Alleanza
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Alleanza

fantamitologico - 18.5k battute

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    Losco Figuro

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    CITAZIONE (Piscu @ 8/9/2009, 12:59)
    l'idea di un dio che chiede a un uomo di sacrificare il proprio figlio ed è fiero che lui sia disposto a farlo non mi è mai andata giù. anche perché, se sei onnisciente, a che ti serve "mettere alla prova" qualcuno? sai già come reagirà.

    Onnisciente non è la stessa cosa che preveggente, ed esiste pur sempre il libero arbitrio.
    E poi vogliamo parlare di quel poveretto di Giobbe? :rolleyes:
     
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  2. Piscu
     
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    CITAZIONE (CMT @ 8/9/2009, 16:35)
    ed esiste pur sempre il libero arbitrio.

    infatti, questa è la spiegazione che più spesso mi viene data. ma se questo ipotetico dio non può vedere al di là delle scelte degli uomini, allora l'uomo è di fatto più potente di lui.

    vabbè è un problema complesso e per me molto affascinante ma probailmente questo non è il luogo adatto per discuterne.
     
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  3. Fini Tocchi Alati
     
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    Interessante!
    SPOILER (click to view)
    L'unica mia perplessità riguarda l'ingenuità di questo Dio che, a mio parere, conscio della sua potenza non poteva non aspettarsi che Abramo avrebbe eseguito alla lettera il suo comandamento. Invece, di fronte alla mitezza dell'uomo, si è addirittura indignato.

    Sono poi d'accordo con chi ti suggerisce di sfrondare un po': anche secondo me il racconto ne guadagnerebbe.


    Comunque, il mio voto è 3.
    A rileggerti.
     
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  4. Munzic Reload
     
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    Allora, partiamo subito duri.

    L'incipit è bruttino.
    Era la seconda volta che provavo a leggere il racconto, e la prima ho desistito, complice anche la stanchezza, perché non mi hai subito affabulato con le prime parole. Magari usane meno, ma che siano più incisive.
    Leggendo poi il seguito, l'inizio, sembra quasi scritto da un'altra persona. Perché nel resto della storia esprimi un potenziale diverso, molto più efficace.

    Bene, dopo la prima frustata, passiamo allo zuccherino.
    Molto buono il resto. Bella la descrizione dello stato d'animo del bambino, non annoia, è scorrevole e lo stile è piacevole.

    Interessante l'idea generale. Ci si potrebbe fare un'antologia, adottando questo punto di vista. Pensaci. :)

    La storia, forse, si riduce un po' a poco. Avrei preferito qualche idea in più, rispetto all'originale. Ad esempio l'esplorazione di altri personaggi che magari nella Bibbia sono di contorno. Come: la madre di Isacco, o qualche membro della stessa tribù. La scena, a mio parere, risulta un po' statica.

    Ti do un 3. Non pieno. Per l'ultimo motivo riportato sopra.

    Un ultima nota.
    SPOILER (click to view)
    È particolare il fatto che tu abbia postato questo racconto in concomitanza al mio.
    Infatti, per scegliere il nome del mio ragazzo cattivello, mi sono , in parte, ispirato a questo episodio della Bibbia (vedi:Isaac Shelfar) ;)


    Ciao, a rileggerti.
     
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  5. trap56
     
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    Noto che il vecchio CMT si è un po’ rammollito e lascia passare falli quasi da rigore. Allora comincio da qui, dalle minutaglie. Tenendo presente che ero partito convinto di non dover fare editing, arrivando buon ultimo.
    “Mi ritrovo con la TESA reclinata”.

    “Non alzare la mano suO tuo figlio”

    “Come se quelLE milionI di briciole”: rivedere la concordanza, non pensi?

    “UnO a unO tuttE lE piccolE lucciolE: idem.”

