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Sono contento che ti sia piaciuta la mia interpretazione del tuo incipit. Mi fa molto piacere poter essere d'aiuto. Era il mio intento nel commentare il tuo racconto. Riscriverò molto volentieri anche l'epilogo se ti fa piacere a patto di non venire menzionato nel sottotitolo. Il mio nome è Nessuno ahah Al di là dell'umorismo greco attico, Il racconto è tuo come pure l'incipit: l'idea della corte, del cantore bravo ma pigro; le immagini bellssime del banchetto; delle sere fredde in cui risuonano le note; l'idea della storia, una come tante ecc ecc. Io ho solo cambiato dei termini con degli altri: questo non fa di me nulla di più che uno scriba pasticcione che scrive sotto dettatura
Bellissima l'idea del contrasto aulico-moderno al contrario. Mi piace molto.
"c'è una prima folata che scompiglia la capigliatura di Ulisse e solo successivamente il vento diventa forte e teso."
Va benissimo se fai così come hai scritto ti salvi la bellissima l'immagine della barba grigia mossa dalla folata ma al contempo mantieni la logica della navigazione per eventuali commenti di lettori "rompi". Il vento forte non è adatto alla barba grigia ma va bene per la navigazione e la folata non fa navigare la barca ma è ottimo per la barba.
Adoro l'I-CHING. La versione che ho io è di Adelphi ed ha all'inizio un meraviglioso commento di Jung. E' veramente da leggere! In qualche modo il tuo racconto mi ha ricordato le atmosfere di quell'antichissimo testo. Quando sono arrivato alla parte dell'imperatore e del drago mi sono detto: che figata Ma guarda questo quanto è forte. Poi, nel riscriverti non ho resistito alla cosa e allora... Era carino riprendere quest'aura di misticismo cinese ma, come sempre, senza prendersi molto sul serio. Sebbene io consideri lo scrivere un fatto estremamente serio, penso che sia il caso di non caricare la cosa di pesanti contenuti che rendono solo molto rigidi. La rigidità allontana la mente dalla creatività. Insomma, viviamo la cosa con serenità!
Grazie. Sono contento che a qualcuno siano piaciute le mie descrizioni
Non mi devi ringraziare. Se non mi fossero piaciute te lo avrei scritto ed il voto sarebbe stato più basso. Ti dico che cosa ho notato. Poi, mi puoi confermare se è vero. Le tue descrizioni sono molto dettagliate e sono inserite talmente bene nel testo che leggendo il racconto senza occhio critico (lasciandoti condurre, voglio dire) non ti accorgi affatto dei passaggi continui tra il pensiero del protagonista, il dialogo dei personaggi e la descrizione degli ambienti. C'è molto lavoro dietro. Mi dà l'idea che sei ritornato molte volte sul testo per limare, sostituire, (C'è una ricerca accurata del termine-hai utilizzato molti sinonimi per evitare le ripetizioni) rendere scorrevole, compattare ed amalgamare il tutto affinchè il lettore leggendo potesse avere la sensazione di un racconto cantato che gli "scorre" dentro dall'inizio fino alla fine. (del resto, la scia bianca che lascia la barca funge da metafora della tua idea) Insomma, c'è tanto tanto lavoro dietro; tutto pensato, centellinato al dettaglio. Penso che tu voglia veramente bene a questo racconto e si vede. Per citare qualcuno che ho letto su questo forum un po' di tempo fa, non mi ricordo bene ma il senso è questo: "Se il racconto è bello significa che il suo autore si è fatto il c... per scriverlo. Va premiato!"
Beh, io valgo poco anche come lettore
Sono ancora nuovo. Ho letto i tuoi commenti e ho visto come scrivi. La tua affermazione non mi trova d'accordo.
Non so come fai a scrivere così tanto,
Riguardo a me, mi piace molto scrivere ma, soprattutto comunicare con gli altri; confrontarmi con loro in merito a temi molto interessanti e stimolanti come questi. E' un modo, questo, per non soffocare nella banalità di quanto ci sta intorno. Ragionare su un testo, che sia scritto da me o da altri è affascinante. Adoro il meccanismo poietico che porta una persona a realizzare determinate cose, le sue motivazioni, la stratificazione del tessuto narrativo, la convinzione dello scrittore nel suo personaggio che prende vita e a un certo punto, per magia, si stacca dal suo creatore per vivere da se. C'è della magia in tutto questo. Poi, scrivo alcune cose sensate tra le tantissime stupidaggini ma Il fatto di sbagliare è umano e perseverando diabolicamente metto in conto anche questo. Fare errori è comune all'indole umana, l'importante è mantenere acceso quel particolare fuoco, tutto interiore, per poter avere ancora la forza di stupirsi anche di una cosa di poco conto; per poter ancora sedersi e poter scrivere di qualche cosa che ci ha colpito o di un influsso che ci arriva, ad esempio (ho impiegato la d eufonica), sulla barba grigia sottoforma di una folata di vento. A presto, come posso, provo a buttare giù qualcosa sull'epilogo e te lo mando. Poi mi dirai se ti piace o lo vuoi modificare in un modo o nell'altro... ciao L.
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