Riti di passaggio

Non sono convintissimo a livello di impostazione perché mi sembra che i vari elementi vadano a incastrarsi in maniera troppo perfetta, proprio come se fosse dovuto loro: lei deve cercare un luogo strano e lo trova (una specie di riserva naturale di vampiri)... un bel luogo isolato in cui ci può essere di tutto ( e il conducente da che parte sta?)

Il periodo dell'ambientazione non è chiaro: si può mettere agli inizi del '900 (bisognerebbe capire quando è stato tradotto Dracula), eppure mi pare che la protagonista rifletta e si comporti come una donna ben più moderna...
questo potrebbe essere dovuto al fatto che, in fondo, ricorda... però avrei preferito qualcosa che mi facesse maggiormente sentire l'ambientazione dell'epoca

il "trucco del racconto" è intuibile fin dagli inizi... ma a parte questo mi pare forzato proprio l'atteggiamento di lei che prende la cosa con una dose notevole di naturalezza, e si agita solo quando pensa al suo destino di prigioniera... al contrario non pare molto sconvolta dalla scoperta di una razza segreta di tale fattura
Non so molto di vampiri "moderni", ma questa storia dei poteri mi pare una banalizzazione notevole e non necessaria... fumettosa, direi... non perché vada rispettato il vampito classico a tutti i costi, ma perché proprio pacchiana.
Ecco, in generale la sensazione che provo dopo la lettura è questa: mi pare che alla fine giri tutto su degli elementi banalizzati, che si adeguano piuttosto che cercare nuove soluzioni.

Al contrario lo stile è posato senza essere blando e si lega bene al luogo scelto e alle sue dinamiche. Anche se non è che punti i riflettori sulle descrizioni, quanto sui dialoghi.

Resta il fatto che, in definitiva, non sono soddisfatto e metto un 2, ampio, ma 2

VARIE
-bergamasca e Bergamini - alla faccia della coincidenza !!!!!!!!!
-"una rapidità disumana" - ARGHH