Posts written by TETRACTYS

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    Complimenti ai finalisti!
    Ho un mio preferito, ma non lo rivelo: potrei influenzare negativamente la giuria ;)
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    Ringrazio tutti in blocco. Purtroppo in ferie non mi è facile seguire il forum, ma farò tesoro di tutti i commenti e i suggerimenti collezionati. Grazie ancora! Siete impagabili!
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    CITAZIONE (Gargaros @ 8/7/2011, 20:50) 
    Però il racconto è proprio scarsino. Sembra una pagina di diario, finisce troncato, non va da nessuna parte, e insomma, pure essendo brevissimo, non offre nessun motivo valido per essere letto... specie da chi non sa neanche cosa è stato Wolfenstein 3D per un'intera generazione e per la storia dei VG...

    Grazie per il commento e la segnalazione!
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    CITAZIONE (RobertoBommarito @ 8/7/2011, 08:04) 
    Ho anche avvertito una certa distanza fra il narratore e il protagonista. Leggendolo mi sono domandato: e se venisse scritto invece in prima persona, in modo da evitare quella distanza?

    Grazie per il commento e il consiglio! Sei il secondo che me lo fa notare, perciò una riscrittura in prima persola diventa sempre più probabile. Grazie ancora!
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    CITAZIONE (MichelaZ @ 7/7/2011, 22:22) 
    Davvero, leggere la descrizione di questa partita è stato un piacere, come fare una chiacchierata con un amico di qualcosa che piace molto a tutti e due: però come racconto metto 1, perché se lo leggessi in una raccolta di racconti resterei male.

    [EDIT]
    appena finito il commento sono andata a scaricarmi DosBox e Wolf3D e mi son rifatta una partitella... non potevo farne a meno :D

    Beh, a quanto pare il racconto ha comunque raggiunto il suo scopo ;)
    Peccato che non sia prevista la modalità del gioco in rete... però, a pensarci bene, all'epoca internet se la faceva ancora nel pannolino :D

    Grazie per il commento e le segnalazioni!
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    CITAZIONE (Fini Tocchi Alati @ 6/7/2011, 11:58) 
    l punto è che l'impatto emotivo scaturitomi dal tuo commento deve emergere durante la lettura del racconto e forse i consigli di strellima, uniti magari a una narrazione in prima persona, potrebbero dare la svolta.
    Molto buona, secondo me, è una cosa: il fatto cioè che il lettore tende a credere che ci sarà una commistione realtà-videogioco, cosa che poi non avviene. Anche a me è capitato, e devo dirti che scoprire che mi ero sbagliato è stata una piacevole sorpresa. :)

    La tentazione della commistione è stata grande, ma avrebbe snaturato del tutto l'idea iniziale. Tenterò la strada della prima persona e la svolta potrebbe esserci.

    Grazie per il commento!
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    CITAZIONE (Selene B. @ 4/7/2011, 23:12) 
    Tetractys
    Ti adoro :wub: Non è una dichiarazione d'amore, non è una captatio benevolentiae, non ti posso spiegare perchè :ph34r: , ma ti adoro

    Selene B.
    Ma allora vedi che la cosa è reciproca? Ti adoro anch'io :wub: Non è una dichiarazione d'amore, non è una captatio benevolentiae, non ti posso spiegare perchè :ph34r: , ma ti adoro... in poche parole, non capisco ma mi adeguo ;)
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    CITAZIONE (Selene B. @ 2/7/2011, 12:36) 
    hai creato aspettative nel lettore (cosa sarà mai questo videogioco?)

    Lo ammetto, è un racconto per gli appassionati di Wolf3D: è il suo limite. Comunque non sai cosa ti sei persa ;)

    Con Doom2 è il primo videogioco ad avermi lasciato dei ricordi di luoghi e situazioni che sono quasi più vivide di quelle reali, forse per averle rivissute più e più volte, anche se in modi diversi.
    Ancor più di un romanzo? È inutile, la vista dà un'impronta indelebile nella memoria, più della pura immaginazione.
    Ancor più di un film? L'interattività: è questa la differenza.

    E poi c'era un altro aspetto che me l'ha fatto apprezzare ancora di più: la voglia di capire come fosse possibile ricreare, coi mezzi limitati d'allora, un mondo pseudo-tridimensionale in tempo reale. È ciò che mi ha spinto nel lontano 2000 a creare un mio motore 3D che emulasse molte delle caratteristiche del successivo Quake III.
    Da tutto questo è nato APOCALYX 3D. Non è più al passo coi tempi, ma all'epoca non era poi così male.

