PANTA REI
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PANTA REI

fantastico

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  1. rehel
     
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    Tolto... :)

    Edited by rehel - 31/8/2011, 14:06
     
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  2. federica68
     
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    letto, Giuseppe

    non so
    il racconto mi ha lasciata con l'amaro in bocca

    è scritto bene su questo non avevo dubbi, sei una garanzia in quel senso, ma non so bene cosa mi ha lasciato...

    poi non ho capito una cosa, c'è già gente in attesa sulla riva del fiume ad aspettar passare il cadavere del proprio nemico :-) eppure
    dici
    CITAZIONE
    Dopo un paio d’ore i primi corpi cominciano a fluire

    sembra che il tutto sia appena cominciato, mi sono chiesta per quale motivo non ci fossero già altre persone che arpionassero i nemici, visto che la pratica sembra diffusa e nota...

    altra cosa: perchè il protagonista deve pagare il tizio al chiosco per portarsi via il cadavere del suo nemico?


    non so
    sembra un po' fine a se stesso, devo ammettere che ti preferisco sui racconti lunghi dove hai modo di sviluppare una trama e dare ai personaggi uno spessore particolare, come li sai tratteggiare tu. Non intendo dire che sto facendo un confronto con gli altri racconti tuoi, le cose che ho detto sono una considerazione in più rispetto alla valutazione del racconto in quanto tale

    l'ho trovato poco incisivo e con poco mordente, un po' un quadretto fine a se stesso come ti dicevo e con poco spessore

    per quale motivo per es il suo peggior nemico dovrebbe essere chi lui riteneva amico? e perche non fa in fondo nemmeno una piega quando lo scopre?
    queste sono altre domande che mi sono venute durante la lettura, non so non so sono davvero perplessa, non volermene

    mi spiace ma metto un 2
     
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  3. Alessanto
     
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    Letto.
    Devo dire che non sono molto convinto dell'effetto finale: idea interessante (conoscendoti e leggendo il titolo sono certo che Eraclito c'entri per benino. :)) ma sviluppo non convincente. Mancano le motivazioni, il contorno, la profondità, insomma. Allungano e rendilo rotondo, così è solo un'immagine.


    Metto 2.
     
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  4. RobertoBommarito
     
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    Ciao rehel,

    SPOILER (click to view)
    L'idea della pesca dei cadaveri è stupenda. Molto molto bella e piena di potenzialità, che non sono sicuro siano state sfruttate a pieno in questo racconto. Va bene la motivazione, cioè eliminare il proprio peggior nemico per non essere a propria volta eliminati, va bene anche la sorpresa (per quanto non originalissima) che il suo peggior nemico sia il suo amico, ma mancano tutti i dettagli. Per es, in che modo esattamente è morto il suo nemico? Dire:

    QUOTE
    Per un attimo sono preso dalla curiosità di sapere cosa gli è successo, come è morto? È solo un momento, dopotutto non è affare mio.

    secondo me non è abbastanza. Il lettore si aspetta qualcosa di più. Dopotutto il nemico viene pescato proprio dopo la sua morte (dev'essere così o si sarebbe già decomposto). Quindi l'amico sapeva che l'avrebbe potuto pescare proprio in quel momento. Ma come?

    Secondo me il racconto andrebbe amplificato, e sarebbe un peccato non farlo perché è davvero un'ottima idea con mille potenzialità... ha quegli elementi di grottesco e assurdo, un assurdo buono, che se elaborati come si deve possono dare dei risultati memorabili. Così com'è mi fermo a 2.

    Note:

    QUOTE
    C’è una donna dagli occhi così gelidi che viene voglia di cavarglieli perché non ti rubi l’anima.

    Stupendo!

    QUOTE
    Con estrema cautela per non spezzare la lenza. Se si rompe lui andrà alla deriva e non avrò un’altra possibilità.

    La seconda frase è a mio parere di troppo. Non c'è bisogno di dire perché è meglio che non si rompi la lenza... si sa.

