Las aventuras de Martin Torcetripas - Roba da ricchi
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Las aventuras de Martin Torcetripas - Roba da ricchi

picaresco

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  1. VdB
     
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    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    in questo scritto io mi sono attenuto ferreamente ai canoni del romanzo picaresco

    Ah, ecco, scusa ma non avevo idea che stavi seguendo uno stile ben preciso.
    CITAZIONE
    Poi c'è la questione dei capitoli: nel secondo (che non so se finirò)

    Devi finirlo, il mio giudizio è di proseguire, mi sembra che tu abbia le idee ben chiare al riguardo e penso che siano meritevoli di essere sviluppate
    CITAZIONE
    Forse ultimamente sto postando solo racconti in prima persona, ma ne ho scritti anche in terza e lì, magari, mi trovo meglio a "volare" dentro e fuori del personaggio, descrivendo sia le azioni che le sensazioni.

    Condivido in toto... mi piace la terza persona perché ti obbliga a seguire certi paletti, a me è servita per raccapezzarmi con la stesura di una storia. Non avendo nessuna base, cerco di mettere in parole lo sguardo di un ipotetico spettatore, poi sto cercando di dare “corpo” al narratore onnisciente, cosa difficilina a farsi senza cadere in qualche controsenso. Pur se scrivendo utilizzo la terza persona, da lettore apprezzo senza ombra di dubbio la voce in prima persona.
    CITAZIONE
    Nella prima persona, a mio parere, un personaggio coinvolto in certi eventi, non si ferma troppo a riflettere quando c'è in gioco la sua vita.

    Dipende dal momento in cui tu scegli di fargli narrare la storia. Se racconta in presa diretta, ovvio che no, ma se lo fa a vicenda conclusa, il gusto sta nel lasciare trasparire, nel tono del racconto, quel che gli è rimasto di quanto sta narrando:
    CITAZIONE
    Lui l'aprì, lesse quello che c'era scritto sul foglio e schioccò le labbra annuendo tra sé.
    – Aspettami qui – mi disse. – Torno subito.
    Obbedii. Credevo che fosse sceso in cantina a prendere il fiasco di vino, e invece all'improvviso sentii chiudersi la porta dalla quale ero entrato e me lo ritrovai alle spalle.
    – Do... dov'è il vino? – chiesi un po' a disagio.

    Lui l’aprì, lesse quello che c’era scritto.
    Aspettami qui – mi disse. – torno subito
    Come potevo non ubbidirgli? Me ne stavo in attesa di rivederlo riapparire dalla cantina quando alle mie spalle sentii la porta chiudersi e con essa la speranza di vederlo riapparire con una bottiglia in mano. Quel figlio di un cane aveva ricevuto ben altre istruzioni.
    - Do... dov’è il vino? - Chiesi già presagendo che la risposta che avrei ricevuto avrebbe cambiato la mia vita.

    Qualcosa del genere (ho usato un brano del tuo racconto proprio per spiegarti il malinteso in cui ero caduto.)
    CITAZIONE
    Credo di aver raggiunto un buon compromesso in Gloomville I e II e in Six Shots, se li leggerai gradirei molto un tuo parere

    Gloomville I l’avevo letto al tempo in cui l’avevi inserito, per il parere però, mi prendo il tempo di rileggere il tutto, appena posso lo farò, e farò in modo di fartelo avere.
    CITAZIONE
    L'unico dispiacere è che discussioni come questa dobbiam farle sul forum e non davanti a qualche pinta di birra.

    Quando capiti dalle parti di Roma, fai un fischio e chissà che non ci scappi qualche birra (devo confessare che arrivato verso la quarta o la quinta in effetti mi scappano di mano, quindi occhio al boccale!).
    CITAZIONE
    oramai un po' "ti conosco" e la tua schiettezza è preziosa

    Ps in PM ho da chiederti una cosa al riguardo…
    Ciao
    gV
     
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  2. Black _ Dahlia
     
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    Non mi convince del tutto la prima parte: un po' troppo "grezza" per i miei gusti.
    Poi migliora, ed anche parecchio, specialmente dal punto di vista della qualità della narrazione.
    SPOILER (click to view)
    Però la trovata dell'orfanatrofio-macina bambini mi pare quasi fantascientifica.

