe. Però ci sono alcune cose che non tornano, primo fra tutti il fatto che lui faccia tanto di non menzionare nomi, date e luoghi per proteggere la persona che ha salvato ma poi spiattelli allegramente che si tratta di sua moglie e tanti saluti. A questo punto sfugge proprio il perché stia raccontando la storia, visto che ha tutto l'interesse a fare in modo che si continui a non sapere. Sta morendo? Non sembra, ma anche così ci andrebbe di mezzo la moglie (che è pur sempre bigama), quindi perché?

    Voto 3 fondamentalmente perché è ben scritto e rende bene l'atmosfera, ma non è proprio un 3 pieno.


    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Sono, anzi, parte della vita stessa, anche se la medicina, nonostante i suoi progressi, non sia ancora in grado di fornire una precisa spiegazione a quei particolari stati del corpo umano.

    "la medicina non è..."

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    una vita che ha sofferto e che ha ritrovato ora la serenità e la salute,

    Mi sembra improprio dire che la vita ha sofferto e ritrovato la serenità

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Mangiava quel poco che le occorreva per sostenersi, ma fu presto chiaro che non fosse sufficiente, poiché la donna cominciò a dimagrire.

    "che non era" (o al più "come non fosse")

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Avevo provato a fare delle domande alla donna, poiché conoscevo – e chi poteva ignorarlo? – la sua triste condizione di moglie trascurata,

    "ignorarla" (la condizione)

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    L'uomo aveva trovato la moglie, al suo ritorno da un paese vicino, in terra accanto al letto, senza vita.

    Meglio "L'uomo, al suo ritorno da un paese vicino, aveva trovato", se no sembra che sia la moglie a essere tornata da un paese vicino

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    La casa era in penombra, come se l'assenza di luce avesse potuto disturbare il sonno eterno della donna.

    "avrebbe potuto"

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Feci allontanare i servitori e persino il marito e la visitai.

    Visitò la casa? L'ultimo soggetto è quello ^__^;;

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Il pallore era spettrale. Dal petto non proveniva alcun movimento. Le auscultai il cuore, ma nessun suono giunse alle mie orecchie.

    Ecc. ecc.
    Qualcosa non torna. Prima dice di "aver ricevuto la notizia della morte", ma invece è lui a constatare la morte, non gli viene comunicata.

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Nella stanza, buia se si fa eccezione per alcune candele,

    "se si faceva", o meglio ancora "fatta"

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Io non staccavo gli occhi di dosso dalla donna.

    "alla donna"

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Tuttavia quello che vidi, unito all'urlo dell'uomo che mi sedeva accanto, mi scossero i nervi, accapponandomi la pelle.

    "mi scosse", il soggetto è solo "quello che vidi" perché il resto è un inciso.
     
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  9. rehel
     
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    Vedi, il "pessimo titolo" non l'ho scritto perché non mi piaccia stilisticamente, l'ho scritto perché si tartta di un titolo che, riferito a una storia breve, spiattella praticamente tutto; in questo senso lo trovo orribile e da cambiare per un utilizzo meno didattico rispetto a questa edizione di USAM.
    Se ci pensi bene, da solo ti anticipa quella che sarà la storia e diminuisce di molto il possibile interesse del lettore.

    Sui puntini ho sbagliato... :rolleyes:

    Ecco la frase a cui mi riferisco.
    Da quel giorno sono ormai trascorsi oltre trent'anni. Io, come ho già accennato all'inizio di questa storia, non ho più esercitato come medico. Redigere un falso certificato di morte, far svolgere un finto funerale e rapire una donna non mi avrebbero più permesso di continuare a svolgere la mia professione, suppongo. Così cambiai nome e trovai lavoro come insegnante. Qualche anno dopo mi sposai.
    Bene, nessuno lo sa quello che lui ha fatto e non è quello il motivo per il quale lui cambia completamente vita, esistenza, lavoro. Lo fa solo perché non potrebbe più stare in quel paese, per motivi più che evidentI.
    In questo senso dico che menti al lettore, perché quello che dice il personaggio narrante non mi appare vero.
    Attenzione, l'utilizzo di un personaggio che mente non è affatto vietato, anzi viene utilizzato come tecnica, ma qui non ne vedo l'utilità.

