L’ultima Odissea
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L’ultima Odissea

di Leonardo Boselli, fantamito, 39980 caratteri

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    "Ecate, figlia mia..."

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    Un po' da qui, un po' da lalà

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    CITAZIONE (TETRACTYS @ 7/4/2011, 19:09) 
    Purtroppo, se dovessi davvero mettere mano alle descrizioni e renderle più vivide, i 40k non basterebbero (sono già a tappo!)

    Ma no, cosa dici? Quando lamento descrizioni imprecise non mi riferisco alla scarsezza di informazioni. Secondo me puoi dire in due righe quello che qualcun altro dice in venti pagine, l'importante è che ci sia ecquilibrio e chiarezza.

    CITAZIONE
    ]Fallo? :blink: Nel senso di "vecchio ramo nodoso, ma ancora vigoroso"? :shifty:

    :asd:
     
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  2. luigi bonaro
     
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    Consultato l’I-Ching per questa storia:

    1. Ch’ien – Il creativo

    Lo scrittore esprime la grande forza creativa che sviluppa la sua forza superiore.

    Sentenza

    Il creativo opera sublime riuscita. Propizio per perseveranza.

    Nove alsecondo posto:

    Drago che compare nel campo.

    Nove al quinto posto:

    Drago volante nel cielo ti dà punteggio 4

    :D


    Complimenti! Ho finito di leggere adesso la tua storia. E’ molto ben fatta e ben strutturata.
    La commistione tra cultura greca e cinese è un po’ azzardata ma ti è riuscita piuttosto bene.
    Interessante la caratterizzazione degli ambienti ed il riferimento agli elementi sensoriali.
    Molto curate le descrizioni e molto curati i passaggi di narrazione dal pensato, al raccontato al dialogato.
    Una sola cosa, ma è un mio giudizio personale.
    Per il tema che tratta e le ambientazioni che rievoca la tua storia, molti termini che hai impiegato risultano troppo moderni:
    in un certo senso, creano una specie di iato tra il contenuto e l’esposizione.
    Questo ti abbassa di molto il registro della storia che è, al contrario, molto ricercata e piena di particolari e di immagini molto belle.

    Ti faccio degli esempi:

    "Al termine del banchetto"

    non rende l'idea della corte. Scritto così fa pensare alla fine di una cena fredda con i piatti di carta in un appartamento di Manhattan. :D Il banchetto era una vera e propria cerimonia; una specie di rito-un momento di socialità particolare.

    "riempì"

    sarebbe meglio utilizzare colmò - ci sta veramente bene con il termine "coppa"

    "poi richiamò l’attenzione del cantore"

    devi considerare che da come scrivi tu è il re che sta chiamando il cantore mentre il menestrello dovebbe essere sempre attento e pronto a un minimo cenno da parte del re. :D Un re non può cercare l'attenzione di un cantore. E' antischiavistico :D Un re ordina al suo cantore, lo convoca alla sua corte e, spesso, neanche direttamente. Al limite fa un cenno con la mano e subito una voce esclama: che entri il cantore :D Ma sicuramente non cerca la sua attenzione.

    "si era limitato a mangiare e bere"

    non rende l’idea di un cantore affamato in un banchetto regale. Me lo immagino giustamente pigro ma che si spolpa un regale cosciotto con le dita unte e mentre beve d'un fiato diverse coppe di vino compiaciuto dell'abbondanza della tavola. Così, è da ristorante macrobiotico :D

    "I commensali che stavano chiacchierando"

    Commensale è ok ma stavano chiacchierando fa un effetto "persone alla fermata dell'autobus" Non ti fa pensare ad una corte. :D

    Ammazzare il tempo, lo potrei utilizzare io per John. Ma qui ti devasta l’introduzione :D

    "delle tante storie più o meno veritiere, utili"

    il termine utile fa pensare ad un utilizzo in caso di bisogno. E' più vicino a qualcosa di pratico. Es. Utile per le riparazioni. Già se avessi scritto: che può servire all'occorrenza...

    "trascorrere in compagnia le noiose sere d’inverno"

    sei in una corte. Scritto così fa pensare alla compagnia degli amici. Mentre sicuramente il cantore ed il re non sono amici. C'è una forte differenza sociale tra i due e tra il re e la sua corte.