    QUOTE
    Così, mentre cammino e spingo, ogni due passi gli dedico un insulto, ogni cinque lo centro in mezzo agli occhi con uno sputo.

    non mi convince. sputargli una volta va bene... ma decine e decine di volte... forse è umanamente troppo! :P

    QUOTE
    «Cattivo!» esclama ogni tanto con un gridolino.

    io eliminerei "ogni tanto"

     
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    Arrotolatrice di boa

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    Questo racconto offre ottimi spunti, ma non approda mai.
    Mi spiego: se esiste un ente di "assassinio del nemico" che su commissione te lo ammazza poi lo butta al fiume perché tu possa ripescarlo va bene, ma spiegmelo.
    Parliamo invece di pura casualità? In onore al vecchio detto, qualcuno si occupa di recuperare il tuo nemico morto e di buttarlo nel fiume di cui sopra? Capisco il bisogno di non creare inutile infudump, ma qui lasci proprio tutto all'intuito del lettore.
    Per cui, mi piace l'idea di base ma non ho apprezzato il fatto che si lascino troppe cose in dubbio.
    Per la parte prettamente stilistica, invece ti dico che amo moto l'uso di aggettivi insoliti, o descrizioni con parole inadatte ma che poi alla fine rendono l'idea.
    [SPOILER]"La vecchia acquattata dietro grosse lenti da miope" per esempio è una splendida immagine, l'ho visualizzata bassa, ingobbita come un talpone e con il naso proteso in avanti sperando di sbirciare oltre le lenti.
    però qui è proprio inadatto. "Altri si dissimulano", non puoi usare dissimulano per sottendere un nascondiglio o la volontà di celarsi.
    oppure questo "la dentiera affrescata da un sorriso ebete" semmai è la dentiera che affresca il il viso con un sorriso ebete.
    "una marcetta oscena" non ne conosco, ci sono? non è per puntiglio, bada bene è per capire. Da come l'ho intesa io tu usi l'aggettivo per indicare che è oscena, in qualnto fischiettata in presenza di un cadavere, pure puzzolente! Però se è così non si capisce molto.

    Per il resto è ben scritto, ma sembra -e so di ripetermi- l'avvio per qualcosa di più grande.

    [/SPOILER]



    Edited by Polissena C. - 2/8/2011, 13:12
     
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    Arrotolatrice di boa

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    ah... il voto, ho messo 2 (DUE).
     
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  7. rehel
     
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    Alcune considerazioni.

    E’ chiaro, il racconto è surreale, ai limiti dell’assurdo. E mi piace proprio per questo.
    Nasce da una considerazione: e se il vecchio adagio che recita: siediti sulla sponda di un fiume e aspetta; vedrai passare il cadavere del tuo nemico, fosse possibile?
    Ecco, nasce da qui. Ma è chiaro che si tratta di una cosa ai limiti dell’assurdo… forse un sogno? Un delirio della mente?
    Il tipo che affitta “il posto pesca” ha delle ali che gli frullano dietro a schiena, e chissà chi è… o cosa è? La pesca inizia dopo un paio d’ore, ma occorre un certo tempo affinché venga attivata “la procedura” e ogni nemico venga ucciso. E occorre agganciare bene la salma e non perderla altrimenti si vanificherà quest’unica possibilità e il proprio nemico tornerà a rivivere. O almeno così credo io.
    Non è chiaramente uno scenario possibile, ma una fantasia, e in quest’ottica si spiegano diverse cose. Non può essere un’organizzazione criminale che fa “questa cosa”, non la strutturerebbe mai in questa maniera così strana.
    Per l’amico… sì tratta di un classico fra i classici. Avete presente il vecchio adagio: dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio. Sì, forse quasi scontato.
    Troppo breve… forse. Ma l’avevo scritto per il Roma noir, ma in effetti era troppo poco giallo e troppo fantastico. Poi l’avevo riciclato per il Nella Tela, e anche lì… ciccia.
    Allungarlo… non so, ho paura che perda questa sua atmosfera onirica e sognante, crepuscolare. Gli ontani neri e le persone che si nascondono per non farsi vedere… mi piace. Allungandolo credo che perderebbe la sua collocazione, anche perché dovrei dargli una logica che non è nella sua natura.
    Per la marcetta oscena… avete presente quelle della serie: Osteria n° venti, paraponzi ponzi po’… se la… avesse i denti, ecc.
    Per quale motivo deve pagare al chiosco per portarsi via il cadavere? E be’, il classico prezzo del sangue.
    I dettagli eventuali sulla morte del suo nemico, sempre nel contesto di un racconto fantastico-surreale-onirico, sono per me superflui. E’ stato ucciso da una o più entità di chissà quale dimensione dell’oltre, e tanto basta.
    Comunque ottimo lavoro, ragazzi e ragazze, le magagne vengono fuori, Affilate e tagliare, affilate e tagliate! Perbacco!
     