    Hai ragione, all'inizio dici che siamo all'inizio del 18... non me ne ero accorto. :fischio:

    Ha ragione chi dice che la storia ricorda quelle di POE, allora perché non la utilizzi per: Una penna per Poe? Secondo me dovresti lavorarci un po', ma credo che l'intenzione del linguaggio utilizzato sarebbe più che valida in quel contesto.
    :)

    P.S.
    Vedo che anche a te piace il passato. Questa storia e il fatto che ti sei fiondato per primo su ULAM. Bene, ti ho seguito a ruota. Questo mese doppio impegno anche per me, anzi triplo, visto che sarò anche alla selezione per: Nero angeli.

    :)

    Edited by rehel - 2/5/2011, 16:31
     
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  10. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (CMT @ 2/5/2011, 15:06) 
    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Però ci sono alcune cose che non tornano, primo fra tutti il fatto che lui faccia tanto di non menzionare nomi, date e luoghi per proteggere la persona che ha salvato ma poi spiattelli allegramente che si tratta di sua moglie e tanti saluti.

    Beh, ma lui non si firma, non dice dove è andato ad abitare e via dicendo.

    CITAZIONE
    Voto 3 fondamentalmente perché è ben scritto e rende bene l'atmosfera, ma non è proprio un 3 pieno

    e va beh, sempre un 3 è :P

    Grazie per i commenti, le forme verbali a sto racconto m'hanno fatto dannare...

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    una vita che ha sofferto e che ha ritrovato ora la serenità e la salute,

    Mi sembra improprio dire che la vita ha sofferto e ritrovato la serenità

    Mmm... beh, si dice "una vita spezzata", volevo intendere persona. E' così sbagliato?

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Avevo provato a fare delle domande alla donna, poiché conoscevo – e chi poteva ignorarlo? – la sua triste condizione di moglie trascurata,

    "ignorarla" (la condizione)

    Sì, vero, ma messa così la frase, non risulta meglio "ignoralo" cioè ingnorare questo, quello che segue?

    CITAZIONE
    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Il pallore era spettrale. Dal petto non proveniva alcun movimento. Le auscultai il cuore, ma nessun suono giunse alle mie orecchie.

    Ecc. ecc.
    Qualcosa non torna. Prima dice di "aver ricevuto la notizia della morte", ma invece è lui a constatare la morte, non gli viene comunicata.

    Sì, ok, ma è il medico che stabilisce la morte di una persona, almeno nel caso specifico. Il marito prova a rianimarla, ma non è certo medico, crede sia morta e che fa?= Chiama il medico.




    CITAZIONE (rehel @ 2/5/2011, 16:02) 
    Vedi, il "pessimo titolo" non l'ho scritto perché non mi piaccia stilisticamente, l'ho scritto perché si tartta di un titolo che, riferito a una storia breve, spiattella praticamente tutto; in questo senso lo trovo orribile e da cambiare per un utilizzo meno didattico rispetto a questa edizione di USAM.
    Se ci pensi bene, da solo ti anticipa quella che sarà la storia e diminuisce di molto il possibile interesse del lettore.

    Ok, hai ragione in effetti.

    CITAZIONE
    Da quel giorno sono ormai trascorsi oltre trent'anni. Io, come ho già accennato all'inizio di questa storia, non ho più esercitato come medico. Redigere un falso certificato di morte, far svolgere un finto funerale e rapire una donna non mi avrebbero più permesso di continuare a svolgere la mia professione, suppongo. Così cambiai nome e trovai lavoro come insegnante. Qualche anno dopo mi sposai.

    Bene, nessuno lo sa quello che lui ha fatto e non è quello il motivo per il quale lui cambia completamente vita, esistenza, lavoro. Lo fa solo perché non potrebbe più stare in quel paese, per motivi più che evidentI.
    In questo senso dico che menti al lettore, perché quello che dice il personaggio narrante non mi appare vero.
    Attenzione, l'utilizzo di un personaggio che mente non è affatto vietato, anzi viene utilizzato come tecnica, ma qui non ne vedo l'utilità.

    Allora, ho pensato questo: nel paese non può stare, appunto per ovvi motivi. Nella nuova destinazione lui non ha sposato subito la donna, hanno vissuto come "amici" diciamo. Se avesse detto chi era, sarebbe saltato fuori quello che ha fatto, no? Condivido le vostre perplessità, che ora stanno diventando anche le mie :woot:
    Forse è da sistemare quella parte.