    Ho provato a riscriverlo provando a dargli il senso di quello che volevo dirti. Vedi se ti piace, dopodiché mi puoi pure insultare e lasciare tutto com'è :D

    Quando il banchetto fu portato a compimento, il re colmò di vino la sua coppa e quella della sua sposa,
    poi, convocò a sé il cantore che sino a quell’istante avea solo preso piacere in copiose abbuffate, ebbro di abbondanti libagioni.

    «Femio, quale racconto hai in serbo per noi?»

    I commensali stavano discorrendo ma si tacquero allorchè l’aedo raccolse il suo strumento.

    «Mio signore, la storia di questa sera narra di un re.
    Ti sembrerà di averla già udita siffatta epopea; ma l’udito non ti sia fallace.
    Trattasi di una vicenda che si tesse con altre, delle tante leggende in parte o assai veritiere,
    provvida a far scorrere il tempo in compagnia e a rallegrare i cuori nelle gelide e tediose sere.
    Ciò non significa che non possa allietare lo spirito o rattristare l’anima; invero, è la storia di un re, una delle tante»

    E iniziò, toccando dolcemente la sua cetra.


    Pensavo ad una cosa del genere con anche una piccola rima.

    Ovviamente, ripeto che questa è una mia opinione.

    Per questo, pensavo di darti un 3,5 ma di farlo salire a 4 per il tuo ardir nell’accostar i più disparati miti e leggende con provetta maestria.

    Eccezionale descrizione iniziale. Dopo il primo incipit ne hai aggiunto un altro. Penso che sia voluta l’apertura della storia con “l’apertura dell’oceano.”
    Mi sembra di notare dei riferimenti sensoriali precisi: il fasciame scricchiolò; le sartie che si tesero; la folata di vento.
    Questi elementi, uniti alle descrizioni, sono diffusi in tutta la storia e questo non fa altro che impreziosire il racconto.

    A proposito, una stupidaggine proprio all’inizio. Non sono sicuro che il termine folata sia proprio adatto.
    Una folata è una breve raffica di vento anche se è violenta è sempre breve.
    Per la navigazione dovrebbe essere necessario un vento costante. A mio avviso dovresti cambiare termine.
    Ho visto che ti hanno già aiutato nelle correzioni per cui non mi dilungo.

    Una domanda. Ma al drago che cosa davano da mangiare per avere l’alito così pesante? :D

    A presto,
    Luigi

    Edited by luigi bonaro - 8/4/2011, 03:02
     
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  3. luigi bonaro
     
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    Ciao. Spero che il mio commento di ieri notte possa esserti d'aiuto. Consideralo com'è in realtà: considerazioni da un lettore che non si considera neanche scrittore.
    Dopo il vostro prezioso sostegno, sto provando a rendermi utile e ricambiare anch'io dando il mio, seppur minimo, contributo a supporto dei vari racconti. Ripeto, dal mio punto di vista, la storia funziona bene già così. E' un ottimo racconto.
    Ciao e scusa per gli errori nel testo.
    A rileggerti presto,
    L.
     
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    CITAZIONE (luigi bonaro @ 8/4/2011, 01:35) 
    Ho provato a riscriverlo provando a dargli il senso di quello che volevo dirti. Vedi se ti piace, dopodiché mi puoi pure insultare e lasciare tutto com'è :D

    Grazie per il commento dettagliatissimo (e per aver consultato l'I-Ching). Se mi riscrivi anche il corsivo finale nello stesso stile dell'incipit, li sostituisco entrambi ai miei e aggiungo sotto al titolo "con prologo ed epilogo di Luigi Bonaro".

    CITAZIONE (luigi bonaro @ 8/4/2011, 01:35) 
    Eccezionale descrizione iniziale. Dopo il primo incipit ne hai aggiunto un altro. Penso che sia voluta l’apertura della storia con “l’apertura dell’oceano.”
    Mi sembra di notare dei riferimenti sensoriali precisi: il fasciame scricchiolò; le sartie che si tesero; la folata di vento.
    Questi elementi, uniti alle descrizioni, sono diffusi in tutta la storia e questo non fa altro che impreziosire il racconto.

    Grazie. Sono contento che a qualcuno siano piaciute le mie descrizioni ;)

    CITAZIONE (luigi bonaro @ 8/4/2011, 01:35) 
    A proposito, una stupidaggine proprio all’inizio. Non sono sicuro che il termine folata sia proprio adatto.
    Una folata è una breve raffica di vento anche se è violenta è sempre breve.
    Per la navigazione dovrebbe essere necessario un vento costante. A mio avviso dovresti cambiare termine.

