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Grazie mille, Cattivone d'un Tenente. Le tue osservazioni sono ottime!
CITAZIONE (Cattivotenente @ 7/8/2011, 01:05) Il ritmo però è lento nella prima parte. ... Forse, per ovviare, comincerei con un incipit in media res, magari dalla sparizione della bambina, per poi narrare l'antefatto come un flashback, fino al ricongiungimento con l'orizzonte narrativo iniziale. Iniziare subito con un fatto importante è una tentazione. Anche io sono del parere che un racconto breve non dovrebbe farla tanto lunga all'inizio e iniziare subito con la storia vera e propria in modo da catturare l'attenzione del lettore. In questo caso, però, mi piace che ci sia questo inizio lento, pacato. Un po' come dice Gargaros, mi piace creare questa atmosfera di racconto intorno al fuoco. Non per la serenità che in genere questi racconti possono richiamare (la voce del nonno, i tempi passati, ...), ma per la loro inquietudine (il buio della notte, le fiamme che guizzano, le ombre, ...). Ci penserò. Anche Roberto ha fatto un'osservazione simile. Comunque, l'impostazione che suggerisci tu potrebbe funzionare e mi permetterebbe di salvare capre e cavoli.
CITAZIONE (Cattivotenente @ 7/8/2011, 01:05) Quinta impressione: shock e sgomento all'ingresso nella dimensione del mostro. E' come se tu avessi fino a quel momento usato i pastelli, per tratteggiare i contorni della vicenda, e fossi poi improvvisamente passato all'aerografo. Sfumerei un po', farei capire l'alienità del posto ma sarei più vago, nella direzione del ricordo, cercando un'atmosfera onirica. Anche questo è un ottimo spunto. Un po' pensavo di essere riuscito a sfumare. I bambini, prima di entrare in questa sorta di mondo magico, visitano la Peschiera, il vecchio edificio diroccato, e diversi elementi dovrebbero preludere a quello che accade dopo (l'ululato del vento, la mfilastrocca, eccetera). Ci lavorerò su.
CITAZIONE (Cattivotenente @ 7/8/2011, 01:05) Sfumerei anche sul mostro, vista l'atmosfera molto concreta del racconto, eviterei la metamorfosi chtuliana e farei più intuire invece che narrare in maniera così diretta. Sì, è nelle mie intenzioni arrivare a qualcosa di simile. MI sto accorgendo che è molto difficle, però. Nella prima versione del racconto, comunque, Babbacello era molto più concreto. Piano piano...
CITAZIONE (Cattivotenente @ 7/8/2011, 01:05) per non parlare del super bambino senza paura che accompagna il narratore, in merito al cui coraggio sovrannaturale non riceviamo spiegazioni. Il super bambino ( ) dovrebbe essere animato dalla vendetta. (C'è la scena dei feti appesi agli alberi, di suo fratello morto e di lui che dà la colpa a Babbacello. Quest'ultimo passaggio, però, è implicito e forse è bene esplicitarlo.)
CITAZIONE (Cattivotenente @ 7/8/2011, 01:05) Sesto ricordo: una punta Vorrei che mi facessi almeno intuire che sorte riservava il Babbacello alla bambina e perché l'aveva rapita. Quello che il Babba fa alle bambine lo accenno (le fa ballare allo sfinimento e poi, dico, nessuno sa cosa se ne fa). Ma tu ti riferisci a Maria (la sorella del nonno del narratore mai più ritrovata) o a Anna (l'amica del narratore salvata?)
CITAZIONE (Cattivotenente @ 7/8/2011, 01:05) Sette: una punta d'inganno. Perché mostrare lo gnomo vicino alla sorella del nostro, se poi non era quella la sua preda? E perchè le mille lire non le aveva trovate la famiglia della rapita? Ottima osservazione anche questa (ma dove sei stato fino a ora, Cattivone?). Dunque: lo gnomo cerca di ingannare il narratore perché allenti l'attenzione su Anna, concentrandosi sulla sorella. Le mille lire non vengono trovate dalla famiglia di Anna perché è una famiglia ricca e il ritrovamento non farebbe troppo scalpore. Le trova la famiglia del narratore (o meglio le trova il narratore) perché Emilio (il narratore) è la persona più vicina ad Anna dopo i suoi famigliari (che non le dedicano, però, molto tempo per lavoro, il padre, o perché impegnata con la beneficenza, la madre). Anche queste cose, però, è bene esplicitarle in modo più chiaro.
Grazie ancora.
Grazie, Michela. Passo a risponderti.
CITAZIONE (MichelaZ @ 7/8/2011, 01:27) Forse un punto che mi lascia perplessa è la libertà di cui godevano questi bambini. Se ho capito bene, erano sugli undici anni: Bernardino aiutava il padre a far pascolare le pecore, ma Anna e Emilio erano liberi di giocare tutto il tempo, o almeno è quello che si percepisce. Giusta osservazione. Vero è che Emilio e Anna sono più piccoli di Bernardino (mi pare di averlo accennato da qualche parte. Oppure l'ho fatto solo nelle mie schede-personaggio? ) e che Anna è di famiglia ricca (quindi non ha bisogno di lavorare). Però qualcosa su questa loro libertà (sul fatto che preferivano stare lontani da famigliari spesso troppo nervosi a causa del poco e poco remunerativo lavoro) devo dire.