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  8. Snow2
     
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    Ciao Giuseppe,
    racconto strano e curioso. Bella e d'effetto l'immagine portante del fiume.
    Però il pezzo non funge bene. Ci sono diverse cose che vorrei segnalarti:
    " Una sigaretta, la prima di tante; sono pronto." La prima di tante? Da come prosegue la storia viene da credere che si e no se ne è fumata un'altra...
    "L’uomo al chiosco" dopo aver letto il tuo commento mi è stato tutto più chiaro: è il tipo che affitta lo spazio pesca. Okay, però nel racconto potresti mettercelo questo dettaglio. Senza questo chiosco per me poteva essere qualunque cosa possibile e immaginabile. : \
    Aldo che è vivo mentre nel fiume è morto: secondo me potresti aggiungere, quando lui rischia di farselo sfuggire, che in tal caso se lo ritroverebbe davanti vivo e vegeto un qualche giorno. Qualcosa di questo genere aiuterebbe il lettore a capire che l'immagine di lui morto nel fiume non contrasta con la verità di lui che, finché il protagonista non l'ha pescato, è ancora vivo.
    La rivelazione del finale come già segnalato non è il massimo. Non so se avrai voglia di ripensarla; potrebbe essere la moglie che ama/crede di amare, oppure il figlio... Non saprei. Comunque credo valga la pena di valutare qualche alternativa.

    In conclusione direi che dovresti lavorare per renderlo un po' più chiaro. Il racconto già di suo è molto bizzarro, se poi ci si aggiunge la vaghezza di alcuni particolari (il chiosco) per chi legge la faccenda si fa ardua!

    Voto 2

    Segnalazioni
    "sembra la maschera di una foca disfatta, congelata all’istante in uno spasmo incontrollato." maschera di foca disfatta non mi convince, io riformulerei.
    "Per un attimo sono preso dalla curiosità di sapere cosa gli è successo, come è morto?" Mi sembra ci voglia il punto fermo alla fine.
    «Torma quando vuoirefusi
    "Spara un calcio al braccio che fuoriesce dal piatto" molto bello questo particolare

     
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  9. Fini Tocchi Alati
     
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    Ciao Giù,
    a me questo racconto è piaciuto molto.
    Secondo me, non avrebbe senso allungarlo: è una sorta di metafora, di parabola surreale. Non ne puoi mica trarre una novella! Addirittura, sarei del parere di farne un cortissimo.
    L'idea alla base del racconto è davvero notevole.
    In alcuni punti la scrittura è un po' lenta, forse eccessivamente descrittiva. Il titolo è bello e azzeccato, ma proverei a renderlo più presente nel racconto.

    In ogni caso è un 3 abbondante per me. E non arrivo a 4 solo in considerazione di altri racconti di questa tornata (che mi pare, peraltro, tra le migliori degli ultimi tempi).
    A rileggerti.

    Mi era quasi venuta voglia di votare "Risposte voti statistiche" :D !
     
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  10. rehel
     
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    Sei pazzo! Votare voti e statistiche? Avresti scatenato l'occhio di Zoltec in tutta la sua disumana potenza! E poi le cavallette e il diluvio; insomma, una cosa assolutamente da evitare. :P
    E' vero, è una tornata di USAM ricca di buoni racconti. Io, che mi reputo di manica stretta, mi trovo a spacciare 3 e 4 come se piovesse.
    :)
     
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  11. kaipirissima
     
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    eccomi, il tuo racconto mi è piaciuto e visto che era breve l'ho un po' sistemato, seguendo il mio gusto, perciò va da sè che puoi farne ciò che vuoi.

    se dovessi dare un voto alla storia darei un quattro. a come l'hai scirtta tu due.
    facciamo media e diventa 3.