    Potrebbe essere così: c'è una prima folata che scompiglia la capigliatura di Ulisse e solo successivamente il vento diventa forte e teso.

    CITAZIONE (luigi bonaro @ 8/4/2011, 01:35) 
    Una domanda. Ma al drago che cosa davano da mangiare per avere l’alito così pesante? :D

    Principesse ereditarie ;)

    Grazie ancora dei suggerimenti... e pensa a come riscrivere l'epilogo.
    A rileggerci presto!




    CITAZIONE (luigi bonaro @ 8/4/2011, 10:49) 
    Ciao. Spero che il mio commento di ieri notte possa esserti d'aiuto. Consideralo com'è in realtà: considerazioni da un lettore che non si considera neanche scrittore.

    Beh, io valgo poco anche come lettore ;)
    Il tuo è un commento utilissimo e davvero molto dettagliato (come lo sono anche le tue risposte nel thread del tuo racconto). Non so come fai a scrivere così tanto, ma soprattutto tante cose sensate.

    Non stavo scherzando riguardo a riscrivere l'epilogo. Se hai tempo facci un pensierino: ne risulta un bel contrasto tra le parti iniziale e finale molto auliche e il racconto vero e proprio in stile "moderno" (mentre, a rigor di logica, dovrebbe essere il contrario).
     
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  5. luigi bonaro
     
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    Sono contento che ti sia piaciuta la mia interpretazione del tuo incipit. Mi fa molto piacere poter essere d'aiuto. Era il mio intento nel commentare il tuo racconto. Riscriverò molto volentieri anche l'epilogo se ti fa piacere a patto di non venire menzionato nel sottotitolo. Il mio nome è Nessuno ahah :D Al di là dell'umorismo greco attico, Il racconto è tuo come pure l'incipit: l'idea della corte, del cantore bravo ma pigro; le immagini bellssime del banchetto; delle sere fredde in cui risuonano le note; l'idea della storia, una come tante ecc ecc. Io ho solo cambiato dei termini con degli altri: questo non fa di me nulla di più che uno scriba pasticcione che scrive sotto dettatura :)

    Bellissima l'idea del contrasto aulico-moderno al contrario. Mi piace molto.

    "c'è una prima folata che scompiglia la capigliatura di Ulisse e solo successivamente il vento diventa forte e teso."

    Va benissimo se fai così come hai scritto ti salvi la bellissima l'immagine della barba grigia mossa dalla folata ma al contempo mantieni la logica della navigazione per eventuali commenti di lettori "rompi". Il vento forte non è adatto alla barba grigia ma va bene per la navigazione e la folata non fa navigare la barca ma è ottimo per la barba.

    Adoro l'I-CHING. La versione che ho io è di Adelphi ed ha all'inizio un meraviglioso commento di Jung. E' veramente da leggere! In qualche modo il tuo racconto mi ha ricordato le atmosfere di quell'antichissimo testo. Quando sono arrivato alla parte dell'imperatore e del drago mi sono detto: che figata :D Ma guarda questo quanto è forte. Poi, nel riscriverti non ho resistito alla cosa e allora... :D Era carino riprendere quest'aura di misticismo cinese ma, come sempre, senza prendersi molto sul serio. Sebbene io consideri lo scrivere un fatto estremamente serio, penso che sia il caso di non caricare la cosa di pesanti contenuti che rendono solo molto rigidi. La rigidità allontana la mente dalla creatività. :D
    Insomma, viviamo la cosa con serenità! :D

    Grazie. Sono contento che a qualcuno siano piaciute le mie descrizioni

    Non mi devi ringraziare. Se non mi fossero piaciute te lo avrei scritto ed il voto sarebbe stato più basso. Ti dico che cosa ho notato. Poi, mi puoi confermare se è vero.
    Le tue descrizioni sono molto dettagliate e sono inserite talmente bene nel testo che leggendo il racconto senza occhio critico (lasciandoti condurre, voglio dire) non ti accorgi affatto dei passaggi continui tra il pensiero del protagonista, il dialogo dei personaggi e la descrizione degli ambienti. C'è molto lavoro dietro. Mi dà l'idea che sei ritornato molte volte sul testo per limare, sostituire, (C'è una ricerca accurata del termine-hai utilizzato molti sinonimi per evitare le ripetizioni) rendere scorrevole, compattare ed amalgamare il tutto affinchè il lettore leggendo potesse avere la sensazione di un racconto cantato che gli "scorre" dentro dall'inizio fino alla fine. (del resto, la scia bianca che lascia la barca funge da metafora della tua idea) Insomma, c'è tanto tanto lavoro dietro; tutto pensato, centellinato al dettaglio. Penso che tu voglia veramente bene a questo racconto e si vede.
    Per citare qualcuno che ho letto su questo forum un po' di tempo fa, non mi ricordo bene ma il senso è questo: "Se il racconto è bello significa che il suo autore si è fatto il c... per scriverlo. Va premiato!"

