Sierra Leone
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Sierra Leone

di Federica Maccioni-13.600 battute ca-genere: ?

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  1. federica68
     
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    CITAZIONE
    Il punto è questo: è il linguaggio dei bambini o dei medici che raccontano le esperienze dei bambini?

    mah, guarda, io mi sono rifatta alle testimonianze dei bambini (che fra l'altro sono quasi sempre orali, e molto brevi e stringate), dove ne ho trovate, più che a quelle dei medici. In quelle dei medici ho trovato le descrizioni del tipo di trauma psicologico, fisico e affettivo che subiscono i bambini, in che condizioni arrivano nei centri, quali sono i problemi che devono affrontare i medici per disintossicarli dalle droghe e dall'assuefazione alla violenza, che noi non abbiamo neanche un'idea, per restituirli a una vita con ritmi e relazioni normali, e che ho cercato di riportare nel racconto attraverso le parole del bambino seguendo lo stile usato da quei bambini, che ho cercato di imitare.
    in questo credo di essere riuscita, che era quello che mi premeva, perchè nessuno mi ha segnalato che non si capisce.
    CITAZIONE
    Per quanto riguarda la faccenda delle mani era riferita al fatto che penso sia un nostro modo di fare, se ci si lava al fiume lo si fa con altre modalità che non sciacquarsi le mani, ci si immerge o cose del genere. Questa è la mia convinzione, ma di certo mi sbaglio e non riesco a spiegare la mia interpretazione di ciò che fa il ragazzo (che avevo scherzosamente tradotto nel gesto che un bambino, andato fuori a giocare, fa nel lavandino di casa sotto la minaccia della mamma).

    si può essere, in effetti, ma direi che ci si possono lavare le mani anche solo immergendole nella corrente. Spesso al fiume lo si fa. Non mi sembra un problema... anche se si immergeva, il punto era che si sentiva le mani sporche di sangue e quindi le lavava ripetutamente. Che poi lavasse solo le mani o anche il resto, non credo che sia importante, di sicuro anche se si lavava il resto del corpo, nella sua immaginazione è rimasto impresso più il fatto che non riusciva a far venire pulite le mani, ed è questo che dice quando racconta, quello che per lui è importante... poi credo che sia libertà del lettore immaginare il ragazzino immerso fino alla vita, o fino alle ginocchia, o fino a dove più uno immagina, o chino sull'argine a lavarsi solo le mani... Io personalmente me lo vedevo lavarsi dentro una grossa zucca tagliata a mo' di catino, con l'acqua presa dal fiume, vedi tu
    CITAZIONE
    Sullo sciamano intendevo non che non esista in quanto “stregone” e in ciò che fa, ma nel “termine” stesso che fai dire al ragazzo. Nella prefazione del libro che mi hai segnalato ho trovato questa frase.
    CITAZIONE
    Le malelingue dicono che è vittima dei vodù di suo zio, l'hunò Briyawo.

    Intendevo questo per dare alla storia termini e espressioni del posto…

    leggilo, è molto bello! Almeno a me è piaciuto tantissimo. Dello stesso autore ti segnalo anche "Neyla". Molto bello anche questo, mi è piaciuto un casino, veramente notevole secondo me.
    Ma sii sincero, se avessi scritto Hunò, avresti capito a cosa mi riferivo? Senza contare che l'autore di quel libro è del Togo, e che in Africa non esiste una sola lingua, come essere certi che la stessa parola venga usata in Sierra Leone, dove si usa una lingua diversa? avrei dovuto comunque scrivere "sciamano" o "stregone", per spiegare di cosa si trattava, con in più l'incertezza di aver scritto una parola fuori luogo per quel contesto e praticamente impossibile da verificare. So che la figura dello sciamano ricorre in molti riti e tradizioni tribali, ma non posso certo sapere come venga chiamato in ciascuna delle 30 e forse più lingue censite ufficialmente, più varie centinaia di dialetti di un continente fra i più vasti del pianeta... :sunglass:


    alla prossima :D

    un bacione

    Edited by federica68 - 6/12/2008, 15:08
     
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  2. x_LUIS_x
     
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    Ciao!
    Allora!
    Senz'altro è un racconto toccante, la forma è ottima, il soggetto originale.
    Il linguaggio psuedo semplicistico, ideato per entrare nella psicologia narrante di un bambino, è gestito con molta accuratezza.
    Il passaggio tra le varie fasi del racconto fila via senza intoppi, non ridonda ed è quasi, oserei dire, scenografico.
    Non mi coinvolge enormemente, tuttavia, il messaggio di denuncia intrinseco.
    La storia è un po' troppo divisa tra "buoni" e "cattivi", senza sfumature, non so spiegarmi.
    Una denuncia dovrebbe porre più dubbi che certezze, entrare nella complessità delle situazioni.
    Ovviamente queste sono considerazioni del tutto personali dettate dal fatto che ognuno di noi ha gusti diversi.
    Proprio per questo, giudicando obiettivamente, darei un tre e mezzo.
    Dato che stiamo in un perioso natalizio, però, arrotondo a 4! :D
    Ciao!