    Ciò detto, mi chiamo fuori dal coro, nonostante, si badi bene, Piscu (avendone colto lo spirito) abbia assegnato l’unico voto positivo al mio racconto. Riconosco con chi mi ha preceduto l’originalità del ribaltamento del punto di vista (meccanismo vecchio e collaudato, comunque). Forse che non mi appassionava il tema, ho fatto fatica a procedere, anche perché si intuisce quasi subito quale sarà il prosieguo. Tranne la variante dell’intervento divino.
    Riconosco la sapienza nell’uso di parole e frasi, ma vado oltre quanto già detto da altri: è a tratti ridondante, si potrebbe sfrondare ben bene senza perdere di efficacia. Anzi!
    Ho anche trovato molto ingenua la figura di questo Jahvé (ricordiamoci chi e che cosa era per gli Ebrei): per carità, siamo nel campo della fiction, tutto è lecito. Quasi tutto: se ci si addentra in certi territori, un minimo di coerenza è indispensabile. Se pensi che gli Ebrei si erano dati un Dio degli eserciti, implacabile, direi quasi… disumano, bè, questo tuo è umano, fin troppo umano.
    E a proposito di coerenza: d’accordo che gli ebrei sono il popolo eletto e quindi superiori agli altri, però quel ragazzino tutto sembra tranne che un ragazzino di qualche migliaio di anni fa. E va bene che è un anziano che ricostruisce – e nemmeno un anziano qualsiasi. Era lì lì per lasciarci le penne, terrorizzato che a strappargliele fosse proprio il padre, con la testa tirata violentemente all’indietro, gli occhi stracolmi di lacrime… e però ti percepisce e memorizza perfettamente un evento come quello, con una lucidità degna di un… Tito Livio. Un po’ forzato, non ti pare?
    Quindi, pregi e difetti – oltre al gusto personale, che comunque incide.
    Sul voto sono molto indeciso, combattuto tra forma e contenuto. Per compensare un po’ quelli che, secondo me, sono gli eccessivi entusiasmi di alcuni che mi hanno preceduto, eccedo per difetto: 2, che in altro contesto sarebbe un quasi 3.
     
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  6. Piscu
     
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    CITAZIONE (Munzic Reload @ 9/9/2009, 12:56)
    Interessante l'idea generale. Ci si potrebbe fare un'antologia, adottando questo punto di vista. Pensaci. :)

    ci avevo già pensato! una serie di racconti basati sul punto di vista di chi in episodi storici (o come in questo caso mitologici) stava in disparte, dei perdenti e dei dimenticati. ma è un progetto a luuuungo termine, per il momento ho solo questo e non è detto che riesca a trovare altre storie che mi interessano.




    a quanto pare la parte iniziale è pesantuccia. cercherò di sfrondarla e renderla magari più intrigante (non in questa sede, il racconto che ho messo qui ormai è quello).

    quanto agli appunti sulla "coerenza": la caratterizzazione di dio fa ovviamente parte della storia. il dio che io ho creato (ah, che blasfema questa frase!) NON è il dio dell'antico testamento. seguendo il mio racconto, il dio di cui si parla nella bibbia è un dio che se ne è andato, e ciò che si scrive di lui non rispecchia affatto la sua vera natura.

    per l'infallibile memoria del bambino: io credo che un evento del genere toccherebbe in profondità chiunque. e è capitato anche a me (che pure non ho 196 anni) che certi ricordi mi si ripresentino con una lucidità che non riesco a comprendere. inoltre, si presume che la "presenza" di dio abbia qualche potere (infatti riesce a ipnotizzare il bambino, e in qualche modo scioglie le funi che lo legano) e che per questo l'episodio sia ancora più incisivo.


    grazie ancora per le segnalazioni.
     
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  7. ferru
     
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    Ciao
    voto due

    SPOILER (click to view)
    Il racconto è scritto bene. Ma il rapporto tra padre è figlio non è assolutamente credibile. Papà? A quei tempi un figlio non guardava neppure il padre negli occhi e sopratutto gli dava del lei. Non so se lo hai fatto di proposito, per qualche tuo motivo particolare. Ma non mi sembra corretto.


    Ferruccio Gianola
     
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  8. federica68
     
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    Non ho letto tutti i commenti, potrei ripetermi e mi scuso.

    la parola che usavano i bambini per rivolgersi al padre, in luogo di papà era "abbà", (si trova nei Vangeli) e usavano effettivamente il tu. Almeno se prendiamo per buone le traduzioni multiconfessionali della Bibbia di Gerusalemme.

    Su Moria la locazione è corretta, cito "va' nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su un monte che io ti indicherò". Si trova nella Genesi.