    Grazie per il commento!
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    CITAZIONE (strellima @ 1/7/2011, 14:04) 
    La parte centrale è troppo appesantita dalla descrizione delle schermate, avrei ridotto le descrizioni a favore di una maggiore attenzione verso le emozioni del protagonista. Potresti introdurre quella tensione che mi sembra mancare facendo lentamente scivolare il giocatore nell'alienazione. La madre o il coinquilino che interrompono la sessione di gioco entrando in camera e lui che risponde seccato, o infastidito.
    Lui, infine, che si risveglia dal torpore solo con l'uccisione del cane.

    Grazie per il commento e il consiglio. Si aprono nuove prospettive!
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    CITAZIONE (federica68 @ 1/7/2011, 11:30) 
    fino all'ultimo ho sperato che "accadesse" qualcosa, qualsiasi cosa, che so, il protagonista si trovasse scagliato nella realtà virtuale (tipo Tron per intenderci), o la realtà virtuale lo raggiungesse in qualche modo, o ci fosse comunque qualcosa che disegnasse una trama.

    A mio parere qualcosa è accaduto: il protagonista ha steso decine di soldati senza battere ciglio e si è fermato a riflettere solo dopo aver colpito un cane.
    Come è possibile? Non si tratta di un fervente animalista, semplicemente gli uomini rappresentati in Wolf3D erano abbastanza schematici e caricaturali da non essere riconoscibili come veri uomini, mentre gli sprite del cane, per quanto schematici potessero essere, ne ricordavano un esemplare a sufficienza.
    È quello che accadeva nei film d'animazione fino a qualche tempo fa: la difficoltà degli animatori di realizzare personaggi umani credibili, mentre con gli animali non c'era problema (per quanto umanizzati, erano accettati dal pubblico come "animali").
    Come mai? Lo spettatore è più selettivo nei confronti degli umani, riconosce anche cenni o tic impercettibili che, se assenti, rendono la rappresentazione umana finta, uno zombie.
    Con gli animali non si ha questa dimestichezza e anche una sagoma che ricorda un cane può suscitare risposte emotive.

    Grazie per il commento. Mi pare di capire che devo sottolineare le reazioni emotive del protagonista. Di spazio a disposizione per farlo ce n'è parecchio.
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    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/7/2011, 09:39) 
    Il messaggio che vuoi trasmettere arriva, ma a mio avviso, anche quello, troncato e soprattutto troppo spiegato e non mostrato. [...]
    Andava dato maggior spazio proprio alla parte finale. Il lettore non riesce a empatizzare con nessun elemento. Voglio dire, se la tua vuole essere una riflessione sull'ipocrisia dei tempi moderni e su quanto faccia maggior presa sulla compassione la vista di un animale morto rispetto a quella di un uomo, beh, allarga il racconto, integralo con inserti e riflessioni esterne, parla dei tg, della superficialità dei giorni nostri, ma allungalo.

    In realtà, non c'è tutta questa voglia di criticare alcunché o di riflettere. Ho solo raccontato la mia prima sessione di gioco con Wolfestein 3D. Erano i primi anni '90 e davvero non avevo mai visto un gioco più realistico (ora ovviamente questa affermazione fa ridere), e ricordo ancora la sensazione che ho provato nell'uccidere quel primo cane lupo che mi si è parato davanti. È una sensazione che non ho più provato con giochi ben più moderni e realistici: si vede che il mio istinto da killer si è affinato ;)
    Dato che il finale è il punto cruciale, ho fatto apparire il cane molto avanti, mentre nel gioco compare prima.

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/7/2011, 09:39) 
    Allo stato attuale lo vedo come un'occasione non sfruttata. Tra l'altro, tu sei molto visuale e bravo nei dialoghi. Qui non hai la possibilità di sfruttare nessuna di queste tue caratteristiche. Il mio consiglio è di prendere un Call of Duty qualunque e di mostrarci una sequenza di gioco online, quindi con dialoghi fra giocatori, e infilarci anche lì un cane o quello che vuoi. Questo espediente dell'online di permetterebbe di allargare il discorso a un ampio spettro di argomenti senza alcuna forzatura.

    Per ciò che ho detto prima, il gioco dev'essere questo. Si tratta di un racconto autobiografico, un "Amarcord", e penso che qualche lettore over-40 riesca a rivivere la sensazione a cui ho accennato (ad almeno un lettore è già capitato, anche se non ha ancora commentato). Piuttosto penso di dover lavorare sull'ultima parte proprio per comunicare il sentimento di sgomento anche a chi non ha mai giocato a Wolf3D e di renderlo più vivido a chi lo ha giocato.