    CITAZIONE
    Prendo posto lungo il fiume alle prime luci dell’alba. Sotto il graffio freddo della nebbia che sfuma avvolgendosi lentamente su se stessa come un serpente. -
    Poso la canna e apro lo sgabello. Prendo il termos, il caffè mi scorre arroventato nella gola. Una sigaretta, la prima di tante; sono pronto.

    Tra due frasi prosatiche e paratattiche hai inserito una dal respiro più rarefatto, che non viene ripreso successivamente. Snellirei la frase poetica in:

    Prendo posto lungo il fiume alle prime luci dell’alba. Immerso in una nebbia che sfuma avvolgendosi lentamente come un serpente. Poso la canna e apro lo sgabello. Prendo il termos, il caffè mi scorre arroventato nella gola. Una sigaretta, la prima di tante; sono pronto.

    CITAZIONE
    Nell’attesa guardo gli altri che come me si sono sistemati lungo la sponda. C’è una donna dagli occhi così gelidi che viene voglia di cavarglieli perché non ti rubi l’anima. Un uomo tiene la testa fra le mani, la scuote spesso. Non lontano da lui una vecchia mi fissa acquattata dietro grosse lenti da miope. Altri si dissimulano fra i tronchi degli ontani che crescono neri sulle sponde argillose.

    Nell’attesa mi guardo intorno. Lungo la sponda c’è una donna dagli occhi così gelidi che vorresti strapparglieli per paura che ti rubino l’anima. Un uomo scuote la testa trattenendola tra le mani. Non lontano sulla stessa riva c’è una vecchia che mi fissa acquattata dietro grosse lenti. Altri ancora si nascondono dietro gli ontani che crescono neri sulle sponde argillose.

    CITAZIONE
    Dopo un paio d’ore i primi corpi cominciano a fluire. Vengono giù piano, simili a enormi pesci morti, seguendo il flusso pigro della corrente.

    Dopo un paio d’ore i primi corpi cominciano a fluire. Galleggiano come enormi pesci morti, seguendo il flusso pigro della corrente.

    CITAZIONE
    Stringo gli occhi mentre con le mani afferro la canna. Ma devo attendere un’altra ora prima di avvistarlo. Galleggia a testa in giù, gonfio d’acqua. Il suo numero, il cinque, è un tatuaggio rosso-sangue sulla schiena.

    Stringo gli occhi mentre con le mani afferro la canna. Ma devo attendere un’altra ora prima di avvistarlo a testa in giù, gonfio d’acqua. Il suo numero, il cinque, è un tatuaggio rosso-sangue sulla schiena.

    CITAZIONE
    Faccio un primo lancio d’impulso, che fallisce. Il secondo non va meglio. Al terzo tremo come una adolescente al primo ballo, infatti l’amo si conficca in un cespuglio e non ne vuole sapere di liberarsi.

    D’impulso faccio un primo lancio che fallisce, troppo corto. Il secondo guadagna qualche metro ma ancora non ci siamo. Tremo e il cuore mi rimbomba nel petto come un tamburo quando l’amo s’impiglia in un cespuglio e non ne vuole sapere di liberarsi.


    CITAZIONE
    Devo decidere in fretta, il corpo scivola sempre più a valle. Do uno strattone forte, pregando che la lenza non si spezzi. Finalmente recupero. Rilancio e questa volta il piccolo artiglio morde le carni.
    Tiro piano. Con estrema cautela per non spezzare la lenza. Se si rompe lui andrà alla deriva e non avrò un’altra possibilità.

    Devo decidere in fretta, il corpo scivola sempre più a valle. Strattono forte la lenza pregando che non si spezzi. Con sollievo riesco a recuperarla, rilancio e questa volta il piccolo artiglio morde le carni.
    Tiro piano. Con estrema cautela per non spezzare il bolentino. Se si rompe quel corpo andrà alla deriva e non avrò un’altra possibilità.


    CITAZIONE
    Una volta a terra lo abbranco, lo giro, lo carico sulla carriola e spingo verso la discesa. La faccia del cadavere sembra la maschera di una foca disfatta, congelata all’istante in uno spasmo incontrollato. Per un attimo sono preso dalla curiosità di sapere cosa gli è successo, come è morto? È solo un momento, dopotutto non è affare mio. Così, mentre cammino e spingo, ogni due passi gli dedico un insulto, ogni cinque lo centro in mezzo agli occhi con uno sputo.

