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CITAZIONE Aveva perso la sua famiglia, gli amici, i compagni di reggimento e nessuno di quelli che conosceva, di cui aveva avuto notizia, si era salvato. non mi piace molto. forse meglio sarebbe "nessuno di quelli che conosceva, stando alle notizie che aveva avuto, si era salvato".
Ricordo di aver letto un altro capitolo di questa saga sempre su USAM, Daniele. Il pezzo è scritto bene, scorre anche abbastanza, i momenti di quiete e quelli adrenalinici sono ben bilanciati, le descrizioni accurate ma mai ridondanti, i riferimenti a cose ed eventi passati non cadono nel vuoto perché opinatamente recuperi il "non mostrato" attraverso dialoghi, flashbacks, ecc. Poetica la chiusura, "circolare" rispetto all'inizio, come piace a me. il problema è che è un fantasy. e bada, non è un appunto personale, basato sulla mia presunta (accertata) idiosincrasia col genere. no, qui non c'entra il gusto, il problema è proprio che è "un" fantasy, uguale a migliaia di altri, non si differenzia in nulla dagli stereotipi del genere. I personaggi sono assolutamente monolitici, bianchi o neri senza possibilità di rivelare sfaccettature caratteriali che li rendano diversi dagli archetipi del guerriero senza macchia, del nemico vigliacco e bastardo, della sacerdotessa sfortunata che ha suo malgrado dedicato la vita alla religione che serve. Io ho letto "Le cronache del ghiaccio e del fuoco": non sarà un grandissimo capolavoro, ma lì c'è un lavoro sui personaggi che li rende vivi, diversi rispetto al solito, un lavoro talmente apprezzabile che ti fa accettare anche le solite trame fantasy e te li fa amare, odiare, ti fa venire voglia di vedere come si evolvono. qui, purtroppo, questo non c'è, il pezzo finisce come uno si aspetta che debba finire e anche se il romanzo continuasse si sa che l'eroe non cambierà per ciò che gli è successo, è statico come personaggio nel modo in cui lo presenti. immagino che tu tenga molto a questo tuo romanzo (tutti amiamo ciò che scriviamo, ci mettiamo dentro impegno, tempo e sudore) e che perciò non ti farà piacere leggere questo commento, ma tra noi è sempre bene essere sinceri e so che almeno questo lo apprezzerai. hai creato il mondo, hai creato la storia, ci stanno. ti direi di rivedere i personaggi, di renderli "umani", di vederli vicini a te e ai lettori. parli di luoghi e tempi indistinti, certo, ma le emozioni e l'animo umano sono le stesse, e sono quelle che calano il lettore nella storia, secondo me. il voto è 2. scusa lo sproloquio e alla prossima
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