     
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  3. federica68
     
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    ciao Luis
    grazie!

    guarda provo a rispondere alle tue perplessità, che sono sacrosante.
    Il protagonista è un bambino, non ha la capacità (per via dell'età e delle esperienze che ha vissuto), l'esperienza e gli strumenti per sapere che il mondo non è tutto bianco o tutto nero, ma è fatto anche di vie di mezzo. Siccome è lui che parla, la storia è vista con i suoi occhi. È una scelta narrativa, e come tutte le scelte può essere opinabile, ovviamente, ma quello che lui vede è quello, e con il narratore in prima persona, potevo solo narrare la vicenda con i suoi occhi, anche se è incompleta.

    A parte il fatto che gente che rapisce i bambini, e ammazza interi villaggi per farlo, li violenta, li droga, e li manda al massacro e a uccidere i loro simili a 5 anni con un fucile in mano imbottiti di anfetamine, scusa, ma non riesco proprio a vederci "sfumature", o "più dubbi che certezze". Da tempo questa gente è riconosciuta come criminale, di guerra e non. La complessità potrebbe stare nella complicità e nella connivenza dei paesi ricchi che gli vendono tutto l'armamentario bellico, e che li finanziano profumatamente perchè lo schifo continui, e sui motivi dei suddetti paesi e dei loro governi stessi che hanno interesse che le cose non cambino. Ma capisci bene che non sarebbe stato verosimile che il bambino si mettesse, a circa 8 anni, (il linguaggio è circa quello di quell'età, direi), con la sorellina violentata, in crisi di astinenza, a chiedersi il perchè e il percome di tutto quanto. Non sarebbe stato verosimile neppure dopo, quando cominciava a fare una vita più umana. Sono bambini che non sanno cosa vuol dire giocare. Penso che per lui scoprire che esiste il gioco del calcio, o che la gente fa l'albero di Natale e si scambia i regali, sia stato più importante che sapere i motivi esterni che l'hanno portato a diventare uno dei tanti bambini-soldato.

    Poi c'è un'altra cosa, cioè il punto di vista. Il bambino non può sapere tutte queste cose. È una vittima dell'ingranaggio, e vede la cosa dal suo piccolo punto di vista. Per lui le persone che l'hanno aiutato sono in effeti tutte buone, quelle che l'hanno fatto soffrire sono effettivamente tutte cattive. È narrativa e non saggistica. :sospysi: :P

    A un racconto di poco più di 10.000 battute, specie con il punto di vista che ho scelto, non si può chiedere un'analisi sociologica o geo-politica esaustiva ;).


    Comunque ti ringrazio per la segnalazione, ne terrò conto per eventuali sviluppi del racconto :P

    grazie ancora e un bacio

    Edited by federica68 - 6/12/2008, 15:02
     
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  4. tar-alima
     
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    Ciao Fede.
    Il racconto mi è piaciuto, sia come spunto che come stile.
    Peccato che di questo tipo di spunti non si sia mai a corto!
    L'unico difetto che trovo è il fatto che sia tutto narrato, il che rende il ritmo un po' monotono, anche se il tema tragico fa passare questo aspetto in secondo piano. Forse avrei provato a inserire un paio di azioni con brevi dialoghi, in modo da dare qualche "picco" al racconto.
    Voto 3. E' sempre un piacere! :)

    Mi è scappato un 2! Tenetene conto, voi che potete!
     
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  5. federica68
     
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    ciao Grazia
    mentre io commentavo il tuo, tu commentavi il mio!!

    eravamo sincronizzate :woot:

    in effetti quello che dici lo avevo pensato anch'io, poi ho deciso di lasciare quasi tutto narrato, tranne la frase della sorellina, perchè mi sembrava più incisivo, ma non credo che sia stata una scelta felice, a questo punto.

