MISHA
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MISHA

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  1. TETRACTYS
     
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    Magister Abaci

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    L'ambientazione ibrida italo-futuristica è piuttosto particolare. Infatti...
    nel racconto si tratta di una Milano del futuro, ma si comprende solo dai nomi dei personaggi, che suonano molto strani in questo contesto, e da una dichiarazione esplicita. Immagino che nel romanzo la situazione sia invece sfruttata a dovere. In questo racconto avrebbero figurato meglio i soliti nomi stranieri. Poteva essere un adattamento da considerare.

    Il racconto risente dell'estrazione da qualcosa di più complesso, per quanto soprattutto all'inizio, il racconto sembri filare. Purtroppo alla fine c'è una sequenza di eventi così concitati che non è facile seguirne il senso. Il lavoro di riduzione è apprezzabile, ma non del tutto riuscito.

    Pittosto buona la resa della suspense. Ciò che avviene al protagonista e il mistero delle sue capacità è svelato a tratti senza mai esagerare, lasciando al lettore un numero sufficiente di informazioni per continuare con interesse, tuttavia senza mai fargli intuire pienamente come andrà a finire.

    Abbastanza convincenti le scene di lotta, anche se talvolta ciò che avviene può apparire un po' troppo confuso.

    Alcune note su frasi sparse:
    * Scrivi: "Non erano solo il bianco latte degli arredi e la lucentezza delle pareti a darle un'aria asettica e fredda". E quindi cos'altro?
    * Scrivi: "I capelli neri impiastricciati di denso liquido opaco, appiccicati al volto scarno e al respiratore". La frase è sospesa, non ha verbo.
    * Scrivi: "Aveva smesso di gridare ma il suo corpo era pervaso dai sussulti di un pianto mal celato". Sembra che tenti volontariamente di nascondere il pianto, ma non ci riesca.
    * Scrivi: "Non aveva mai pensato a scappare, non era mai uscito dal laboratorio dove era nato e tutto quello che conosceva dell’esterno era quanto aveva appreso dai libri". Come mai sa che c'è un mondo esterno e non ha mai avuto la curiosità di vederlo. È un aspetto psicologico da approfondire. Forse lo fai nel romanzo, ma nel racconto è un aspetto trascurato.
    * "... era un esplosione". Apostrofo.

    In conclusione, il racconto è accettabile, ma non è del tutto auto-consistente. In un contesto più ampio assegnerei un tre. In questo caso propongo un 2, perché il lavoro di adattamento e riduzione, soprattutto nella parte finale, doveva essere più incisivo.
    Forse non hai voluto troncare i ponti col lavoro completo, per promuoverlo, però questa scelta ha influito negativamente su un racconto che poteva brillantemente fare storia a sé.

    Voto: 2.
     
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27 replies since 2/9/2011, 14:45   377 views
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