    CITAZIONE
    Ha ragione chi dice che la storia ricorda quelle di POE, allora perché non la utilizzi per: Una penna per Poe?

    Perché sono uno dei due organizzatori del concorso :lol:

    CITAZIONE
    Vedo che anche a te piace il passato. Questa storia e il fatto che ti sei fiondato per primo su ULAM. Bene, ti ho seguito a ruota. Questo mese doppio impegno anche per me, anzi triplo, visto che sarò anche alla selezione per: Nero angeli.

    Io ambienterei le mie storie sempre e tutte al passato :)

     
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    Losco Figuro

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    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    Mmm... beh, si dice "una vita spezzata", volevo intendere persona. E' così sbagliato?

    Cérto, si dice "vita spezzata" perché è la vita (di qualcuno) che si spezza, ma non è la vita che soffre, è il qualcuno. ^_^

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 1/5/2011, 08:38) 
    CITAZIONE
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    Avevo provato a fare delle domande alla donna, poiché conoscevo – e chi poteva ignorarlo? – la sua triste condizione di moglie trascurata,

    "ignorarla" (la condizione)

    Sì, vero, ma messa così la frase, non risulta meglio "ignoralo" cioè ingnorare questo, quello che segue?

    No, quello che segue è "la sua condizione", non puoi "ignorarlo", è femminile a prescindere :)
     
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  12. Selene B.
     
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    Ti segnalo alcune cose:
    "L'idillio svanì...dal corpo": uhm, come fa?
    "lasciata sola a se stessa": forse meglio "con se stessa" oppure "lasciata a se stessa"
    "Diveniva...che rivelavano" : tutta questa frase mi pare da sistemare.
    "Quello che vidi mi scossero i nervi, accapponandomi la pelle": mi scosse/ mi fece accapponare
    Devo dire che, nella storia, il rapimento finale e il lasciare tutto per amore di lei da parte del protagonista giunge del tutto inatteso e incoerente con ciò che racconti prima. Nulla nelle premesse ci fa capire che il medico nutra una tale passione per la donna.
    Voto 1 (abbondante, ma non mi sento di arrivare a 2).
     
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  13. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (Selene B. @ 5/5/2011, 12:14) 
    Devo dire che, nella storia, il rapimento finale e il lasciare tutto per amore di lei da parte del protagonista giunge del tutto inatteso e incoerente con ciò che racconti prima. Nulla nelle premesse ci fa capire che il medico nutra una tale passione per la donna.

    Ma perché dovrebbe nutrire già da prima una tale passione per la donna?
     
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  14. Selene B.
     
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    Perchè, se ne è innamorato solo quando l'ha vista simil-morta? Uhm, questa sarebbe una circostanza ancora più strana (nella vita reale dico), perciò non ci ho pensato, anche perchè dal racconto questo momento dell'innamoramento (pre o post mortem che sia) non l'ho notato. Lui sembra, da un momento all'altro, cominciare a comportarsi come un innamorato pazzo; ma non è facile capire quando e perchè lo è diventato. Quindi uno dà per scontato che lui fosse già innamorato da prima, diciamo che è la cosa più semplice da immaginare, anche se, appunto, nel racconto non ci sono indizi in questo senso.
     
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  15. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (Selene B. @ 5/5/2011, 13:56) 
    Perchè, se ne è innamorato solo quando l'ha vista simil-morta? Uhm, questa sarebbe una circostanza ancora più strana (nella vita reale dico), perciò non ci ho pensato, anche perchè dal racconto questo momento dell'innamoramento (pre o post mortem che sia) non l'ho notato. Lui sembra, da un momento all'altro, cominciare a comportarsi come un innamorato pazzo; ma non è facile capire quando e perchè lo è diventato. Quindi uno dà per scontato che lui fosse già innamorato da prima, diciamo che è la cosa più semplice da immaginare, anche se, appunto, nel racconto non ci sono indizi in questo senso.

    Io non ho mai scritto che era innamorato pazzo né tantomeno che si sia comportato come tale, né ancora che lui si è innamorato quando l'ha vista simil-morta.

    Ho scritto però che dopo alcuni anni che l'aveva portata via i due si sono sposati.
     
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27 replies since 1/5/2011, 07:38   352 views
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