    Credo che metterò qualche dialogo per rendere più fluido il passaggio fra la prima e la seconda parte, come anche segnalato da Diaphane, e forse qualche dialogo fra lui e Marcella...

    grazie mille per la lettura e i consigli

    un bacio
    F
     
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  6. Vinch
     
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    Tema scottante e doloroso, non c'e che dire, lo hai trattato anche abbastanza bene, dando una buona soggettiva del bambino narrante. Il linguaggio infatti risulta credibile, nonostante il rischio sia quello di riultare un po' troppo monotono. In effetti, anche se un bambino in effetti può parlare così, è necessario inserire un qualche artifizio per non "addormentare" la lettura, es. dialoghi, una parte di azione, qualche descrizione pittoresca del paesaggio... Il risultato in effetti è un racconto forse troppo lento, sebbene non lunghissimo.
    MI è piaciuto molto l'inserimento del tema natalizio, con una discussione pacata e non retorica di ciò che dovrebbe significare, accompagnata da pensieri azzeccati del bambino narrante.
    Ho molti dubbi però sui repentini cambi di scelta/pensiero del bimbo. Da quel che ho letto io, molti bambini rapiti e drogati che diventano soldato, alla fine non riconoscono nemmeno più i genitori o parenti e il percorso di riabilitazione è molto lungo e doloroso. Questo punto è forso poco credibile. Anche qui forse si potrebbe sfruttare qualche artifizio, di cui ho detto dopra, oppure far trapelare dei "buchi di memoria", che corrispondono alle parti di (inevitabile) crisi. Quelle due tre che hai messo, sembrano troppo buttate lì "en passant".
    In ogni caso alla fine il tutto risulta coinvolgente, soprattuto perché hai dosato la retorica e sei riuscita a destreggiarti bene aggirando pericolosi luoghi comuni.
    In media il mio voto è 3.

    Ciau
     
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  7. federica68
     
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    ciao Vinch
    grazie per la lettura e il commento

    guarda, ti dirò
    l'osservazione che fai sui tempi di riabilitazione era lo stesso dubbio che avevo io. Sapevo che questi bambini spesso non riescono più a diventare ragazzi o adulti con una vita relazionale normale.
    In realtà non avrebbe dovuto neppure portare via la sorella, direi...

    il fatto che i nomi di persona comincino a comparire solo dopo l'arrivo al centro di Emergency, o di Medici senza Frontiere, o quello che è, voleva proprio essere indice del fatto che segnali tu, così come anche la descrizione abbastanza serrata dei fatti, senza digressioni: come quando uno ha subito un trauma e poi riesce a vedere il mondo solo filtrato da quello che gli è successo, non so se ti è mai capitato di avere a che fare con persone così... Volevo dare l'idea di un ragazzino che non si guarda intorno, che riesce a pensare solo a quello che gli è successo, e che mette in relazione tutto quello che accade con la sua vicenda... è per questo che non ho messo dialoghi, ma visto che non sei il solo che mi ha segnalato questa pecca vuol dire che ho cannato il tiro e dovrò aggiustarlo, ampliandolo anche aggiungendo parti dove si capisca la difficoltà a tornare nella normalità...

    sono contenta però del fatto che ritieni che non sia caduta nella retorica, il che mi sarebbe dispiaciuto parecchio, sarebbe stato proprio sbagliare del tutto l'obiettivo da parte mia.

    grazie mille ancora
    e a rileggerci

    Edited by federica68 - 8/12/2008, 17:27
     
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  8. kiwi65a
     
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    Ciao Fede! Bello e credibile il linguaggio del bambino, interessante anche la storia, che tuttavia passa un po' in superfice su questa realtà, senza dire cose particolarmente originali. Ma questo te lo hanno già fatto notare.
    Sono consapevole di abbassarti la media delle mie votazioni, però da te ormai mi aspetto solo cose di livello. E so che ne sei in grado!
    Tre, a malincuore.
    Ciao
    Piero
     
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  9. federica68
     
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    ciao Piero
    3 non è mica un brutto voto!

    grazie comunque per averlo letto e per le osservazioni

    credo di dover rivedere questo racconto da cima a fondo, sai

    Inserire più dialoghi, e più succo

    Grazie comunque ;) soprattutto per l'alta considerazione, il che mi spiazza un po' perchè non so ancora come ho fatto a vincere 2 USAM, dev'essere stata una svista monolitica... :asd:
     
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  10. beatrix_w
     
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    Ciao Federica! ^_^
    E' un bel racconto, mi è piaciuto lo stile che hai usato per descrivere con gli occhi di un ragazzino. Mi ha commosso e lo trovo anche molto realistico (ho letto diverse testimonianze di bambini e bambine soldato, a mio parere ti sei documentata bene). L'unico appunto è che avrei preferito qualche aggiunta in più su quello che prova il protagonista, perché nel racconto a volte mi è sembrato parlasse di un estraneo e non di sé stesso. Il voto era tra il 3 abbondante e il 4 e ti do 4 perché mi è piaciuta molto la considerazione finale. Ciao ^____^
     
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  11. federica68
     
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    ciao Stefania
    grazie per la lettura e il commento

    sì, quello che dici sul racconto è più o meno quello che sta venendo fuori, sotto diversi punti di vista, un po' quasi da tutti, perciò credo che sia il suo punto debole, insieme alla faccenda dei dialoghi che è l'altro grande filone.