    Mi piace molto il modo in cui descrivi ciò che vede il protagonista: chiaro, preciso, vario negli aggettivi che hai scelto.
    Tutto sommato un bel tre ci sta! :)
     
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  3. RobertoBommarito
     
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    Scritto molto bene. Le descrizioni trasmettono in modo immediato l'ambiente nel quale si svolge la vicenda. A tratti sembra di vedere ciò di cui parli.

    Non mi hanno convinto, però,
    SPOILER (click to view)
    la parte della cattura del bambino: il colpo alla testa, lo svenimento, il carro degli orfani: lo trovo un po' troppo cinematografico, stereotipato, già visto e rivisto. Anche se non originalissima, ho comunque apprezzato l'idea dell'orfanatrofio, seppure a tratti mi abbia ricordato le vicende reali avvenute nei lager nazisti. Mi ha poi lasciato un po' perplesso il metodo di fuga.


    Voto un 3 pieno.

     
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  4. federica68
     
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    ciao Alfredo
    non dico niente sullo stile, ormai è una garanzia, secondo me ormai l'hai perfezionato come un marchio di fabbrica inconfondibile

    anche la vicenda l'ho trovata coinvolgente, nonostante il frate deus ex machina che però non mi ha infastidita più di tanto

    non conoscevo le caratteristiche del racconto/romanzo picaresco, e devo dire che in effetti per quello che posso giudicare da profana mi pare che tu sia riuscito a soddisfarle

    la cosa che mi è piaciuta di più è stata la descrizione della Segovia dell'epoca, sembra di esserci e per certi versi mi ha ricordato i bassifondi di Parigi de Il Profumo di Suskind, romanzo che ho letto a 17 anni o giù di lì e che si è impresso in maniera indelebile nella mia zucca per le ambientazioni...

    però...
    c'è un però.
    mi pare che ormai tu sia pronto per un passo ulteriore, letterariamente parlando. Ma siccome non c'entra col racconto in questione, se ti va te lo dico in pm perchè è una considerazione generale e non su questo racconto in particolare che si merita secondo me un 4 bello tondo







     
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  5. bravecharlie
     
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    be', Federica, innanzitutto grazie per averlo letto anche se non eri in gara. aspetto il tuo pm...
     
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  6. rolandking
     
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    Ciao Alfredo, bello rileggerti in Usam... :)


    Sulla storia che ho letto non ho molto da dire a parte che voglio ASSOLUTAMENTE il seguito :D Impeccabile lo stile come sempre, la forma, le descrizioni(che forse sono la cosa che mi affascina di più nei tuoi racconti). Ho apprezzato molto anche il genere. Per me è 4 pieno e con tanto di complimenti per esserti perfezionato ancora di più durante la mia assenza. ;)

    Spero di rileggerti molto presto, ciao Brave.
     
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  7. Idrascanian
     
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    Ciao Brave, eccomi a commentare il tuo racconto. Allora… la tua scrittura incolla alle pagine (al monitor, in questo caso.) Stile ineccepibile, fluido ma “forbito” al tempo stesso, la lettura è piacevole, veloce. Dal punto di vista dello stile non trovo davvero particolari osservazioni da farti. Per quanto riguarda la storia, invece… idem! Vicenda spassosissima, con personaggi ben delineati e situazioni grottesche che oscillano tra il comico e il raccapricciante. Ho trovato davvero splendida la fuga finale, grazie a un ritmo incalzante e a una costruzione delle immagini da manuale. Guarda, ti do 4 pieno, però tu ‘sta storia la devi continuare, eh! Complimenti!
     
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  8. bravecharlie
     
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    grazie Idrascanian, a quanto pare sei uno dei pochi a cui la fuga finale è piaciuta. certo, è assurda e parecchio inversomile, ma l'aderenza netta alla realtà non fa parte dei miei obbiettivi.

    per chi invece trovava assurda l'idea dell'orfanotrofio-macelleria, dirò che in parte ha torto: era usanza comune del tempo (o comunque giravano moltissime voci in merito) che i macellai imbottissero i cartocci riservati ai poveri con la carne dei condannati a morte, i cui corpi dopo l'esecuzione venivano smembrati dal boia e lasciati per strada come monito. Io ho messo la macelleria nell'orfanotrofio e quelle prelibatezze le ho riservate ai ricchi :)

