Come promesso, eccomi qui. Non è stato semplice decidere, e non ti nascondo che ancora in questo momento mi sento un tantino in imbarazzo.
Vado al nocciolo della questione. Per me i racconti che si basano in toto o in parte su storie precedenti, devono avere comunque una propria solidità. Ovvero, un qualunque lettore che non ha mai letto la storia che dà lo spunto al racconto, deve essere in grado, con gli elementi a dispozione, di chiudere il cerchio senza aver dubbi sui meccanismi intervenuti nei fatti.
Ancor più se quelle dinamiche sono di primaria importanza nel compimento della vicenda e della sua comprensione.
Il lettore, poi, potrà decidere se approfondire gli elementi classici su cui è basato il racconto, ma questa deve essere una sua scelta. Non si può fermare nel momento cruciale della narrazione, apprendere gli elementi classici di cui sopra - da un altro racconto - e poi continuare.
Qualcosa di analogo accade anche nei romanzi che si basano su spunti molto tecnici, o in cui intervengono elementi super tecnologici e specifici il cui funzionamento non può essere - per ovvie ragioni - alla portata di tutti. Sarebbe un macello se gli autori non riuscissero a integrare le info necessarie per la comprensione di quei "particolari", almeno in modo sufficiente per andare avanti nella lettura. Poi, anche in questo caso, il lettore deciderà se approfondire su testi specifici.
Detto ciò, non me la sento di votare. Dopo quello che ho affermato sarebbe ingiusto basarmi solo sulle sensazioni della prima lettura, piuttosto che su quelle della seconda (con la storia di Malpelo a completamento).
Ma un applauso per il tuo solito lavoro nella ricerca tecnino-storica e nello stile è dovuto.
Bravo