    credo che a USAM finito mi metterò lì con calma e lo rivedrò per benino

    grazie ancora e a rileggerci

     
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  12. rolandking
     
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    Mi sento in imbarazzo a commentare la mia "maestra" :P (scherzo)
    Ho trovato il racconto molto toccante: il tema dei bambini-soldato non mi ha mai trovato indifferente, soprattutto se narrato con questa tua grande capacità di tirar fuori le emozioni dai personaggi. Il punto di vista del bimbo è a mio avviso molto verosimile.
    CITAZIONE
    Mi lavavo anche le orecchie perchè non riuscivo a togliere le urla che ci restavano dentro

    Frasi come questa ad esempio hanno catturato molto la mia attenzione.
    Per quanto riguarda punteggiatura e tecnica diciamo che ho solo da imparare :D

    ps:Una volta ho chiesto a Marcella che cosa c'entra un albero colorato con un uomo saggio ucciso in quel modo, ma lei ha detto solo che da loro usa così.
    Domanda: ...da loro "si" usa così.Manca il "si" giusto? :blink:
    Comunque per me è 4 strapieno. :lol:
     
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  13. federica68
     
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    ciao roland

    grazie per il commento lusinghiero... ma dai!!! non voglio fare la maestra di nessuno. Se vedi il commento di Nicola o di altri, mi hanno tirato le orecchie per la punteggiatura, e hanno ragione, perciò... è solo che magari a me le stanno tirando da più tempo e allora certe cose che facevo prima non le faccio più, in compenso ne faccio altre... :shifty: e così le orecchie sono sempre più lunghe!!

    comunque ti ringrazio tantissimo, sono contenta che ti sia piaciuto. :D

    per il "si usa" o "usa", credo che si possa dire in entrambi i modi, dipende dalla musicalità che vuoi dare alla frase, credo. Almeno, io ho sentito dire spesso "usa così", spero che non sia dialettale...

    qualcuno che ne sa più di me può darmi lumi, please?

    altrimenti, guarda, metto il "si", così sono tranquilla

    grazie per la segnalazione e a rileggerci!

    Edited by federica68 - 13/12/2008, 10:38
     
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  14. Paolo_DP77
     
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    Ciao,
    il racconto mi è piaciuto e ho apprezzato molto il coraggio di affrontare un tema così importante.
    Il commento in spoiler:

    SPOILER (click to view)
    Sei riuscita a non banalizzare. Un altro rischio era "drammatizzare" troppo, ma anche rispetto a questa misura ti sei mossa molto bene, complimenti. Il punto di vista che hai scelto conferisce molto realismo alla storia, secondo me. Hai ricreato bene lo stile di una testimonianza diretta.

    Una cosa che non mi convince però c'è. In più di un passaggio la narrazione procede sul vago. Non ci sono nomi propri né eventi troppo dettagliati. Sebra un po' una "testimonianza tipica" (è brutto dirlo, purtroppo) mentre invece secondo me sarebbe meglio riportare magari alcuni eventi più specifici.
    Per esempio:
    CITAZIONE
    Spesso però ci veniva voglia di vedere il sangue e di uccidere, allora ci picchiavamo forte fra noi (...)

    oppure
    CITAZIONE
    Qualcuno dei bambini che c'erano al villaggio era senza gambe, andava in giro su una sedia con delle ruote. Mi hanno spiegato (...)

    Sono considerazioni generiche; penso che riportare nomi ed episodi esemplificativi, anche meno spiegati, avrebbe un effetto più incisivo e caratterizzerabbe meglio la storia.

    Nella parte in cui si parla del natale questo limite viene superato, ed è interessante vedere come il bambino avverta lo spirito natalizio degli adulti. Qui ci sono delle considerazioni che fanno riflettere. Anche il personaggio di Marcella è sicuramente ben riuscito.


    Ero indeciso tra 3 e 4, and the winner is (rullo di tamburi....) 4! :-)
    Arrotondamento dovuto alll'originalità e la qualità della parte dove affronti il tema natalizio.
     
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  15. federica68
     
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    ciao Paolo

    grazie mille per il bel voto :woot:

    grazie anche per il suggerimento!!
    In effetti non ci avevo pensato, credo che farò quello che hai suggerito tu, in modo da inserire anche qualche dialogo, infatti un altro appunto che mi è stato giustamente fatto è che mancano un po' di dialoghi, quello che suggerisci tu potrebbe essere un buon espediente per inserirne qualcuno.

    ora sto raccogliendo tutti i suggerimenti, poi aggiusto sul file e spero di fare in tempo a postare la versione nuova (sono un po' incasinata in questi giorni...)

    ti ringrazio tantissimo ancora per la lettura e il commento,
    a rileggerci.

     
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35 replies since 1/12/2008, 21:42   565 views
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