     
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  9. Snow2
     
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    SPOILER (click to view)
    Mi viene da aggiungere, visto che non l'ho fatto nel commento, che anche a me il finale è piaciuto molto. Mi aspettavo (chissà perché) che usassero i lenzuoli come carrucole, in qualche modo. La soluzione che hai trovato mi ha sorpreso e la trovo buona perché molto fantasiosa; in contrasto col tono orrorifico dei passaggi precedenti dà un tono particolare al racconto nel suo insieme. Fa parte dell'immagine d'avventura picaresca che cercavi?
    Comunque per me cambiandolo la storia ne perderebbe :sisi:
     
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  10. bravecharlie
     
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    be', il picaro era sempre uno che si ingegnava in mille modi per uscire dalle difficili situazioni che la sua esistenza gli prospettava. certe situazioni al limite della fantasia, come un vento tanto forte da trasportare due bambini, mi vengono però dalla lettura di opere di realismo magico sudamericano (Marquez in primis) , dove eventi atmosferici assurdi e spropositati ed episodi fuori dal comune vengono magistralmente integrati nella storia al punto che nessuno mai leggendo "Cent'anni di solitudine" penserebbe che quegli eventi stonino con la realtà. Questo sarebbe il mio massimo e ultimo obbiettivo: creare una sospensione dell'incredulità così forte da fondere bene le parti realistiche con quelle fantastiche :sisi:
     
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    Ciao
    SPOILER (click to view)
    Farò un commento veloce perché c'è poco da dire :P O meglio poco da criticare...

    Scritto molto bene, con uno stile tenuto ottimamente in equilibrio tra l'arguto e il serio. Scorrevolissimo, mai stanco, sempre preciso e interessante anche quando descrivi a lungo le cose.
    La storia è carina (ma io di romanzo picaresco non so nulla), divertente, completa anche se questo è un inizio di qualcos'altro.

    Forse non mi hanno convinto pienamente quei particolari che più che grotteschi sono un po' fisicamente assurdi; tipo il ragno che divora topi, i paracadute. Finchè si tratta di decisioni umane, anche se esagerate, non dico nulla.. in questi casi avrei abbassato di un tono la cosa stupefacente.

    4

    VARIE
    - "e pericolosa che un italiano aveva ribattezzato “America”." - non dovrebbe essere: "...in onore di un italiano avevano battezzato America..."? Riferendosi a Vespucci.

     
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  12. bravecharlie
     
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    grazie per la segnalzione su Vespucci e l'America Alberto, ho già corretto sia qui che sul mio pc :)
     
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  13. niwad
     
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    Nella strenua lotta all'insonnia, riappaio come uno scarafaggio infame e butto lì quattro considerazioni su questo racconto. Purtroppo non c'è la solita sparata su punteggiatura e forma, ma con te viene sempre difficile, e dopo mesi di inattività mi sono decisamente rammollito.
    CITAZIONE
    Non era raro udire discussioni del genere a Segovia, in quegli anni. La corona si era indebitata fino al collo per finanziare una serie di guerre lontane di cui il popolo non sapeva praticamente nulla, le banche reali avevano dichiarato fallimento per non restituire il denaro preso a prestito e un sacco di gente ci aveva rimesso. Come se non bastasse, un'inflazione tremenda aveva fatto schizzare i prezzi dei beni di consumo alle stelle, le tasse erano esorbitanti e la povertà interessava una larghissima parte della popolazione. I preti, tra i pochi a passarsela bene, dicevano dai loro pulpiti che bisognava sopportare queste ristrettezze per la difesa della cristianità, missione nella quale il nostro amato Felipe II stava profondendo tutti i suoi sforzi. Io ero solo un ragazzino, e tante cose non le comprendevo. Solo molti anni dopo avrei realizzato in che razza di pasticcio ci aveva ficcati lo scomodo ruolo di baluardi della Parola di Dio.

    Poco congruente con il narratore interno: non puoi dargli troppa onniscienza se non dandogli una crescita culturale folle. Può tornare utile come informazione per il lettore, ma risulta pesante, terribilmente vicino al concetto di infodump.
    CITAZIONE
    Una giaceva supina, immobile, in posizione fetale

    supino-posizione fetale non esiste. A meno che non faccia il cagnolino guardando in alto... in tal caso, puoi descrivere diversamente la posizione. Comunque, a meno che non sia in rigor mortis, non può tenere quella "a cagnolino" che ho immaginato io.
    CITAZIONE
    guglie altissime svettavano ieratiche

    stesso problema di narrazione di cui sopra, meno importante, tutto sommato, in quanto è un vezzo che ti concedi solo su una parola "alta".
    CITAZIONE
    Ai bambini, già morti, venivano prima tagliati tutti i capelli, e con quelli si facevano centrini per tavole o s'imbottivano cuscini. I corpi venivano poi immersi in calderoni d'acqua bollente per parecchio tempo, quindi tirati fuori e spellati. La pelle finiva ai frati conciatori, che la lavoravano ricavandone giacche, calzoni e scarpe, il resto andava ai macellai.