    Beh, io valgo poco anche come lettore

    Sono ancora nuovo. Ho letto i tuoi commenti e ho visto come scrivi. La tua affermazione non mi trova d'accordo.

    Non so come fai a scrivere così tanto,

    Riguardo a me, mi piace molto scrivere ma, soprattutto comunicare con gli altri; confrontarmi con loro in merito a temi molto interessanti e stimolanti come questi. E' un modo, questo, per non soffocare nella banalità di quanto ci sta intorno. Ragionare su un testo, che sia scritto da me o da altri è affascinante. Adoro il meccanismo poietico che porta una persona a realizzare determinate cose, le sue motivazioni, la stratificazione del tessuto narrativo, la convinzione dello scrittore nel suo personaggio che prende vita e a un certo punto, per magia, si stacca dal suo creatore per vivere da se. C'è della magia in tutto questo. Poi, scrivo alcune cose sensate tra le tantissime stupidaggini ma Il fatto di sbagliare è umano e perseverando diabolicamente metto in conto anche questo. Fare errori è comune all'indole umana, l'importante è mantenere acceso quel particolare fuoco, tutto interiore, per poter avere ancora la forza di stupirsi anche di una cosa di poco conto; per poter ancora sedersi e poter scrivere di qualche cosa che ci ha colpito o di un influsso che ci arriva, ad esempio (ho impiegato la d eufonica), sulla barba grigia sottoforma di una folata di vento.
    A presto,
    come posso, provo a buttare giù qualcosa sull'epilogo e te lo mando. Poi mi dirai se ti piace o lo vuoi modificare in un modo o nell'altro...
    ciao
    L.
     
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  6. luigi bonaro
     
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    Come promesso.
    Se non ti piace lo riscrivo.
    A presto,
    L.

    epilogo

    «Ah Ah! Cantore della malora! Poco avvezzo son ad accettar per veri siffatti avvenimenti», reclamò faceto il re, conchiudendo al rapsodo il riferire.
    La regina, d’altro avviso indotta, ingerì, cortese, interrogando supplice, il silente aedo:
    «Ti prego, Femio, che ne è stato dell’eroe? In patria a tornar riuscì dalla sua sposa?»

    Ella, in siffatto modo quaerendo, il coro destò dei commensali, a far ei premura in tal guisa che il cantore intonò l’accordo alla lira seguitando l’avventuroso carme:

    « Nel prosieguo del tempo che venne alla morte del sovrano,
    lo stuolo delle figlie a cui ei avea al Drago concesso la mano,
    sugli eredi maschi e Wu LIng il sopravvento prese,
    in tal guisa che la più anziana figlia, al dragone sottratta, Imperatrice divenne in un mese.
    Ad ella ,invero, l’amor dell’eroe premea,
    spartir l’impero e convenir a nozze con ei, volea,
    ma ei, bramando la sua sposa
    che in patria attendea, rifiutò la cosa.
    Wu Ling infuriato l’onta non tollerò
    proferì parole grosse: “vile marrano!
    ti insegno io a rifiutar la mano!”
    all’eroe di tornar per il calle onde proveniva ordinò
    dei mari orientali avrebbe varcato le porte,
    diversamente, ei avrebbe incontrato la morte».

    « Su dunque! Cantore!Continua! Ed ei lo fece?»

    «L’eroe fece una zattera presso il lido ove Wu Ling conosciuto avea.
    allorchè ei prese il mare tosto all’orizzonte il sole rosso sorgea
    l’alba luminosa spledea…
    …ma questa, mia signora, è un’altra vicenda
    riserviamo la leggenda
    da narrar in una nuova sera
    allorché la bufera incalza
    ne la notte nera».

