Il tuo modo di scrivere, così chiaro e pulito, mi piace. Inoltre, i termini sardi non mi hanno infastidito, anzi ho avuto l'impressione di immedesimarmi maggiormente in un'ambiente, sia storico che culturale, di cui, per mia ignoranza, non so quasi nulla.
La parte iniziale, come dicevo, è molto bella, fino alla comparsa dell'"angioletta". Da quel punto potevano diramarsi vari sviluppi e, naturalmente, avevo già immaginato un mio possibile finale che aveva a che fare con l'eutanasia. In effetti, credevo che quello fosse il tema principale (anche pensando al lavoro che credo tu faccia) e, invece, si è rivelato accessorio. Forse non ho apprezzato a sufficienza il finale proprio a causa delle mie aspettative deluse.
L'incontro con Gavino mi aveva fatto immaginare un secondo racconto che si incrociava con il primo e non mi dispiaceva come approfondimento del personaggio principale. Ammetto che, a una prima lettura, avevo creduto che solo Nita si fosse innamorata di Gavino e che fantanticasse su un loro possibile futuro e, invece, poi scopro il loro fidanzamento. Anche una seconda lettura non mi ha chiarito il dubbio: forse è una delle poche cose "lost in traslation"
Comunque, per concludere queste mie note un po' confuse, ribadisco il giudizio molto positivo sulla scrittura e la parte iniziale. Meno convincente la parte finale e la figura così ambigua, anche dal punto di vista della trama, di Anzeledda.