    La conciatura va fatta prima della bollitura, o la carne diventa inservibile.
    CITAZIONE
    riscuotendomi di colpo appena realizzato il pericolo

    come successione funziona poco, puoi migliorarla.
    CITAZIONE
    e con capii cosa volesse farci.

    refuso (ma leggiucchiando i commenti ho visto che te l'avevano già trovato)
    CITAZIONE
    Camminando per tetti come i gatti

    refuso o scelta?
    Piccolo appunto per la verosomiglianza: sono ragazzini paffuti, come maledizione fanno a volare con un paracadute improvvisato e del vento?! Vabbè, giochiamoci la carta della sospensione dell'incredulità...
    (sì, anche questo te l'avevano già fatto notare, ma lascio lì le considerazioni così come sono venute fuori. Mica devo farci un racconto su.)
     
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  14. bravecharlie
     
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    ciao Niwad e grazie infinite per aver letto lo stesso il racconto :)

    allora, riguardo il primo punto, devo precisare che Martin (come nella tradizione picaresca) racconta la sua gioventù quando è oramai vecchio, dunque dopo aver acquisito varie nozioni che, naturalmente, lì per lì non poteva avere. questo nel pezzo non veniva detto, in quanto fa parte di una specie di prologo che ho omesso. riguardo l'infodump anche a me non piace, ma 6 righe credo si possano sopportare. da qui anche parole come "ieratiche" che un tredicenne non pronuncerebbe mai, ma che invece un anziano potrebbe aver imparato.

    "per tetti come i gatti" è voluta come espressione, mentre credo che rivedrò la questione della posizione fetale.

    per il vento e i ragazzi grassocci, credevo che fosse chiaro che era un vento veramente forte e quindi poteva starci.
     
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  15. niwad
     
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    Sul pezzo di sei righe la questione ho sbagliato a porre il problema: in effetti non è tanto contenutistico quanto stilistico. Nonostante la crescita del personaggio che si informa, è improbabile che vada a dare spiegazioni direttamente con quello stile lì, anzi: puoi giocartela anche sull'equivoco, volendo. Prendo in esempio un tizio che proprio-proprio idiota non era: Dante, nei primi canti del paradiso (intorno al quattordici, mi pare), incontra cacciaguida, suo parente, che gli racconta la Firenze de' tempi sua e quant'era bella, in contrasto con quella descritta da Dante stesso.
    Il poeta come motiva la degradazione di Firenze? Dando la colpa agli immigrati. Non proprio un'analisi perfetta, i problemi erano altri, però ai tempi, a lui, sembrava giusta quella, di spiegazione. Quando poi se la prende coi politici, non usa uno stile nozionistico, ci dà giù pesante sui nomi -quando conosceva- e sui gruppi quando non conosceva. Il tuo picaro dà queste notizie come un libro di storia o il commento al testo della commedia, il che è brutto (non solo in un racconto, è proprio brutto) e saresti perfettamente in grado di immedesimarti quel tanto nella cultura dell'epoca per dare l'informazione più da interno, da settecentesco, senza neanche avere bisogno di fare ricorso al discorso indiretto. Magari come pecca non è grave, ma come rifinitura risulterebbe molto pregevole, perchè sottolineerebbe questa tua capacità. Sul ieratiche non mi sono fatto grossi problemi, come detto, ma resta un termine molto alto su uno stile medio moderno. Con uno stile più "arcaico" passa inosservato (lo stile richiede da principio una conoscenza di termini più "alti" rispetto a quelli usati oggi per esprimere lo stesso concetto), nello stile che usi tu è più vezzoso: personalmente non conoscevo il termine, nonostanto la tanto decantata istruzione classica. A trent'anni, se lo ritroverò, lo riconoscerò.
    Circa l'istruzione, c'è un altro dato contrastante: il padre sa scrivere. Dove abbia imparato il tempo per farlo, non lo so. L'istruzione in Spagna, ai tempi, era inesistente, soprattutto tra gli strati più bassi della scala sociale. Sono un pistino fastidioso, lo so, ma è l'unico modo col quale posso darti una mano.
     
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