CITAZIONE (MichelaZ @ 7/8/2011, 01:27) Un'altra cosa che mi pare che manchi un po' è la personalità di Emilio. Vero è che parla di sé stesso e ne parla al nipote, che ovviamente lo conosce più che bene, però al lettore rimane un po' di curiosità. Si intuisce che è un tipo avventuroso dal fatto che segue Babbacello, e dal fatto che la madre aveva ritenuto necessario raccomandargli di non allontanarsi; inoltre ci dice di non essere stato (o di non essersi sentito) coraggioso, ma è tutto vago, e il lettore non riesce a sentirsi vicino a lui. Credo tu abbia ragione. Far emergere la personalità del narratore è difficile (perché è luii che dovrebbe parlare di se stesso, in pratica). In qualche modo, però, devo fare...
CITAZIONE (MichelaZ @ 7/8/2011, 01:27) CITAZIONE «Ehi, facit' attenzion'» Ehm probabilmente sono io che esagero, ma quell'"ehi" detto dalle vecchiette di Sora non mi convince: forse un "oh", oppure "ohi". Scusa se ti sembra un rilievo infondato, ero indecisa se segnalartelo oppure no: io l'ho notato (è stato come se dicessero "okay"). Ahaha, direi che è un rilevo fondatissimo! Qui a Sora è meglio, molto meglio, "Oh!"!
CITAZIONE (MichelaZ @ 7/8/2011, 01:27) CITAZIONE Rimanemmo qualche secondo assorti a guardare il signor Antonio alle prese con una delle sue pecore Mi ha colpito il fatto che Anna fosse lì spogliata (i vestiti erano stesi ad asciugare), passa il pastore, la vede in quel modo in mezzo a due maschietti e non dice niente? Alla gente di paese come me la ricordo io sarebbe venuto un accidenti. Se erano fuori vista lo specificherei. Hai ragione anche qui. In realtà, come la immaginavo io, Anna non era completamente nuda. Dovrebbe avere una sorta di sottoveste o qualcosa di intricato che avevano in quell'epoca. Cosa, però? SArebbe meglio specificarlo.
CITAZIONE (MichelaZ @ 7/8/2011, 01:27) Poi ho iniziato a trovare una serie di verbi al presente, che più che una scelta mi sa che sono una svista: E' stata una scelta. Ti rispondo con Gargaros che ha fatto un'osservazione analoga. Mi sarebbe utile se mi facessi sapere cosa ne pensi.
Grazie mille anche a te per gli ottimi spunti.
Molte grazie pure a te, Garga.
CITAZIONE (Gargaros @ 7/8/2011, 22:31) Se ho qualche perplessità è sui passaggi repentini dei tempi verbali, che a volte sono al presente per poi diventare passati remoti o imperfetti... Mi ha dato fastidio, a dirla tutta, perché l'ho visto come un errore e non come volontà precisa di usare un minimo di tecnica. Il presente andrebbe usato per rendere immediate e "vicine" le scene più concitate, ma non lo fai. Inoltre andrebbe usato con parsimonia... CITAZIONE Lui sembrò scuotersi. Si asciugò il viso dalle lacrime, mi guarda con occhi ancora più decisi del solito e disse: «Andiamo». Ecco un solo esempio di quello che dicevo sopra, ovvero i passaggi a tempi verbali diversi senza alcun motivo valido. Garga, qui c'è stata proprio una svista in fase di ri-riscrittura. Allora: inizialmente avevo usato solo tempi passati. Poi, per un errore, avevo scritto una frase al presente e mi piaceva. Ho quindi riscritto il racconto cercando di usare il presente nelle frasi di "azione", introdotte da verbi di "idre" o "fare". Poi, in seguito all'osservazione di Fede, ho rivisto di nuovo il racconto, e ho cercato di diluire il presente il più possibile. Il fatto è che ogni volta che rileggo faccio nuovi cambiamenti e non riesce a capire quando e come usare il presente. Tu e Michela (che mi ha fatto analoga osservazione), che ne pensate? MA sono bene accette anche osservazioni di altri Cattivoni...
CITAZIONE (Gargaros @ 7/8/2011, 22:31) CITAZIONE Si giocava a calcio con palloni fatti di stracci, oppure pazziavamo con glie' strumm'l, un cono di legno attorno al quale veniva avvolta una cordicella. La si srotolava con un colpo secco e lui prendeva a girare vorticosamente facendo perno sulla punta di metallo. Quanti hanno capito che parla della trottola? , non si capisce?
CITAZIONE (Gargaros @ 7/8/2011, 22:31) CITAZIONE Anche se cercai di trattenermi, non potei fare a meno di piangere: avevo trovato qualcuno con cui condividere quell'orrore, qualcuno che mi avrebbe aiutato a superare le mie paure. Mammamia, che frase fatta odiosa. Pure fuori luogo, viso che il protagonista cerca aiuto materiale per liberare l'amica... Hai perfettamanete ragione! Anch'io ho odiato quella frase. E mica la riesco a cambiare, però!
[QUOTE=Gargaros,7/8/2011, 22:31 ?t=57049554&st=0#entry466390541]CITAZIONE CITAZIONE Studiai con cura le pietre del muro e provai a tastarne qualcuna. Niente. Sembrava che l'ingresso si fosse spostato. In quella, però, sentii il verso di una civetta e alzai la testa, gli occhi mi andarono su uno spuntone di roccia. Mi ci appesi e se ne venne via con facilità. Avevamo trovato l'ingresso della tana. Bernardino si arrampicò per primo e poi mi aiutò a salire. Una descrizione fin troppo sommaria per dire che franò una parte di muro ampia abbastanza per liberare un tunnel alargo abbastanza per far entrare, sia pure carponi, due ragazzi di 11 anni. Non trovi? Io infatti avevo immaginato che a cadere fosse stato solo un paio di mattoni... Uhm, già. Devo rivederla.
Grazie ancora a tutti.
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