    «Bene», concluse la Regina, «allora, mai momento fu più propizio per ritirarsi».
    Poi, rivolta al Re disse piano: « In una notte siffatta, a cagione di lasciarmi dondolare mi appenderò al ramo nodoso di un vetusto albero ».
    Il Re rivolse lo sguardo agli occhi galeotti della donna e ridendo esclamò: «Invero, un vecchio ramo ma tuttora vigoroso».


    Edited by luigi bonaro - 9/4/2011, 18:21
     
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    Grazie Luigi! È spettacolare! Ma chi sei? Dante redivivo sotto mentite spoglie?
    Sul blog metto sicuramente il tuo prologo e l'epilogo citandoti nei ringraziamenti (non posso esimermi!)
    Qui sul forum invece penso di cogliere dai tuoi scritti possibili miglioramenti per sostituire alcune parole, ma di evitare la riscrittura totale. Pur conservando la stessa struttura che avevo proposto, le differenze sono notevoli e non vorrei (anche se non lo credo) che ci fossero problemi a livello di concorso per un racconto scritto a più mani. Inoltre, i primi giudizi positivi li ho ottenuti con la prima versione... e squadra vincente non si cambia ;)
    Dato che per un prossimo USAM ho in mente un sequel fantasy d'ambientazione medievale tratto da altri classici (Tasso e Ariosto), mi servirebbe una consulenza per "antichizzare" alcuni dialoghi. Visto che ti riesce con facilità, approfitterò ancora del tuo aiuto... dietro lauto compenso (una citazione nei ringraziamenti ;) ). A presto!

    P.S. Nei prossimi giorni, sul blog Cronache dal Multiverso comparirà la nuova versione del racconto con il tuo contributo. Appena pronto, te lo segnalo.
     
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  8. luigi bonaro
     
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    Ciao Leonardo.
    Sono contento che ti sia piaciuto.

    È spettacolare! Ma chi sei? Dante redivivo sotto mentite spoglie?

    Mi attribuisci doti che non ho. Non ho fatto niente; ho solo tirato un po' il collo ai sinonimi e incasinato la consecutio. Nulla di più. Quello che è scritto lo hai scritto tu. Quindi, rimando l’epicità della scrittura al tuo estro fantastico.
    A proposito di incasinamenti, mi ero dimenticato di dirti una cosa importante:
    il termine "quaerendo" non esiste in realtà. Ho immaginato una situazione di latino volgare in cui il verbo quaero che ha, diversamente dall’italiano, il significato esatto di chiedere per sapere, poteva essere impiegato. Ho preso il verbo e l’ho volgarizzato io mantenendo pure tanto di dittongo. Mi sembrava molto adatto per la Regina e per la situazione. Così, seppur molto appropriato nel senso e nella radice latina, è un vocabolo di “grammatica fantasy” :D
    Però… qualcuno potrebbe obiettare. Se non te la senti di utilizzarlo sostituiscilo con un "chiedendo" o sinonimo affine…

    Sul blog metto sicuramente il tuo prologo e l'epilogo (http://multiverso.blogfree.net/) citandoti nei ringraziamenti (non posso esimermi!)



    Io ti ringrazio. Ma non ho fatto veramente nulla. Mi è piaciuto aiutarti come te hai aiutato me. Tutto qui. Sei una persona veramente generosa. Preferirei di no. Non ti nascondo che la cosa mi mette veramente in imbarazzo. Ma, se sei così determinato, non posso che ringraziarti anticipatamente per la tua gentilezza e generosità. “Multiverso”! Devo andarci così mi leggo le altre tue storie.

    Qui sul forum invece penso di cogliere dai tuoi scritti possibili miglioramenti per sostituire alcune parole, ma di evitare la riscrittura totale. Pur conservando la stessa struttura che avevo proposto, le differenze sono notevoli e non vorrei (anche se non lo credo) che ci fossero problemi a livello di concorso per un racconto scritto a più mani. Inoltre, i primi giudizi positivi li ho ottenuti con la prima versione... e squadra vincente non si cambia ;)



    Hai assolutamente ragione. La tua storia, come ti ho già scritto va già benissimo così. Tra le altre cose devi/dobbiamo stare attenti a non cadere nell’eccesso opposto. Il genere fantasy, sebbene tratti di miti passati, è un genere molto moderno e, a mio avviso, è giusto un linguaggio moderno. Un incipit evocativo o un finale fabulatorio sono auspicabili ma tutto il racconto potrebbe risultare pesante.