    Una volta a terra lo abbranco, lo giro, lo sistemo sulla carriola e mi dirigo verso la discesa. La faccia sembra la maschera di una foca disfatta, irrigidita nell’espressione dell’ultimo istante. Per un attimo sono assalito dalla curiosità di sapere cosa gli è successo. Come è morto? Ma è un momento, dopotutto non è affare mio.
    Mentre cammino guardo quel corpo morto. Una rabbia m’nvade e mi spinge a insultarlo sputargli addosso, come se potesse sentire la mia furia.

    CITAZIONE
    All’improvviso mi supera la vecchia. Sulla sua carriola il corpo di un uomo magrissimo che sembra prosciugato dal di dentro. La donna non si vergogna di esporre la dentiera affrescata da un sorriso ebete.
    «Cattivo!» esclama ogni tanto con un gridolino.
    Oltrepasso il cancello sbilenco da cui sono entrato. È proprio attraversando quella soglia che tutto ha avuto inizio.
    Trecento passi e sono a destinazione.

    All’improvviso la vecchia mi supera. Sulla carriola che trascina c’è il corpo di un uomo che sembra prosciugato dall’interno. La donna mi getta un’occhiata e solleva le labbra in un sorriso ebete.
    «Cattivo!» esclama a intervalli con un gridolino.
    Ormai sono giunto al cancello sbilenco da cui sono entrato, dando inizio a tutto.
    Acora trecento passi e sarò arrivato.

    CITAZIONE
    L’uomo al chiosco pesa il corpo su una bilancia che deve essere stata costruita ai tempi di Archimede, tanto è vecchia. Spara un calcio al braccio che fuoriesce dal piatto, gira un paio di leve spostando un bilanciere e consacra un peso che dire rubato è un eufemismo.
    Pago quello che chiede senza tante storie. In contanti; parecchi, maledetti e subito.
    «Torma quando vuoi.» dice grattandosi il culo. Mentre qualcosa di indefinito gli frulla dietro le spalle. Giungo alla macchina.

    L’uomo al chiosco pesa il corpo su una bilancia, costruita certo ai tempi di Archimede, tanto è vecchia. Sferra un calcio al braccio che fuoriesce dal piatto, gira un paio di leve spostando un bilanciere. Quanto varrà questa libbra di carne? Peserà sulla mia coscienza?
    Pago in contanti, senza protestare, felice di liberarmi di questi soldi maledetti.
    «Torma quando vuoi» mi dice grattandosi pigramente il culo, mentre qualcosa frulla dietro le sue spalle. Non gli rispondo e mi avvio verso la macchina.


    CITAZIONE
    Fra le mani il cadavere del mio peggior nemico. Posso farne quello che voglio. L’ho pagato caro, ma cosa altro al mondo potrei desiderare? Ho tolto di mezzo un pericolo letale che metteva a rischio la mia esistenza e adesso non c’è più nessuno a tramare nascosto dietro alle mie spalle.
    Aldo, il mio migliore amico, indicando questo posto, non aveva mentito.

    Guardo il cadavere del mio peggior nemico. L’ho pagato caro ma cos’altro al mondo potrei desiderare? Adesso non c’è più nessuno a tramare nascosto alle mie spalle. Nessuno attenterà alla mia vita, Aldo, il mio migliore amico, indicandomi questo posto, non aveva mentito.

    CITAZIONE
    Spingo a calci il corpo nel bagagliaio senza fare caso più di tanto alla puzza ammorbante. Chiudo, metto in moto e parto fischiettando una marcetta oscena. Il mondo è avvolto da una soffice nuvola rosa.
    Ho avuto un momento di smarrimento quando l’ho visto. Non sempre si ha la piena consapevolezza di chi sia, in realtà, il proprio nemico. Solo girandone il corpo me ne sono reso conto; nemmeno lui aveva mai sospettato di esserlo, altrimenti non mi avrebbe detto nulla.
    Chissà quante persone odiava?
    A casa mi divertirò un po’ col cadavere di Aldo, poi, semplicemente, lo farò sparire.