    Grazie per il commento e i suggerimenti! C'è molto spazio per ampliare il racconto, ma prima aspetto altri commenti per prendere la giusta direzione. D'altra parte Wolf3D è così corto che in pochi giorni collezionerò un bel po' di suggerimenti.
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    Cyberzen, 7806 caratteri, versione 1.0


    WOLF3D
    di
    Leonardo Boselli



         Il dischetto da tre pollici e mezzo recava un'etichetta con su scritto “Wolf3D”. Un amico gliel’aveva consegnato come una reliquia preziosa e aveva detto: «Provalo, ti divertirai».
         A casa, davanti al PC, attese che Windows 3.1 terminasse la sua fase di inizializzazione e, dopo aver inserito con attenzione il dischetto nella sua feritoia verticale, ne esplorò il contenuto.
         Erano presenti vari files tra cui un readme in inglese e un programma d’installazione. Senza altri indugi, lo mandò in esecuzione e il lettore cominciò a macinare dati.
         Dopo aver inserito alcuni parametri predefiniti, sul monitor apparve finalmente la barra che indicava il progresso dell'operazione. Non ci volle molto e, alla fine, venne eseguito il gioco vero e proprio.
         La schermata mostrava l'immagine d’un uomo armato, un prigioniero in fuga, nascosto nell'oscurità, dietro l’angolo di un lungo corridoio. Dall'altro lato un soldato nazista, una guardia di ronda, percorreva ignara quello stesso corridoio. L'immagine faceva presagire ciò che sarebbe successo: era efficace e permetteva di immedesimarsi nella sorte del protagonista, un prigioniero che doveva fuggire dal castello di Wolfenstein, braccato da feroci guardie armate.
         In un attimo selezionò l'opzione New Game e si trovò in una cella spoglia e claustrofobica. L'ambiente visualizzato era di un incredibile realismo. Fino a quel momento non aveva mai visto nulla di simile, alla fantastica risoluzione della VGA estesa, con grafica tridimensionale e tutti quei colori. La SoundBlaster poi stava eseguendo una colonna sonora inquietante che lo immergeva ancor di più in quell'atmosfera sospesa.
         Sembrava che il suo PC, dopo aver scritto innumerevoli lettere e svolto banali calcoli tra le celle di un foglio elettronico, avesse aspettato mesi per esprimere le sue vere potenzialità e lo stesse facendo tutto in una volta, nella creazione di un mondo virtuale da esplorare.
         Si rese conto che quel programma stava sfruttando al massimo le capacità del processore AMD a 40 MHz, gli 8 Mb di RAM e i chip della scheda grafica e di quella sonora. Si chiese anche come fosse possibile che la sua normalissima VESA in local bus potesse visualizzare un ambiente in tre dimensioni, perché aveva sentito parlare delle nuove schede grafiche con hardware 3D, ma erano troppo costose e, quindi, ne aveva acquistata una con un minimo di accelerazione 2D che, dicevano, permetteva di eseguire più velocemente i programmi Windows.
         Concluse che quel John Carmack, citato nelle schermate di presentazione come il programmatore principale, fosse davvero un mago dell'informatica.
         Toccò i tasti freccia della tastiera: il prigioniero si accostò alla porta della cella e l'aprì. Trovò abbandonata in un angolo una pistola e qualche colpo. Non sarebbe servita a molto, perché le guardie dovevano essere numerose e, soprattutto, bene armate, ma pensò che, per il momento, la sorveglianza lasciasse molto a desiderare, nonostante il mito della proverbiale efficienza del Terzo Reich.
         Si incamminò con decisione lungo il corridoio. Poteva vedere le pareti, il pavimento e il soffitto scorrere intorno a lui. Più in fondo, si notavano due porte e corse verso di esse. Ne aprì una a caso, ma comprese che entrambe permettevano di accedere allo stesso locale, arredato in modo essenziale con tavoli, sedie e candelabri.
         Dopo qualche istante di indecisione, entrò nella nuova stanza e si voltò di scatto perché percepì un grugnito alla sua destra. Lo spavento fu grande: a pochi passi vide un soldato armato che iniziò a sparargli addosso. Il panico si impossessò di lui, cominciò a premere il grilletto in modo compulsivo e svuotò sulla guardia l'intero caricatore. Con un urlo il soldato cadde a terra, inanimato.
         A sconvolgerlo fu la sorpresa per quell'incontro inaspettato, più che l'impressione di veder cadere un corpo su cui aveva sparato a ripetizione. In fondo, pensò, quel soldato non avrebbe avuto pietà di lui: mors tua, vita mea.
         Riprese fiato per qualche secondo e si accorse d’essere ferito, ma non gli ci volle molto per capire che quegli strani oggetti che aveva notato sul pavimento servivano per curarsi. Si procurò alcuni medikit per il pronto soccorso e si alimentò con porzioni di pollo arrosto. Trovò inoltre una ricarica per la pistola vicino al soldato morto. Così, dopo quel primo scontro, fu di nuovo in piena forma.
         Mentre avanzava, incontrò altri nemici, ben più pericolosi di quella prima guardia che aveva ucciso. Li poteva riconoscere dalle divise e possedevano armi micidiali. Comprese che dovevano essere truppe d'èlite, con tutta probabilità facevano parte delle SS, mentre gli altri potevano forse rappresentare truppe regolari della Wehrmacht.
         Dopo alcuni scontri, si era già procurato armi più efficaci della prima pistola semi-automatica. Aveva imparato a sparare brevi raffiche, per non sprecare troppe munizioni, e aveva appreso tutta una serie di tecniche per aggirare gli ostacoli e prendere di sorpresa le guardie.
         Si era reso conto che non erano molto intelligenti, infatti adottavano solo una serie limitata di comportamenti e, spesso, poteva prevedere le loro mosse con largo anticipo. Quasi sempre i soldati di basso livello, dopo averlo avvistato, puntavano direttamente su di lui sparando con un ritmo blando: poteva evitare con facilità i loro colpi correndo lungo le pareti, mentre li abbatteva uno a uno con precise raffiche.
         Più subdole erano invece le truppe d'èlite, perché si appostavano dietro gli angoli, in attesa del suo arrivo, ed erano più difficili da eliminare, poiché potevano incassare più colpi. Comunque erano disponibili abbastanza medikit per poter riprendere la corsa e avanzare con sufficiente sicurezza, nonostante l'opposizione di numerosi nemici.
         Si ritrovò, infine, in un nuovo salone. Attorno a lui poteva contare i cadaveri dei soldati che aveva ucciso per farsi strada. L'arredamento era simile a quello di tante altre stanze e cominciava a diventare ripetitivo.
         Si rese conto, girando attorno a un tavolo, che questo gli mostrava sempre lo stesso lato, anche se l'effetto non era immediatamente percepibile, perché era rotondo e il candelabro che sosteneva era posizionato in centro.
         Anche i cadaveri si comportavano allo stesso modo: li vedeva sempre nella stessa posizione, anche se gli camminava intorno. In pratica capì che solo le pareti erano rappresentate in tre dimensioni, mentre i sodati, i tavoli e il resto dell'arredamento non erano altro che poster bidimensionali.
         Dopo questa scoperta, si sentì preso in giro, come se fosse disturbato dal coinvolgimento che aveva provato per un mondo di cartapesta.
         Decise di avviarsi con rapidità verso la fine del livello. Prima o poi, il labirinto di stanze e corridoi sarebbe terminato e avrebbe potuto essere libero.
         Scelse una porta di quell'ultimo salone e l'aprì, pronto a sparare a qualsiasi cosa fosse apparsa là dietro. La porta si spalancò e vide per la prima volta un cane, che sembrava un pastore tedesco, proprio un bel cane lupo, la razza che preferiva.
         Il cane si mise a ringhiare e, dopo un attimo d’incertezza, si lanciò in un balzo per avventarsi su di lui. L'azione fu improvvisa, non si aspettava quel bel pastore tedesco, ma si stava scagliando contro di lui e quindi sparò.
         Bastò un colpo e, con un guaito straziante, il cane s’accasciò a terra. Lo vide agonizzare e, dopo un paio di sussulti, morire.
         Fino a quel momento aveva corso all'impazzata abbattendo le sagome di innumerevoli soldati, poster senz'anima, macchine prive di intelligenza, e ora, invece, di fronte alla sofferenza di quell'animale, si era fermato a riflettere.
         Decise che per quel giorno aveva ucciso abbastanza.
         Aprì il menù del programma e scelse l'opzione Quit; premette un pulsante sul case e il dischetto uscì con uno scatto dalla feritoia; poi spense il PC.