    Dato che per un prossimo USAM ho in mente un sequel fantasy d'ambientazione medievale tratto da altri classici (Tasso e Ariosto), mi servirebbe una consulenza per "antichizzare" alcuni dialoghi. Visto che ti riesce con facilità, approfitterò ancora della tua consulenza. A presto!



    Non è assolutamente il mio stile ma sono completamente a tua disposizione per quanto posso chiarendo che “consulenza” è una parola grossa; sicuramente mi impegnerò per fare il meglio che posso. Poi se mi dai una mano; sicuramente verrà meglio.
    A presto,
    a disposizione, dovessi servirti ancora.
    Un abbraccio.
    L.
     
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    CITAZIONE (luigi bonaro @ 10/4/2011, 17:38) 
    A proposito di incasinamenti, mi ero dimenticato di dirti una cosa importante:
    il termine "quaerendo" non esiste in realtà. Ho immaginato una situazione di latino volgare in cui il verbo quaero che ha, diversamente dall’italiano, il significato esatto di chiedere per sapere, poteva essere impiegato...

    Lo avevo notato. Fa molto "Armata Brancaleone", il che lo rende azzeccato ;)
     
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  10. luigi bonaro
     
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    :D
     
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    Dopo lunga pausa di riflessione,
    ecco alfin l'agognata versione
    con prologo ed epilogo aulici
    ch'el Bonaro provò a scriverci:
    L'ultima Odissea 2.0

    La versione da competizione
    che la giuria dovrà prender
    con cura in considerazione,
    è sempre la stessa, inver...
    L'ultima Odissea 1.3

    Il piacer della nuova lettura
    non vinse la tenace paura
    di dover cambiare scrittura.

    Grazie ancora Luigi!

    Edited by TETRACTYS - 16/4/2011, 14:15
     
    .
  12. luigi bonaro
     
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    Di nulla.E comunque sono ip che ringrazio te! Approvo la scelta! Come ti avevo gia' scritto, il tuo racconto e' moderno e bisogna essere cauti e non esagerare. Magari una via di mezzo tipo togliendo ammazzare ecc... Poi, alla fine, e' una questione di gusto estetico. Molto carina la tua ode al racconto!! A riscriverci! Un abbraccio L.
     
    .
  13. MichelaZ
     
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    CITAZIONE (TETRACTYS @ 16/4/2011, 09:19) 
    Dopo lunga pausa di riflessione,
    ecco alfin l'agognata versione
    con prologo ed epilogo aulici
    c'el Bonaro provò a scriverci:
    L'ultima Odissea 2.0

    Ehm... giovedì mi sono stampata la versione che c'era qua sul forum... quale devo commetnare, quella linkata che riporta al tuo blog, questa che è ora sul forum oppure è uguale a quella che ho stampato e leggo più facilmente?

    [EDIT]
    Scusa, ho letto meglio, l'avevi detto, devo commentare questa sul forum... come non detto:)
     
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  14.  
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    CITAZIONE (MichelaZ @ 16/4/2011, 14:11) 
    Scusa, ho letto meglio, l'avevi detto, devo commentare questa sul forum... come non detto:)

    Sì, come hai intuito traducendo il periodare aulico e anche un po' bucolico, oltre che autoironico e dionisiaco, la versione da commentare è quella all'inizio di questo thread, come da regolamento.

    Sul blog Cronache dal Multiverso ci sono versioni di racconti riprese, ampliate e modificate dopo i concorsi, nonché esperimenti vari.
    Per esempio c'è la doppia versione di Little Boy per la Royal Rumble, la doppia de L'ultima Odissea, i vecchi racconti per USAM, MC, Skannatoio e Macelleria, nonché saggi e racconti del Grand Prix de La Tela Nera e un vecchio e-book satirico-parodistico dell'anno scorso (col mio stile pre-USAM).
    Insomma, quando non sai cosa leggere, se non pretendi troppo, facci un salto ;)
     
    .
  15. MichelaZ
     
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    CITAZIONE (TETRACTYS @ 16/4/2011, 14:24) 
    Insomma, quando non sai cosa leggere, se non pretendi troppo, facci un salto ;)

    Per la verità da mo' che ce l'ho fatto il salto :D
    Ce n'ho fatti ripetuti di salti, lì... :)
     
    .
39 replies since 31/3/2011, 23:07   539 views
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