era tanto che non leggevo un tuo racconto e posso dire di averti ritrovato in piena forma.
La storia che hai proposto fa parte di quelle che hanno almeno un elemento fantastico che entra prepotente nel quotidiano, nel mondo che usiamo definire reale. Secondo me, inoltre, c'è un notevole equilibrio tra passato e presente, un piccolo intreccio che permette al lettore di empatizzare per bene con il protagonista. La narrazione è fluida, grazie a uno stile pulito che s'imballa - non molte volte - per colpa di alcune ripetizioni non funzionali (quelle che, per capirci, in certi casi servono a enfatizzare/chiarire/ecc...) e di concetti non chiarissimi.
Faccio un passo indietro: siamo al limite con l'elemento sovrannaturale, che fai vedere solo nella sua forma umana. Tuttavia, ci sono indizi che permettono di farsi un'idea abbastanza chiara di quale possa essere il suo aspetto originale. Non è proprio il massimo... ma almeno non c'è una lacuna da questo punto di vista.
Infine, splendide descrizioni.
Editing:
Non era mai un castello di sabbia perfetto; e invece cercavano il castello di sabbia perfetto. Quel castello che corrispondesse ai loro sogni, quel castello in cui fosse desiderabile perdersi, camminare sui contrafforti, girovagare in cerca di passaggi segreti, danzare nei saloni, passare in rassegna gli eserciti nelle piazze d’armi.
Eppure quel castello non arrivava mai se non nei loro discorsi, quando ne facevano i progetti tornando con il gelato o con la focaccia -> Spesso nei tuoi racconti ci sono ripetizioni funzionali, che hanno quindi ragion di esistere. In questo caso però (e temo in altri che mi son sfuggiti) l'ultima volta che ripeti "castello" potresti farne a meno. Magari dire "eppure la costruzione giusta/il capolavoro/il risultato finale/ecc...
Claudia era poco lontana e lo fissava serio, gli occhi azzurri come velati di qualcosa. - È lei che fissa "seria"...
Non era solo perché così poteva sfuggire alla scuola, ai compagni che cercavano un senso alla loro vita facendo i bulli nei riguardi dei più deboli, agli insegnanti dalle aspirazioni frustrate, tutte cose che apprezzava senza averne piena coscienza, ma perché in quel modo poteva andare al mare e rivedere Claudia. - questo è uno dei passaggi poco chiari e attorcigliati che puoi rendere meglio, di sicuro. Nella storia ne sono presenti altri...
Quindi: il racconto funziona e permette allo spunto di non rimanere imbrigliato nelle vicende passate del protagonista. Come detto sopra, l'ottimo equilibrio tra le parti dona agilità senza togliere la necessaria profondità di alcuni passaggi.
La storia emoziona e tira dentro, perché fa presa su ricordi che sono comuni a tutti. E non si entra mai nel banale, per fortuna. La parte fantastica è gestita bene; in alcuni punti brilla e profuma di mare.
Peccato per la questione "ripetizioni" e ridondanze di concetti che, in qualche occasione, non sono chiarissimi. Ciò non permette l'ottimo, ovvero il 4. Ma revisiona e avrai in mano un racconto molto solido, nonché automaticamente più asciutto senza inventarsi tagli "ad minchiam" (come diceva il mitico "professore" Franco Scoglio).
Voto: 3
Ciao