    veniamo al racconto.
    È indubbiamente ben scritto ed è interessante l'idea del Dio deluso dalle proprie creature... ma c'è una cosa che non gira bene.
    È una questione di punti di vista dei personaggi che non va trascurata. Se ti attieni alla versione "classica" si dice che Abramo ricevette l'ordine proprio da Dio, e quindi Dio non poteva non sapere di aver dato l'ordine. Va bene, come giustamente fai notare nel racconto, è la versione di Abramo, quindi Abramo poteva raccontare quel che voleva, compreso di aver ricevuto un ordine mai impartito in realtà.
    Ma forse ti conviene inserire la faccenda in un contesto più "storico". Mi spiego.
    Abramo viveva in una società che imponeva il sacrificio dei primogeniti, tanto da indurre i legislatori di epoca più tarda ad ammorbidire l'uso e renderlo meno barbaro, sostituendo il riscatto dei primogeniti al loro sacrificio (mi sa che era un'ecatombe, in effetti). E in questo senso, effettivamente il personaggio di Abramo come lo descrivi tu poteva ritenere di aver DAVVERO ricevuto l'ordine divino di sacrificare Isacco, visto che le leggi erano teocratiche. Secondo me è da qui che puoi partire per introdurre l'idea del dio che si è allontanato, come dici in una tua risposta. Cioè, introdurre l'idea di un dio che non è come ce lo hanno sempre mostrato, ma partendo da una base storica un po' più solida e non solo soggettiva e/o esclusivamente interpretativa del narratore.

    Allora in questa ottica ci vedrei di più, narrativamente parlando, la sconfitta di Dio. Non se la prende più solo con Abramo (che era pur sempre figlio del suo tempo: è vero che credeva ciecamente ed era ligio alle usanze, in maniera acritica diremmo oggi, anche visto che la discendenza per quelle popolazioni era un valore assoluto, e che alla sua età sacrificando il primogenito sapeva benissimo di non avere altre possibilità con eventuali secondogeniti), ma se la prende con gli usi di una società intera che gli è sfuggita di mano e che tutto sommato l'ha frainteso quando non ha usato il suo nome per giustificare le peggiori atrocità (storia già sentita?). Mi pare che da un punto di vista della struttura del racconto lo renderebbe più solido e coinvolgente.

    Mi sento di darti un consiglio, prendilo come tale, però e niente di più.
    Calca di più sul contesto storico. Lascia così com'è la parte fantastica e la tesi che hai scelto, ma inseriscila in un contesto storico più corposo e documentato. In rete si trova parecchio direi, ma anche nelle note a piè di pagina della bibbia nei passi che riportano l'episodio di isacco e/o nell'introduzione alla Genesi.

    Personalmente non vedo come una pecca l'uso di un linguaggio più colloquiale, almeno tra i personaggi umani. Forse, per rispettare lo stile dell'epoca, Dio dovrebbe parlare in maniera un po' più forbita, ma non mi dispiace neppure così umanizzato. Anzi, forse visto il discorso che fa è più azzeccato così che non se facesse uso di termini epici...

    metto un 3 bello pieno

    Edited by federica68 - 12/9/2009, 12:30
     
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  9. Piscu
     
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    ringrazio per il lungo e approfondito commento. non era in effetti mia intenzione creare un racconto "storico", però vedo che l'opportunità ci sarebbe. ci rifletterò.

    voglio però chiarire una cosa:
    SPOILER (click to view)
    dio HA ordinato ad abramo di uccidere suo figlio. in questo senso, abramo è stato DAVVERO messo alla prova. ma la risposta che voleva dio era una negazione assoluta e categorica. solo quando si accorge che il sacrificio è imminente e inevitabile interviene per salvare il bambino.

    troppo umano? forse. ma non è lo stesso dio che ci hanno abituato a considerare.
     
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  10. ferru
     
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    x Federica

    SPOILER (click to view)
    Abbà dovrebbe essere riferito ai Vangeli: così Gesù chiamava confidenzialmente Dio. Ma non credo fosse in uso con Abramo (Antico Testamento). Non sono un esperto, comunque. Nel racconto però a mio parere stona.


    Ferruccio Gianola

    Edited by ferru - 15/9/2009, 08:48
     
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  11. federica68
     
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    CITAZIONE (ferru @ 14/9/2009, 12:41)
    x Federica

    SPOILER (click to view)
    Abbà dovrebbe essere riferito ai Vangeli: così Gesù chiamava confidenzialmente Dio. Ma non credo fosse in uso con Mosè

    SPOILER (click to view)
    infatti, è la parola che i bambini usavano per riferirisi, appunto confidenzialmente, al papà, e in effetti corrisponde al nostro papà. Il fatto che si trovi nei vangeli non penso che significhi che prima non si usasse, la lingua è la stessa o almeno la radice. Ma a questo punto, per fugare ogni dubbio meglio un neutro "padre", che nel contesto suona sicuramente meglio del moderno "papà", direi
     
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  12. marramee
     
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    Bella fanta-rivisitazione di un episodio oscuro della Bibbia, che mi ha sempre lasciato perplesso. Quindi non posso che apprezzare il tuo punto di vista. Scritto molto bene. Molto indeciso tra il tre e il quattro, mi butto e voto quattro.
     
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26 replies since 7/9/2009, 11:40   377 views
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