    F  I  N  E



    Edited by TETRACTYS - 5/7/2011, 01:02
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    CITAZIONE (B. Bacardi @ 28/6/2011, 09:23) 
    edit: Tetra, come si fa a schiacciare una pulce tra le unghie del pollice e l'indice? devi scrivere che sono di due mani differenti :azz:

    Io ci riesco. Basta solo un po' di pratica ;)
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    Eccomi! Finalmente sono tornato a casa... ma come? È tutto finito?! Peccato il tema mi attirava. Beh, vi do un assaggio del mio racconto fuori concorso:

    Delitto al teatro dei burattini
    Mangiafuoco frugò nella sua folta barba e ne estrasse una grossa pulce. "Maledetta!" pensò, poi la strinse tra le unghie del pollice e dell'indice finché non udì uno schiocco liberatorio.
    In quel momento si aprì la porta del carrozzone ed entrò trafelato il domatore delle pulci: «Capo, hai per caso visto Carolina?»
    :D
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    CITAZIONE (L'Aguzzino @ 27/6/2011, 20:14) 
    Potrei anche decidere di realizzare uno special... un Minuti Contati - Incipit d'Autore, chissà... qualcosa di nero e infernale insieme.

    :sisi: Sì, sì! :sisi:
724 replies since 4/8/2010
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