    Spingo malamente il corpo nel bagagliaio senza fare caso alla puzza. Soddisfatto metto in moto e parto fischiettando una marcetta oscena.
    Il mondo è avvolto da una soffice nuvola rosa. Ripenso al momento di smarrimento che ho provato quando l’ho visto. Solo girando il corpo me ne sono reso conto. Quanto poco ci conosciamo, quanta poca consapevolezza abbiamo di noi stessi. Nemmeno Aldo altrimenti non mi avrebbe rivelato nulla. Chissà quante persone odiava. Chissà se avrà capito, alla fine che il suo peggiore nemico era proprio lui.


    Edited by kaipirissima - 6/8/2011, 11:26
     
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  12. kendalen
     
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    Pazzesco, come quando uno dovrebbe avere più tempo invece non riesce a fare tutto quello che vuole. Ok, questo non è l'angolo del chi se ne frega, quindi non mi dilungherò su queste amenità e mi limiterò a scusarmi per aver fatto passare troppo tempo dal mio ultimo commento.
    Ma passiamo al tuo racconto.
    Ecco, questa è una di quelle idee-bomba che raramente capita di incontrare. Se i cinesi ci avevano visto lungo, tu ne dai una versione personalizzata e molto, ma molto intrigante.
    È anche scritto piuttosto bene, ma ci sono alcune cose che, secondo il mio modesto modo di vedere, potrebbero essere rese meglio.
    Parto dalla più evidente: Aldo. No, non la fine, trovo errata la scelta di citarlo per la prima volta a tre quarti del racconto. Il fatto che il protagonista lo citi quando ormai ha fatto quello che doveva secondo me può portare al più classico degli "embè?" da parte del lettore. Che poi sarà costretto ad ammettere che c'entrava, con la storia, ma un po' rovina l'esperienza. Potresti provare a inserirlo subito, con qualcosa del tipo: "Prendo posto lungo il fiume alle prime luci dell’alba, proprio dove mi ha consigliato Aldo, sotto il graffio freddo della nebbia che sfuma avvolgendosi lentamente su se stessa come un serpente." Anche se così si allunga una frase già di per sé piuttosto ingombrante (anche se assai suggestiva).
    C'è poi un altro dubbio:
    CITAZIONE
    Per un attimo sono preso dalla curiosità di sapere cosa gli è successo, come è morto? È solo un momento, dopotutto non è affare mio.

    per carità, è vero, non è affare del protagonista. Ma ha appena visto il cadavere del proprio miglior amico, che in realtà è (anche) il suo peggior amico. Liquida la propria curiosità così in fretta? Mi pare poco credibile.
    Qualche perplessità:
    CITAZIONE
    La faccia del cadavere sembra la maschera di una foca disfatta

    => eeeeh? Come mai proprio "una foca disfatta"? Non mi sembra un paragone così immediato...
    CITAZIONE
    Sulla sua carriola il corpo di un uomo magrissimo che sembra prosciugato dal di dentro.

    => se sembra prosciugato, difficile che sia un ciccione. Credo che "magrissimo" si possa togliere.
    CITAZIONE
    una bilancia che deve essere stata costruita ai tempi di Archimede

    => de gustibus, ma a leggerlo mi sono incriccato. Avrei visto meglio "una bilancia che deve risalire ai tempi di Archimede"
    CITAZIONE
    Spara un calcio al braccio che fuoriesce dal piatto

    => forse un po' troppo colloquiale, il verbo "sparare". "Tira un calcio" va più che bene.
    CITAZIONE
    parecchi, maledetti e subito

    => forse di troppo.
    CITAZIONE
    Mentre qualcosa di indefinito gli frulla dietro le spalle

    => beh, questa frase messa così o non ho capito io a cosa si riferisce, o confonde e basta. Probabile la prima.
    CITAZIONE
    Ho tolto di mezzo un pericolo letale che metteva a rischio la mia esistenza e adesso non c’è più nessuno a tramare nascosto dietro alle mie spalle.

    => toglierei la prima parte, secondo me può bastare partire da "Adesso non c'è più nessuno..."
    CITAZIONE
    Il mondo è avvolto da una soffice nuvola rosa.

    => mmmmh. Necessaria questa frase? Non so, non mi convince...
    Al di là di tutto, comunque, una bella idea, accompagnata da una realizzazione onesta ma non eccezionale.

    In definitiva, per me è un 3 pieno.
     
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  13. Jackie de Ripper
     
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    L'inizio mi ha subito intrigato, pensavo a un racconto zen in cui il protagonista sfrutta la pesca sportiva per immergersi nella natura e fondersi con l'universo.
    Poi ha proseguito ancora meglio: sono comparsi i cadaveri. Ho pensato: questi poveretti sono costretti a pescare cadaveri per sopravvivere, quale scenario post-apocalittico si nasconde sullo sfondo di questo racconto?
    Ma è stato solo un attimo, infatti sono subito tornata ad accarezzare l'idea che si trattasse della nota massima di Confucio: quella della paziente attesa, lungo la riva del fiume, del cadavere del proprio nemico.
    In questo caso, l'attesa non è rimasta delusa. Si trattava proprio di quello.
    Non restava che scoprire chi fosse il nemico del protagonista. Ed è stata una sorpresa che si trattasse del migliore amico.
    Forse il limite del racconto è proprio in questa sorpresa che non mi pare adeguatamente motivata. Sarebbe stato perfetto se si fosse concluso con qualche altra massima orientale che giustificasse la conclusione.
    Comunque il fatto che il racconto tratti di filosofie orientali e sia ben scritto, mi fa votare un 3, nonostante il cerchio non si sia chiuso perfettamente.

    Voto: 3.
     
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  14. Cattivotenente
     
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    Non c'è che dire: surreale è surreale... :o:
    Sono un po' combattuto. Da una parte sono perplesso, perchè il messaggio del racconto mi sfugge (o magari non c'è?). Dovrei capire che, a volte, è meglio non porsi domande di cui non si vorrebbe davvero conoscere le risposte? In questo caso, vedo particolarmente calzante il suggerimento di snow2: se scoprire quale fosse il suo peggior nemico costituisse una rivelazione ben più dolorosa, il racconto ne gioverebbe moltissimo. Pensaci, davvero. Mi trovo poi davvero concorde anche con l'altro suggirimento di snow, sul fatto che il concretizzarsi della morte del nemico possa dipendere dall'esito della pesca. Darebbe una sterzata al racconto da "surreale puro", in cui anche solo cercare di dare una spiegazione ai fatti è inutile, a "surreale da ai confini della realtà", dove una logica, per quanto assurda, criptica e improbabile, potrebbe anche esistere.
    D'altro canto, il testo è scritto molto bene e, per giunta, prende spunto dalla mia massima preferita in assoluto. E poi, per aver concepito 'sta roba, devi avere una mente contorta (fantastica l'idea che il nostro, con una naturalezza sconcertante, dichiari di aver intenzione di divertirsi un po' con il cadavere dell'amico/nemico, roba da veri psicopatici). Io adoro le menti contorte.
    Quindi, tutto considerato, direi che mi è piaciuto e, se non fossi un diversamente votante, gli assegnerei un bel tre. Potendo scendere nei decimali, così com'è, gli darei qualcosa in meno, sulla base del parametro di consigliabilità a un amico, diciamo 2,75. Se però apportassi le modifiche di cui io mi sono fatto solamente sostenitore, sono certo che il racconto sarebbe più completo e balzerebbe prepotentemente al 4. Scrivere qualcosa di così corto e, nel contempo, espressivo, nella bella prosa che hai sfoggiato, ne potrebbe fare davvero una piccola perla nera (di fiume, ovviamente). A rileggerci.
    Marco.
     
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    "Ecate, figlia mia..."

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    Vanno bene Confucio ed Eraclito. Ma le idee tue 'ndo stanno? Allo stato attuale è un solo citare. C'è la sorpresa dell'amico che diventa il suo nemico, ma è una sorpresa che nasce e muore subito senza lasciare niente. Il surreale, ok. Ma il capo e la coda deve averlo, sennò resta esercizio fine a sé.


    Un solo appunto:

    CITAZIONE
    Al terzo tremo come una adolescente al primo ballo
    [...]
    Per un attimo sono preso dalla curiosità di sapere cosa gli è successo, come è morto?

    E' maschio o femmina?


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22 replies since 1/8/2011, 06:54   345 views
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